Addio timidezza, benvenuto disturbo di personalità evitante

La timidezza, che tutti conoscono e che non pochi apprezzano per i tratti delicati del carattere che può donare alla persona, è ormai diventata una malattia, una sindrome. Molti pensano che le persone ‘soffrano di timidezza’.
Ma non è una cosa naturale? Non fa parte della natura umana sentirsi un po’ a disagio con le persone nuove o sconosciute, mettere in dubbio le proprie capacità, aver paura di sbagliare?
Il dibattito è aperto. Si è cominciato con il parlare di ‘fobia sociale’ nel 1980, per poi arrivare al disturbo di ansia sociale e alla ‘personalità evitante’. Come ci si cura? Le cure più praticate sono la psicoterapia, l’ipnosi e i farmaci, nei casi più gravi, come gli antidepressivi, i beta-bloccanti, ecc.
Una nuova ricerca pubblicata dalla University of Sussex dice che si è andati troppo lontano nel definire la timidezza una ‘sindrome’: è la società che si sente a disagio con i timidi, che non si conformano come gli altri ai dettami sociali.
La Dr.ssa Susie Scott, la sociologa che ha condotto l’intervista, dice che la medicalizzazione crescente sta facendo diventare la modestia e la riservatezza del timido delle vere e proprie malattie: per avere successo dobbiamo apparire, essere assertivi e capaci di partecipare alla vita sociale. I timidi vengono sollecitati a fare psicoterapie in cui si cerca di convincerli che la tranquillità e la passività, la tendenza alla riservatezza ed al ritiro dalle situazioni sociali deve essere disimparata, perché non è un comportamento adattivo per la società in cui viviamo.
Come se il non-essere-timidi fosse la normalità o lo stato più desiderabile da raggiungere, come se i timidi avessero necessariamente l’obbligo di cambiare. La ricerca verrà pubblicata a breve nella rivista Sociology of Health and Illness.
Il Dr Bernado Carducci sostiene che i ritmi della vita moderna non permettono alle persone timide di ‘scaldarsi’ come vorrebbero. Sta di fatto che molti timidi resistono alla medicalizzazione e a quello che i ricercatori definiscono ‘psicofarmacologia cosmetica’, per cambiare i tratti della personalità. Molti siti esaltano invece la timidezza, come ad esempio http://members.aol.com/cyberbettr/shyness.html, che sostiene che essere timidi significa essere realmente sé stessi.
Secondo la Dr.ssa Elizabeth Morris la timidezza è oggi più frequente a seguito di due rivoluzioni: quella informatica, che porta i bambini ad interagire attraverso degli schermi, mentre la seconda rivoluzione è avvenuta nelle famiglie, che sono più piccole e non permettono una facile socializzazione.
Fonte: Timesonline
Dr.ssa Giuliana Proietti
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