Timidezza e Ansia sociale: curarsi con la psicoterapia

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Quanto è diffusa la timidezza?

La timidezza è un problema ben noto alla maggior parte delle persone: infatti, è molto comune essere stati timidi nell’infanzia o nell’adolescenza, così come è comune essere timidi in alcune situazioni, anche se in altre si riesce tranquillamente a fare la parte del leone.

Definizione di Timidezza

La timidezza è una sensazione di disagio, tensione o ansia che ogni persona può sperimentare quando deve interagire con altre persone, o quando deve fare qualcosa di fronte agli altri. La timidezza tuttavia non richiede la necessità di cercare un aiuto professionale, in quanto è talmente diffusa che, se fosse una patologia, interesserebbe il 90% delle persone del pianeta! Infatti, la maggior parte delle persone si sente a disagio quando viene chiamata a fare qualcosa di fronte ad altri (ad esempio parlare in pubblico) o deve chiedere il telefono a qualcuno per cercare di organizzare una serata fuori.  Queste situazioni sono scomode per tutti e potrebbe esservi una forte tentazione di evitarle, anche se poi anche i timidi possono accorgersi di essere in grado di tollerare lo stress, affrontare la sfida e ottenerne delle soddisfazioni.

Vi sono tuttavia delle persone che non hanno queste risorse interiori per far fronte alle situazioni temute, per cui questi semplici disagi, comuni e frequenti, possono diventare per alcuni delle gravi psicopatologie.

Cosa differenzia la timidezza dall’ansia sociale

Se i sintomi sono sufficientemente intensi, frequenti e di lunga durata,  se ci si accorge di evitare di fare delle cose importanti per non provare questa spiacevolissima sensazione di disagio; se la capacità della persona di vivere una vita normale a scuola, al lavoro, o nel proprio ambiente sociale viene meno, non si può più parlare di timidezza, ma di ansia sociale.

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L’Ansia Sociale

Il disturbo d’ansia sociale è la paura di essere osservati e valutati negativamente dagli altri. Una persona può sperimentare questa paura in una particolare situazione, o in un qualsiasi tipo di interazione sociale. Le persone con disturbo d’ansia sociale hanno paura di fare, volontariamente o involontariamente, qualcosa per cui potranno sentirsi umiliate o imbarazzate di fronte ad altre persone, nel timore di essere giudicate sciocche e ridicole.

Alla base di queste preoccupazioni dunque c’è la paura di essere rifiutati per scarso valore personale. Questa paura può facilmente interferire con la capacità di una persona di vivere liberamente la propria vita.

La timidezza dunque, l’essere timidi, non ha nulla a che fare con la psicopatologia, ma è semplicemente un aspetto del carattere: così come ci sono persone impulsive e persone riflessive, ci sono persone timide e altre più estroverse.Esiste però una forma grave di timidezza, conosciuta come ansia sociale, o fobia sociale, che esige un maggior livello di attenzione.

Si può guarire dalla timidezza patologica, o ansia sociale?

Se una persona timida vuole imparare ad essere (o apparire) meno socialmente ansiosa, può farsi aiutare da un terapeuta, tenendo però conto che la prima terapia contro l’ansia sociale è rendersi conto che la timidezza è semplicemente un aspetto della propria personalità, del quale non è necessario vergognarsi, e che non è necessario cambiare.

Se il timido infatti non prova ansia per il suo essere timido, molti fastidiosi disturbi tendono a scomparire da soli. Il problema, del resto, è che quando si tende a sopravvalutare il giudizio altrui, quando ci si picca facilmente per ogni battuta, critica o commento sulla propria persona, oppure ci si impone forzatamente di apparire delle personalità completamente diverse, è difficile prendere le cose che accadono durante un’interazione sociale con la necessaria neutralità. Il fatto di essere (o sentirsi) smascherati dagli altri riguardo alla propria timidezza genera il meccanismo della vergogna e questo innesca un circolo vizioso che produce ansia. L’eccessiva ansia è poi una causa di timidezza (ci si vergogna della propria vergogna).

Va poi detto che l’ansia sociale è una caratteristica fortemente dipendente dal corredo genetico trasmesso dai genitori, ma anche dall’educazione ricevuta da questi, a loro volta timidi e ansiosi. Per questa ragione è utile dire subito che la cura potrà “solamente” (anche se non è poco!) aiutare le persone a gestire meglio le proprie paure, ma sia l’ansia, sia la timidezza continueranno a far parte del proprio modo di essere.


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Come si presenta l’ansia sociale

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L’ansia sociale può presentarsi come una paura paralizzante avvertita durante gli incontri sociali (con rossore, sudore, tachicardia, formicolii, fame d’aria, vertigini, ecc.), oppure può assumere una forma più specifica, ad esempio la paura di mangiare in ristoranti affollati, di fronte ad altre persone, di utilizzare i bagni pubblici, di entrare nei centri commerciali.

L’ansia sociale è diversa dall’agorafobia

È facile confondere l’ansia sociale con l’agorafobia, perché il comportamento sembra essere simile. In realtà la motivazione è diversa. Gli agorafobici infatti hanno paura di non riuscire a fuggire da qualche parte, dove possano sentirsi al sicuro, di poter rimanere intrappolati. Le persone con un disturbo d’ansia sociale invece temono ugualmente di rimanere intrappolati, ma non in un luogo fisico, quanto nel cattivo giudizio che gli altri si possono fare di loro.

Ansia sociale e Introversione non sono sinonimi

La timidezza non deve essere confusa neanche con l’introversione. Gli introversi infatti non amano la compagnia, preferiscono stare da soli e occuparsi personalmente dei propri interessi, invece di condividerli con altri. Se sono obbligati a stare insieme agli altri tuttavia, al massimo possono annoiarsi o rimpiangere la propria solitudine per dedicarsi alle proprie cose, ma non provano sensazioni di ansia e di panico per la situazione sociale che hanno intorno a sé. Gli introversi non cercano gli altri, mentre le persone che soffrono di ansia sociale non possono cercare gli altri, perché non ce la fanno (e pensare che, in moltissimi casi, non desidererebbero altro!).

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Come farsi aiutare

Se hai compreso di aver drasticamente tagliato gli impegni sociali, se ti senti spesso sopraffatto/a dall’ansia, se vivi stati depressivi, se hai già cercato di trovare un sollievo a questi tuoi problemi ricorrendo alle droghe, all’alcol o ai farmaci, è necessario cominciare a pensare di farsi aiutare. Tutti questi problemi possono essere infatti risolti, o almeno alleviati, con poche sedute, rivolgendoti ad un terapeuta competente.

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  • Provare una sensazione di tranquillità: sentirsi aiutati fa sentire più rilassati, meno preoccupati, meno impauriti, meno depressi o ansiosi;
  • Acquisire la capacità di organizzarsi per difendersi dalle situazioni temute: studiare dei comportamenti per aiutarsi nei momenti di difficoltà, sbarazzarsi dei pensieri auto-distruttivi che alimentano l’ansia;
  • Avvertire sensazioni di maggiore benessere: il benessere avvertito nella mente verrà avvertito anche dal corpo, che sarà meno contratto, più predisposto al sonno e al relax.

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