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Difficile rapporto con le donne – Consulenza online

Difficile rapporto con le donne - Consulenza online

Difficile rapporto con le donne – Consulenza online


Consulenza online Walter La Gatta

TERAPIE ONLINE

Ho 36 anni e questa e la mia storia con la timidezza. Il mio problema è stato sempre relativo all’ambito amoroso. Quando frequentavo l’università non ho mai avuto a problemi ad abbordare ragazze e farmi lasciare il loro numero di telefono (ieri per caso ho guardato la rubrica ed i numeri che ho ancora sono tanti). Il mio problema prende forma in uno step successivo: la mia incapacità a richiamarle per paura di un rifiuto anche se sapevo che molte volte sarebbe stato improbabile: la cosa sconvolgente era (ed è) che io in fondo vedevo un  lieto fine come qualcosa di lontano e quello che mi premeva era trovare una via di fuga dall’ansia, cosa possibile solo con l’evitamento. Diverse ragazze,alcune anche belle, mi hanno anche chiesto di uscire ma io ho sempre mandato tutto all’aria per colpa dell’ansia (certe volte ci uscivo pure ma ho sempre avuto una grossa difficoltà a far progredire la cosa). Non lo so ora a 36 anni mi ritrovo single, con tanti dubbi e con la pura di commettere all’infinito gli errori del passato.


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Gentilissimo,

Credo che lei sia nel giusto quando sostiene che le sue problematiche con le donne siano di natura ansiosa. Su questo siamo d’accordo. L’ansia tuttavia non è qualcosa che piove dal cielo: è qualcosa che nasce dentro di noi in seguito alla percezione di un pericolo, che mette in allerta l’intero organismo.

Sarebbe utile a questo punto capire quale è il pericolo che lei sente quando esce con una donna: cosa teme? Non si sente fisicamente attraente? Pensa di non saper sostenere la conversazione? Non è sicuro delle sue funzioni sessuali? Per affrontare le paure, occorre conoscerle, dare loro un nome.

La inviterei dunque a ragionare su questi elementi e a cercare di capire che cosa veramente la spaventa, in modo da poter trovare un rimedio.

Quanto alla paura del rifiuto, nei sentimenti è un po’ come nel mondo del lavoro: se si va a fare un colloquio, non si può essere certi dell’assunzione, ma è certamente fuori di ogni logica il non presentarsi per paura di non essere assunti… Le pare?

Dunque, si tratta di fare due cose:
1. cercare di capire cosa la spaventa davvero e cosa si potrebbe fare per risolvere il problema
2. mettere in atto delle tecniche di rilassamento, per affrontare le situazioni temute senza imbarazzo.

Molti auguri.
Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La GattaANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE

Intervista sull'ipnosi

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Dr. Walter La Gatta

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Timido – Consulenza online

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Consulenza online Walter La Gatta

TERAPIE ONLINE

Sono un ragazzo colombiano ed adottato da famiglia italiana, insieme a mio fratello più piccolo.
In famiglia non sono mai stato trattato amorevolmente, venivo per lo più sgridato e picchiato per le cose più piccole. Credo che questi fatti mi abbiano bloccato socialmente, ho sempre paura di far brutte figure, di dire la cosa sbagliata, e per questo vengo allontanato, sono sempre ultimo, tutti vengono prima di me. Con le ragazze invece diciamo che sono un disastro, non ho mai avuto una ragazza, non mi ritengo un brutto ragazzo, anzi piaccio ma scappano tutte, mi faccio mille fisse, dal fatto che sono magro e timido, ci sono anche persone che pensano che io sia omosessuale, ma non è così, vorrei far vedere loro, il vero me ma mi blocco sempre.
Dentro la testa mi sento incasinato, a volte ho pensato anche al suicidio, ma mi ripetevo sempre- non vi libererete di me così tanto facilmente- al momento mi tirava su, ma poi ricominciava tutto da capo. Questo mi sentire una gran rabbia dentro, anche quando parlo e non vengo ascoltato, ma non c’è la faccio ad arrabbiarmi, é più forte di me. Vorrei sparire a volte. Ho persone che mi vogliono bene, ma non mi capiscono, un esempio mia madre, come ho già detto non parlo molto, e mia madre mi dice sempre – e parla, sembra che ti hanno tagliato la lingua-. Nessuno mi capisce, forse per il fatto che non sanno molto di me, quello che ho passato. Ho avuto un’infanzia travagliata, piena di botte, di divieti e di rimproveri. Non mi sento neanche un uomo maturo, nessuno conta su di me, nessuno ha fiducia in me( neanche mia madre). Mio fratello mi crede un mollaccione. L’unica parte di me che faccio vedere e il mio modo di vestire, mi vesto molto bene ed l’unica cosa che faccio vedere di me. Tutto quello che faccio, lo rendo stupido, ogni mio movimento o parola. Grazie per aver letto fino a qua, sarà stato un casino da leggere, ma é quello che avevo in testa.
Cordiali saluti.


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Gentilissimo,

E’ possibile che la sua infanzia travagliata abbia lasciato tracce di sé anche nella sua vita adulta, minando la sua autostima. Lei dice, sostanzialmente, che la sua famiglia non la ama abbastanza: se così fosse però sua madre non sarebbe preoccupata per lei, non le chiederebbe di aprirsi e di parlare dei suoi problemi.

Mi sembra che lei abbia accumulato dentro di sé, a causa delle frustrazioni subite, una grande rabbia verso tutto il mondo e che costruisca la sua motivazione ad andare avanti ed a vincere le sfide della vita solo per fare rabbia a qualcuno e non per raggiungere obiettivi propri di autorealizzazione.

Per cercare di stare meglio, potrebbe provare a cambiare completamente prospettiva e stile di vita. Anzitutto ,non creda che il mascherarsi dietro abiti firmati o particolarmente eleganti possa servire a dare realmente una migliore immagine di sé agli altri: credo che lei potrebbe rimanere molto più simpatico se avesse argomenti interessanti di cui parlare e se fosse più comunicativo.

Ciò che le suggerisco tuttavia non può riuscirle così facilmente, perché lei, per difendersi, ha dovuto costruire intorno a sé una corazza, dentro la quale si sente protetto e inattaccabile. Quella corazza però è la stessa che le impedisce di relazionarsi con gli altri, di comunicare i suoi sentimenti, di far conoscere i suoi reali pensieri…

Il consiglio è quello di cominciare a smontare questa corazza, ma senza fretta: ogni volta che lei sente di aver conquistato qualcosa di positivo (abilità sociali, abilità professionali, conquiste con l’altro sesso, riconoscimenti da parte degli amici, ecc.), provi a smontare un piccolo pezzettino della corazza e a far trapelare all’esterno qualcosa di lei. In altre parole, lei dovrebbe lavorare in due direzioni:
1. raggiungere obiettivi che consolidino la sua autostima e
2. progressiva apertura al mondo, senza temere brutte figure, critiche o giudizi negativi. E’ un lavoro difficile e non si può fare tutto da soli: le consiglio di comprarsi dei libri di auto-aiuto, che sono pieni di suggerimenti e di buone idee, oppure di rivolgersi ad uno psicologo.

Saluti cordiali e buona fortuna!

Dr. Walter La Gatta

Saluto del Centro Italiano di Sessuologia

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Dr. Walter La Gatta

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La gelosia patologica

La gelosia patologica

La gelosia patologica

Terapie online. Dr. Walter La Gatta
Ancona Fabriano Terni Civitanova Marche e ONLINE

Costo della Terapia
90 euro in presenza
60 euro online

La gelosia è un’emozione che si riscontra spessissimo in clinica e che può essere pericolosa anche sul piano sociale, in quanto comporta spesso comportamenti aggressivi, verso gli altri e verso se stessi, oltre che abuso di alcol e di sostanze. (Ecker, 2012, Marazziti et al. 2003, Muzinic et al. 2003 e Tarrier et al. 1990).

La gelosia riguarda uomini e donne, anche se in diversi modi: gli uomini si preoccupano di più del tradimento fisico e le donne del tradimento emotivo (Harris, 2003).

La gelosia “normale” è un comportamento “reattivo” e si prova prevalentemente quando si teme che il/la partner possa avere interesse nel frequentare una terza persona. In questo caso verrebbe infatti messa in discussione una delle basi fondanti della coppia, ossia l’esclusività. (Marazziti et al, 2003 e Kingham e Gordon, 2004).

La gelosia “patologica” si basa invece su un sospetto infondato: l’infedeltà del/della partner diventa un’ossessione, che influisce sui pensieri, sulle emozioni e sui comportamenti della persona che ne è vittima.

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Chi soffre di gelosia patologica può tendere ad interpretare ogni situazione casuale come prova del tradimento in atto, rifiutandosi di cambiare idea anche di fronte all’evidenza dell’errore compiuto. La persona che soffre di questo tipo estremo di gelosia (che viene anche chiamata “sindrome di Otello”), può arrivare a controllare ogni movimento e ogni frequentazione del/della partner, con l’obiettivo di trovare una conferma per i propri sospetti.

Comportamenti di questo tipo possono degenerare in violenza fisica e verbale e, nei casi più severi, perfino nell’omicidio (Marazziti et al. 2003, De Steno et al. 2006).

La gelosia del resto è uno dei motivi più frequenti di disaccordo nelle coppie e ad essa vanno attribuiti la maggior parte dei conflitti, delle separazioni, delle aggressioni, allo scopo di limitare l’autonomia dell’altro/a (Wilson et al. 2001, Yoshimura, 2004, Fleischmann et al. 2005, Power 2006).

Sebbene alcuni studi abbiano messo in luce che, con la durata della coppia e (Aune e Comstock, 1997), altre ricerche ci dicono che con l’età e la maturità la gelosia diminuisca. (Mathes, 1992, O’Leary, 1999). Probabilmente sono vere entrambe le cose, anche se il tipo di gelosia può essere diverso (negli anni più giovanili la gelosia può essere più sentimentale, negli anni della maturità più razionale, per difendere il proprio status).

Festival della Coppia 2023 - La terapia di coppia dopo un tradimento

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Festival della Coppia

 

Un recente studio (Costa, Andrea Lorenada et al., 2005) ha messo in evidenza che le persone che soffrono di gelosia patologica sono delle persone particolarmente ansiose, prevalentemente giovani, di sesso femminile.

Su questo ultimo punto va tuttavia fatta una precisazione: questo dato è dovuto al fatto che le donne cercano molto più spesso degli uomini un aiuto psicologico per questo problema, così come per problemi di ansia e depressione (Sophia et al. 2007).

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La GattaANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE

Fonte:

Costa, Andrea Lorenada et al., Pathological jealousy: Romantic relationship characteristics, emotional and personality aspects, and social adjustment, Journal of Affective Disorders , Volume 174 , 38 – 44

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Ipnosi. Dr. Walter La Gatta
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Walter La Gatta
psicologo psicoterapeuta sessuologo
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Clinica della Timidezza, online da 20 anni+
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Costo della Terapia:

90 in presenza   60 online

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Come farlo (o farla) innamorare di te

Come farlo o farla innamorare di te

Come farlo (o farla) innamorare di te

I Test della Clinica della Timidezza

Autori dei Test della Clinica della Timidezza
Dr. Giuliana Proietti    -   Dr. Walter La Gatta

 

Questo non è esattamente un test, è una storia più complessa. La raccontiamo: più di 20 anni fa, lo psicologo Arthur Aron riuscì a far si che due sconosciuti si innamorassero nel suo laboratorio (Vedi Studio di Aron).

Le cose sono andate più o meno così: un uomo e una donna (entrambi eterosessuali) entrano nel laboratorio dello psicologo, attraverso porte separate. Si siedono faccia a faccia e cominciano a rispondere a una serie di domande sempre più personali. Poi si guardano in silenzio negli occhi per quattro minuti. Il dettaglio più imprevisto della ricerca: sei mesi più tardi, i due partecipanti si sono sposati, invitando il Dr Aron e i suoi collaboratori alla cerimonia.

Le domande previste dal Dr. Aron sono 36.

Esempio:  “Vuoi diventare famoso? In che senso? ” Oppure: “Quando hai cantato l’ultima volta per te stesso/a ? E per qualcun altro/a? ” o anche: “nomina tre cose che te e la persona che hai davanti sembrate avere in comune”.

In pratica, si tratta di un corso di intimità accelerato, da offrire a persone che non si conoscono ancora in modo approfondito.

Gran parte della ricerca del Dott Aron è basata sulla creazione di una vicinanza interpersonale. Le domande naturalmente sono poste in modo tale che si comunica subito all’altro/a quello che si sente di avere in comune, quello che si apprezza dell’altro/a (es. “Mi piace la tua voce, condivido con te la scelta della marca della birra, ecc.”), il che aiuta a familiarizzare in modo positivo.

Poi c’è la prova più dura: guardarsi negli occhi per 4 minuti, azionando un timer. In genere si pensa che l’amore accada (ed in effetti ormoni e feromoni lavorano molto dietro le quinte), ma qualcosa può essere fatto anche attivamente. Ad esempio si può cercare, attraverso la comunicazione verbale e non verbale, di generare nell’altro/a un senso di fiducia e intimità, sentimenti importanti perché possa poi sbocciare l’amore.

Il Questionario è diviso in tre parti, alle quali occorre rispondere a “sincerità crescente”.

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NB: Questa scaletta può essere molto utile alle persone particolarmente introverse, alle quali riesce difficile aprirsi con una persona dell’altro sesso e a chi non sa mai cosa dire di sé e cosa chiedere. In ogni caso, porsi queste domande può essere anche utile per conoscersi meglio. Buon lavoro!

  • Parte I

1. Potendo scegliere, con chi vorresti andare a cena?

2. Vuoi diventare famoso/a? In che modo?

3. Prima di fare una telefonata, fai delle prove per prepararti su cosa devi dire? Perché?

4. Per essere “perfetta” una giornata, come deve essere per te?

5. Quando è stata l’ultima volta che hai cantato senza che nessuno ti ascoltasse? E davanti a qualcun altro?

6. Se tu fossi in grado di vivere fino all’età di 90  anni mantenendo sia la mente sia il corpo di un trentenne per gli ultimi 60 anni della vita, quale vorresti avere?

7. Hai un presentimento su come morirai?

8. Nomina tre cose che sia te sia il/la partner sembrate avere in comune.

9. Per chi/che cosa provi un senso di gratitudine?

10. Se potessi cambiare qualcosa sul modo in cui sei cresciuto/a, quale potrebbe essere?

11. Prenditi quattro minuti e racconta al/alla partner la tua storia di vita nel modo più dettagliato possibile.

12. Se potessi svegliarti domani con una qualsiasi qualità o capacità, quale dovrebbe essere ?

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  • Parte II

13. Se una sfera di cristallo potesse dirti la verità su di te, sulla tua vita, sul tuo futuro, o qualsiasi altra cosa, che cosa vorresti sapere?

14. C’è qualcosa che hai sognato di fare per lungo tempo? Perché non l’hai fatta?

15. Qual è il più grande successo della tua vita?

16. Cosa apprezzi di più nell’amicizia?

17. Qual è il tuo ricordo più bello?

18. Qual è il tuo ricordo più terribile?

19. Se sapessi di dover morire in un certo anno, all’improvviso, cambieresti qualcosa del modo in cui vivi? Perché?

20. Che cosa significa per te l’amicizia?

21. Che ruolo svolgono l’amore e gli affetti nella tua vita?

22. Alternati con il/la partner nel descrivere le caratteristiche positive che trovi in lui/lei. Specificare cinque elementi.

23. La tua famiglia: quanto ti è vicina e ti vuole bene? Pensi di aver avuto un’infanzia più felice della maggior parte delle persone?

24. Come è il rapporto con tua madre?

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  • Parte III

25. Esprimete tre dichiarazioni in cui ciascuno di voi usa il “noi”. Ad esempio: “Siamo entrambi in questa stanza e ci sentiamo…”

27. Se doveste diventare amici intimi del/della partner, ditegli/le ciò che dovrebbe sapere di voi.

28. Dite al/alla partner che cosa vi piace di lui/lei; siate sinceri, dite anche quello che non direste mai ad una persona appena conosciuta.

29. Condividi con il/la partner un momento imbarazzante della tua vita.

30. Quando hai pianto l’ultima volta di fronte a un’altra persona? E da solo/a?

31. Dichiara al/alla partner ciò che, dall’inizio di questa conversazione, ti è piaciuto di lui/lei.

32. Che cosa per te è troppo serio, per cui non è possibile scherzarci su?

33. Se dovessi morire questa sera, senza possibilità di comunicare con nessuno, cosa rimpiangeresti maggiormente di non aver detto a qualcuno? Perché non lo hai ancora detto?

34. La tua casa, che contiene tutto ciò che possiedi, prende fuoco. Dopo aver salvato i tuoi cari e gli animali domestici, puoi salvare un solo oggetto. Quale?Perché?

35. Di tutte le persone della tua famiglia, quale morte troveresti più insopportabile? Perché?

36. Condividete un problema personale e chiedete consigli al/alla partner su come lui o lei potrebbe gestire la cosa. Inoltre, chiedete al/alla partner di dirvi cosa ne pensa del fatto che avete questo problema.

Ultimo compito: guardarsi per 4 minuti negli occhi.

… Come potrebbe non innamorarsi di te?

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Prevenire ansia e depressione nei bambini

Studi per prevenire ansia e depressione nei bambini

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Uno studio sull’intero genoma di giovani primati con temperamento ansioso ha messo in luce il comportamento di due geni che potrebbero trasmettere gli aspetti negativi dell’esperienza ambientale, alterando così lo sviluppo cerebrale durante l’infanzia.

In uno studio pubblicato questa settimana sul Journal  of Neuroscience, i ricercatori Dr. Reid Alisch e Dr. Ned Kalin, hanno identificato una serie di geni che appaiono diversi nel cervello di giovani scimmie ansiose, due dei quali sembrano particolarmente interessanti.

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Nelle scimmie ansiose, questi geni mostrano l’aggiunta di un gruppo metilico – chiamato metilazione del DNA – che trasforma i geni in on o off, ed è un segno di un cambiamento epigenetico che è spesso causato da stimoli ambientali. Il modello di metilazione di questi geni potrebbe essere stato modificato da stimoli ambientali, o potrebbe essere trasmesso per via genetica. Poiché questi geni regolano lo sviluppo neurale, i cambiamenti nella loro attività possono contribuire a spiegare l’iperattività di specifiche regioni cerebrali che potrebbero generare ansia e depressione.

E’ noto che lo stress dei primi anni di vita è un fattore di rischio per il successivo sviluppo di ansia e disturbi depressivi. “Questo potrebbe spiegare come i primi eventi ambientali possono influenzare alcuni primati determinando già nella prima infanzia un temperamento ansioso”, ha dichiarato Alisch, assistente di psichiatria presso l’Università del Wisconsin, Facoltà di Medicina e Sanità Pubblica.

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Per questo studio i ricercatori si sono basati su ricerche precedenti sull’amigdala, organo importante nella risposta adattativa alla paura, la cui attività differisce da individuo a individuo. Nello studio è stato osservato che le giovani scimmie ansiose presentavano una maggiore attività dell’amigdala, in gran parte determinata, secondo i ricercatori, da fattori ambientali. Le giovani scimmie possono essere un modello per studiare l’ansia nei bambini a causa del loro sviluppo cerebrale e dei comportamenti sociali piuttosto simili a quelli umani. Alisch ha utilizzato del tessuto tratto dal nucleo centrale dell’amigdala di 23 giovani scimmie rhesus di temperamento ansioso allo scopo di trovare l’epigenotipo che sta alla base del fenotipo del temperamento ansioso, per cercare i cambiamenti  che possono essere stati provocati dall’ambiente nell’amigdala.

I ricercatori hanno analizzato l’intero genoma dei geni presenti nel nucleo centrale dell’amigdala i quali sono stati modificati mediante l’aggiunta o la sottrazione di un gruppo metile. Inizialmente, lo studio ha individuato 1.363 geni con modelli di metilazione associati al temperamento ansioso, molti dei quali raggruppati sui cromosomi 1 e 19. Essi hanno poi ristretto la lista fino a conservare 22 geni che mostravano cambiamenti. Di questi, i BCL11A e JAG1 sono apparsi tra i più interessanti, in quanto sembrano mostrare come i fattori ambientali possano influenzare lo sviluppo di un cervello ancora molto vulnerabile.

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Questo studio potrebbe portare ad una diagnosi precoce di ansia e depressione nei bambini.  Il prossimo step riguarderà lo studio di campioni di sangue di scimmie e umani per vedere se sarà possibile trovarvi dei marcatori simili.

Dr. Walter La Gatta

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Fonte:

Newly Identified Genes Linking Environment to Risk of Anxiety Disorders,  Health Canal

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