Ansia e depressione in soggetti eterosessuali e gay
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Non esistono ancora molti studi in proposito, ma sembra che le persone che appartengono alle minoranze sessuali (LGB) possano soffrire di depressione e di disturbi d’ansia più frequentemente rispetto alle persone eterosessuali.
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Una spiegazione per queste disparità nella salute psicologica è offerta dal modello di stress per le minoranze sessuali. Questo modello identifica diversi tipi di stress che vivono le minoranze sessuali, tra cui la vittimizzazione durante l’infanzia e l’età adulta (Meyer 2003). Diversi studi sulle minoranze sessuali hanno infatti dimostrato che le esperienze di rifiuto a causa dell’orientamento sessuale sono correlate a problemi di salute psicologica, come la depressione e la tendenza al suicidio (De Graaf et al 2006; Zietsch et al 2012).
Dal punto di vista del modello del minority stress, la maggiore prevalenza di consumo di sostanze fra lesbiche, gay e bisessuali (LGB) (Meyer 2003) potrebbe essere vista come un meccanismo per affrontare lo stress. E’ stato inoltre dimostrato che gli individui che da adulti si identificano in persone lesbiche, gay o bisessuali (LGB), nel periodo dell’infanzia possano essere stati oggetto di atti di bullismo da parte dei compagni, oppure che si siano sentiti incompresi e maltrattati dai loro genitori (Gevonden et al., 2014).
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Precedenti ricerche si sono occupate di mettere a confronto soggetti omosessuali e eterosessuali riguardo ai disturbi borderline (Zubenko et al 1987; Dulit et al 1993;. Grant e Potenza 2006; Bradford et al 2008). E’ stato trovato, ad esempio, che i pazienti con un disturbo di personalità borderline hanno probabilità significativamente più elevate, rispetto ai pazienti con altri disturbi di personalità, di essere omosessuali o bisessuali.
Uno studio di recente pubblicazione (Henny M W Bos, Lynn Boschloo, Robert A Schoevers, Theo G M Sandfort, 2015) si è invece occupato di mettere a confronto pazienti depressi e ansiosi omosessuali e eterosessuali per valutare nei due gruppi le espressioni cliniche di questi sintomi (severità dei sintomi e isolamento sociale), i fattori relativi allo stile di vita (ad esempio uso di sostanze), e altri indicatori di vulnerabilità (ad esempio esperienze infantili stressanti).
Risultati: l’espressione clinica del tono dell’umore e dei disturbi d’ansia (compresa la severità della malattia e l’isolamento sociale) non sembrano differire tra omosessuali ed eterosessuali, maschi e femmine, anche per quanto riguarda l’isolamento sociale. Tuttavia, è stata scoperta qualche differenza sostanziale che dovrebbe essere tenuta in considerazione come probabile causa aggravante.
Lo studio di Bos e colleghi (n = 122; 54 uomini e 68 donne), condotto nei Paesi Bassi, mostra infatti che il 6,9% dei pazienti con disturbi depressivi e / o disturbi d’ansia nel precedente anno sono omosessuali. Questa percentuale è più elevata rispetto a quella riscontrata nel Netherlands Mental Health Survey and Incidence Studies (NEMESIS), uno studio longitudinale sulla incidenza, la prevalenza e le conseguenze dei problemi di salute mentale nella popolazione generale compresa tra 18 e 64 anni d’età, nei Paesi Bassi. Nel NEMESIS II (dati raccolti nel periodo 2007-2009), ad esempio, solo il 2,2% del campione potrebbe essere identificato come una minoranza sessuale (Gevonden et al. 2014).
La percentuale relativamente alta (cioè il 5,7%) delle pazienti con disturbi d’ansia e depressione è in linea con lo studio statunitense di Bostwick, il quale ha riscontrato tra le donne bisessuali i più alti tassi di disturbi d’ansia e del tono dell’umore rispetto alle donne eterosessuali, ma anche rispetto alle donne lesbiche (Bostwick et al. 2010). Poiché il livello di istruzione è risultato più elevato tra le omosessuali, si è pensato che esso potesse aver avuto un effetto protettivo in questo campione di pazienti. Un altro effetto protettivo è dato dalla possibilità di parlare apertamente del proprio orientamento sessuale: in questo caso i livelli di cortisolo possono diminuire, così come minori possono essere i sintomi psicopatologici, rispetto alle persone che non hanno il coraggio di fare coming out. (Juster et al. 2013).
Per quanto riguarda l’uso di sostanze, è stato già documentato un maggiore rischio di uso di sostanze in donne appartenenti a minoranze sessuali rispetto a donne eterosessuali (Burgard et al 2005; Hughes et al 2010). Non è ancora chiaro se questo uso di sostanze sia dovuto alla percezione dello stigma sociale, o sia espressione di uno stile di vita non propriamente sano presente nella comunità lesbica e bisex.
Per i fattori di vulnerabilità si è osservato che le esperienze di abuso sessuale durante l’infanzia sono l’unico fattore traumatico infantile sul quale si riscontra una differenza significativa tra i pazienti depressi o ansiosi omosessuali maschi e eterosessuali maschi. Altri studi avevano già mostrato che, rispetto agli uomini eterosessuali, gli uomini gay e bisessuali dichiarano più frequentemente di aver subito un abuso sessuale infantile (Corliss et al 2002; Balsam et al 2005; Friedman et al 2011).
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In conclusione, anche se lo studio di Bos et al. non ha trovato alcuna associazione tra orientamento sessuale e patologie d’ansia e di depressione i risultati indicano tuttavia significative differenze nello stile di vita (fra le donne lesbiche) e altri indicatori di vulnerabilità, come l’abuso infantile (fra gli omosessuali maschi) che potrebbero essere cause di insorgenza dei disturbi di ansia e depressione. Le donne non eterosessuali fanno infatti maggiore uso di sostanze (a causa dello stress che comporta l’essere parte di una minoranza sessuale?), mentre fra gli uomini omosessuali si riscontrano molto spesso traumi infantili di abuso, che potrebbero avere avuto un impatto nell’eziologia della depressione e / o disturbi d’ansia.
Occorre dunque prestare adeguata attenzione all’uso di sostanze nelle donne lesbiche e ai traumi infantili negli omosessuali maschi quando si prendono in cura questi soggetti per problemi di depressione e / o disturbi d’ansia.
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Fonte:
Henny M W Bos,Lynn Boschloo,Robert A Schoevers, Theo G M Sandfort, Depression and anxiety in patients with and without same-sex attraction: differences in clinical expression, lifestyle factors, and vulnerability indicators, Brain Behav. Sep; 5(9): e00363. 2015
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