Sono un pilota professionista da circa quindici anni; cercherò di essere breve : improvvisamente durante un volo solista, circa otto anni fa, ho avuto un sintomo di terrore, di aver perso il controllo: scoprii che si trattava del tanto deriso (prima) attacco di panico. Me la cavai perchè ero su un elicottero, scesi velocemente ed atterrai e dopo alcuni istanti, sconvolto dall’accaduto, sono ridecollato alla volta dell’aeroporto volando alla quota minima consentita per paura di un nuovo attacco. Uno psichiatra mi diede farmaci che alla lunga mi intontirono e circa sei mesi dopo smisi non avendo trovato in lui una guida efficace nella mia uscita dal tunnel. Sono passati sette anni..continuo nel mio lavoro, ora lavoro e volo solo su elicotteri perchè mi danno quella sensazione di possibilità di fuga!..anche se continuo ad essere terrorizzato dalla quota. Convivo ormai con tutto questo da tempo ma a volte mi deprimo e mi chiedo se c’è un’uscita. Per chiarezza faccio presente che prima di quel primo attacco di panico che ho descritto non ho mai avuto niente..anche se durante le interrogazioni da piccolo..e ancora oggi può accadermi di svenire (sento ovattato, sudo freddo, vedo le stelline,nausea e casco a terra se non mi siedo)..che tutto dovesse prima o poi scoppiare??

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Gentilissimo,

Non era scritto certamente nelle stelle che lei dovesse intraprendere la carriera di pilota: perché lo ha fatto? Probabilmente per superare e vincere le sue paure. Del resto questo è il coraggio : sapersi mettere alla prova, vincendo sfide difficili, per poter dimostrare agli altri, ma soprattutto a sé stessi, di valere. E lei indubbiamente ce l’ha fatta: in quindici anni una sola crisi di paura è più che accettabile. Ora quello che le rimane, come strascico, è la “paura della paura” e questo è un ostacolo non facile da superare. L’attacco di panico infatti ha agito in lei come un richiamo alla realtà: “guarda che non sei quello che credi di essere, ma sei ancora quel bambino piccolo, che a scuola aveva paura delle interrogazioni”… Dove è la verità, chi è lei veramente? Come sempre, la verità è nel mezzo: lei è sia l’eroe coraggioso che ha saputo vincere le battaglie con sé stesso, diventando quello che voleva diventare, sia un uomo insicuro e fragile, che talvolta dubita, di sé, della sua abilità, del suo coraggio. E’ normale che sia così: tutte le persone ‘forti’ hanno i loro momenti di debolezza, anche se in genere questa cosa non si sa, perché dell’eroe si conoscono solo le gesta eroiche e mai le paure. Quello che le consiglierei è di evitare i farmaci, che oltre tutto per il lavoro che svolge sono pericolosi, e di farsi aiutare da uno/a psicoterapeuta che possa aiutarla a ripercorrere la sua storia e ad accettare la sua personalità, sia nei punti di forza, sia in quelli di debolezza, insegnandole delle strategie per dominare l’ansia, le emozioni, i pensieri distruttivi. Infine, mi permetta: perché non prendersi un momento di pausa, per riflettere sul da farsi, per curare lo stress e capire se è ancora quello il mestiere che vuole fare, o magari è giunto il momento di cercarsi un altro lavoro?
Cordialmente,

Leggi anche:  Una buona vita sociale allunga la vita

Dr. Walter La Gatta

Clinica della Timidezza

 

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