Quando le donne si vergognano a fare la mammografia
In tutte le parti del mondo sicuramente sottoporsi a una mammografia può causare disagio, pudore, timidezza, come del resto accade anche per altre visite mediche. Sono state condotte numerose ricerche per descrivere l’atteggiamento delle donne che si sottopongono a questo esame. Eccone una breve sintesi.
In che cosa consiste la mammografia?
La mammografia è una radiografia eseguita mentre il seno è compresso tra due lastre, al fine di individuare la presenza di formazioni potenzialmente tumorali. L’indicazione alla mammografia può seguire alla palpazione di un nodulo in una mammella o a segnali che richiedono un approfondimento diagnostico. La mammografia è inoltre effettuata come test di screening> di popolazione per cercare di scoprire eventuali tumori prima che si manifestino. (Airc)
Quanto è importante l’intervento del tecnico radiologo durante l’esame?
L’abilità del tecnico radiologo è un elemento essenziale durante una mammografia. I ricercatori hanno scoperto che la paziente si sente spesso più a suo agio durante una mammografia se c’è un tecnico cortese, che fornisce risposte ponderate alle sue domande. Un tecnico radiologo esperto può anche aiutare le donne che si sottopongono a questo test con tecniche di distrazione, per distogliere la mente dall’esame.
Quanto è diffuso il sentimento di vergogna provato dalle donne durante lo screening mammografico?
Circa 7 donne su 10 manifestano la vergogna durante le procedure mammografiche.
A13
Quanto è diffusa la sensazione di dolore fisico per questo esame?
Circa 8 donne su 10 sostengono che l’esame è piuttosto doloroso durante la compressione del seno.
Quali sono le maggiori barriere nei confronti di questo esame?
Negli studi americani le maggiori barriere sono di tipo culturale ( scarsa conoscenza del cancro al seno), ma anche la sfiducia nei medici e la paura della eventuale diagnosi negativa ( Andrews, 2001 ; Avis-Williams, Khoury, Lisovicz e Graham-Kresge, 2009 ; Engelman et al., 2006 ; Lyttle & Stadelman, 2006 ; McAlearney et al., 2012 ).
In particolare, in questi studi le barriere principali sono risultate essere:
(a) dolore e imbarazzo,
(b) comportamenti impersonali e non professionali da parte del medico e del personale sanitario
(c) paura di un risultato negativo, aggravato da una scarsa comunicazione da parte del medico e del personale sanitario
Cosa è la comunicazione centrata sul paziente?
Si tratta di tecniche di comunicazione in cui i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari forniscono cure coerenti con i valori, i bisogni e le preferenze del paziente e gli consentono di partecipare attivamente alle decisioni in merito alla propria salute e assistenza sanitaria” ( Epstein et al., 2005).
Questo protocollo è ampiamente riconosciuto come un prerequisito per un’assistenza sanitaria di qualità e sono stati stabiliti quattro aspetti rilevanti da tenere presenti:
(a) la prospettiva del paziente,
(b) il contesto psicosociale,
(c) la comprensione condivisa
(d) la condivisione di potere e responsabilità.
Nel contesto dello screening mammografico, una comunicazione efficace può essere fondamentale per garantire che gli individui superino le barriere psico-sociali nei confronti dell’ esame ricevendo informazioni comprensibili
( Epstein & Street, 2007).
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Intervista sull'ipnosi
Perché molte donne sono reticenti nel sottoporsi nuovamente all’esame?
La reticenza di molte donne a ricevere controlli tempestivi di follow-up deriva dalla loro esperienza passata e dalla conoscenza della procedura, ritenuta non solo dolorosa e invasiva, ma anche imbarazzante.
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In che cosa si esprime, in particolare, l’imbarazzo?
Le ricerche condotte indicano che le partecipanti hanno espresso confusione riguardo alla procedura, incertezza riguardo alla necessità del tecnico di posizionare e riposizionare il seno e alla natura impersonale dell’approccio del proprio tecnico alla procedura. Sebbene le donne comprendessero la necessità di riposizionare il seno per una corretta mammografia e i tecnici radiologi sembrassero addestrati e motivati ad ottenere un’immagine chiara, durante la procedura le donne si sentivano a disagio per la mancanza di potere e controllo sul proprio corpo.
Quanto è importante la prevenzione oncologica per le donne italiane?
Stando ai risultati della ricerca su 1300 donne dell’Osservatorio Prevenzione&Salute di Nomisma, condotto per UniSalute: l’87% delle italiane tra i 30 e i 65 anni si è sottoposta negli ultimi 2-3 anni ad almeno a un esame per la prevenzione oncologica (ecografia, mammografia, Pap test e ricerca del sangue occulto nelle feci)
Per quale ragione molte donne italiane non si sono sottoposte a questi esami?
Il 13% delle donne intervistate non si è sottoposta a questi esami per cinque ragioni principali:
1) paura dei risultati degli esami (34%)
2) pigrizia (31%),
3) imbarazzo (24%),
4) convinzione di non averne bisogno (21%)
5) mancanza di tempo (15%).
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Sono state rilevate differenze etniche fra le donne circa la propensione a sottoporsi a questo test?
Si. Ad esempio è stato rilevato che le donne di origine asiatica che vivono in Gran Bretagna provano imbarazzo a sottoporsi all’esame e a parlarne con familiari e amici. Stessa cosa, per quanto riguarda le donne di origine asiatica è stata riscontrata anche negli Stati Uniti, in particolare fra le donne vietnamite e filippine (meno le giapponesi)
Fonti:
Demographics and Perceptions of Barriers Toward Breast Cancer Screening Among Asian-American Women, Tandfonline
Identifying Sociocultural Barriers to Mammography Adherence Among Appalachian Kentucky Women, NCBI
Women Feeling Before, During and After ammography: Egyptian Context, Research Gate
Dr. Walter La Gatta
Saluto del Centro Italiano di Sessuologia
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Dr. Walter La Gatta, psicoterapeuta sessuologo.
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