Le manie di perfezionismo

Le manie di perfezionismo

Intervista sull'ipnosi

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Il perfezionismo potrebbe sembrare, a prima vista, una qualità positiva: essere attenti ai dettagli, organizzati, e ambire a fare sempre del proprio meglio è generalmente visto come un pregio. Tuttavia, quando questa caratteristica si trasforma in un’ossessione, può diventare fonte di stress, ansia e insoddisfazione cronica. Cerchiamo di saperne di più.

Cosa è il perfezionismo?

Il perfezionismo è una tendenza a stabilire standard molto elevati per se stessi, cercando di raggiungerli a ogni costo e spesso con l’obiettivo di evitare errori o fallimenti.

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Come si comporta il “perfezionista”?

E’ una persona che aspira all’impeccabilità: per questo è facile che si fissi sulle imperfezioni, sul voler controllare le situazioni, sul lavorare sodo per evitare le critiche, proprie o di altri. In particolare sono stati osservati i seguenti comportamenti:

  1. Legge del ‘tutto o niente’, I perfezionisti non accettano l’idea che ci si possa migliorare imparando dai propri errori: vogliono essere sempre perfetti, mai arrivare seconde in qualche cosa. Si tratta di personalità molto rigide, perché sanno (o temono) che lasciarsi andare può significare scivolare, cadere, fallire. La legge del tutto o niente permette loro di rimanere fedeli a se stessi.
  2. Autocritica. I perfezionisti sono più critici nei confronti di se stessi che degli altri e in se stessi tendono a individuare errori e imperfezioni. Si concentrano sulle imperfezioni e hanno difficoltà a vedere il resto.
  3. Atteggiamento timoroso.  I perfezionisti sono spinti verso i propri obiettivi dalla paura di non raggiungerli e dal timore del giudizio altrui.
  4. Avere standard irrealistici. Gli obiettivi di un perfezionista spesso sono irragionevoli.
  5. Eccessiva concentrazione sui risultati. Per usare una metafora, gli interessa di più raggiungere la meta che fare il viaggio.
  6. Infelicità per i risultati non raggiunti.  I perfezionisti sono molto più infelici degli altri quando le loro aspettative non vengono soddisfatte.
  7. Tendenza alla procrastinazione. Sembra paradossale che i perfezionisti siano inclini alla procrastinazione, poiché tale caratteristica è in genere dannosa per la produttività, ma perfezionismo e procrastinazione tendono ad andare di pari passo. Questo perché, temendo il fallimento, i perfezionisti preferiscono aspettare piuttosto che sbagliare.
  8. Stare sulla difensiva. Poiché una performance tutt’altro che perfetta è così dolorosa e spaventosa per i perfezionisti, essi tendono a stare sempre sulla difensiva.

Ci sono differenze fra i vari perfezionisti?

Si, i perfezionisti possono essere di tre tipi:

1) orientati sul sé, sul raggiungimento di particolari standard di perfezione, che se non vengono raggiungi provocano forti auto-critiche e stati depressivi
2) orientati sugli altri: non si è mai contenti delle prestazioni con gli altri, per cui si finisce anche per rovinare delle solide relazioni;
3) orientati su un io-ideale: come vorrebbe essere per soddisfare le aspettative proprie e degli altri. In questo ultimo caso potrebbero insorgere ad esempio disturbi sull’alimentazione o perfino idee suicidarie.

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Il perfezionismo può essere sintomo di altre patologie?

Si, come ad esempio di depressione, di comportamenti ossessivo compulsivi, di una dipendenza.

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Quanti tipi di perfezionismo esistono?

Esistono due tipi principali di perfezionismo:

  • Adattivo: è un tipo di perfezionismo che può essere utile, perché incoraggia ad aspirare al miglioramento senza generare un’eccessiva insoddisfazione.
  • Disadattivo: qui, il desiderio di perfezione diventa distruttivo e causa sofferenza, poiché la persona non è mai soddisfatta dei risultati raggiunti, anche se sono già molto buoni. Questa forma è caratterizzata dalla paura del giudizio negativo e dalla tendenza a evitare qualsiasi situazione che potrebbe portare a un insuccesso.

Come nasce il perfezionismo?

Il perfezionismo si sviluppa spesso a causa di esperienze precoci e influenze familiari. Un ambiente in cui si ricevono attenzioni solo quando si eccelle, o che sminuisce ogni risultato “normale,” può far nascere una mentalità orientata al raggiungimento della perfezione a ogni costo. Anche un forte senso del dovere e un bisogno di controllo possono contribuire a questo atteggiamento.

Quali sono le conseguenze del perfezionismo disadattivo?

Le manie di perfezionismo possono portare a molte difficoltà sia sul piano psicologico che su quello fisico. Tra le principali conseguenze vi sono:

– Senso di allerta costante, con la paura di commettere errori. Questo può generare un livello di ansia elevato che, a lungo andare, diventa cronico.
– Tendenza a rimandare l’azione, a causa della paura di non ottenere risultati perfetti.
– Malessere fisico, come mal di testa, problemi gastrointestinali e insonnia.
– Eccesso di critica anche nei confronti degli altri, deteriorando le relazioni interpersonali.

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I perfezionisti sono sempre consapevoli di essere tali?

Non sempre ed anzi a volte sono molto orgogliosi dei loro impulsi verso la perfezione, anche se questi sono a scapito delle relazioni sociali o del proprio senso di benessere personale. Del resto la società. in genere, apprezza i comportamenti perfezionisti e addirittura li rinforza.

Cosa fare per migliorarsi?

1. Il primo passo per gestire il perfezionismo è accettare che gli errori sono parte della vita e occasioni di crescita. Capire che la perfezione non è realistica può aiutare a ridurre la pressione.
2. Fissare obiettivi raggiungibili e adattabili può ridurre il rischio di sentirsi costantemente insoddisfatti.
3. Mantenere la concentrazione sul presente, riducendo l’ansia legata al desiderio di controllo e alla paura del giudizio.
4. Costruire una buona autostima per accettare il proprio valore indipendentemente dai risultati, contrastando così il bisogno di approvazione esterna.
5. Iniziare un percorso psicoterapeutico per riconoscere i pensieri disfunzionali alla base del perfezionismo e sostituirli con pensieri più flessibili e realistici.

Dr. Walter La Gatta

Saluto del Centro Italiano di Sessuologia

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