Quanto ci sai fare come genitore? Test

Quanto ci sai fare come genitore? Test
Autori
Dr. Giuliana Proietti
Essere genitori non è sempre facile, nonostante le persone si sforzino per dare, in questo ruolo, il meglio di se stesse. Questo test può aiutarti a capire se sei sulla buona strada o il tuo metodo educativo richiede qualche ripensamento.
A19
Dopo ogni affermazione metti un segno su V (vero) o F (falso) a seconda dei comportamenti e degli atteggiamenti che generalmente hai nei confronti di tu* figli*.
1. Come genitore mi capita di avere spesso comportamenti contraddittori e incerti nel fissare le regole per mi* figli*; | V | F |
2. Non tollero che mi* figli* lasci la sua camera in grande disordine; | V | F |
3. Considero mi* figli*come una persona adulta, già da quando era bambin*; | V | F |
4. Giudico e critico mi* figli* quando non andiamo d’accordo su qualcosa, perché penso di averne diritto; | V | F |
5. Racconto tutto di me a mi* figli*, anche le cose più intime, perché vorrei mi considerasse un’amic*; | V | F |
6. Mi interesso degli argomenti di cui mi parla mi* figli* e mi documento per essere al passo con i tempi; | V | F |
7. Anche se a volte posso provare imbarazzo, faccio di tutto perché in famiglia gli argomenti sessuali non siano un tabù; | V | F |
8. Mi rendo sempre disponibile quando capisco che mi* figli* ha bisogno di parlare di qualcosa; | V | F |
9. Riesco a mettermi nei suoi panni, perché ascolto con molta attenzione tutto ciò che mi racconta; | V | F |
10. Accetto e amo mi* figli*, anche se talvolta posso non approvare i suoi comportamenti. | V | F |
SOLUZIONE del TEST
Le prime cinque affermazioni del test indicano comportamenti sbagliati; le seconde cinque indicano comportamenti corretti. Per calcolare il punteggio, assegnati un punto per ogni F risposta nelle prime 5 affermazioni e uno per ogni V risposto alle affermazioni che vanno dal n. 6 al n. 10
RISULTATO
Quale punteggio hai ottenuto?
– Da 0 a 3
DESERTO AFFETTIVO
Probabilmente sei un buon genitore per altri versi, ma la sintonia che hai con tu* figli* appare oggi molto scarsa. Sembri infatti un genitore poco tollerante, poco comprensivo, concentrato più sui suoi bisogni che su quelli del figli*
– Da 4 a 7
BUONA COMUNICAZIONE
Complimenti, hai instaurato una buona relazione con tu* figli*, anche se di tanto in tanto si manifestano incomprensioni e conflitti. Del resto, nessun genitore è perfetto.
– Da 8 a 10
PERFETTA SINTONIA
Probabilmente sei il genitore più invidiato da tutti gli amici di tu* figli*: sei stat* infatti capace di creare una relazione genitore-figli* davvero ottima.
Spunti di Riflessione
Cerchiamo ora di comprendere perché, dal punto di vista psicologico, alcuni comportamenti sono giusti o sbagliati.
1. Come genitore mi capita di avere spesso comportamenti contraddittori e incerti nel fissare le regole per mio figli*;
Sebbene sia sbagliato mostrare troppa sicurezza di sé, perché in molti casi vanno mostrate anche le proprie fragilità, è importante che i figli non ricevano regole incerte, che cambiano di settimana in settimana o, peggio, di giorno in giorno. Questo perché nella grande incertezza che caratterizza il mondo moderno (riguardo al proprio sé, alla sessualità, al ruolo sociale, al corpo che cambia ecc.) almeno le regole fissate dai genitori è bene siano un chiaro punto di riferimento.
2. Non tollero che mi* figli* lasci la sua camera in grande disordine;
E’ molto raro che i figli siano ordinati e dunque molto spesso la camera dei ragazzi è come un campo di battaglia. Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’ordine debba essere insegnato come una virtù, in quanto permette una maggiore igiene degli ambienti ed anche una migliore organizzazione personale, però va anche detto che i ragazzi e le ragazze hanno diritto anche ad avere qualche metro quadrato della casa in cui possano sentirsi assolutamente liberi di esprimere la loro personalità.
3. Considero mi* figli* come una persona adulta, già da quando era bambin*;
Se questa frase fosse stata “rispetto mi* figli* come se fosse una persona adulta, da quando era bambin*” sarebbe stata positiva, in quanto i bambini meritano il nostro rispetto tanto quanto gli adulti. Dire invece che si considera il figli* come una persona adulta è meno corretto, in quanto i ragazzi e le ragazze hanno bisogno di avere il loro periodo di infanzia e di adolescenza, periodi che mai più si ripeteranno nella loro vita e la cui perdita non è in alcun modo recuperabile.
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4. Giudico e critico mi* figli* quando non andiamo d’accordo su qualcosa, perché penso di averne diritto;
Un genitore ha il diritto, anzi, il dovere, di intervenire quando reputa che il figlio o la figlia si stiano mettendo nei guai o stiano prendendo una strada sbagliata, ma dovrebbe evitare di farlo al solo fine di offendere e di umiliare i ragazzi, per far sentire la propria autorità. La saggezza non è dei giovani o dei giovanissimi, ma delle persone che hanno una maggiore età. Questo significa che sono le esperienze di vita (e dunque anche gli errori) che ci insegnano come fare le scelte più giuste. Dunque, occorre una certa tolleranza verso gli errori dei figli.
5. Racconto tutto di me a mi* figli*, anche le cose più intime, perché vorrei mi considerasse un amic*;
Questo comportamento non è corretto perché i genitori sono solo due e gli amici, in genere, sono tanti di più. Se anche i genitori si mettono a fare gli amici, chi assume il ruolo di guida e di supporto, proprio del genitore? E’ dunque importante che rimanga un confine generazionale fra genitore e figli, in modo che essi ritengano il genitore una persona “speciale”: non semplicemente un* dei suoi tanti amici, ma una persona con cui si ha un rapporto molto intimo, cui si può tornare ogni volta che se ne sente il bisogno, per cercare consigli, supporto, comprensione e affetto.
6. Mi interesso degli argomenti di cui mi parla mi* figli* e mi documento per essere al passo con i tempi;
Questa affermazione è corretta in quanto occorre essere consapevoli che il mondo cambia velocemente e che i figli hanno ormai strumenti tecnologici che gli permettono di organizzare il loro tempo e i loro passatempi in modo completamente diverso non solo da come facevano i genitori alla loro età, ma addirittura rispetto ai loro fratelli e sorelle maggiori. Per questa ragione, i genitori devono sforzarsi per raggiungere i figli sui loro territori, conoscere gli strumenti che utilizzano, condividere i passatempi, per non essere sentiti come degli alieni.
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7. Anche se a volte posso provare imbarazzo, faccio di tutto perché in famiglia gli argomenti sessuali non siano un tabù;
Parlare di sesso con i propri figli non è facile per nessuno, perché nella nostra società la sessualità viene ancora vissuta con imbarazzo. Per parlare di sesso non è fondamentale entrare nel merito delle proprie esperienze personali: si può prendere spunto dal comportamento degli animali, o di alcuni personaggi famosi, a seconda dell’età dei figli, per parlare di argomenti di cui i ragazzi hanno curiosità: atto sessuale, riproduzione, malattie, orientamento sessuale, ecc. Parlarne con spontaneità sin da quando i bambini sono piccoli aiuta a superare i propri imbarazzi (ed anche a non eccedere nella situazione opposta).
8. Mi rendo sempre disponibile quando capisco che mi* figli* ha bisogno di parlare di qualcosa;
Purtroppo molti genitori vivono una vita molto stressante, portando avanti anche due o tre lavori, per cui spesso non si riesce ad essere disponibili, nei confronti dei figli, come si vorrebbe. Chi ci riesce dunque è molto meritevole: questo significa che nella sua lista di priorità i figli sono nei primi posti in classifica e che tutto il resto viene dopo e può essere affrontato in un altro momento. Del resto i genitori sono (e devono sentirsi) delle persone speciali per i propri figli: dunque, se i figli desiderano confrontarsi con i genitori, è assolutamente necessario trovare il tempo per ascoltarli;
9. Riesco a mettermi nei suoi panni, perché ascolto con molta attenzione tutto ciò che mi racconta;
Questo è un altro atteggiamento importante, perché l’ascolto non è sufficiente: dopo aver ascoltato le confidenze dei figli occorre anche sapersi mettere nei loro panni, vivere i problemi e le gioie che loro vivono, facendo riferimento alla loro realtà e non alla propria, di quando si aveva la stessa età.
10. Accetto e amo mi* figli*, anche se talvolta posso non approvare i suoi comportamenti.
Questo è un altro aspetto importante: un conto è l’affetto e la considerazione che si hanno per una persona, un conto è l’essere d’accordo sulle sue scelte. Non tutte le scelte dei figli vanno accolte acriticamente, anzi, molte vanno criticate o addirittura ostacolate, ma questo non deve far sentire i figli manchevoli dell’affetto dei propri genitori, dal momento che l’amore del genitore deve essere sempre una certezza per i figli e non può essere oggetto di negoziazione o di potenziale ricatto (es. il classico “se non fai così non ti voglio più bene”).
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