domande

sono Andrea,ho 19 anni,e questa è la seconda volta che vi scrivo,le avevo già scritto nel mese di ottobre (la lettera che avevo già scritto era intitolata “sono un supertimido”datata 9 ottobre).Innanzitutto voglio esprimerle la mia stima e la mia ammirazione per come aiutate i timidi attraverso questo bel sito,ma ora passo ad esporle il mio problema.Qualche mese fa lei mi consigliò di rivolgermi ad uno psicoterapeuta e cosi’ho fatto,il mio medico curante mi ha inviato presso una psicologa-psicoterapeuta che opera presso una struttura sanitaria pubblica e dovefinora ho svolto solo 2 sedute e fra pochi giorni ne dovrò fare un’altra e ancora troppo presto per dare un giudizio su come sta andando ,ma volevo chiederle ,so che per la buona riuscita della terapia molto dipende da me(ma anche dalla psicologa)in che modo posso contribuire alla buona riuscita della terapia?cosa posso fare oltre a mettere in campo una forte motivazione e decisione nel cercare di almeno attenuare la mia timidezza?Se la terapia non dovesse dare risultato,mi consiglia di continuare cercando un altro terapeuta?Quale accorgimento autonomo posso adottare nel cercaredi lavorare sulla mia timidezza,se come consigliato da molti libri che sto leggendo,devo cercare di espormi in maniera graduale per superare le mie paure?Perchè ogni volta che penso che devo espormi per combattere le mie paure,provo una grande paura e una grande ansia che mi fa desistere dal proposito di combattere la mia timidezza?Poi volevo analizzare altri aspetti.Per esempio è un po’di tempo che il mio umore e il livello della mia timidezza si alza e si abbassa,alcuni giorni mi sento allegro e positivo,ma molte altre volte vedo tutto nero e in maniera negativa ma le chiedo perchè mi succede questo?Perchè qualche giorno fa quando su sua precisa richiesta mi sono confidato con un amico,con il quale mi confido spesso,stavo quasi per scoppiare a piangere (ma poi non riuscendoci)quando gli ho detto che vado dallo psicologo per curami e quando gli ho parlato di un passato sociale burrascoso in cui ho sofferto molto per la mia timidezza e in cui sono stato vittima di persone prepotenti a causa della mia timidezza.Perchè mi è successo questo?non mi era mai successo di piangere per un motivo del genere e non riesco a spiegarmi perchè mi sia successo questo?io mi confido molto con questo amico e lui si confida con me ma non so spiegarmi perchè mi sia successo questo?(questo mio amico mi ha dato pieno appoggio morale e umano su tutto)Come posso fare per migliorare e fortificare il legame di amicizia con i miei 2 amici piu’fedeli (dato anche che con il loro aiuto sono riuscito un po’a migliorare) se io per esempio mi vergogno di invitarli a cena in un locale pubblico?come posso allargare la mia rete ristretta di amicizie?Poi visto che in questa lettera sono in vena di domande le voglio chiedere inoltre.Perchè ogni volta che incontro prersone che non mi stanno simpatiche mi vengono una forte ansia con sudorazione e forte mal di testa:perchè l’estate ho paura di farmi vedere nudo al mare tanto da non andarci nemmeno,come posso risolvere il rapporto conflittuale con il mio corpo?La ringrazio per la disponibilità e mi scuso se magari ho esagerato con le domande ma le risposte che lei spero mi darà sono molto importanti per me.Cordiali saluti Andrea

Gentile Andrea,

Grazie per il suo apprezzamento. Veniamo alle sue numerose domande:

1) sulla terapia. Due sedute non sono poche per esprimere un giudizio, sono nulla. Un primo giudizio potrà cominciare a farselo dopo almeno 12-20 sedute. Se si tratta di una terapia breve, trascorso questo tempo lei potrebbe non sentirsi del tutto guarito, ma dovrebbe già mostrare segnali di evidente miglioramento. Lei deve impegnarsi nella terapia, rispettando le indicazioni che le darà la psicologa, di volta in volta.

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2) sullo psicologo/a. La scelta dello psicologo non deve essere affidata al caso. Se a prescrivere un’aspirina può essere un uomo o una donna, un giovane o un anziano, senza che questo influisca minimamente sugli effetti del farmaco, quando la terapia è fatta di ‘parole’, è indispensabile che esse vengano da una fonte considerata autorevole, ovvero da un professionista che ispiri un particolare senso di fiducia nel paziente.

3) Tono dell’umore. E’ normale che un giorno l’umore sia ottimo ed un altro giorno un po’ meno: sarebbe bello che vi fosse più equilibrio, ma questo non succede quasi a nessuno.
La cosa da fare nelle giornate-no è quella di dirsi: ‘domani andrà meglio’, perché quasi sicuramente sarà così.

4) Ammettere di aver bisogno dello psicologo. Per molti è ancora indice di un fallimento personale. Chissà perché, andare dal gastroenterologo non lo è altrettanto… Eppure si tratta di due specialisti, ugualmente formati e specializzati per ridare al paziente il benessere che ha perduto, a causa della malattia o del disturbo che lo affligge. Gli psicologi della salute poi si occupano sempre più spesso di prevenzione, oltre che di cura e studiano e ricercano i comportamenti più adatti per dare ai propri clienti (e non pazienti) ciò che è necessario per vivere una vita più serena, più ricca di benessere. Dunque, è la sua concezione dello psicologo che deve cambiare, che si deve aggiornare. Il fatto che le sia venuto da piangere è invece molto positivo, perché per guarire bisogna partire dalla consapevolezza di avere un problema: quel pianto liberatorio, quell’ammissione di dover andare dallo psicologo è stato l’inizio della sua guarigione.

5) Ansia sociale. Quando si trova con persone antipatiche le viene la sudorazione eccessiva: provi dunque a sforzarsi nel non percepire gli altri come persone ‘antipatiche’. Del resto, nessuno è pienamente antipatico: sicuramente, anche nella peggiore persona, c’è qualcosa che non ci dispiace completamente. Ed è a questo qualcosa che lei dovrebbe provare ad aggrapparsi.
Non provando antipatia, non proverà nemmeno la sudorazione.

6) Esposizione del corpo. Tutti hanno un naturale pudore nell’esporre il proprio corpo, quando non ci sono abituati. Sta a lei dunque abituarsi gradualmente a mostrare parti del suo corpo (in palestra, al mare ecc.) perdendo questo naturale pudore. Altrettanto importante è apprezzare il proprio corpo, concentrandosi sui suoi punti di forza anziché sui suoi difetti. Ed in un giovane come lei, di 19 qanni, non vedo proprio quali possano essere questi disastrosi difetti che le impediscono di godersi un’estate di mare e di sole… Pensa forse che, quando sarà anziano, il suo corpo sarà più gradevole?

Dr. Walter La Gatta
Clinica della Timidezza

 

1 thought on “Tantissime domande – Consulenza on Line

  1. E’ la prima volta ke entro in questo sito, ho letto qualke post con curiosità ed entusiasmo, così mi è venuta voglia di scrivere un commmento su un punto affrontato qui. Mi sto x laureare in psicologia e sono sempre stata timidissima. Con il tempo e l’esperienza (poca) ho maturato una mia opinione personale sul fatto di rivolgersi ad uno specialista in salute mentale per problemi “esistenziali” come l’insicurezza ed altri. Per me la timidezza non è una malattia ma un modo di essere, che può far soffrire molto, scrivo x esperienza personale, ma che deve essere accettato dalla persona e da cui secondo me non si può “guarire”. Bisogna rielaborarlo in chiave positiva, e questo viene con una certa maturazione della persona, secondo me. Durante l’adolescenza ci si concentra molto su di sè, sulle proprie sensazioni, e c’è la tendenza ad esasperare le cose, anke all’occhio dello specialista di turno, sul quale spesso si fa un affidamento esagerato, pensando ke capisca l’inimmaginabile di noi. Ma solo noi sappiamo davvero ke peso dare alle nostre emozioni e vissuti.
    A volte c’è il rischio di restare invischiati in un circolo un po’ vizioso di eccessiva autoanalisi, di chiudersi un po’ alle esperienze esterne ke invece possono darci molto x crescere e cambiare, e poi c’è il rischio di passare da persona in situazione di difficoltà emotiva allo status di paziente psicologico/psichiatrico, uno status da cui difficilmente ci si affranca sulla carta.

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