Il terrore della prova-costume: come superarlo
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Con l’arrivo della bella stagione si inizia a riporre i pesanti cappotti nell’armadio e poi, via via, si comincia a indossare abiti sempre più leggeri. Inevitabilmente, sta arrivando il momento di prendere in considerazione anche l’idea di mettersi in costume da bagno. Per molte persone non c’è alcun problema nel farlo, per altre può significare rispolverare la solita fobia estiva.
Una ricerca americana di qualche tempo fa (Harris Poll) aveva scoperto che più del 30% degli americani non indossava un costume da bagno in pubblico da più di 5 anni, il 20% non lo faceva da dieci anni e il 5% non si era mai mostrato agli altri in costume. Anche dalle nostre parti esistono sicuramente persone che, per non mostrarsi seminude al mare, rinunciano perfino alle vacanze.
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Perché accade tutto questo? Le ragioni possono essere molteplici: proviamo ad analizzarne qualcuna.
- Il pudore. Il pudore è un sentimento abbastanza comune e anche necessario, per preservare la propria intimità, per sentirsi più a proprio agio con gli altri, per non rivelare tutto di se stessi. Indossare un costume da bagno può dunque entrare in contrasto col naturale senso di riserbo, vergogna e disagio nei confronti della nudità, che inevitabilmente richiama la sfera sessuale.
- La dismorfofobia. Questa fobia è dovuta al fatto che le persone non amano mostrare il loro corpo in quanto lo ritengono non gradevole, se non decisamente orribile da guardare. Questa fobia che riguarda il rapporto con il proprio corpo porta le persone a riconoscersi una moltitudine di difetti, in quanto profondamente lontane dal corpo idealizzato che hanno in mente e di come vorrebbero essere. I difetti del corpo, reali o solo immaginati, vengono continuamente osservati e criticamente rimarcati, con tutta la sofferenza e le limitazioni che questo può comportare.
- L’insicurezza di se, tipica dell’adolescenza. Durante il periodo dell’adolescenza il corpo cambia, si trasforma, cresce e dunque al momento di indossare il costume da bagno ci si trova diversi dall’anno precedente. E’ difficile dunque adattarsi ad una immagine stabile di se stessi, anche perché anche le altre persone che si frequentano, nel gruppo dei pari, vivono gli stessi cambiamenti. Per questa ragione l’adolescente continua a osservarsi e a confrontarsi, trovandosi, in genere, mille difetti. ” Sono troppo grande, troppo piccolo/a, non abbastanza muscoloso/a, non ho il seno, non ho i glutei, i capelli sono troppi, o troppo pochi” .
- Il perfezionismo. A volte il modo in cui si prende in considerazione il proprio corpo è decisamente troppo critico: di solito gli altri non guardano mai un’altra persona con una esagerata attenzione ai dettagli, come fa la persona critica verso se stessa e i propri difetti. Questo perfezionismo nasconde in realtà una grande insicurezza di fondo.
Non è escluso che tutte queste persone, ossessionate dalle imperfezioni del proprio corpo, attraversino poi altri disturbi, come stati ansiosi o fobici, disturbi dell’appetito, fobie sociali e depressione.
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Sentirsi belli, del resto, non è solo una questione fisica, ma comporta anche l’aver raggiunto una sufficiente fiducia in se stessi.
È vero che una volta in costume da bagno, alcune parti del corpo che possono preoccupare (cicatrici, smagliature, strane voglie, ecc.) non sono così facili da nascondere, così come il sudore, il rossore, le mestruazioni, le erezioni maschili…
La paura di mostrare il proprio corpo agli altri dimostra che l’attenzione prestata a se stessi è ancora eccessiva e che occorre rivolgere il proprio sguardo verso l’esterno: guardandosi intorno si scoprirebbe che non c’è proprio nulla di cui vergognarsi, in quanto la razza umana è davvero molto variegata e si incontrano persone dal corpo perfetto, ma anche persone che, vuoi per trascuratezza, vuoi per ragioni più gravi che riguardano la salute, non hanno assolutamente nulla di estetico da mostrare, eppure non se ne fanno un problema.
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Come uscire da questo disagio? Il segreto è in una sola parola: gradualità. Se non ci si mette in costume da anni, non si può avere la pretesa di farlo in una sola volta; sarebbe traumatico, anche perché il corpo bianchissimo, che non ha conosciuto i raggi del sole per diverso tempo, sarebbe elemento di curiosità per i forzati dell’abbronzatura, che mostrano con orgoglio i loro corpi colorati e a volte bruciati dal sole.
Un’idea potrebbe essere quella di usare dei pantaloncini corti e una canottiera, per poi ridurre le dimensioni dell’abbigliamento man mano che si è acquisita confidenza con l’ambiente e maggiore sicurezza di se.
A volte le persone insicure sono loro stesse a mettere in evidenza le proprie imperfezioni, mostrandole agli altri, come per mostrare una consapevolezza dei proprio limiti, anticipando eventuali critiche.
Questo comportamento è assolutamente da evitare perché occorre imparare a gestire il timore di essere criticati: in primis non è detto che le critiche arrivino davvero e, se arrivassero, potrebbero essere meno feroci di quello che ci si può attendere, dunque perché anticipare i tempi?
Alcune persone cercano di attirare l’attenzione degli altri sul proprio corpo o sui propri difetti, nella segreta speranza che qualcuno dica: “ma no, che sarà mai? Sei bellissimo/a”!
E’ bene sapere che le persone, quando sono chiamate a giudicare il corpo di un altro/a non sono mai sincere: o perché sono troppo generose, oppure perché spesso sono superficiali e non prestano sufficiente attenzione, o perché sono invidiose (magari della giovane età della ragazza che sente di avere delle gambe o dei seni inguardabili). Dunque: perché chiedere?
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Un’altra cosa importante è ricordare che le persone giudicano gli altri nell’insieme e non nei dettagli: è importante dunque imparare a guardare a se stessi come figura d’insieme e non come ad un’insieme di piccole parti anatomiche. In questo “tutto” non c’è solo il corpo, ma il modo di guardare gli altri, di sorridere, di essere empatici e simpatici… Ognuno ha dei punti di forza cui fare ricorso, se il corpo non è quello desiderato.
Se poi non si riuscisse davvero a conformarsi all’abbigliamento da spiaggia indossato dagli altri, alla fine, piuttosto che rinunciare alle vacanze e al relax, si può cercare di godere dei piaceri del mare anche senza indossare un vero e proprio costume da bagno: esistono abiti leggeri, sia per gli uomini, sia per le donne, che possono benissimo essere indossati senza sentirsi necessariamente diversi.
Fare il bagno è bello anche da vestiti, così come fare una partita di beach tennis in spiaggia, una passeggiata lungo il mare, lasciarsi dondolare fra le onde a bordo di un materassino di gomma… Perché rinunciare a questi piaceri? L’importante è saper riprendere il contatto con se stessi, godere dei piaceri della vita e non lasciarsi ossessionare da quello che pensano e dicono gli altri.
Dr. Giuliana Proietti
Immagine:
Pixabay
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