Essere single equivale ad essere infelici?
Intervista sull'ipnosi
Spesso, chi si identifica come asessuale o aromantico (non desideroso di avere relazioni sentimentali o sessuali con altre persone) può affrontare discriminazioni e pregiudizi, come la patologizzazione (considerare il suo desiderio di rimanere single come una malattia o un problema da “curare”) o l’invisibilità (non essere riconosciuti o compresi nella società).
Sotto l’ombrello dell’acronimo LGBTQIA+, la “A” rappresenta gli “asessuali” (oltre agli “aromantici” e “agender”). Questo riconoscimento riflette il fatto che queste persone desiderano sfidare le norme eterosessuali e allonormative della società, proprio come fanno gli altri orientamenti sessuali e identità di genere inclusi nel movimento LGBTQ+, condividendo una battaglia comune per l’accettazione, il riconoscimento e la comprensione sociale.
In letteratura si trovano molti studi che sostengono questo punto di vista. L’articolo che segue, semplificato in domande e risposte per favorire la facilità di lettura e di comprensione del tema suggerisce, ad esempio, che le persone single non debbano sentirsi ed essere percepite necessariamente come infelici, specialmente se sono di sesso femminile.
Cosa si intende per “eteronormatività”?
Si intende la convinzione che tutte le persone siano attratte o desiderino svolgere attività sessuale con altre persone (allonormatività).
Cosa si intende per “allonormatività”?
Si intende che sia impossibile non desiderare sesso o relazioni romantiche con altre persone.
A cosa porta l’ “allonormatività”?
Porta a strutture sociali che si aspettano e privilegiano l’attrazione fra persone e la costruzione di una relazione sessuale e romantica. Queste aspettative sono spesso comunicate e riaffermate nelle famiglie, tra amici e coetanei e nelle comunità, nelle pratiche culturali, nelle istituzioni religiose, nei sistemi educativi, nei media, nei sistemi sanitari e in altri spazi sociali. Pertanto, ci si aspetta che un individuo normale sia sempre interessato al coinvolgimento sessuale o sentimentale con un’altra persona.
Quale è la relazione privilegiata, all’interno di queste aspettative allornomative?
Sicuramente quella eterosessuale, vista come una necessità naturale per la riproduzione (anche se la riproduzione non è certo l’unica ragione per cui le persone si impegnano in attività sessuali).
Come vengono giudicate le persone asessuali e aromantiche?
Studi provenienti dal Nord America e dall’Europa riportano che le persone asessuali e/o aromantiche (cioè quelle che non desiderano mettersi in relazione con altre persone, né sessualmente, né sentimentalmente) vengono attribuite caratteristiche negative, come l’essere persone immature o asociali.
Pertanto, le persone che non soddisfano questi standard allonormativi possono essere soggette a stigmatizzazione basata su stereotipi (che spesso includono descrizioni per lo più denigratorie).
Per questi motivi le persone single per scelta, che non intendono legarsi ad altre persone (indipendentemente dall’orientamento sessuale) possono affrontare la disapprovazione sociale. Queste persone vengono spesso descritte come più infelici, più sole, meno amichevoli e meno premurose rispetto alle persone che sono in una relazione.
Insieme è sempre meglio?
Le ipotesi o le descrizioni secondo cui le persone single siano meno soddisfatte della vita o si sentano più infelici rispetto alle persone in una relazione sono diffuse da studi e ricerche che pregiudizialmente partono dall’assunto che insieme sia meglio. Ma è proprio così?
In primo luogo, tali studi spesso equiparano l’essere single alla solitudine (vale a dire, un’esperienza soggettiva sulla mancanza generalizzata di relazioni umane soddisfacenti).
Tuttavia, va osservato che anche le persone coinvolte in una relazione possono a volte sentirsi sole (specialmente quando si trovano in una relazione di scarsa qualità) e che avere un/una partner non è l’unico modo in cui una persona possa sperimentare una relazione umana soddisfacente. Anche le persone single possono avere un’ampia rete sociale che include legami con parenti, vicini o amici, avendo quindi molte opportunità di formare legami significativi e appaganti con altre persone (e non sentirsi sole).
Chi ha maggiori vantaggi a essere in coppia?
Gli indicatori per l’argomentazione secondo cui insieme è meglio includono una maggiore soddisfazione di vita o una mortalità ridotta delle persone che hanno una relazione di coppia, rispetto alle persone single.
Numerosi studi mostrano che gli uomini sembrano trarre maggiore beneficio dall’essere sposati (presumibilmente con donne) più delle donne (sposate con uomini). Vale a dire, essere sposati sembra essere più importante per il livello di soddisfazione di vita degli uomini che per la soddisfazione di vita delle donne, e la scoperta che le persone sposate vivono più a lungo delle persone single è maggiormente pronunciata negli uomini.
Pertanto, il messaggio secondo cui insieme è meglio finisce per rafforzare gli standard eteronormativi che avvantaggiano gli uomini più delle donne.
STUDIO DI PSICOLOGIA - PSICOTERAPIA - SESSUOLOGIA
Cosa comporta la convinzione che insieme sia sicuramente meglio?
Questa convinzione può portare paura, ansia o disagio riguardo all’esperienza attuale o futura di essere senza un partner.
La paura di essere single può colpire sia le persone single sia le persone che vivono in coppia. In questo ultimo caso questa paura può portare a rimanere in una relazione insoddisfacente o, nel primo caso, a cercare e accettare potenziali partner in modo non troppo selettivo. Ancora una volta, le donne sembrano essere più colpite degli uomini, poiché è stato scoperto che le donne hanno in media livelli più alti di paura nell’essere single.
Pertanto, rimanere in una relazione insoddisfacente o essere angosciate dall’essere single a causa dell’incapacità di aderire alle aspettative allonormative potrebbe colpire le donne più degli uomini, e questo può essere un fattore di rischio per la salute psicologica e sessuale.
Cosa possono fare i terapeuti per evitare di stigmatizzare e discriminare le persone che non desiderano seguire gli standard allonormativi?
- Le domande dovrebbero essere poste senza presupposti. Pertanto, si dovrebbero evitare parole che implicano che i pazienti siano interessati a una relazione romantica/sessuale (ad esempio, “hai già un/una partner ?”)
- Non avere o non essere interessati ad avere partner sessuali e/o romantici non dovrebbe essere interpretato pregiudizialmente come la mancanza di qualcosa.
- Proporre anche altre forme di convivenza o relazione che potrebbero aiutare a ridurre i sentimenti di solitudine.
Dr. Walter La Gatta
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ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI
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Adattato da:
Nikola Komlenac, Margarethe Hochleitner, Being single does not equate with being unhappy, The Journal of Sexual Medicine, Volume 20, Issue 12, December 2023, Pages 1361–1363, https://doi.org.fiss.iaha.eu/10.1093/jsxmed/qdad122
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Dr. Walter La Gatta, psicoterapeuta sessuologo.
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