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L’inibizione: definizione e significati psicologici

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L’INIBIZIONE: DEFINIZIONE E SIGNIFICATI PSICOLOGICI

Terapie online. Dr. Walter La Gatta
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Inibizione e Timidezza

L’inibizione è una componente della timidezza, dell’ansia e della depressione: si manifesta infatti attraverso un atteggiamento caratterizzato da insicurezza, sentimenti d’inferiorità, carenza di iniziativa e intraprendenza. Le persone  timide, o particolarmente inibite a livello emotivo, possono sentirsi impossibilitate ad affrontare particolari situazioni, come ad esempio il parlare in pubblico.

Le persone inibite non hanno il coraggio di mostrare le proprie emozioni, le proprie convinzioni, i propri gusti,  in quanto ciò potrebbe esporle a critiche, derisioni, punizioni. L’incapacità di tollerare questo genere di frustrazioni porta facilmente a provare sentimenti di vergogna o di colpa. Per questa ragione si preferisce evitare di sbagliare e non si accetta mai né il rischio, né la sfida.

Definizione di “inibizione”

Il termine inibizione, in psicologia, indica una costrizione o una limitazione, cosciente o inconscia, di un comportamento che deriva da impulsi o desideri. L’inibizione svolge una importante funzione nei rapporti fra le persone, in quanto attenua o impedisce l’azione di determinati impulsi (ad es. il desiderio di colpire qualcuno durante un accesso d’ira).

Il ruolo dell’educazione

In alcune famiglie, con stile educativo autoritario, si insegna ai figli a non mostrare le proprie emozioni, specialmente di ira, di pianto o di gioia. I bambini imparano dunque a reprimerle ottenendo un apparente  controllo su di sé che fa loro perdere di spontaneità.

Saluto del Centro Italiano di Sessuologia

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L’inibizione consapevole

L’inibizione cosciente, o consapevole è un evento comune nella vita quotidiana ed è presente ogni volta che si manifestano due desideri in conflitto (ad esempio, il desiderio di mangiare un ricco dessert rispetto al desiderio di perdere peso). Decidere di non voler ingrassare significa inibire il piacere di mangiare dolci.

Freud e l’inibizione

La teoria psicoanalitica considera l’inibizione come un meccanismo di difesa largamente inconscio che media tra il superIo (la coscienza) e l’es (i desideri primitivi). Tramite questo meccanismo di difesa l’individuo blocca o evita alcune azioni, per non provare l’ansia che esse producono. La reazione tipica è quella del disinteresse. Esempio: disinteresse per le ragazze troppo carine da parte del ragazzo timido (troppo stress = inibizione = disinteresse).

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I tabù

I tabù, come quelli contro l’incesto o l’omicidio, sono inibizioni imposte dalla società, considerate talmente importanti da essere innalzate al livello delle leggi non scritte.

La mancanza e l’eccesso di inibizione

Un’estrema mancanza di inibizione può essere antisociale e sintomatica di alcuni disturbi mentali, in particolare i disturbi del comportamento, della personalità le sociopatie e i disturbi schizofrenici. Viceversa, un eccesso di inibizioni può essere distruttivo a livello personale, determinando l’incapacità nevrotica di sentire o esprimere alcune emozioni, o nelle disfunzioni sessuali.

Riduzione delle inibizioni

L’ alcol e alcuni farmaci, in particolare tranquillanti sedativi, ipnotici e alcuni narcotici, possono ridurre le inibizioni. Gli effetti variano da persona a persona.

Condizionamento e Apprendimento

L’inibizione svolge anche un ruolo importante nel condizionamento e nell’apprendimento, perché un organismo deve imparare a frenare certi comportamenti istintuali, o schemi precedentemente appresi, per imparare a padroneggiare nuovi modelli.

Dr. Walter La Gatta

Walter La Gatta
psicologo psicoterapeuta sessuologo
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Tecniche di Rilassamento e Ipnosi


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