Mio figlio è timido

‘Mio figlio è timido’: questa espressione dovrebbe essere cancellata dal lessico di qualsiasi genitore desideroso di aiutare davvero un figlio timido.

E’ un errore infatti appiccicare etichette a chiunque ed ancor più farlo con il proprio figlio, il quale nel tempo potrebbe convincersi di essere veramente come veniva considerato e definito da piccolo (me lo diceva anche mio padre – o mia madre – !) influenzando così il suo carattere e la sua vita futura.

I commenti sui propri figli, almeno in loro presenza, devono essere dunque sempre positivi, incoraggianti. Un esempio: ‘mio figlio preferisce stringere nuove amicizie senza avere fretta: è un tipo riflessivo’!

Se occorre inserire il bambino in una nuova compagnia o situazione sociale (nuova scuola, corso di tennis, scout ecc.) occorre:

prepararlo bene, spiegando cosa succederà, chi vi sarà, cosa si farà.
– conviene sempre arrivare presto, per dare al bambino il tempo di ambientarsi e per non arrivare in stato di agitazione.
– far sentire al proprio figlio che ci tenete a lui/lei, che gli/le siete vicini con il pensiero, anche quando siete lontani;
incoraggiarlo sempre ricordandogli tutto ciò che ha fatto bene, tutti i premi che ha ricevuto.

Per i più piccoli, un’idea potrebbe essere quella di utilizzare dei peluches, ai quali il bambino possa presentarsi (mi chiamo Tommy, e tu?). Il genitore può rispondere al posto del peluche.
E’ un modo per migliorare le abilità sociali del piccolo.

Infine, un’ultima considerazione: i bambini timidi hanno in genere dei genitori timidi, per cui non si può pretendere che i figli siano estroversi se i genitori stanno sempre in casa ed evitano qualsiasi situazione sociale. Fate uno sforzo per essere più esposti, fate degli inviti a casa vostra, partecipate alle feste ed ai ritrovi familiari, in modo che il bambino possa avere dei modelli positivi cui ispirarsi nelle situazioni sociali.

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Dr. Walter La Gatta
Clinica della Timidezza

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