Per fare il leader ci vuole la giusta dose di assertività

Secondo uno studio pubblicato sul numero di Febbraio del Journal of Personality and Social Psychology, pubblicato dall’American Psychological Association (APA), nell’ambiente di lavoro, i leaders che hanno un alto o un troppo scarso livello di assertività sono considerati dai lavoratori come ‘i meno efficaci’.

Essere troppo o troppo poco assertivi sembrerebbe dunque il limite più grande per qualsiasi persona che aspiri a diventare un capo. Daniel Ames, psicologo, professore presso la Columbia Business School, e Francis Flynn, psicologo, professore presso la Stanford Graduate School of Business, hanno chiesto a dei lavoratori quali erano i maggiori punti di forza e di debolezza dei loro capi. Come c’era da aspettarsi, fra i punti di forza di un buon leader sono state indicate le seguenti caratteristiche: intelligenza, auto-disciplina, carisma. Ed i punti di debolezza? Sorprendentemente, si è visto, essi non sono il contrario dei punti di forza: il problema cui si è fatto cenno più frequentemente è l’assertività, che è stata citata tanto quanto carisma, auto-disciplina e intelligenza messe insieme.

A differenza del carisma infatti, che è rappresenta un problema solo quando manca, l’assertività è un male sia quando manca, sia quando ce ne è troppa. Così sostiene una buona metà del campione di lavoratori esaminato. Ames fa un commento pratico: “E’ come il sale in una salsa: se ce n’è troppo o troppo poco è difficile sentire anche gli altri sapori; se invece ce n’è in giusta misura, è possibile riconoscere tutti gli altri sapori”.

Un capo troppo poco assertivo non riesce a difendere le sue posizioni e a raggiungere i risultati; d’altra parte i tipi troppo assertivi risultano, agli occhi dei lavoratori, veramente insopportabili. Così, anche se possono teoricamente raggiungere i risultati, non sono in grado di gestire al meglio le relazioni interpersonali e, nel tempo, producono un accumulo di costi sociali che annulla i risultati.

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Ames and Flynn specificano che il loro suggerimento per i leaders non è quello di essere ‘moderatamente assertivi’ : occorre invece apparire ‘moderatamente assertivi’ per essere meglio considerati dai propri dipendenti e produrre così dei migliori risultati. I ricercatori si dicono stupiti soprattuto dal fatto che i leaders non si rendono conto di essere considerati troppo o troppo poco assertivi, e dunque di avere un comportamento considerato eccessivo, in un senso o nell’altro. Del resto, se loro sono i capi, chi ha il coraggio di dirglielo?

Articolo: “What Breaks a Leader: the Curvilinear Relation Between Assertiveness and Leadership,” Daniel R. Ames, PhD, Sanford C. Bernstein Associate Professor of Leadership and Ethics at Columbia Business School and Francis J. Flynn, PhD, Associate Professor of Organizational Behavior at Stanford Graduate School of Business; Journal of Personality and Social Psychology, Vol. 92 No. 2.
Full text of the article:
http://www.apa.org/journals/releases/psp922307.pdf.
Daniel R. Ames, PhD telefono: (212) 854-0784 email
da358@columbia.edu.

Fonte: Eurekalert

Dr. Walter La Gatta
Clinica della Timidezza

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