Il Bullismo? Un problema relazionale

Anche i bulli hanni difficoltà relazionali, ad esempio con gli amici o con i genitori. Questo ha scoperto un nuovo studio condotto da due ricercatori della York University e della Queens University. Lo studio ha riguardato 871 studenti (466 ragazze e 405 ragazzi) per sette anni, dai 10 ai 18 anni. Ogni anno i ragazzi dovevano rispondere alle domande di un questionario, che riguardavano i loro comportamenti in generale ed in particolare gli atti di bullismo. Il 9.9 per cento degli studenti ha dichiarato di essersi coinvolto in episodi di bullismo, a partire dalla scuola elementare, fino alle superiori. Il 13.4 per cento era maggiormente coinvolto in questi atti nel periodo della scuola elementare, per poi diminuire, con il crescere dell’età. Il 35.1 per cento dei ragazzi ha detto di aver compiuto atti di bullismo sui compagni, anche se a livelli moderati. Il 41.6 per cento non si è mai lasciato coinvolgere in atti di bullismo durante gli anni dell’adolescenza. I bulli della scuola elementare tendevano, secondo lo studio, ad essere aggressivi, privi di empatia per le loro vittime e in conflitto coi genitori e con gli amici: per questo tendevano ad accompagnarsi ad altri amici altrettanto ‘bulli’. Secondo Debra Pepler, Professoressa di psicologia presso la York University, Senior Associate Scientist presso l’Ospedale dei Bambini e leader di questo gruppo di ricerca, il bullismo è “un problema relazionale”. Secondo la ricercatrice, gli interventi devono focalizzarsi sui ragazzi che compiono atti di bullismo, prestando particolare attenzione ai loro comportamenti aggressivi, all’acquisizione di abilità sociali e alla capacità di sapersela cavare in modo socialmente accettabile nelle difficoltà incontrate nel gruppo di pari. Focalizzarsi solo sul bambino non è sufficiente. Il bullismo è un problema relazionale, che richiede soluzioni trovate nella relazione stessa. Un supporto mirato offerto a questo piccolo gruppo di bambini che compiono atti di bullismo, già a partire dalla scuola elementare, può essere di aiuto per promuovere delle relazioni sane ed evitare i passaggi che portano questi soggetti ad avere problemi relazionali nell’età adolescenziale e adulta.

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Fonte: Child Development, Vol. 79, Issue 2, Developing Trajectories of Bullying and Associated Factors by Pepler, D, Jiang, D (York University), Craig, W (Queens University), and Connolly, J (York University), via EurekAlert

Link Society for Research in Child Development

Dr. Walter La Gatta

Clinica della Timidezza

Tags: psicologia, timidezza, shyness

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