La cultura fa vivere più a lungo…. O no?

Uno studio condotto presso la Columbia University di New York, ha messo a confronto la durata della vita della popolazione in diversi Stati americani cento anni fa, scoprendo che si viveva di più dove la scuola dell’obbligo era più prolungata negli anni. Altre ricerche, condotte in Svezia, Danimarca, Inghilterra e Galles vanno nella stessa direzione, indicando che una più lunga scolarità si accompagna a una migliore salute e dunque ad una vita più lunga.

Ovviamente, va detto che i posti dove le persone possono studiare più a lungo sono anche, in genere, i più ricchi, quelli dove si ha accesso alle cure migliori, all’alimentazione più adeguata, a uno stile di vita che comporta meno rischi eccetera.

Ma un articolo delNew York Times invita a riflettere anche su altri dati. Se è vero che in alcuni Stati, come ad esempio gli USA, dove c’è una sanità privata, i soldi possono comprare la salute, non di rado è la salute a comprare i soldi. Chi è malato infatti, anche quando assistito gratuitamente, non riesce a svolgere i lavori più remunerativi. Ci sono poi gruppi sociali che sembrano dovere la loro longevità alla ricchezza delle relazioni e delle tradizioni familiari, come gli immigrati italiani e cinesi, o gruppi religiosi, come gli Avventisti del Settimo Giorno, la cui sorprendente longevità sembra dovuta alla dieta vegetariana ed ai fortissimi legami che si sviluppano fra adepti della stessa fede.

Gli esperti di economia sanitaria americana però, secondo quanto riportato dal quotidiano Usa, ritengono che la scolarità, e quindi la cultura, faccia la differenza fra il vivere «alla giornata» e il saper «guardare avanti», rendendo una persona capace di «lavorare per il futuro» e quindi di modificare la propria vita con la forza della ragione e della volontà, evitando comportamenti a rischio, come per esempio il fumo. Essere consapevoli che ci si può dominare, rinunciando magari a qualcosa, in vista di un utile maggiore in termini di salute e quindi di anni di vita, è ciò che rende più longevi. La longevità non è ereditaria: conta molto di più la prevenzione, l’alimentazione sana, la rinuncia al fumo, l’esercizio fisico e le buone cure piuttosto che la genetica.

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Fonte: Corriere della Sera
Link: New York Times

Dr. Walter La Gatta

Immagine:
Kasuga, Wikimedia

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