Personalità e turpiloquio: chi usa parolacce è più sincero?
Intervista sull'ipnosi
Il linguaggio è un riflesso della nostra personalità, e l’uso delle parolacce è spesso oggetto di dibattito. Alcuni studi suggeriscono che chi utilizza frequentemente il turpiloquio possa essere percepito come più sincero e onesto. Ma è proprio così? Esaminiamo la letteratura scientifica per comprendere meglio questa associazione.
Cosa è il turpiloquio?
Il turpiloquio si riferisce all’uso di parole volgari o offensive, spesso considerate tabù in contesti sociali formali. Tuttavia, l’uso di tali espressioni può variare notevolmente a seconda del contesto culturale e personale.
Come è cambiato, nel tempo, l’uso delle parolacce?
L’impatto sociale delle parolacce, siano esse imprecazioni, bestemmie o oscenità, è molto cambiato nel tempo. Nel 1939, Clark Gable pronunciò nel film Via col Vento la frase memorabile “Francamente mia cara, me ne infischio”: i produttori dovettero pagare una multa di 5.000 dollari per questa battuta. Oggi i film, gli spettacoli televisivi e la carta stampata sono pieni di parolacce. Per non parlare di quello che avviene in politica e in Parlamento.
Cosa sono la sincerità e l’onestà?
- Sincerità significa esprimere i propri sentimenti e pensieri autentici, senza mascherarli.
- Onestà significa rimanere aderenti alla verità e ai fatti, evitando inganni o falsificazioni.
Cosa hanno scoperto le ricerche scientifiche?
- Uno studio di Jay e Janschewitz (2008) ha esplorato come le parolacce possano servire come valvole di sfogo emotivo. Utilizzare parole forti può essere un modo per esprimere emozioni intense come rabbia, frustrazione o sorpresa. Questo uso emotivo della parola può contribuire a dare agli altri la percezione di sincerità, poiché le emozioni espresse sono spesso genuine e spontanee.
- Feldman et al. (2017) hanno condotto una ricerca che collega l’uso del turpiloquio a tratti di personalità come l’apertura all’esperienza e l’estroversione. Risultato: gli individui che usano frequentemente parolacce tendono ad apparire più aperti, diretti e meno inibiti socialmente, il che può farli apparire più autentici.
- In uno studio pubblicato su Social Psychological and Personality Science, Gilad Feldman e colleghi (2017) hanno scoperto una correlazione tra l’uso del turpiloquio e l’onestà. Lo studio ha utilizzato questionari e analisi dei dati dei social media, mostrando che le persone che usano parolacce tendono ad essere meno ingannevoli nelle loro comunicazioni, suggerendo una maggiore trasparenza e autenticità.
Allora usare le parolacce è una buona cosa?
Non sempre. Sebbene il turpiloquio possa essere associato a sincerità e onestà, è importante considerare come viene percepito socialmente. In alcuni contesti, l’uso di parolacce può essere visto, ad esempio, come segno di mancanza di controllo o educazione, il che può influenzare negativamente la percezione complessiva della persona.
Walter La Gatta
psicologo psicoterapeuta sessuologo
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Quando l’uso delle parolacce è più accettato?
In alcune culture, l’uso di parolacce è più accettato e può essere visto come una forma di espressione autentica.
Inoltre, tra amici e familiari, dove esiste una maggiore fiducia, il turpiloquio può addirittura rafforzare i legami e la percezione di sincerità.
Perché in situazioni di stress e conflitto le parolacce sono più tollerate?
In situazioni di stress o conflitto, l’uso di parolacce è più tollerato e può essere percepito come una reazione genuina e non filtrata del proprio surplus emotivo.
Dr. Walter La Gatta
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Fonti:
– Jay, T., & Janschewitz, K. (2008). The pragmatics of swearing. Journal of Politeness Research, 4(2), 267-288.
– Feldman, G., Lian, H., Kosinski, M., & Stillwell, D. (2017). Frankly, we do give a damn: The relationship between profanity and honesty. Social Psychological and Personality Science, 8(7), 816-826. DOI: 10.1177/1948550616681055,
STUDIO DI PSICOLOGIA - PSICOTERAPIA - SESSUOLOGIA
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Dr. Walter La Gatta, psicoterapeuta sessuologo.
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