Archivio Storico della Consulenza online – 4
dal 2002 al 2011
Raccoglitore n. 4
Torna alla pagina generale dell’archivio
PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA
Sono un ragazzo di 21 anni che non è ancora riuscito a capire a fondo i propri punti di forza e di debolezza. Mi spiego meglio: sono una persona che, a seconda della compagnia con cui esce, è più o meno estroversa. Non dipende da me, ma dagli altri. Con gli amici e le amiche più cari sono molto aperto e scherzoso, mi sento perfettamente a mio agio parlando a ruota libera senza complessi. Se devo uscire con persone con le quali ho poca confidenza sono molto freddo, con le persone sconosciute fatico moltissimo ad instaurare un dialogo perché è difficile per me trovare punti di contatto.
Quando esco con delle ragazze, poi,la situazione si fa critica: mi sento giudicato e perciò evito ogni comportamento fuori dalle righe per non suscitare reazioni particolari in chi ho di fronte, col risultato di passare quasi inosservato. Ho anche provato a pensare che la persona che ho di fronte potrebbe avere le mie stesse preoccupazioni, ma non è servito a nulla. So benissimo che è un comportamento sbagliato, però quando ci sarebbe bisogno di fare quel salto di qualità per avvicinarmi a una persona non riesco mai buttarmi nella situazione, finendo per chiudermi in me stesso.
Questo mio comportamento negli ultimi tempi sta avendo ripercussioni anche nei confronti dei miei amici più cari, che a volte mi fanno notare che sono totalmente fuori dalle discussioni. La cosa mi fa molto arrabbiare perché le stesse annotazioni non vengono fatte a persone molto più timide e chiuse di me. Dovrei essere orgoglioso di questa attenzione perché deriva da un interesse per la mia persona? Invece non lo sono neanche un pò. Il mio obiettivo è avere un impatto iniziale migliore nei confronti delle persone che conosco, in quanto credo che il primo incontro sia fondamentale. Credo che tutta la mia timidezza sia nata da due delusioni d’amore che mi hanno fatto capire che alcuni atteggiamenti non andavano. Al posto che cambiare comportamenti, li ho annullati.
21enne
Gentile 21enne,
Non vedo proprio perché, incontrando persone che non si conoscono, si debba per forza essere aperti e scherzosi o parlare a ruota libera senza complessi… Ci sono situazioni che, oggettivamente, imbarazzano più delle altre e non è assolutamente pensabile che una persona per essere ‘normale’ debba in ogni momento dare il meglio di sé.
Non si può negare che esistano persone, particolarmente estroverse, che riescono a stare sempre bene in compagnia degli altri, esprimendo compiutamente la loro personalità e la loro verve, ma del resto al mondo esistono anche delle persone più alte, più intelligenti, più portate per la matematica, più quello o più quell’altro…
Lei dice che non è riuscito ancora a capire quali sono i suoi punti di forza: forse è da qui che dovrebbe partire la sua riflessione, senza cercare giustificazioni al suo comportamento, che non servono, né a lei né agli altri.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
A18
IL TEST DEL PERFETTO TIMIDO
Ho letto il profilo del prefetto timido sul vostro test. Mi sono riconosciuto in tutto. Anche adesso nello scrivere, ho una profonda angoscia…
Ho 34 anni, abito a B., non ho mai avuto una fidanzata, non sono riuscito a laurearmi dopo essere arrivato a 8 esami dalla laurea in medicina e faccio un lavoro da turnista.
Mi sento bloccato in tutto. Non evolvo, rimango invischiato nelle situazioni che conosco, anche se spiacevoli, ma cercare altro è troppo difficile.
E ho finito per perdere fiducia e rispetto in me.
sono disperato
B34
Gentile B34,
La sua è la classica situazione dalla quale ci si può tirare fuori solo attraverso un aiuto professionale. Mi spiace dirle questo; sicuramente preferirei dirle: legga i libri di auto-aiuto (magari i miei), si faccia forza da solo, si curi con questo o con quel rimedio omeopatico che consigliava la nonna… In realtà tutto questo non serve: l’unico modo per farcela è cercare qualcuno che l’aiuti a riflettere sulle sue difficoltà e che, insieme a lei, cerchi le soluzioni ai suoi problemi.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
BALBETTO
Sono un ragazzo di 21 anni e soffro del peggior problema (per me)che un ragazzo della mia età possa soffrire:balbetto.
E’ una croce che mi porto sulle spalle da parecchio tempo.
Oramai ho la fobia anche di rispondere al telefono, per paura di “incastrarmi”.Scusa per la terminologia, ma non riesco a chiamarla col giusto termine.Ho imbarazzo anche a pronunciare la parola “balbettare”.
Insomma sono terrorizzato da questo mio problema, non riesco ad instaurare un discorso con i miei amici che subito mi “incastro”, poi vedendo il loro leggero sorriso, divento rosso, finisco il discorso a fatica, e mi chiudo in me stesso per parecchie ore. Divento nervoso e aggressivo con tutti, per il semplice fatto che la gente non capisce lo stato d’animo di un balbuziente.
Non sa le umiliazioni che sono costrette a subire. Ora non so se voi potete aiutarmi, magari rispondendomi e consigliarmi una soluzione. Cmq questo sito è stupendo, e ho constatato che ci sono molte persone che soffrono di un qualche problema, e voi date la possibilità di parlarne con qualcuno. Posso chiedervi un ultimo favore, se è possibile potreste rispondermi all’indirizzo e-mail…
Grazie
Jean Paul
Gentile JP,
Grazie anzitutto dei complimenti per il sito e scusaci se non ti rispondiamo privatamente, ma la clinica della timidezza risponde solo on line, a meno che tu non richieda una specifica consulenza .
Quello che possiamo consigliarti è, per quanto possibile, di non lasciarti condizionare dal tuo problema. E’ una croce e siamo d’accordo, ma tutto sommato non è un problema invalidante e soprattutto si può, di molto, migliorare. Ci sono moltissime persone che sono riuscite ad affermarsi malgrado questo problema ed altri ancora peggiori: guarda lontano e sii buono con te stesso, fatti coraggio, consolati e regalati un premio ogni volta che raggiungi un obiettivo importante. Ricordati poi che gli altri contano molto ma, per te stesso, tu conti molto più degli altri.
Cordiali saluti e cerca di stare bene.
Dott. Walter La Gatta
NON DICO UNA PAROLA
Ho 22 anni e non sono mai stato fidanzato. Se sono da solo con una ragazza non ci sono problemi, ma se già c’è un altra persona che non conosco o che conosco poco, mi comporto in maniera diversa e dopo un po’ non dico più una parola. Ma non è così solo con le ragazze infatti anche tra amici, a meno che non sono quelli del mio paese, se siamo più di 3 succede la stessa cosa. Inoltre i miei amici dicono sempre “Grida più forte”… so che il problema deriva dal fatto che vivo in un paesino di 100 abitanti dove ci sono ragazzi solo in estate per le vacanze. Nel resto dell’anno sono tutti anziani, quindi è come se fossi solo. Vado all’università dove parlo sì con i compagni ma il più delle volte di cose universitarie e non di altro. Il problema è che non so cosa fare per migliorare in questo, che esercizi fare… so che ci vuole tempo, ma mi basta migliorare giorno dopo giorno.
Solo
Gentile Solo,
Due osservazioni su quello che racconta: la prima è che se non si ha nulla da dire in molti casi è più saggio tacere; la seconda è che gli anziani hanno tanto da raccontare e da insegnare, per cui stare in loro compagnia non è esattamente come essere soli… Soluzione: approfondisca alcuni argomenti di conversazione, per avere sempre qualcosa da dire e parli di più con gli anziani per rubare loro quelle perle di saggezza di cui sono portatori, spesso inconsapevoli, che potranno esserle molto utili, data la sua giovane età e la sua inesperienza del mondo.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
Festival della Coppia 2023 - La terapia di coppia dopo un tradimento
SCARICARE UNA TERAPIA
Vorrei sapere se c’è qualche sito dove si può scaricare una terapia “fai da te” per non balbettare.
Insomma cerco di curarmi da solo, visto che vivo in una famiglia modesta, e soldi per psicologi non ne abbiamo.
Grazie, ANONIMO
Gentile Anonimo,
purtroppo non so segnalarti un sito per il fai-da-te. Posso però suggerirti di cercare, nelle biblioteche a cui puoi avere accesso gratuito, dei libri sulle tecniche di rilassamento e la riduzione dello stress, quasi sempre responsabile dei disturbi come il tuo, ed ottenere così qualche risultato.
Dott. Walter La Gatta
SCARSE ABILITA’ SEDUTTIVE
Ciao
Sono un ragazzo di 28 anni e da molto tempo(circa 5 anni), in seguito ad una delusione sentimentale, non sono stato più in grado di relazionarmi con una ragazza.
A volte mi capita di suscitare interesse in qualcuna, ma la prima reazione che nasce in me e’ quella di voler scappare.
Ormai ho perso la fiducia in me stesso e ho paura anche solo di rivolgere la parola ad una ragazza che mi si avvicini.
Un altro problema e’ relativo alle mie presunte(scarse) abilità nel sedurre : non ho mai dovuto “affinare” particolari tecniche di seduzione perché una volta “andavo bene come ero” e le occasioni di incontro non mancavano. Ora che sono invecchiato e “inaridito” ho l’impressione di non piacere più come una volta e ho paura dei fallimenti. Vi chiedo se è normale avere così paura e come posso risolvere questa situazione.
Grazie
Ciao da MAX
Gentile Max,
E’ probabile che il fallimento della tua ultima storia abbia segnato i tuoi sentimenti e soprattutto la tua autostima, lasciandoti una forte paura delle relazioni con le ragazze ed il timore di non essere più all’altezza.
La tua età ti consente senz’altro di affrontare dal di dentro il mondo giovanile, dove è possibile incontrare ragazzi e ragazze e magari una ‘ragazza speciale’.
Non credo che tu debba ‘affinare’ particolare tecniche di seduzione. E’ probabile però che se eviti ormai da molto ogni contatto, dovrai aggiornare i tuoi comportamenti. Osserva i tuoi amici, il loro modo di parlare, di vestire; rispolvera i tuoi vecchi interessi e fanne interessanti argomenti di conversazione. Vedrai che sarà molto più facile di quanto tu tema frequentare altri ragazzi e ragazze come te e risolvere i tuoi problemi di solitudine.
Auguri e saluti.
Dott. Walter La Gatta
Intervista sull'ipnosi
PAURA DEGLI ALTRI
Mi sto rendendo conto di avere paura degli altri. Quando parlo con le persone ho sempre timore che loro leggano nei miei occhi il terrore e allora a volte non riesco a guardarle direttamente, ma così facendo innesco un meccanismo mentale che mi nuoce perché mi rendo conto del fatto di risultare strana o impaurita. E così io automaticamente mi autocommisero e gli altri mi lasciano perdere e si allontanano perché pensano che sono imbranata. Per non dire poi che le situazioni di gruppo mi agitano più o meno intensamente in base alle circostanze con massimo apice nel parlare in pubblico. In questo caso, se il discorso dura più di 10 parole sono colta dal panico totale con blocco mentale. Potrei avere indicazione su un manuale che mi possa essere di aiuto o su corsi in argomento? Preciso anche che ….A me piace tantissimo stare con gli altri. Se potessi, starei sempre con gli altri e anche con nuove persone perché la comunicazione mi piace tantissimo e.. .Gli altri mi danno energia ma… queste paure mi portano spesso all’autoisolamento anche perché non riesco ad esprimermi per quella che sono o nel modo che vorrei
Lea
Gentile Lea,
I sentimenti che esprimi rappresentano molto bene il disagio di chi, come te, desidera vivere con gli altri, ma non trova la forza di superare le proprie paure ed incertezze, spesso immotivate.
Ti consiglierei di leggere l’interessante libro della collega Proietti sulla timidezza, edito da Xenia. Inoltre, sulla home page, trovi informazioni sul Corso del 20 e 21 Settembre 2003 a Senigallia, dedicato proprio a chi, come te, vuole uscire da questa spiacevole situazione. Spero di essere stato di aiuto.
A presto.
Dott. Walter La Gatta
UN RAGAZZO MOLTO PARTICOLARE
Sono un ragazzo, credo molto particolare, di 25 anni che vi scrive perché penso di essere giunto ad un punto di sviluppo abbastanza pericoloso o comunque eccessivamente distorto. Non so bene esattamente cosa dirle, o da dove cominciare a raccontare il mio problema. Comunque io ci provo, poi, se avrà la possibilità di rispondere, mi chiederà lei eventualmente altre notizie che giudica importanti. Parto da dove sono adesso: sto frequentando da due settimane un master post-universitario di indirizzo economico di un livello direi abbastanza alto. Dov’è il problema? Beh, come al solito mi capita in questi casi non sono riuscito ad integrarmi, ho avuto contatti con più o meno tutti gli studenti ma sempre ad un livello molto superficiale, mancando completamente di empatia. Vedo gente più o meno timida, più o meno sicura di sé attorno a me, ma mai al mio livello. La mia situazione è un’altra cosa, è una sofferenza diversa. Io scappo, come ho sempre fatto del resto da alcuni anni a questa parte, fuggo da un rapporto che vada al di là del sorriso, delle due parole banali, incapace di essere un minimo interessante. Insomma, mi annoio da solo in questi casi, figurarsi gli altri. Non so come si faccia a stabilire una relazione interessante se non per pochi minuti. Perché questo? Perché manco assolutamente di naturalezza, di tranquillità; quando sono in mezzo a persone è da 25 anni che mi comporto così. Ho avuto ed ho amici stretti, questo sì, costruiti nel tempo grazie alle classiche frequentazioni parrocchiali da piccolo ed al liceo da più grande. Qualche persona l’ho conosciuta anche all’università ma sempre sul lungo, lunghissimo tempo ed attraverso altre persone. Tutto chiaro? Insomma, ripercorrendo a ritroso la mia vita, mi rendo conto di essere molto raramente riuscito a trovare amici, od anche conoscenze non così superficiali, da solo. Se ci penso, mi rendo conto che ho sempre costruito, fin da piccolo, un muro invalicabile di innaturalezza, di poco spontaneità, di un controllo eccessivo delle emozioni. E questo atteggiamento qualche volta si è trasformato in un eccessiva aggressività, ma nella maggior parte delle volte in passività, quasi apatia, incapacità, a volte, di dire anche solo una parola. Nel privato poi è sempre andato ancora peggio; nella mia autoanalisi io vedo tre fasi nella mia vita: la prima, fino ai 20 anni di autonegazione, di accettazione passiva di ciò che mi accadeva intorno, di incapacità di pensare con la propria testa, di utilizzare il tempo in maniera costruttiva. Per me, per esempio, fino a questa età era normale rigirandomi ritmicamente sul cuscino, come un bambino, a volte per prendere sonno e spesso per crearmi delle situazioni fittizie nella mia mente; visto a ritroso io lo considero proprio un modo per nascondermi a me stesso. Poi per una serie di ragioni, tra cui le più importanti sono state la volontà di reagire con forza ad una storia particolare con una ragazza e la mia cronica tendenza a prendere molto frequentemente febbre molto alte, mi hanno portato alla prima vera fuga: un anno all’estero attraverso un progetto di scambio universitario. Questa decisione porta all’inizio della seconda fase, la fine dei miei tentennamenti inutili, fine dei miei rigiri assurdi sul cuscino (con grande sforzo nei primi tempi, devo dire) e consapevolezza di tutto il tempo perso senza concludere molto nella mia vita, o perlomeno muovendomi sempre come se il cammino fosse già segnato, chissà poi da chi. Per me la Spagna era un mettermi alla prova, andare completamente all’avventura, con due valigie e senza una casa dove dormire; la ricerca di quelle poche emozioni di cui sentivo il bisogno. Anche lì avevo avuto i miei soliti problemi d’integrazione, tutti facevano conoscenza, io facevo il superiore ed il solitario che andava per la sua strada. Alla fine, comunque, con tutte le occasioni che avevo avuto di conoscere persone (ed anche lì spesso mi capitava di fuggire), ero riuscito a trovare persone che condividessero la casa con me e lì devo dire di essere stato fortunato perché erano tutte persone straniere, di altre colture, che valeva la pena di conoscere. Poi, tramite una serie di coincidenze, avevo trovato una ragazza, per cui provai immediatamente sensazioni forse mai provate con una tale intensità e con cui praticamente convissi fino al termine del periodo spagnolo. Non so sinceramente come sarebbe finito quel periodo senza di lei, con la mia poca voglia e soprattutto capacità di integrarmi nel gruppo. Poi, sono tornato, alti e bassi di umore, poca voglia di studiare, voglia di evadere ancora, magari con un’esperienza di stage all’estero. Per farla breve, vinco un’altra borsa di studio, torno 6 mesi in Spagna in un piccolo paese di villeggiatura. L’esperienza di lavoro si rivela una fregatura (dal punto di vista del mio compito) ma interessante perché inserito in un contesto professionale straniero, solite difficoltà a darmi completamente ed avere contatti profondi con i miei compagni di lavoro, tutti comunque molto gentili. Ma le vere difficoltà le ho a casa, vivendo con un ragazzo, come me lì per questo progetto, e la sua ragazza, in vacanza-studio diciamo. Fino all’arrivo della ragazza più o meno tutto bene, poi la qualità della convivenza si degrada pesantemente con il tempo per varie ragioni che potrei definire di incompatibilità reciproca. In quel caso, i miei freni, oltre ad impedirmi a farmi amici del posto che mi facessero evadere un po’, mi hanno impedito di dire in faccia a questi ragazzi cosa pensavo; certo, si capiva, ma affrontarli direttamente sarebbe stato meglio comunque. Infine torno, mi preparo alla laurea, e comincio a fare il servizio civile, dove richiedo di fare parte di un progetto per il trasporto di persone handicappate ed anziane, probabilmente la cosa che ho fatto fino ad adesso di cui sono più orgoglioso di me stesso. Mi laureo qualche mese fa, ho ancora alcuni mesi di civile. Penso al mio futuro: è arrivato il momento di fare un tentativo con la mia ragazza (ancora quella della Spagna, il mio angelo), lei vive all’estero e io mi rendo conto da una parte di non essere abbastanza sicuro di me stesso per mollare tutto immediatamente (fino a quel punto non ci avevo pensato veramente) e dall’altra di non avere le competenze professionali per poter espatriare. Da qui e per un’altra serie di ragioni legate ai miei desideri professionali, la scelta del master. E qua scatta la terza fase. Fino ad adesso ero riuscito a fuggire fisicamente e psicologicamente a tutti i momenti in cui mi trovavo in difficoltà per via della mie scarse capacità sociali (sono molto abile nel fuggire in determinate situazioni). Ma ora no, sono qua e mi sono voluto mettere in discussione completamente. Il master è in un’altra regione, mi sono obbligato a spostarmi (torno nei week end). La verità è che tutto è molto più duro di quanto pensassi; la mia scarsa integrazione mi da delle sensazioni fortissime e negative, ho un peso costante sullo stomaco, vivo in tensione continua fino a quando non arrivo a casa. È durissimo, stancante, faccio poi fatica a concentrarmi sullo studio. Gioco a pallone con i ragazzi, lì mi diverto ma non lo do a vedere, penso, e soprattutto apro a malapena la bocca. Se mi conosco bene, la situazione può solo peggiorare da quel punto di vista. Ripeto, ho fatto degli sforzi per parlare con persone ma al di là del contatto superficiale non riesco ad andare anche con quelli che mi piacerebbe conoscere meglio. Mi autoanalizzo costantemente, scrivo quello che provo (lo faccio da alcuni anni ormai ma alcuni periodi sono più intensi, questo in particolare), le sensazioni di difficoltà. Non è semplice da spiegare, ma il muro che costruisco è bello solido. Mi piacerebbe essere naturale, sentirmi libero sul serio, sfogarmi completamente almeno una volta nella mia vita, senza la continua paura di un giudizio, senza fingere un atteggiamento da sostenuto. So che molta gente appare come no è, non mi interessa, io voglio solo scoprire la mia vera anima, voglio vivere fino in fondo delle mie possibilità la mia vita. Per questo cerco di sconfiggere le mie paure, i miei fantasmi. Ma questa lotta, per la prima volta a viso aperto, mi sfianca, ho delle reazioni emotive molto estreme, mi sono reso conto di non essere forse capace di vincerla da solo, di avere insomma bisogno di un aiuto professionale. Forse vi chiedete perché complicarsi la vita andando a prendersi un master. Anch’io me lo chiedo, potevo mettermi alla prova in un altro modo. La verità è che sono anche un duro giudice di me stesso (come tutti i timidi, credo) e vorrei raggiungere un lavoro che mi soddisfi. Se fossi meno orgoglioso forse potrei tranquillamente fare la mia vita tranquilla da timido, con i miei amici di sempre, con il mio mondo sicuro alla spalle. No, io devo volere di più da me stesso… ho delle fortissime tensioni interne verso le novità, verso l’inesplorato. Ma il problema è che, per adesso, non ne possiedo le qualità per potermi permettere di esplorare. È duro, molto duro vivere così. Se non avessi dietro la mia famiglia, la mia ragazza ed il fine settimana a casa non so come potrebbe finire tutto questo. Io amo profondamente la vita, vorrei dedicarla a fare qualcosa di utile, magari per persone meno fortunate (non come me che ho solo fantasmi che si aggirano nella mia mente), ma sento di dover uscire in qualche modo da questo senso di soffocamento, sento, chissà poi perché, di avere un’anima diversa da quella che tiro fuori in pubblico. Forse non è così, ma se fossi più sicuro di me stesso, potrei anche passare sopra alla pallosità delle mie conversazioni; almeno riuscirei a muovermi deciso verso qualcosa. Ho senza dubbio seri problemi sociali, nascosti per molto tempo, ma fuoriusciti nella loro forza soprattutto in una situazione di un gruppo ampio come quello in cui mi trovo al momento. Se prima, comunque, riuscivo ad avere una vita tranquilla, ora il problema fuoriesce credo in tutta la sua gravità. Le sensazioni più diffuse che provo sono: senso di inadeguatezza sociale , scarso controllo delle emozioni (la maschera crolla anche esternamente quando vengo messo alla prova), desiderio di fuga, a volte inappetenza, peso costante sullo stomaco. Poi, andando a ritroso, ho notato conseguenze direi storiche sull’incapacità di andare fino in fondo nelle cose, in generale (dal punto di vista dello studio, per esempio, di rimanere ad un livello di conoscenza superficiale, mai veramente approfondito in maniera da essere veramente padrone della materia). Avrei molte altre cose da dire ma per il momento mi fermo qua. Avrei bisogno, se possibile, di una vostra opinione sul mio caso. Sono ovviamente a disposizione per ogni tipo di informazione vogliate avere. Non so se traspare fino in fondo dalla lettera (ho l’abitudine a nascondere) ma sento veramente di essere all’entrata di un “acceleratore delle emozioni”, di un circolo che, vizioso o virtuoso che sia, non so realmente dove mi possa portare. Nessuno delle persone che conosco è a conoscenza di questa mia situazione.
A presto
Homo timidus
Gentile H.T.,
Anzitutto complimenti per le sue capacità introspettive, per la ricchezza del suo pensiero e la volontà di farcela, malgrado i limiti che sente di avere.
A mio parere lei non riesce ad uscire dal guado perché i suoi punti di forza (l’orgoglio, la voglia di vincere, le capacità di autocontrollo) sono anche, nel rovescio della medaglia, i suoi maggiori punti di debolezza (suscettibilità, senso di fallimento, paura di mostrare agli altri le proprie insicurezze).
Convivere con questa istanza critica molto severa che è dentro di lei, questo genitore interiorizzato, mai contento dei successi raggiunti e sempre pronto a cogliere qualsiasi minima ‘imperfezione’ la porta a mettersi ossessivamente in gioco, nella speranza di vincere la sua battaglia interiore.
Questo in realtà demolisce le sue energie psichiche, la strapazza a livello psicologico.
Quello che c’è da fare è andare alla radice di questa situazione : capire perché essa si manifesta (ripercorrendo a ritroso le sue tappe evolutive, in particolare nei rapporti con i suoi genitori, con i fratelli maggiori, con chi si è occupato della sua formazione scolastica ecc.), ma soprattutto cercare di mettere a punto delle strategie per cui il mettersi in gioco, la voglia di vincere, vengano addolcite da un atteggiamento più tollerante verso se stesso, nella consapevolezza che non si perde il proprio valore neanche quando si fugge dagli altri, quando ci si rende conto di avere scarse abilità sociali, quando infine cadono le maschere…
Forse quello che lei dovrebbe imparare a fare è soprattutto questo: sdrammatizzare ed accettare le sue debolezze (che sono parte di lei e per questo non del tutto inutili…)
Cordiali saluti
Dott.ssa Giuliana Proietti
Info in Breve su Dr. Giuliana Proietti
SCUSINO IL DISTURBO
Scusino il disturbo ho visitato il vostro sito perché alla ricerca di materiale sulla ipocondria essendo affetto da tale “malattia”. Sarei lieto se potessi avere indirizzi email di specialisti nel campo da poter contattare per porre domande sull’argomento.in attesa di una risposta mi scuso per il disturbo e vi ringrazio…
Lettore
Gentile Lettore,
L’ipocondria è una condizione psicologica molto dolorosa ed invalidante: chi ne è affetto si autoconvince di avere una malattia, è in perenne ascolto dei suoi ‘sintomi’, consulta continuamente gli specialisti per trovare rassicurazioni ma, paradossalmente, le diagnosi negative non fanno che aumentare la paura e l’incertezza, anche nei confronti dello specialista consultato. Questo porta alla continua ed ossessiva ricerca di informazioni, medicine, rimedi, test di laboratorio ecc.
I timidi, in quanto individui piuttosto insicuri, possono soffrire di ipocondria, ma le due cose non sono strettamente correlate.
Non esistono degli psicologi ‘specializzati’ in problemi di ipocondria (tutti gli psicoterapeuti, di qualsiasi formazione, possono trattare l’argomento) e dunque non abbiamo alcun nominativo da segnalarle.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
MI SENTO FUORI POSTO
Salve, sono una ragazza di 23 anni, scrivo perché sono una persona molto timida e introversa; spesso anche le più semplici situazioni sociali mi imbarazzano moltissimo; spesso, in molte situazioni sociali mi sento imbarazzata, inadeguata, fuori posto . A causa della mia timidezza, non riesco a confidarmi con nessuno, parlo molto poco in compagnia perché temo di apparire ridicola o di dire stupidaggini. Per tutti questi motivi ho pochissimi amici, e sono dunque anche molto sola.
A volte, se mi sento troppo a disagio, non riesco proprio a spiccicare una parola e risulto di conseguenza una persona molto noiosa. Spero in un vostro consiglio, i miei saluti.
Marianna
Gentile Marianna,
Dice un vecchio proverbio cinese: ‘in una bocca chiusa non entrano mai mosche’, il che significa che a volte tenere la bocca chiusa è più che apprezzabile, se non si ha molto da dire. Dunque, non si faccia un problema per questo suo silenzio ‘sociale’, ma cerchi comunque di risultare simpatica agli altri sorridendo molto spesso, ascoltando, rendendosi disponibile ed interessata ogni volta che è possibile.
Se le situazioni sociali la mettono in questo stato di soggezione ma desidera, giustamente, trovare comunque lo spazio per esprimere la sua personalità, il consiglio è quello di sperimentarsi quando si trova in gruppi ristretti, in ambienti amici, in situazioni ‘protette’, come ad esempio in famiglia, oppure cercando attivamente, con i componenti del suo gruppo, delle situazioni uno-a-uno, che sono sicuramente più facili da affrontare e che la possono aiutare ad inserirsi meglio.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
Saluto del Centro Italiano di Sessuologia
TROPPO SICURO DI SE’
Sono un ragazzo di 19 anni, abbastanza sicuro di me stesso, forse a volte un po’ troppo, ed è questo il mio difetto, forse intestardirmi sulle cose.
Veniamo al punto, l’ho conosciuta (16 anni) quasi per caso, mi è piaciuta subito, troppo, in modo incredibilmente ossessivo, le ho comunicati di conseguenza i miei sentimenti apertamente e facendole qualche regalo (un gioiellino), ma lei non vuole saperne, sospetto sia innamorata di un mio amico, sento che non riuscirò a vederli insieme, solo all’idea di subire tale umiliazione mi sento “scoppiare di rabbia”, l’autocontrollo non manca ma ho paura di subire l’ennesima umiliazione, poiché non è la prima volta che mi succede, tra poco inizio il servizio militare, sarò distante dal mondo che frequento abitualmente, non la rivedrò, e chissà cosa succederà?!?!?
Cosa mi consigliate di fare, sono 4 mesi che la cosa mi tormenta, credo di aver subito troppe umiliazioni e non intendo continuare a subirne, vi prego, consigliatemi. GRAZIE MILLE.
Sicuro
Gentile Sicuro,
Non scambi la sicurezza di sé con l’audacia: un conto è raccogliere il coraggio a due mani e ‘buttarsi’ in una situazione difficile, un conto è aver un certo concetto di sé, che rimane tale nella buona e nella cattiva sorte.
Lei sicuramente è un audace, perché le è piaciuta una ragazza, si è dichiarato e le ha perfino regalato un gioiellino, ma non è una persona sicura di sé, perché questo rifiuto imprevisto la fa ‘scoppiare di rabbia’ e le crea mille incertezze.
Tuttavia, è già molto fortunato, in quanto riesce, a differenza di molti, ad esprimere le sue emozioni: sa mettersi in gioco e sa rischiare. Quello su cui deve ‘lavorare’ è il saper restare integro, sicuro e ottimista anche dopo una prova non completamente superata.
Il consiglio è quello di imparare a valutare meglio le situazioni, come quando si gioca a scacchi: è inutile elaborare una strategia di attacco al re se poi si trascurano le mosse dell’avversario… Lei la sua strategia la deve sempre avere, ma è altresì consigliabile tenere sempre bene aperti occhi e orecchie, per capire ciò che sentono, pensano e fanno gli altri intorno a sé.
Dott.ssa Giuliana Proietti
MI ADDOSSO COLPE CHE NON HO
Ciao mi chiamo Atena e soffro di eritrofobia, questo mio problema mi ha ormai costretto a evitare qualunque tipo di rapporto interpersonale.
Un altro mio problema è di addossarmi delle colpe che io non ho parlando anche di cose serie appunto reagendo con l’arrossire. come posso evitare questo disagio? Ci potrebbe essere semplicemente un’altro modo di comportarsi con gli altri per farlo svanire?
Atena
Gentile Atena,
Chi soffre di eritrofobia conosce bene quello che tu racconti: infatti, la paura di essere messi a nudo dagli altri, di essere guardati ‘dentro’ attraverso il meccanismo comunicativo del rossore, fa arrivare chi ne soffre a vivere l’emozione del ‘come se’. In pratica, solo il sospetto che il tuo interlocutore possa ad esempio immaginare che tu abbia pensato o fatto qualcosa che ti potrebbe mettere a disagio davanti a lui, ti emoziona talmente tanto che provoca l’effetto-rossore.
Cosa fare? La ricetta è nel modo di pensare, che deve essere cambiato e precisamente nell’ imparare a non sopravvalutare il giudizio degli altri e lasciare che essi pensino come vogliono.
Inoltre considera che quasi sempre, quando senti di arrossire, la sensazione è superiore alla manifestazione reale: ti invito, senza fartene accorgere, a verificare tu stessa questo fenomeno, osservandoti in uno specchio quando ne hai l’opportunità. Vedrai come molto spesso tu creda di essere arrossita, mentre in realtà non è così.
Dott. Walter La Gatta
PSICOTERAPIE IN PRESENZA:
Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa
Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Psicoterapeuta Sessuologo
Tel. 348 3314908
UN PROBLEMA, UN’OSSESSIONE
Sono un ragazzo di 21 anni ed ho un problema che sta diventando un’ossessione. Mi spiego meglio: mi capita spesso che mi accorga che delle ragazze mi fissino, mi invitino a cena o casa loro o in discoteca si avvicinino per ballare vicino a me o qualche volta dichiarino la loro disponibilità verso di me,comunque riesco a capire quando piaci ad una persona;onestamente non sono brutto ma nemmeno un attore.
Il problema è che anche se quella ragazza mi interessa,non riesco e guardarla o a dirle qualcosa per fare l’approccio;anche se io dentro di me vorrei farlo.
Se qualche volta ci riesco dopo l’approccio mi apro e mi comporto normalmente.
Ho avuto storie sia brevi che lunghe ma c’era sempre qualcosa che mi bloccava, pensavo troppo o mi facevo tanti problemi prima di far qualcosa.
Spero che mi rispondiate al più presto perché non c’è la faccio più a vivere con questo problema…
Grazie mille……
21 enne
Gentile 21enne,
Francamente capisco il ‘problema’, ma non vedo ‘l’ossessione’… Una persona è ossessionata quando teme qualcosa in modo permanente e la sua mente è travolta da pensieri con un certo, unico contenuto, che tornano continuamente alla ribalta, qualsiasi cosa si stia facendo. Anche quando si dorme.
Ora, il fatto che tu abbia avuto storie sia brevi che lunghe, che abbia consapevolezza di essere un bel ragazzo e di piacere alle donne esclude che tu sia tormentato, ossessionato dal pensiero di non farcela, cioè di essere un inetto. Escludiamo dunque qualsiasi forma patologica.
Il tuo comportamento è semplicemente quello di chi teme di sbagliare e dunque non si lancia nelle situazioni con facilità e leggerezza. E’ un problema molto comune, ma tutto sommato non penso che sia un male.
Mi spiego meglio: è giusto ‘buttarsi’ nella vita quando si è sicuri di saper gestire le conseguenze di un eventuale fallimento (un rifiuto, un insuccesso, una figuraccia ecc.) Se si sa già che un evento negativo subito provocherebbe un grosso colpo alla propria autostima ed una grande sofferenza narcisistica, è saggio fare come fai tu, dosando col contagocce le occasioni che si presentano e rischiando solo su quelle che presentano ampi margini di prevedibile successo.
Cambiare è possibile, anzi, è auspicabile, ma in questo caso devi imparare a prendere le cose negative con ironia ed allegria, senza sofferenza, ma piuttosto con un po’ di superficialità ed indifferenza… Ad esempio dando la colpa di quanto è accaduto a situazioni esterne, anziché sempre e solo a te stesso. Pensi di potercela fare?
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
PSICOTERAPIE IN PRESENZA:
ONLINE su tutte le piattaforme
Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Psicoterapeuta Sessuologo Tel. 348 3314908
QUALKE METODO EFFICACE
Mi piacerebbe molto sapere se esiste qualke metodo efficace che mi aiuti ad uscire da questa situazione incontrollabile. Ormai ha invaso la mia vita mi condiziona completamente in tutta la mia vita quotidiana. Non riesco ad avvicinare una ragazza pur essendo un bel ragazzo e piacente mi capita a volte di incontrare ragazze che si mostrano disponibili a conoscermi ma la mia paura di bloccarmi, non sapere cosa dire, paura di non essere all’altezza, non sapere come impostare una conversazione, mi porta a evitare queste situazioni anche se vorrei che fosse il contrario. Ma non è soltanto il rapporto con l’altro sesso che la mia insicurezza condiziona, anche nel lavoro la timidezza mi ossessiona con conseguente insicurezza che non mi permette di effettuare un colloquio di lavoro soddisfacente, quindi agli occhi delle aziende risulti non idoneo anche se ritengo di avere grandi potenzialità che la mia timidezza cela. Quale potrebbe essere la soluzione al problema? Esiste qualke metodo efficace che dia risultati concreti? Mi chiamo Davide e ho 24 anni e sono di Napoli. Vi ringrazio della vostra disponibilità.
Davide
Gentile Davide,
Il disagio che tu descrivi è comune a tutte le persone che abbiano problemi di timidezza e di fobia sociale. Non esiste un metodo che ti possa suggerire in poche righe, perché è necessario cambiare il proprio modo di pensare e di proporsi, imparare nuove abilità, che consentano una migliore prestazione nelle relazioni interpersonali. E’ proprio per questo che abbiamo pensato al Corso di Senigallia, progettato proprio per essere efficace in tempi brevi, fornendo ai Partecipanti alcuni strumenti e suggerimenti utili per migliorare la propria situazione da subito.
Dott. Walter La Gatta
SONO STATO BRAVO
Mi chiamo Andrea sono un ragazzo di 21 anni, e già vi ho scritto una volta. Devo dire che sono stato bravo a cogliere i vostri consigli che ho letto nelle consulenze on-line degli altri(alla mia ancora dovete rispondere). Comunque devo dire che ho fatto dei buoni passi avanti con le ragazze, finalmente ho trovato il coraggio di dire ad una ragazza quello che penso. Vi informo che sono stato respinto ed ora sto malissimo anche se c’è una piccola parte di me che è felice per i progressi che ho fatto.
Vi volevo ringraziare per l’aiuto che date alla gente come me, e vi prego di nn interrompere la pubblicazione delle consulenze on-line che continuerò a leggere in quanto devo fare ancora tanta strada, e ammetto che ho ancora tanta paura delle delusioni che ancora potrò avere.
Buon lavoro e aspetto con pazienza la mia consulenza.
Andrea
Gentile Andrea,
E’ per noi una grande soddisfazione avere dei Lettori così affezionati e così propensi ad impegnarsi per raggiungere dei risultati. Bravo! Continua così.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
SONO MIGLIORATO, MA…
Io ho 21 anni e il mio problema riguarda le ragazze. Io devo ammettere che in questi anni sono migliorato molto, sono passato da un livello dove nn riuscivo nemmeno a scambiare quattro parole con una lei, ad un livello dove qualcuna mi viene anche dietro(e le assicuro che è stato difficilissimo). Il problema che però nn riesco a superare l’ostacolo + grande,ostacolo che a 21 anni nn mi ha ancora permesso di avere rapporti fisici con una donna(nemmeno un bacio). Il problema si può articolare in due:
1)Con le poche ragazze che mi vengono dietro, scatta un meccanismo di rifiuto inspiegabile. Alcune volte mi sforzo di uscirci, ma alla fine nn riesco proprio a farci niente(anche perché nn me ne capita mai una bella o perlomeno carina).
2)Con le migliaia di ragazze che gli vado dietro, nonostante io abbia la reputazione di un ragazzo simpaticissimo e nonostante io sia un ragazzo di una bellezza + che accettabile,mi trasformo nel timidone che ero da ragazzino e divento addirittura irritante, mi assalgono mille paure e alla fine ,anche se parto bene con l’approccio, vengo scaricato come lo scarico del WC. Per risolvere questo problema sto leggendo e ricercando tanto, e con le lettere che pubblicate nel vostro sito ho capito qualche altro mio problema. Io nn mi avvicino FISICAMENTE con le donne. E ora cerchero di provarci. Comunque vorrei un suo parere che sarà sicuramente + prezioso del lavoro che sto facendo da anni. Per favore pubblichi la lettera. Grazie.
Bud
Gentile Bud,
Sono molto contento dell’aiuto che trovi nella consultazione del nostro sito e dei progressi che hai raggiunto con il tuo impegno. Ritengo che l’unico ed utile suggerimento che posso darti sia di continuare il lavoro su te stesso, perché è soltanto con un allenamento costante che potrai superare le inibizioni e le paure che ancora ti frenano, mettendoti alla prova giorno dopo giorno, senza temere gli insuccessi (che non sono tali quando servono come esperienza per il tentativo successivo).
Ti auguro buon lavoro.
Dott. Walter La Gatta
Prenota un appuntamento con i Terapeuti della Clinica della Timidezza In presenza Ancona Fabriano Terni Civitanova Marche Online su tutte le Piattaforme |
MAI AVUTA UNA RAGAZZA
Grazie per il sito, già il fatto di sapere che non sono il solo ad avere certi problemi e’ qualcosa. Ho 23 anni e non ho avuto mai la ragazza nonostante non sia un brutto ragazzo . Ho sempre cercato di reagire ed ero sempre pieno di speranza .Da un paio d’anni non e’più’ così. Se faccio un esame un 27 mi fa sentire come se mi avessero bocciato non sento altro sentimento che non sia rabbia ma a tratti mi sembra che si affievolisca. Se una sera esco con gli amici e mi diverto, il giorno dopo avverto come un senso di colpa; fosse per me non uscirei neanche di casa ma non voglio far preoccupare troppo chi mi sta attorno. Non me ne frega più niente di niente. Cosa posso offrire ad una persona ridotto così. Girando per strada o sull’ autobus ,nei locali noto abbastanza spesso che le ragazze mi guardano e non so capire se sono interessate o sono solo coincidenze. Mentre scrivo mi sento ridicolo perché ho sempre lottato e vinto (ero obeso a 16 anni e adesso faccio sport a buoni livelli). In fondo non mi manca niente mi dicono che sono simpatico mi mancano due esami per laurearmi .Uscendo a volte mi sembra che il segreto sia comportarsi da imbecilli bestemmiare per strada fare risse nei locali ma non credo che lo farò. Se immagino il mio futuro lo vedo così senza sbalzi senza sorprese sto sprecando tutto e sono bloccato
Forse devo riconoscere la sconfitta e concentrarmi su cose che mi riescono meglio evitando di piangermi addosso come ho fatto in questa lettera
Danny
Gentile Danny,
Forse tu hai la sensazione interiore di essere un fallito, ma da quello che racconti non si capisce proprio perché. Forse non hai raccontato tutto, forse c’è ancora qualcosa che ti brucia dentro e che ti fa sembrare uno sconfitto, ma sicuramente non sei ancora in grado di poterne parlare liberamente e forse questo qualcosa non è del tutto emerso a coscienza. Quale è il vero motivo?
Da quello che scrivi non c’è che da farti i complimenti: sei riuscito a vincere l’obesità, stai per laurearti, sei perfino simpatico agli amici…
Quanto alle ragazze, voglio darti un consiglio: trovare una ragazza non è una cosa difficile, è un po’ come nuotare. Se non sai nuotare e ti agiti tanto in acqua, disperdi le tue energie e dopo poco affoghi; se non sai nuotare, ma riesci a lasciarti andare, a rilassarti, non solo resti a galla, ma ti conservi sano e lucido per poter prendere una decisione salvifica. Con le ragazze è la stessa cosa: è meglio non affannarsi troppo; meglio rilassarsi e lasciarsi andare: così le cose andranno molto meglio e succederanno in modo del tutto naturale.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
NON SPICCICO UNA PAROLA
Sono una ragazza di 23 anni, mi chiamo Marianna e ho dei grossi problemi di timidezza.
Sono una persona timida da sempre, ma in questi ultimi 3-4 anni i problemi si sono aggravati ulteriormente. In compagnia parlo pochissimo, spesso, in diverse situazioni sociali mi sento inadeguata e fuori posto, il che mi fa sentire molto imbarazzata, e non spiccico neanche una parola. Inoltre non riesco a confidarmi con nessuno, non ho nessun legame significativo, e ho pochissimi amici. Mi sento spesso fuori posto, a volte anche le più semplici situazioni sociali mi mettono ansia e imbarazzo; anche solo chiedere qualcosa ad una persona a volte diventa quasi un’impresa. Non riesco ad aprirmi con nessuno, sono molto chiusa ed introversa. A causa di questo, risulto una persona noiosa….
Vorrei un vostro parere: è solamente un periodo negativo o si tratta di un problema più grave?
Cordiali saluti
Marianna
Gentile Marianna,
La timidezza non è una malattia, quindi non c’è nulla di grave. La timidezza e la fobia sociale sono in realtà dei comportamenti inadeguati, appresi nel periodo della formazione che impediscono alla persona di comportarsi in modo maggiormente adattivo. Le manifestazioni della timidezza che tu racconti sono comuni a tutte le persone che come te ne soffrono: per superarle è necessario un completo cambiamento del proprio modo di pensare, che riduca l’importanza del giudizio degli altri e rinforzi la propria autostima.
Per raggiungere questo obiettivo, oltre che continuare a seguirci, ti suggerisco la lettura del libro della collega Proietti: La Timidezza, ed Xenia: metti in pratica gli esercizi che troverai sul libro e vedrai che piano piano qualcosa cambierà, in te e nella tua vita.
Dott. Walter La Gatta
Dr. Giuliana Proietti Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Tel. 348 3314908
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI
ONLINE SU TUTTE LE PIATTAFORME
ARROSSISCO SENZA MOTIVO
Non ce la faccio più! Da ormai dodici anni soffro di improvvisi attacchi di ‘rossore’ al viso, accompagnati da sudore a volte davvero eccessivo. Non riesco a parlare in pubblico, neanche con poche persone, a volte arrossisco di fronte a mia sorella o a mia mamma oppure con amici e senza alcun apparente motivo! Sono amareggiato, sfiduciato, depresso, non posso avere una vita normale come quella degli altri, mi sento fortemente limitato, ‘handicappato’ e questo mi fa soffrire enormemente. Sono stato in cura per anni da vari analisti, e lo sono ancora; il mio attuale psicoterapeuta sostiene che il mio arrossire è legato al fatto che non ho ancora pienamente accettato la mia omosessesualità (ho una vita sentimentale serena e appagante con un ragazzo). Cosa posso fare? E’ brutto dover rinunciare a impegni, incontri, occasioni, sia private che professionali e passare come il classico coglione sfigato perchè ci si blocca e non si riesce a fare nulla…fate dei corsi? Se sì, dove? Quando? Esistono dei farmaci?
Grazie per una vs. risposta
Leo
Gentile Leo,
Il tuo problema va visto su due piani. A livello profondo credo che le cose stiano esattamente come ti dice il tuo terapeuta; a livello più superficiale il tuo continuo arrossire, anche senza motivo, è probabilmente dovuto all’instaurarsi di un automatismo causato dal ricordo di situazioni pregresse.
Anche la soluzione deve essere cercata in due modi: quello della psicoterapia, che agisce sul lungo termine e che ti dovrà portare ad accettare la tua identità sessuale; poi c’è quello di una psicoterapia breve, che dia dei risultati in tempi ristretti, per migliorare intanto la qualità della vita.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
PALLORE AL VISO
Gentili dottori,
sono una ragazza di 26 anni e da tempo soffro di pallore al viso, questa situazione oramai stà andando avanti da tempo e dopo aver fatto anche tutti gli esami di tipo ormonale senza avere nessuna risposta, ho provato anche i fiori di Bach ma senza miglioramenti, provo a chiedere a voi il perchè di questi pallori al viso. Questa situazione che porto avanti da tempo ora mi ha proprio stufato e chiedo a voi dopo aver letto alcune testimonianze del vostro sito se si può uscire da questa situazione o è solamente un discorso di ansia e basta. Grazie per la vostra attenzione
Antonella
Gentile Antonella, è buona norma accertarsi sempre, prima di intraprendere una qualsiasi terapia psicologica per un proprio disturbo, che esso non sia invece originato da una causa organica: tu lo hai fatto, e tale causa è stata esclusa. Credo quindi che il problema debba essere rivisto in chiave psicologica, cercandone le cause e risolvendole. In effetti capita spesso che una forte emozione, ad esempio la paura, quando non si è in grado di controllarla, causi un immediato sbiancarsi del viso. Con l’aiuto di un esperto, potresti imparare una tecnica di riduzione dell’ansia e dello stress, che spesso sono responsabili di queste reazioni somatiche, e ridurre con questo il tuo disagio.
Cordiali saluti
Dott. Walter La Gatta
MA QUALE E’ IL MIO PROBLEMA?
sono una ragazza di 27 anni. Non riesco a capire quale sia il mio problema. Non sono mai stata timida nella mia vita ma purtroppo da qualche anno ogni qualvolta qualcuno mi rivolga la parola oppure io mi trovi ad una festa o alla cassa di un supermarket oppure incontri qualcuno divento rossa e piu me ne accorgo e piu lo divento. Ma non sono mai stata cosi. Inoltre ho problemi a livello sessuale.Io non solo non raggiungo l’orgasmo ma neppure sento piacere .Oramai la finzione per me è quotidiana. ma che posso fare?non ho i soldi per andare da uno psichiatra o chissà che altro. E forse non saprò mai che si prova. Grazie per aver creato questo sito. Mi sento meno sola.
Patrizia
Gentile Patrizia,
I tuoi problemi sono due e sono indipendenti fra loro. Il primo è un sintomo di ansia generalizzata, che ha prodotto il circolo vizioso dell’eritrofobia; il secondo è un problema di coppia, nel senso che evidentemente con il tuo ragazzo non hai ancora raggiunto un sufficiente grado di intimità e complicità, che ti consenta un rilassamento completo e soprattutto la fiducia nella ‘normalità’ del tuo apparato sessuale. Sui problemi dell’anorgasmia potrai trovare ampia documentazione su www.psicolinea.it
Tu non devi andare dallo psichiatra, ma da uno psicoterapeuta e la scusa dei soldi, come sempre dico, non vale, un po’ perché andare dallo psic non costa tanto di più di altre cose, come ad esempio la discoteca: su questo stesso sito puoi trovare conferma di quanto ti dico nelle pagine della clinica e poi perché esistono strutture che offrono counseling addirittura gratuitamente, basta cercarle…
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
SENSI DI INFERIORITA’
mi chiamo Margot ed ho 20 anni. Questo anno per me è iniziato molto male; mi sono iscritta alla facoltà di chimica ed ho incontrato delle difficoltà che non hanno fatto altro che acuire il mio senso di inferiorità e la mia frustrazione nel constatare che i miei compagni di corso, nonostante tutti i loro problemi, hanno legato a meraviglia, hanno superato gli esami con relativa facilità senza farsi bloccare stupidamente, si sono inseriti facilmente nel nuovo contesto familiare. Ultimamente, però, ciò che mi tormenta è un altro problema: mi rifiuto di portare la macchina perché mi vergogno. Agli occhi dei miei familiari sembra una cosa assurda ma loro non conoscono la verità. Quando ho sostenuto l’esame di guida non sono stata capace di eseguire nel migliore dei modi una svolta a sinistra; una volta finito l’esame l’ esaminatore mi ha detto che non ero in grado di portarla ed ero un pericolo per gli altri. Non so cosa fare ora, mia madre mi obbliga a guidarla, ma io ho il terrore perfino di accenderla. Grazie per avermi ascoltata. Margot
Gentile Margot, credo che la cosa più urgente per te sia poter guidare l’auto, e certo l’esaminatore non ti ha aiutata molto per farlo. Se riteneva tu non fossi pronta per farlo, doveva semplicemente fartelo ripetere, non promuoverti con tali pessimi apprezzamenti. Tutto credo cominci da lì. Se tu stessa, come accenni in altra parte, non ti senti forte abbastanza da affrontare altri aspetti della vita, nel caso dell’auto quegli apprezzamenti hanno demolito la tua poca stima di te come guidatrice, col risultato che oggi vediamo. Credo però che se l’esaminatore ti abbia infine dato la patente, così male non devi guidare. Ti consiglio di dimenticare quello spiacevole episodio di maleducazione e poca professionalità e di ricominciare a guidare da sola, per brevissimi percorsi e molto facili, soprattutto senza genitori, amici o parenti. Solo te. Poi pian piano aumenta la difficoltà e la lunghezza dei percorsi, e vedrai che gradualmente riconquisterai il piacere della guida e dell’autonomia.
Saluti e auguri
Dott. Walter La Gatta
IL MIO CASO E’ SIMILE
Ho letto un email di un ragazzo di 16 anni che per timidezza non ha mai avuto la ragazza, ha difficoltà ad entrare in un gruppo subito anche se dopo entra a farne parte venendo considerato un ragazzo simpatico….. la mia situazione è simile… cambia solo in una cosa…. nella mia vita non ho visto miglioramenti… la depressione per la mia situazione mi ha colto più volte e in una crisi di qualche anno fa sono stato costretto a prendere dei farmaci per farmela passare…. voi avete consigliato a questo ragazzo (mio coetaneo) di mettersi in ballo, di conoscere così nuove persone e di provarci con delle ragazze…. della serie: se va bene va bene, se va male pazienza…. spero per lui che il vostro consiglio sia stato eseguito poichè è la cosa migliore…. io ci arrivai da solo qualche anno fa ma non riuscii a concludere nulla…. il fatto di sentirmi brutto, indesiderato dalle ragazze, inferiore agli altri ragazzi mi ha condizionato al punto da essere spietato contro la gente come me quando sono coi miei amici che mi credono una persona simpatica (che in passato ha avuto diverse ragazze, queste sono cose inventate che racconto raramente quando mi viene chiesto) e normale…. in effetti io mostro molte facce e i giudizi che la gente esprime su di me sono spesso contradditori…. se alcuni mi ritengono una persona matura altri mi ritengono infantile, se alcuni mi ritengono simpatico altri mi considerano un bersaglio…. a complicare le cose c’è il fatto che da qualche tempo porto l’apparecchio….. i miei amici mi hanno invitato a passare ferragosto con loro in spiaggia di notte davanti ad un falò…. oltre al mio gruppo di amici (ristretto) ci sarà un altro gruppo di persone (grande) di amici di una mia amica…. ho cercato in tutti i modi di convincere mia madre a non farmi uscire… non voglio farmi vedere in costume davanti a loro, non voglio che loro si rendano conto del fallito che sono….. il fatto però di essere un fallito non mi piace e vorrei risorgere…. protetto dall’anonimato di internet partecipo ad una tra le più grandi comunità virtuali italiane di storia romana (la mia passione)… ho programmato per aprile dell’anno prossimo un progetto di ricostruzione storica di una battaglia tra un gruppo di soldati sardoromani del II secolo d.C. con un gruppo di barbari africani dopo aver scoperto che questa battaglia è avvenuta davvero…. spero che il fatto di mettermi in mostra in questo senso mi faccia spiccare tra la folla…. non mi piace essere una nullità una pecora del gregge… ma ho anche paura che uscendo, le altre pecore mi percepiscano come un nemico e non come un pastore….. punto molto su questo progetto perchè con alcune modifiche lo reso interessante…. ho chiesto in giro e sembra che le mie modifiche piacciano ai miei coetanei…. voglio fare le cose in grande e sto programmando con la associazione culturale di cui faccio parte di portare a questa manifestazione tutte gli alunni di tutte le scuole della mia città e provincia (elementari, medie e superiori)…. ora non vi voglio annoiare con i dettagli di questo progetto ma vorrei sapere da voi:
1) perchè sono così pazzo?
2) come posso diventare normale?
3) visto che ho pensato più volte al suicidio vorrei chiedervi se è normale questo fatto e se può essere considerato come una soluzione definitiva a tutti i miei problemi?
4) perchè mi sento inferiore alle altre persone? perchè loro hanno più esperienze di me in fatto di relazioni e sesso? se si: è veramente importante avere esperienze a 16 anni o è nella norma non avere mai avuto la ragazza?
5) passo spesso da momenti di depressione e di solitudine a momenti euforici in cui sono felice e mi sento la persona più intelligente del mondo…. come posso avere una vita relativamente stabile?
6)come posso rivelare i miei sentimenti alla ragazza che mi piace? non posso buttarmi, non ci riuscirei…. vorrei avere la certezza di andare sul sicuro ma questa non l’avrò mai…. come posso uscire da questo circolo che mi fa stare solo e non mi fa muovere in nessuna direzione?
Storico Romano
Gentile Storico Romano,
Parafrasando il famoso spot del pulcino Calimero, direi che tu non sei pazzo, sei solo… giovane!
Voglio dire con questo che l’adolescenza porta con sé le manifestazioni, i dubbi, le incertezze di cui parli nella lettera. Tutto questo si risolverà normalmente non appena sarai cresciuto di qualche anno, avrai avuto le tue esperienze ed avrai un senso più chiaro della tua identità. Per il momento ti consiglio di non prenderti troppo sul serio, né quando ti senti un fallito, né quando ti senti il professor Villari.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
VI AMO
Carissimi dott. Walter e dottoressa Giuliana, è la terza volta che vi scrivo (aspetto ancora la vostra consulenza). Io sono quel ragazzo che alla prima lettera vi aveva fatto due tipologie di ragazze che erano nella mia vita e nella seconda vi raccontava che per la prima volta ci aveva provato con una ragazza, aveva avuto una delusione ma era cmq contento perché era riuscito in un impresa che prima era impossibile.
Ora invece vi voglio dire che vi amo, vi voglio proprio bene. Ora sono fidanzato, con una ragazza bellissima, e se lo sono lo devo soprattutto a voi che avete pubblicato le vostre consulenze gratuite.
Ammetto che sono ancora un po’ timido nei contatti fisici, ma recupererò presto queste lacune. Infinitamente grazie.
Andrea
PS: se volete usarmi (domande, chat ecc.) per aiutare qualche vostro paziente usatemi pure, Cercherò di essere a vostra completa disposizione.
Gentile Andrea, per prima cosa grazie per le tue parole: ma soprattutto grazie per essere anche tu entrato nel grande gruppo di coloro che hanno tratto giovamento dal nostro lavoro. Riceviamo molte lettere e non sempre riusciamo ad essere tempestivi con le risposte. Come giustamente osservi però, anche leggendo le risposte date ad altre persone, si possono trovare utili spunti anche per il proprio caso. Sono sicuro che quando leggerai questa lettera avrai ormai superato, anche con l’aiuto della tua ragazza, le ultime titubanze relative alla vostra relazione affettiva e sessuale. Auguri per il vostro futuro e continua a seguirci.
Dott. Walter La Gatta
NON HO SERI PROBLEMI
Salve,sono una ragazza di 16 anni abbastanza timida che ha bisogno del vostro aiuto. Non ho seri problemi di timidezza:il mio carattere varia a seconda delle persone che ho davanti,posso essere estroversa con certe persone ed introversa con altre.I miei problemi sono 2.Il primo è che non riesco a fare amicizia e se ci riesco nessuno vuole avermi come amica perchè per la magg.prte del tempo sto zitta,è ke non so cosa dire e poi,stando in un gruppo non riesco ad aprire bocca per paura di stare al centro dell’attenzione. L’altro problema è che non ho mai avuto un ragazzo e non ho dato il mio I bacio. Se mi piace un ragazzo riesco a malapena a dirlo ad un’amica,ma a mettermici insieme non ci riesco proprio,ho paura,mi vergogno troppo,figurati a dargli un bacio!!!Io vorrei tanto avere una lunga,romantica storia d’amore con il ragazzo che mi piace,solo che è più forte di me,non ci riesco proprio!!Io intanto sono praticamente sola,in classe nessuno mi considera,fuori dalla scuola per fortuna ho qualche amica(la mia unica felicità),ma in amore…Vi prego aiutatemi,ho bisogno del vostro aiuto!!!
Vi ringrazio anticipamente,Silvia
Gentile Silvia,
Guarda che per metterti insieme ad un ragazzo non è necessario che tu faccia qualcosa… Per fortuna esiste ancora qualche baldo giovane che ha il coraggio di fare il primo passo: se sei così fortunata da incontrarlo, aspetta e vedrai che tutto sarà ok. Nel tempo poi, con l’accrescersi dell’esperienza e della conoscenza della vita, chi ti dice che non sarai tu stessa a dichiararti per prima? La tua lettera è utile anche per dimostrare ai tanti ragazzi – maschi – che ci leggono, che non tutte le ragazze sono così ‘difficili’ come pensano e che è possibile che, se esse si ritraggono durante il corteggiamento, lo facciano, come te, solo per timidezza… Dunque, se si è entrambi timidi, qualcuno deve prendere il coraggio e farsi avanti! Quanto al fatto che stai spesso in silenzio quando ti trovi nelle situazioni sociali, direi che evidentemente ciò avviene perché non hai molto da dire…
Cerca di prepararti bene almeno in due-tre argomenti e vedrai che quando si parlerà di questi, gradualmente, riuscirai ogni volta a dire qualche parolina in più.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa
Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Psicoterapeuta Sessuologo
Tel. 348 3314908
IN PRESENZA:
Ancona, Via Flaminia 226
Civitanova Marche, Corso Umberto 221
Fabriano, Via Monti, 31
Terni, Via Oberdan 3
ONLINE su tutte le piattaforme
SONO STATA PARECCHIO SOLA
ho 32 anni e negli ultimi anni sono stata parecchio sola e la mia situazione di timidezza e` peggiorata creadomi anche panico quando sono con altre persone, sentendomi sempre agitata con un ansia tremenda. Inoltre se mi capita di arrossire per una determinata situazione con una persona dopo non riesco piu` ad avere un rapporto con quella persona arrossendo subito appena la incontro. Posso dire che vivo male anzi malissimo ho pochi amici, ed inoltre costringo anche al mio ragazzo a non uscire in gruppo se delle persone mi creano imbarazzo.
Vorrei tanto un antidoto che mi facesse vivere normale, e non mi facesse arrossire ed agitare quando incontro amici in strada o quando sbaglio, o quando un qualcosa mi imbarazza.
Aveva deciso di fare volontariato per potermi sbloccare, altrimenti se mi puo` consigliare qualcosa lei, non voglio vivere il mio futuro con paure e ansie che sicuramente trasmettero` a chi mi e` vicino creando un ambiente familiare molto povero nel sociale, mi aiuti la prego.
Giusy
Gentile Giusy, timidezza e fobia sociale sono due problemi che possono davvero rendere difficile la vita a chi ne soffre. I disturbi che lei descrive sono quelli tipici e, in attesa di rivolgersi ad uno specialista, può già cominciare ad aiutarsi da sola, per quanto sia possibile. La sua idea di dedicarsi al lavoro sociale mi sembra molto buona: nelle situazioni come quella che lei vive, è molto facile lasciarsi andare al desiderio di isolamento, evitando ogni contatto sociale. Purtroppo però, questo atteggiamento non solo non è risolutivo, ma anzi può aggravare ancor di più il suo disagio, disabituandola totalmente alle relazioni con gli altri. Si faccia forza invece e, gradualmente ma con continuità, si esponga con frequenza e durata via via maggiore a tutte le occasioni sociali che le capitano. Trattandosi di self help, non è una garanzia di successo, ma è sicuramente il primo passo per uscire da una situazione difficile.
Molti saluti e a presto
Dott. Walter La Gatta
IL MIO PASSATO CON LE DONNE
Vorrei un vostro punto di vista o una soluzione sul fatto che io vorrei trovarmi la ragazza però mi pare un problema il fatto che se la trovassi e arrivassimo a parlare del mio passato con le donne pressoché inesistente ciò mi da’ parecchio fastidio. A 25 non avere mai avuto la ragazza è grave?e forse per questo che sono sempre single?e vergognarsi degli altri e normale per questo fatto?come posso superare questa cosa?e se la trovassi davvero che dire sul mio passato cosa devo pensare?grazie
Barth
Gentile Barth,
Credo che questa paura di dover raccontare il tuo passato sentimentale sia un bello schermo dietro il quale ti nascondi con te stesso per evitare di metterti in gioco.
Giustificare la tua paura con questa scusa non ti aiuta : nessuna ragazza infatti, sin dal primo approccio, vuole sapere nei dettagli la tua passata esperienza con le donne. Se proprio dovessi incontrare una gran curiosona, dille semplicemente: ‘diverse storie, ma niente di serio’ e cambia discorso (oltre che comportamento!).
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
RAGAZZE DEL TERZO MONDO
Consiglio a tutti i timidi desiderosi di farsi una ragazza di andare on line a cercare siti internet di corrispondenti,
scrivere a ragazze africane filippine, e dell’ex Urss. Con una presentazione di se stessi, loro faranno dichiarazioni di amore e avrete l’imbarazzo della scelta, se siete un po’ avanti negli anni toverete anche ragazze che possono essere vostre figlie.
Saluti a tutti i timidi. Se a qualcuno di voi é andata bene annuciatemelo con un messaggio per Sil
Sil
Gentile Sil,
Ti ringraziamo del consiglio che hai voluto dare ai nostri lettori, ma francamente ci sembra un po’ superficiale. Come puoi pensare di risolvere la timidezza attraverso delle relazioni facili su Internet ? Senza dubbio mettersi in contatto con corrispondenti del Terzo Mondo ti permetterà di allacciare un rapporto con una ragazza, senza troppi problemi…
Ma non pensare che questo basti per costruire una relazione solida e duratura che possa soddisfare le esigenze affettive di una persona o che possa risolvere i suoi problemi di insicurezza o di disagio quando si trova con altre persone. Come dicevano le nostre nonne? ‘L’amore non si compra…’
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
AVERE UNA STORIA
Vorrei un consiglio a riguardo del fatto che credo che se dovessi trovare una persona disposta stare con me intendo a diventare la mia ragazza il fatto mi preoccupa non poco.per esempio anche se la incontro per caso in chat e fosse disposta a incontrarmi io credo che forse non ci andrei per timore di fare una figuraccia .
domanda ma è normale una reazione del genere?
gradirei che mi convinceste del coontrario con la vostra esperienza nel caso insomma vorrei sapere cosa ne pensate .
sottolineo che sono un ragazzo di 25 anni che per timore, fatica e due di picche non ha mai avuto una storia pero’ sarei intenzionato ad averla..
in piu’ vorrei che mi spiegaste anche il fatto che mi stà anche molta fatica trovarla ed uscirci. insomma una spiegazione che mi chiarisca dov’è la ragione. GRAZIE
Carlo
Gentile Carlo,
I tuoi timori sono più comuni di quanto tu creda. E’ normale avere delle piccole paure al primo incontro; se provi a confidarti con i tuoi amici vedrai che non sei il solo ad avere paura di fare una figuraccia. Quando hai occasione di incontrare una ragazza (e se non ce l’hai fai di tutto per averla!), non mirare ad avere una storia con lei, ma solo e soltanto ad incontrarla di nuovo, chiedendole il numero di cellulare, o invitandola, amichevolmente, l’indomani in pizzeria o al cinema, o al pub. Insomma….Mantenere un contatto con tutte. Poi si vedrà.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
UNA VITA FALLIMENTARE
Sono una persona profondamente insicura, e per questa ragione credo che la mia intera vita sarà un continuo fallimento.La mia paura piu’ grande è infatti quella che il mio atteggiamento nei confronti del mondo sia impossibile da cambiare, e quindi di essere predestinato ad una vita di fallimenti….
Non so precisamente da cosa derivi il mio problema…sono bello, profondo, sensibile, ed inoltre ho abbastanza amici ed una ragazza di cui sono innamorato.
Sta di fatto pero’ che ogni volta che mi trovo ad interagire con il resto del mondo, sia con le persone piu’ fidate sia nel conoscere persone nuove, sento una profonda ansia, paura di fare figuracce o di dire cose fuori luogo, ed inoltre se cio’ dovesse accadere, la vedo come una profonda sconfitta personale che mi porta ad isolarmi per diverso tempo ed a evitare qualsiasi contatto con la persona verso la quale ho fatto la tanto temuta pessima figura.
La cosa positiva è che a volte invece mi sento molto sicuro di me, riesco a dire e fare cio’ che voglio tanto da sentirmi quasi un leader….queste situazioni avvengono pero’ raramente, e grazie ad un meccanismo segreto, che non riesco a scoprire.
Ho inoltre da poco cominciato i corsi alla facolta’ di ingegneria, e qui la presenza di centinaia di persone affianco a me non mi permette di concentrarmi sulle spiegazioni e quindi di capire gli argomenti della lezione….ho quindi paura che questi miei problemi psicologici possano anche influire sui miei corsi di laurea…..
grazie per l’attenzione…18enne
Gentile 18enne,
Da quello che mi racconti non sembra affatto che la tua vita sia un fallimento. Tu stesso hai detto di essere ‘bello’, ‘profondo’, ‘sensibile’ e di avere amici ed una ragazza che ami. Non mi sembra poco. Aggiungerei il fatto che hai 18 anni ed è del tutto normale, a questa età, essere insicuri. La difficoltà a concentrarti a lezione può essere dovuta al fatto che stai affrontando questo nuovo cambiamento, cioè l’Università e sicuramente serve un po’ di tempo per abituarti, così come lo stesso tempo occorre anche agli altri cento che sono in aula con te e che hanno vissuto, vivono o vivranno il tuo stesso problema.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
TERRIBILE ESPERIENZA
A seguito di un delicato intervento chirurgico mi ritrovo con una ileostomia che mi crea non pochi problemi psicologici. Non sono sposata e non so come affrontare l’argomento con un’eventuale partner. Il desiderio che provo con ricorrenza è di andare a vivere su un’isola deserta. Come posso vivere al meglio questa terribile esperienza?
Grazie.
Forever
Gentile Forever,
Prima di affrontare il problema con un eventuale partner, forse sarebbe meglio affrontarlo con se stessa. Provi ad imparare a convivere più serenamente con quanto le sta accadendo e, se non riesce, potrebbe iniziare un percorso psicoterapeutico, che la aiuti ad accettare meglio la convivenza con la sua nuova condizione. Quando avrà finalmente ritrovato il normale standard di vita e ciò che le accade lo vivrà con minore senso di angoscia, quello sarà anche il momento di guardarsi intorno.
Cari saluti e… Coraggio!
Dott.ssa Giuliana Proietti
QUALCOSA MI FA AGITARE
Mi chiamo Antonio e ho 26 anni. Soffro di attacchi di panico da diversi anni e non so se sono legati alla timidezza o no. Quando mi confronto con le altre persone, al lavoro o insieme agli amici ma anche in famiglia, scatta in me un qualcosa che mi fa agitare,comincio un po ad arossire,il battito cardiaco aumenta e soprattuto comincio a sudare e a volte anche a balbettare….e in quel momento mi sento al massimo del disagio!!! ma la cosa strana è che questa situazione dura solo per pochi minuti, dopo di che mi sento bene, tiro un sospriro di sollievo, mi sento rilassato. il + delle volte succede quando sono in luoghi affollati o mi trovo al centro dell’attenzione, quando si parla di me, di quello che faccio; l’attacco di panico lo vedo come la paura del giudizio degli altri su di me, la paura di sbagliare. e poi ormai vivo con l’idea che quando mi trovo in situazioni in cui mi potrebbero capitare questi attacchi ci penso e ho la paura che succedano….e inizio ad agitarmi!! x quale motivo questi attacchi durano pochi minuti? solo nei momenti iniziali? mi date qualche consiglio su come provare a superare queste ‘paure’?? ma sono dovuti alla timidezza? sinceramente, a parte questi attacchi passeggeri, ho una vita sociale abbastanza normale, ho amici, gioco in una squadra di calcio, esco con gli amici, con le ragazze…..!!
aspetto una Vostra risposta…
grazie ciao
Antonio
Gentile Antonio,
Probabilmente gli attacchi di panico sono dovuti a delle tue insicurezze ( esempio: poca autostima) che ti portano ad agitarti nelle situazioni in cui ti senti minacciato. La timidezza è legata agli altri aspetti della tua personalità (esempio: l’insicurezza) e rientra in un quadro più ampio, che favorisce l’insorgenza degli attacchi di panico. Il primo consiglio è quello di non pensare in anticipo a quello che accadrà, per non far aumentare l’ansietà. Il secondo consiglio è quello di non avere paura delle tue emozioni durante un attacco di panico. Prova ad osservare quanto ti accade in quei momenti e prova a riconoscere le tue emozioni, i tuoi stati d’animo ripetendoti che presto passerà.
Saluti.
Dott. Walter La Gatta
LAUREARSI, CHE FATICA !
Sono un ragazza di 21anni con un carattere definito da tutti forte e riservato. Frequento l’università ma nell’ultimo anno non sono mai andata a fare un esame trovando ogni volta scuse diverse. Tutto questo ha coinciso con una grave malattia che ha colpito mio padre proprio un anno fa. Da allora ho cominciato ad isolarmi dagli amici e a sentirmi completamente inadeguata al corso di studi che ho scelto,arrivando anche a dubitare dei miei interessi. Mio padre è la persona che ammiro di più, sto seguendo i suoi stessi studi e nonostante la malattia è lui che tira su mia madre e mia sorella. La cosa che lo fa più soffrire è pensare che non ci sarà il giorno della mia laurea ed io non riesco a concepire l’idea di deludere le sue aspettative…ed anche le mie.
Grazie mille!
Daniela
Gentile Daniela,
Stai affrontando un periodo piuttosto drammatico della tua vita e quindi è normale sentirsi confusa. Per quanto riguarda l’università, cerca di capire se stai seguendo i tuoi veri interessi o quelli di qualcun altro (tuo padre). Invece di isolarti dai tuoi amici, ricerca la loro presenza e prova a parlare con loro dei tuoi dubbi. Vedrai che riuscirai a trovare presto una soluzione. Se invece ti senti convinta della scelta che hai fatto, nessuno sa se tuo padre ti vedrà laureata, ma certamente ogni esame superato sarà una pillola di felicità….
Cari saluti e auguri!
Dott.ssa Giuliana Proietti
SEGUICI SUI SOCIAL!
Dr. Giuliana Proietti Facebook Dr. Walter La Gatta Facebook
Clinica della Timidezza Facebook Clinica della Timidezza Instagram
Clinica della Timidezza Twitter
TERAPIE IN PRESENZA A:
ARROSSIRE IN PUBBLICO
Mi Chiamo Lilli e sono di M., ho 40 e soffro da sempre di una forte timidezza che mi impedisce di vivere una vita normale .Il mio più grosso problema è l’arrossire in pubblico in continuazione anche senza un motivo particolare. Per me è diventato un incubo che non mi fa affrontare i rapporti con gli altri in modo sereno e sempre cercando di evitare incontri o serate con gli altri. Anche se ho 40 anni la mia timidezza non accenna a diminuire anzi sono esattamente uguale a quando ne avevo tre. Il dramma è che non riesco a capire da dove possa nascere questa timidezza cosi’ forte perchè non mi sebra di avere avuto problemi particolari nella mia vita.
Io non ce la faccio piu’… Non esistono farmaci per questo problema? Oppure come posso fare a superare questo incubo?
Altrimenti non uscirò piu’ di casa.
Grazie Lilli
Gentile Lilli,
Non esistono farmaci per la timidezza. Il consiglio che le posso dare è di non sopravvalutare il giudizio degli altri e di imparare ad accettarsi anche nei momenti in cui si sente in difficoltà.
Il suo valore personale non scende di un millimetro, se lei è pallida o rossa in viso. Solo autoconvincendosi che lei ‘vale, anche se…’ Riuscirà pian piano a superare il problema.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
MENO GELIDA
Sono una ragazza di 20 anni, sono sempre stata molto chiusa, la mia timidezza mi ha sempre impedito di vivere serenamente le cose più semplici e comuni che si fanno a scuola e da adolescenti ed ora mi sono resa conto di non aver mai vissuto appieno la mia vita. Continuo a sentirmi diversa da tutti gli altri e, se anche a prima vista posso sembrare una ragazza ‘normale’, perché all’inizio posso mascherare la mia timidezza, quando qualcuno cerca di entrare nella ia vita io lo rifiuto per paura. Questo mi accade nelle amicizie e coi ragazzi. Quest’anno all’università ho cercato di cambiare, per integrarmi finalmente, ma mi sono resa conto che assumevo dei comportamenti che non mi appartenevano. Il fatto è che non riesco proprio ad essere me stessa perché ho l’idea che come sono non possa andare. Finalmente mi sono aperta di più coi ragazzi, anche se non molto perché proprio non riesco a mostrarmi davvero per quella che sono.
Penso che se lo facessi mostrerei agli altri le mie insicurezze, invece la gente vorrebbe da te solamente l’allegria, la battuta al momento giusto e se una persona timida non potrà dare questo sarà una persona scomoda, antipatica ed imbarazzante per tutti. Quest’anno però per la prima volta sono riuscita a lasciarmi andare e a provare qualcosa per un ragazzo, insomma ho scoperto che posso anche essere molto meno gelida di come sono sempre stata., ma poi le mie paure hanno preso il sopravvento e questo mi ha portato a cambiare atteggiamento improvvisamente nei suoi confronti. Insomma le mie paure mi condizionano la vita ed ogni volta che sto per trovare un amico/a o un ragazzo, improvvisamente mi assalgono e ritorno gelida, distaccata, quasi maleducata. Le mie reazioni sono dettate dall’impulsività ed io stessa spesso non mi riconosco. Sto sempre sulla difensiva. In questo ultimo anno durante le lezioni all’università venivo assalita da tachicardia e sudorazioni di vario genere, appena potevo fuggivo in bagno per isolarmi perché quell’ambiente mi creava un’ansia insopportabile. Ho fatto terapia shiatsu ed ora sto facendo meditazione. Risolvere questo problema è per me davvero diventato la priorità e non faccio che pensare a come dovrei agire, mi sento infelice e sola e questo mi toglie motivazione nell’andare avanti e nello studio. Sono confusa perché non so più chi sono e pensare di ritornare all’Università per il nuovo anno accademico e ritrovarmi di nuovo ogni giorno con quella tachicardia snervante addosso? Devo davvero prendere per la prima volta la mia vita in mano e ritrovare, o forse scoprire, la mia vera identità, tirare fuori il carattere e il mio posto al mondo.
Spero di non essere risultata una che si piange addosso o snervante, per favore ditemi cosa mi passa per la testa perché io stessa non mi capisco. Vi ringrazio per la pazienza.
Barbara
Gentile Barbara,
Continua con la meditazione, che ti aiuterà a rilassarti e ad essere più serena. Se puoi, prova a parlare delle tue paure ad un esperto e cerca insieme a lui di trovare il modo per essere te stessa. Quest’anno qualcosa è cambiato, in quanto sei riuscita ad allacciare una relazione che, anche se si è conclusa troppo presto, è pur sempre stata un successo e non un fallimento. Partendo da questa prima esperienza, devi al più presto ricercarne un’altra ed un’altra ancora : vedrai che ogni volta sarà più facile della precedente. Infine, cogli l’opportunità che ti offre la frequenza all’Università: può essere la tua palestra di vita, dato che occupa solo un periodo molto limitato della tua esistenza e che quei luoghi, quelle persone che ti sono intorno, sicuramente non faranno parte del tuo futuro… A meno che… Sai cosa intendo. Provaci.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
COSCIENZA DI ME
Ciao sono BOB,ho 22 anni,diplomato ed in cerca di lavoro.Da 0 a 10 anni sono stato me stesso,puro e felice,dopo di che sono caduto senza piu’ rialzarmi.Forse le circostanze,forse io,comunque i fatti sono questi:ho una mamma opprimente e possessiva ed un padre fin troppo assente nella vita familiare,ma troppo presente nell’osservare me ed egli stesso…
Ancora oggi io e mio fratello tremiamo in loro presenza.Sempre assolto nei miei pensieri ho vissuto in una fatale vita fallimentare:scuola ,amici,lavoro ed amore.
Una sola ragazza è riuscita a farmi suo (x poco) ,le altre non sono riuscito ad afferrarle.
Da qualche mese ho chiarito gran parte dei pensieri.Sono come mio padre,ma differente nella scelta.
Sono cosciente di me stesso,ma le emozioni mi travolgono.Accuso lieve depressione e ansia,fobia sociale ecc.Ripeto sono cosciente di me,ma per la scelta di vita fatta,non ho mai vissuto.Ora qualcosa sta per cambiare,mi riesce raramente di “trattenere” e vedere tutto con chiarezza,nasco dentro ed è bellissimo,non mi addosso a niente e nessuno,capisco la gente,i meccanismi che costruiscono le relazioni,non volo ma sono sospeso ed assente.Chiedo di aiutarmi a coltivare la coscienza di me.La coscienza di me che ho nel sogno è quella che ho anche nella vita,che pero’ non riesce o meglio riesco a continuare a vivere ,mi perdo spesso e volentieri in opinioni che prendono il mio posto e via.Vi chiedo per benignità,come faccio ad uscire da questa situazione da vincente,come fare a coltivare me ed uscire.Ho cercato di essere il piu’ chiaro possibile,chiedo venia per ciò.
GRAZIE
Bob
Gentile Bob,
Ti stai rifugiando nei tuoi pensieri, sempre più confusi, per sfuggire alla vita di tutti i giorni. Non devi aver paura di affrontare la vita, abbi coraggio! Ti sei appena diplomato, prova allora ad usare le tue energie alla ricerca di un lavoro, qualunque esso sia, in attesa di quello giusto. Focalizza la tua attenzione sugli aspetti più concreti della tua vita e così facendo vedrai che coltiverai una maggiore coscienza di te stesso.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
SOFFRO DI TRICOTILLOMANIA
dalle medie “soffro” di tricotillomania.. ho iniziato con un periodo di nervosismo alle medie a causa di un cattivo rapporto con un’insegnante. Ho iniziato con le ciglia.. ma erano talmente deboli che bastava sfiorarle per ritrovarmele tra le dita. Così i miei genitori (la mancanza delle ciglie si notava molto) decisero di farmi fare una visita da un dermatologo, ma lui disse che non c’erano problemi particolari e mi diede solo qualche vitamina per fortificarmi un po’. Una volta ricresciute e passato il periodo delle ciglia tutto è tornato normale.. da circa 3 anni a questa parte ho iniziato con i capelli.. pensavo fosse una cosa solo mia, che nessun’altro provasse questo desiderio irrefrenabile di strapparsi i capelli. Quando un giorno, per caso ho trovato qualcosa di simile in internet.. sono rimasta molto stupita.. io non ho grandi chiazze senza capelli.. ho letto di situazioni peggiori rispetto alla mia.. ma non riesco comunque a smettere di toccarmi i capelli.. scegliere quelli “brutti” al tatto e poi strapparli.. e poi non riesco a parlarne con nessuno.. ne con i miei genitori, ne con il mio ragazzo.. ho paura che non mi capiscano.. io ce la metto tutta, ma non riesco a smettere.. ora ho 21 anni..
21enne
Gentile 21enne,
Visto che hai difficoltà a parlare del tuo problema con i tuoi genitori e con il tuo ragazzo, puoi provare ad aprirti con uno psicologo, con il quale poter affrontare in modo aperto quanto ti sta succedendo. Per cominciare potresti provar a rivolgerti ad un Consultorio o alle Aziende Sanitarie della tua città, dove potrai trovare assistenza psicologica gratuita, che ti aiuti a capire la natura del tuo problema.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
HO STACCATO CON GLI AMICI
Ho deciso di uscirne fuori.. ma risulta più difficile di quello che sembrava!
da molto tempo oramai ho intrapreso la strada della solitudine, ho staccato con gli amici, sono diventato introverso e silenzioso.
Questo perchè tutti i rapporti che ho avuto con la “gente” non mi hanno lasciato nulla, non mi danno sensazioni interessanti.. non posso dire di non avere amici, ma tutti quelli che conosco sono come deserti..
anche quando cerco di uscire con qualche ragazza, so che ne avrei bisogno, ma le ragazze, ma che dico le ragazze, i giovani, sono oramai tutti discoteca e festa e pettinature amici carini, superficiali in modo per me orribile…
non riesco a trovare gente che pensa, che capisce l’essenza di essere vivi, del presente..
mi chiedo: dove sono finiti tutti?
dov’è il pensiero?
come faccio ad interessarmi, a legarmi nuovamente con un mondo che non è interessante?
ho deciso di uscirne fuori.. ma risulta più difficile di quello che sembrava!
da molto tempo oramai ho intrapreso la strada della solitudine, ho staccato con gli amici, sono diventato introverso e silenzioso.
Questo perchè tutti i rapporti che ho avuto con la “gente” non mi hanno lasciato nulla, non mi danno sensazioni interessanti.. non posso dire di non avere amici, ma tutti quelli che conosco sono come deserti..
anche quando cerco di uscire con qualche ragazza, so che ne avrei bisogno, ma le ragazze, ma che dico le ragazze, i giovani, sono oramai tutti discoteca e festa e pettinature amici carini, superficiali in modo per me orribile…
non riesco a trovare gente che pensa, che capisce l’essenza di essere vivi, del presente..
mi chiedo: dove sono finiti tutti?
dov’è il pensiero?
come faccio ad interessarmi, a legarmi nuovamente con un mondo che non è interessante?
Filippo
Gentile Filippo,
A mio parere la scelta di non frequentare gli altri è un alibi per poterti meglio rinchiudere nella tua solitudine. In realtà non tutte le persone sono come tu dici: gioca per una volta a fare lo psicologo e cerca di scoprire, dietro ad ogni persona, anche quando ti appare superficiale e vuota, i suoi aspetti positivi. In tutte le cose e le persone che ti circondano ci deve essere del buono, perché così è in questo mondo: basta avere occhi per guardare ed orecchie per ascoltare…. Lavora bene, gentile aspirante collega e poi fammi sapere !
Dott.ssa Giuliana Proietti
BRUTTO ANATROCCOLO
Mi sento un pò più “normale” visto che ho letto parecchie delle lettere inviate in questo sito e…allora c’è molta gente ad avere problemi.
Vi scrivo per la mia timidezza. Ho letto di ragazze e ragazzi timidi che però hanno il ragazzo/a, altri invece sono come me: davvero io sono bloccata nei confronti dei ragazzi. Mi spiego: sono cresciuta con maschi che non mi ritenevano per niente carina (eppure, obiettivamente, per me sono carina), mentre alle mie amiche sì; ho avuto dei ragazzi a cui sono piaciuta ma….diciamo che chi per amicizia, chi per timidezza li ho “respinti”. Ogni volta che qualcuno dimostra interesse per me provo una strana sensazione, che inizia con la gioia ma poi si trasforma in paura, una paura che per me è irrazionale perchè non so da cosa nasca… Immagino il nostro incontro, i baci, ed il resto…tutto insomma! E sto male, inizia a crescere la tensione dentro di me, come un’energia molto forte, e si intensifica il mio abituale senso di “strozzamento alla gola”. Invece, qualora nessuno mi faccia il filo, mi sento come mi hanno fatta sentire in passato, cioè non bella, anche se io mi reputo attraente. E’ come se tutto tornasse alla memoria…e poi vedo uomini e ragazzi che vanno dietro solo alle ragazze più o meno grandi (oggigiorno sempre più piccole anche) che si comportano in modo molto espansivo con loro, che vestono semi-nude o comunque con abiti attillatissimi…Io invece devo dire che in passato ero molto scherzosa, scherzavo con tutti, poi alle scuole superiori ho avuto una classe per me orribile, non sto a spiegare il perche, ma il mio morale e la mia autostima ne sono stati profondamente intaccati. Poi…tre anni fa ho perso mia madre. Con lei ho perso 2 amici che conoscevo da 11 anni (ci siamo allontanati a vicenda) e con altri il rapporto è più freddo. Ora vado all’Università, provo ad essere più solare, come ero un tempo, ma ogni volta che lo faccio incontro solo persone che mi guardano male (dico davvero!) penso perchè non sono una ragazza che dice una parolaccia ad ogni parola, non sto con 3 ragazzi al mese, non vesto con abiti griffati…Insomma l’unico motivo che trovo è questo!! Sennò perchè se io mi pongo loro con un sorriso e scherzo, faccio loro domande, insomma PARLO, loro se mi incontrano neanche mi salutano? Questo fa sì che spesso io mi senta “inferiore”. Quando è morta mia madre, rileggendo un diario ho notato quanta fosse la rabbia che avevo accumulato. Ora penso sia un pò sbollita, perchè arrossisco nel rileggere certe cose , brutti pensieri che avevo scritto, e la penso diversamente. Ma il fondo rimane: l’incanto di un tempo è passato. A volte fatico persino a chiedere una semplice informazione. A ciò aggiungo il fatto che ho una sorella di 5 anni più grande (io ne ho 20), ed è davvero molto, molto bella. Io le voglio bene, ma tutta la famiglia (siamo in tanti) la ha sempre elogiata per questa sua bellezza, ed in occasione di un matrimonio un fotografo le ha scattato delle foto, rammaricandosi del fatto che fosse già “troppo grande” a suo avviso per iniziare una carriera come…modella penso. Un ragazzo che mi disse che gli piacevo sbavava anche per lei…..insomma lei è molto più bella, almeno fisicamente di me. Persino di fisico è asciutta, magra (come vuole la moda), io invece sono più piena (non grassa, “giusta”. Lei è sottopeso). Anche questo ha fatto sì che mi reputassi il “brutto anatroccolo” di casa. Anche i miei genitori, soprattutto mio padre, le ha sempre voluto più bene, e questo lo notò anche mia madre (quindi non è solo una mia impressione). Ho anche letto su una rivista che la belleza ,la simmetria di un volto fanno sì che uno abbia più successi, e magari sia anche preferito in famiglia. Io penso di sì. Insomma….non penso di essere brutta, ma così mi hanno fatta sempre sentire. E mi sono sentita. Ora praticamente non esco quasi più…già alle superiori provavo un disagio interiore; poi, morta mia madre tutto il resto (le amicizie) è crollato. E’ rimasto ben poco. Persino i parenti non si fanno più vivi. E,come se non bastasse, mia sorella è andata a convivere con un ragazzo molto ricco, così che non si deve neanche preoccupare di fare i mestieri di casa (tanto ha la domestica) o stirare e così può dedicare più tempo al suo aspetto esteriore, andando in palestra fino a 4-5 volte a settimana. Io sono rimasta a casa con papà, gli voglio tanto bene e la maggior parte delle cose in casa le faccio io, ma un pò anche lui.
Adesso ho conosciuto un ragazzo in chat. Lui mi piace molto caratterialmente, abbiamo molto in comune. Lui vorrebbe sentirci per telefono. Io mi vergogno, e quando me lo ha chiesto ho chiuso la conversazione salutandolo un pò bruscamente. Non voglio ferirlo o fargli male. Gli ho detto che non sono un sex-symbol, non sono molto espansiva, specie coi ragazzi…Insomma mi sono auto-demolita. Non so più che fare. Nel complesso io ringrazio Dio perchè sono viva, perchè ho quello che ancora mi rimane. Anche se mia madre non c’è più. Ma sono quasi una monaca di clausura.
Penso che leggerò il libro della vostra collega Proietti, che avete consigliato ad un’altra persona…
Vorrei però chiedervi una cosa: leggendo molto, mi ha interessato la tesi delle vite precedenti che possono influire su quella presente….ipnosi fatte da psicologi da cui sono emerse queste “prove”. Pensate sia il caso di rivolgermi da uno psicologo?
Gradirei anche la vostra opinione ed il vostro consiglio…
Grazie. Potete rispondere al mio indirizzo e-mail?
Complimenti per il sito e tanti auguri per la vostra attività.
Grazie in anticipo, Laura.
Gentile Laura,
Mi sembra che in realtà tu sia una persona che non si accetta molto, anche se affermi di essere ‘obiettivamente carina’ e cerchi di auto-convincerti di questo. Il problema principale appare invece la conflittualità con tua sorella, che andrebbe risolta. Prova per questo a cambiare lo stile del tuo pensiero. Comincia ad accettarti per quella che sei: puoi imparare a sentirti più carina cercando di migliorare il tuo aspetto fisico, ma senza scoraggiarti se non raggiungi lo standard di tua sorella. Al di là di quanto ci raccontano i media, non si ha successo nella vita solamente per il fatto di essere belli: ti assicuro che anche l’intelligenza, la preparazione, lo humour sono altrettanto apprezzati. Cerca dunque di lavorare su te stessa per migliorarti in questo senso. Per quanto riguarda il ragazzo che hai conosciuto in chat, sentirsi al telefono non è poi così impegnativo e puoi sempre aggirare le tue difficoltà. Gli hai già detto di non essere una sex symbol, ma come vedi lui è ancora interessato a te: forse lui trova in te ciò che neanche tu sai di avere. Quanto alla tesi delle vite precedenti, personalmente non ci credo, ma se tu ritieni utile tentare fallo: non è importante come raggiungere l’obiettivo, quanto raggiungerlo, quindi prova.
Dott.ssa Giuliana Proietti
SPERANZA DI CAMBIARE
Innanzi tutto voglio rivolgervi i mie complementi per l’utilità di questo sito, Mi chiamo Paolo ho 20 anni e per quasi tutta la vita ho sofferto a causa della mia timidezza, mi risulta molto difficile parlare per socializzare con persone che non conosco e a volte mi succede la stessa cosa anche per i conoscenti perchè ogni volta che ci provo avverto tremori, insicurezza, suggestione e sbalzi di voce, nei pochi colloqui di lavoro che ho fatto ho dato l’impressione di quello che non sono e nell’approccio con una ragazza va ancora peggio e questo mi fa sentire ancora più rabbia e rimorsi anche perchè non sono un brutto ragazzo, anzi direi il contrario. Tutto questo assieme alle occasioni mancate e hai rimpianti mi fa sentire la mia vita un fallimento, io ho la speranza di cambiare è questo penso che non sia poco ma vorrei essere aiutato, una volta ho sentito dire che esistono dei farmaci contro la timidezza… esistono questi farmaci?funzionano? credo che la mia sia una forte forma di timidezza o fobia sociale che mi ha portato a rinchiudermi in casa.
Saluti e grazie per una vostra eventuale risposta.
Paolo
Gentile Paolo,
Non esistono farmaci contro la timidezza, al di là dei soliti psicofarmaci. Trovo che tu abbia effettivamente buone possibilità di raggiungere un cambiamento, perché lo vuoi e lo speri, anche se ti rendi conto che forse dovresti essere aiutato. Ti posso consigliare di cercare questo aiuto non in una pillola, ma in una persona (lo psicologo) che ti possa aiutare a conoscerti meglio e ad accettarti, oltre che darti coraggio per affrontare le difficoltà della vita. Puoi farcela, non sperarci solamente, ma fai qualcosa di reale per cambiare. Auguri!
Dott.ssa Giuliana Proietti
IL TEMPO NON FUNZIONA
Ho letto la risposta che ha scritto ad un ragazzo che soffre di ereutofobia, e devo dire che mi sono ritrovata in molte delle situazioni e delle sensazioni da lui descritte. Ho molto apprezzato la sua risposta, solo che a me pare che il “tempo” su di me non faccia effetto: ho infatti “già” 28 anni, e il disturbo continua a permanere. Anzi, ultimamente si è addirittura accentuato, forse anche a causa di alcune scelte che ho fatto in ambito lavorativo, licenziandomi (scelta positiva) e rifiutando, dopo solo un giorno di prova, una collaborazione che sembrava essere tutto quello che mi promettevo di cercare da un nuovo lavoro (Scelta discutibile.).
Risultato: ora sono a casa, ancora a cercare e a rimuginare sulle mie paure, sul mio senso di inadeguatezza di fronte alle situazioni nuove, tanto che l’ unica cosa che ho saputo fare per evitare di mettermi in gioco e di affrontare i nuovi “altri” della mia vita, è stata fuggire: una fuga clamorosa con cui ho fatto cento passi indietro nella mia vita, lasciando il lavoro, la casa a Milano, tornando dai miei, in campagna. Come una bambina.
È così che ora mi sento, e come una bambina mi trovo ad arrossire, come e più di prima, all’improvviso, sentendo che la mia fragile pelle si frantuma di fronte allo sguardo degli altri; io posso solo voltare le spalle e coprire il mio viso. Non c’è una logica che metta al riparo da questa ansia, che è più forte di qualsiasi luogo, legame di senso o di sentimento. Può succedere ovunque: al supermercato, ad una festa (dunque: meglio evitare e leggersi un bel libro, tanto fuori sta sera fa freddo.), in pizzeria, al corso di inglese.
Così si cerca di mettersi al riparo, di stare alla larga da queste situazioni imbarazzanti, ma si finisce per evitare gli altri e se stessi: i miei stessi desideri mi fanno paura, adesso: quelli cattivi, perché mi portano lontano dal mondo, e quelli buoni, perché alla lunga anch’essi si ritorcono contro una sincera capacità e volontà di stare bene con se stessi.
Io non voglio vivere così, perché credo che la vita sia un’occasione unica, e mi rendo conto che sto perdendo tempo prezioso aspettando che domani sia diverso (ma non lo è mai). Ho iniziato una psicoterapia, ma non so se è sufficiente e adeguato, come sostegno, ai miei problemi. Io vorrei andare a fondo, capire, e affrontare la cosa in modo più diretto. Forse sono io stessa che non riesco ancora a guardare in faccia il problema con la mia analista, ma è così difficile analizzare le mille sfaccettature e
implicazioni di quest’ansia e di questa fobia che mi porto dietro come un pesantissimo fardello.
Cosa posso fare?
La ringrazio tanto per la sua sensibilità e disponibilità, un saluto, con stima
Dora
Gentile Dora,
Ha fatto bene ad andare in psicoterapia: questo è un primo passo per cercare di risolvere il problema. Se però anche in terapia non riesce ad andare a fondo alle sue difficoltà, questo può voler dire che lei sta fuggendo non solo fisicamente, da luoghi e situazioni che le creano disagio, ma anche da se stessa. Continui ancora con la psicoterapia cercando di aprirsi con la sua terapeuta, provando a parlare dei suoi desideri, che lei definisce ‘buoni ‘ e ‘cattivi’, per meglio comprendere il loro significato e non averne più così tanta paura. Nel caso in cui le sue difficoltà ad aprirsi continuino a persistere, prenda in considerazione l’idea di cambiare psicoterapeuta, perché molto probabilmente non si riesce a stabilire fra voi un’alleanza terapeutica che fornisca il presupposto di un lavoro psicologico efficace.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE
SONO TIMIDA DA SEMPRE
Sono una donna di 46 anni da sempre sono timida e arrossisco facilmente, attualmente questo problema sta diventando un vero dramma. Il rischio è quello di rinchiudermi a riccio, divento rossa per niente e piu’ gli altri me lo fanno notare e piu’ diventa un vero disagio vorrei fuggire nascondermi da tutti e da tutto. Vi prego aiutatemi ad uscire da questo problema. Non so come fare a superarmi oppure almeno accettare quello che mi succede. Un grazie per la vostra attenzione.
Giovanna
Gentile Giovanna,
Provi a non vivere il suo disturbo in modo troppo drammatico: forse è proprio per questo che ha cominciato ad arrossire per niente. Cerchi di sdrammatizzare la gravità del suo problema con un po’ di auto-ironia. Provi a prendersi in giro, a scherzare con se stessa del suo disturbo e sicuramente le cose miglioreranno. Inoltre cerchi di non dare troppo peso a quello che dicono gli altri. Potrebbe anche iniziare una terapia di rilassamento, tipo training autogeno, per imparare a gestire le emozioni.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
SPAVENTO LA GENTE
Mi chiamo Stefania, ed ho 22 anni, sono molto timida ed introversa, il fatto è che per me superare questo mio limite è sempre stata una sfida, infatti faccio un lavoro nel quale sono a contatto con gente che non conosco e con cui devo tenere alta sia l’attenzione che l’interesse, questo mi sta aiutando, ma nei rapporti interpersonali con persone della mia età sono una vera frana.
Appena mi si avvicina qualcuno o sono io interessata a qualcuno, alzo uno scudo inespugnabile, IO SPAVENTO LA GENTE, non so cosa fare, io praticamente non riesco a fare amicizia in nessun modo.
Vorrei un suo consiglio.
La ringrazio in anticipo.
Stefania
Gentile Stefania,
Nel lavoro è riuscita ad imparare un modo per relazionarsi agli altri, provi adesso ad attingere a queste sue risorse, per vincere una nuova sfida: quella di imparare a relazionarsi con i suoi coetanei. Potrebbe ad esempio scriversi un elenco di cose che ritiene di avere imparato a contatto con gli altri e poi cercare di raggiungere questi obiettivi anche nella sua vita privata. Per fare ciò le consiglio di partire dal compito più semplice e concentrarsi poi, man mano, su quelli più difficili. Dal momento che è riuscita a realizzarsi nella vita lavorativa, sicuramente, con un po’ di impegno, riuscirà anche nella sua vita privata. Coraggio e auguri!
Dott. Walter La Gatta
E’ PIU’ FORTE DI ME
Sono una ragazzina di 16 anni. Ho trovato il vostro sito su un giornale e devo dire che è fatto molto bene! Complimenti!!!
Sono anche io una ragazza molto timida, che vuole comunque cercare di convivere con questo “problema”! Faccio molta fatica a parlare con amiche e soprattutto con amici… Appena tento di dire qualche cosa mi blocco e divento rossa improvvisamente…. cerco di controllarmi ma non ci riesco…. Così anche con persone adulte. Spesso mi chiudo anche in me stessa, pur sapendo che non va bene… Ma è più forte di me… Spero che crescendo le cose cambino…. DOMANDA: Crescendo la timidezza diminuisce, è vero?
Come posso aiutarmi a superare questo problema?
Sicura di una vostra risposta…. Vi invio i miei più cordiali saluti!!!
P.S. complimenti ancora per il sito 🙂
Timida
Gentile Timida,
Sono contento che il nostro sito ti sia piaciuto.
Quanto affermi è verissimo: la timidezza tende a diminuire con l’età. Infatti, devi pensare che stai affrontando in questo periodo della tua vita un momento di grandi cambiamenti e questo comporta inevitabili ansie ed insicurezze, che peraltro riguardano anche i tuoi coetanei, anche se spesso riescono a camuffare i loro disagi.
Stai sperimentando inoltre nuovi modi di relazionarti con gli altri e questo comporta alcune difficoltà. Comunque, ogni volta che ti trovi a vivere questi periodi difficili, ripetiti che è una situazione momentanea e che sei su una strada in discesa, per cui le cose non potranno che migliorare.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
CHIUSO NELLA MIA CAMERA
Sono un ragazzo di 14 anni il mio problema è che sono timido, ho paura di quello che pensano gli altri di me e ho paura di parlare perchè penso che gli altri mi prendano in giro.L’unica occasione dove la mia timidezza non esce e’ quando sto con i miei amici o compagni di scuola.Anche in famiglia non parlo molto e cerco di essere sempre isolato ed e’ cosi’ che passo le mie giornate al di fuori dalla scuola:chiuso nella mia camera.Mi date per favore un consiglio per come mi devo comportare?Come posso diventare meno insicuro di me stesso?E come posso far sparire le mie paure di non piacere agli altri?Grazie in anticipo e aspetto con ansia una Vs. risposta.
GIORGIO
Gentile Giorgio,
Mi rendo conto che queste paure ti possano paralizzare nel tuo rapporto con gli altri. Ti consiglierei di cominciare da una tua risorsa: hai detto che la tua timidezza non si manifesta nel rapporto con i tuoi coetanei… Perché allora non provi a focalizzare le tue energie su questo tuo punto di forza e cerchi di organizzare con i tuoi amici qualcosa da fare anche nel pomeriggio? Così eviterai di restare solo, chiuso in camera, a rimuginare sulle tue paure, che così facendo diventeranno sempre più reali. Inoltre ricordati che stai vivendo il periodo dell’adolescenza e non devi dunque pensare che queste difficoltà siano solo tue. Sicuramente anche gli altri intorno a te vivono segretamente gli stessi disagi, forse con una maggiore capacità di mascherarli. Quindi non sentirti solo ed unico con questo problema e fatti coraggio, perché tante cose belle ti stanno già aspettando.
Dott. Walter La Gatta
PROFONDAMENTE DISPERATO
Mi chiamo Sergio e sono uno studente di 26 anni prossimo alla laurea; da un anno e mezzo ho un curioso problema che mi sta facendo ammattire e mi rende profondamente disperato. Premesso che son sempre stato esageratamente timido e goffo (tra parentesi non ho mai avuto una ragazza e questa è una cosa che mi fa soffrire addirittura quotidianamente), è sopraggiunta una strana “ossessione”, non so come chiamarla. Sono 24 ore su 24, e specialmente in situazioni di compagnia anche con i più stretti familiari, preda di pensieri ossessivi sul mio sguardo: la mia attenzione è assorbita da come e se guardare gli altri, in che momento, in che zona del viso, come trovare un modo per allontanare il mio sguardo da loro se la frase è finita! Vado da uno psicologo da 1 anno, in un consultorio di volontari perché altrimenti non potrei permettermelo, ma finora nessun risultato.
L’unica caratteristica positiva che mi riconosco è di avere una cultura decisamente superiore alla media, senza vantarmi, perché sono un lettore voracissimo; ma non mi è mai servita a nulla nel relazionarmi al prossimo.
Potete darmi qualche utile suggerimento?
Cordiali saluti.
Sergio
Gentile Sergio,
Hai fatto bene a decidere di andare in psicoterapia, però non mi è chiaro cosa questo significhi per te: sei andato regolarmente per un anno dallo psicologo con cadenza settimanale, o ci sei andato nell’arco dell’anno occasionalmente, quando ne sentivi il bisogno?
Se sei andato tutte le settimane, regolarmente, in terapia ed hai seguito un piano di riabilitazione che non ha dato nessun risultato, ciò significa che la psicoterapia non ha funzionato.
Un primo tentativo di soluzione potrebbe essere quello di rivolgersi ad un altro specialista, con il quale lavorare in modo più produttivo. Per quanto riguarda il tuo problema specifico, la soluzione potrebbe essere quella di imparare, nei momenti difficili, a spostare il focus dell’attenzione su altri concetti. Ti faccio un esempio. C’è una metodologia di meditazione orientale, chiamata mantra, che consiste nel pronunciare delle frasi in modo ripetitivo, come una preghiera, un rosario, una poesia imparata a memoria da tanti anni. Questa recitazione interiore consente alla mente di concentrarsi su frasi neutre, che non comportano alterazioni dell’emotività, scacciando i pensieri ossessivi o negativi. Prova a cercare una tua litania con contenuti positivi e ripetila spesso quando arrivano i pensieri disturbanti. Ad esempio potresti usare la frase del training autogeno: ‘sono perfettamente calmo e rilassato, sono perfettamente calmo e rilassato…. ‘ Ma su questo ti lascio libertà di scelta.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
TIMIDEZZA PARTICOLARE
Sono una ragazza di 21 anni,putroppo soffro di una timidezza che chiamerei “particolare”.Dapprima instauro un raporto sincero e confidenziale con le persone,poi immprovvisamente..faccio marcia indietro inizio a non trovare più argomenti di cui parlare,rispondo a tratti,mi chiudo e sopratutto divento noiosissima!!.Ora quello che mi fa rabbia e che sulle prime non sono assolutamente timida,riesco ad instaurare dei bei rapporti poi tutto in un colpo..rovino tutto!!e il fatto è che mi capita con le persone a cui sono più legata.Assumendo questo comportamento,le allontano e perdo inevitabilmente qualcosa di prezioso..e io mi sento sempre più sola..sola…come fermare questo meccanismo di auto-distruzione?ormai sono otto anni che ne soffro..non ne posso più di fare l’eremita..sento che non è il mio ruolo..vi ringrazio per la vostra attenzione,cordiali saluti!!
Lara
Gentile Lara,
Prima di tutto devi sentirti una persona fortunata, in quanto il tuo problema viene in un secondo momento e così riesci in qualche modo ad instaurare un rapporto con gli altri. Probabilmente la tua fuga dal mondo deriva dalla tua scarsa propensione ad assumerti le responsabilità che ogni rapporto, anche amicale o sentimentale, comporta. Forse provieni da un famiglia molto protettiva, che ti ha dato apparentemente libertà di azione, ma non ti ha mai lasciato veramente libera di volare con le tue ali. Cerca di assumerti maggiori responsabilità, di fare delle scelte in autonomia e vedrai che ti sentirai più sicura di te ed anche le relazioni con gli altri miglioreranno.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
IMPACCIO CON GLI ALTRI
il mio problema è avere particolare impaccio con gli altri, oltre a varie conseguenze organiche. Mi spiego.
La sudorazione delle mani è un dato, oltre alla freddezza.
Si aggiunge la tachicardia e bocca secca nel parlare in pubblico.Spesso mi concentro su come parlo anzichè su quello che dico, causando evidenti caos.
Ultima la visita medica di routine, con sempre mani gelate e pressione arteriosa schizzata alle stelle con conseguente preoccupazione del medico e ricerche organiche. Ma io so che il disturbo è senz’altro psicologico.
A 35 anni mi sono davvero stancato e avendo ambizione di esporre le mie idee agli altri non posso certo affrontare la vita così. Come intervenire?
Fabio
Gentile Fabio,
Prima di tutto è bene che tu attenda i risultati delle analisi mediche per verificare se alla base dei tuoi disturbi ci siano eventuali cause organiche. In caso contrario, potresti provare alcune tecniche di rilassamento (come il training autogeno) e/o di meditazione, che possono diminuire gli stati ansiosi. Quando ti trovi a parlare in pubblico non concentrarti sui soliti disturbi che ti assalgono, cioè non avere paura ancor prima di parlare: così non fai altro che entrare in un circolo vizioso in cui l’ansia produce ansia. Non focalizzare poi la tua attenzione sulle aspettative degli altri: nessuno è lì per giudicarti e se lo fa, è probabilmente un modo per difendersi, piuttosto che per attaccare.
Ti faccio tanti auguri.
Dott. Walter La Gatta
MESSO IN UN ANGOLO
Mi chiamo Giuseppe ho 33 anni è sono un timido dalla nascita. Si proprio cosi. Ricordo che da bambino venivo messo in un angolo e li restavo anche per ore se non veniva la mamma a prendermi. Ricordo ancora che a scuola non riuscivo a leggere sia medie che elementari, cosi chè venivo schernito dai tanti. In realtà da solo riuscivo a leggere, insieme agli altri no. E poi tante altre situazioni. Sudo quando sto in mezzo alla gente mentre a casa la sera sto benissimo. Purtroppo devo conviverci e allora se in parte riuscissi ad eliminare questo disagio sarei felice. Non ne parliamo con le donne. Sono simpaticissimo anche carino ma non riesco a trovare la mia compagna. Anzi se una donna mi piace la evito.
Grazie di cuore
Giuseppe
Gentile Giuseppe,
Sei timido, ma come tu stesso riconosci, sei anche carino e addirittura ‘simpaticissimo’. Non resta che potenziare queste due importantissime qualità e cercare di neutralizzare il problema dell’ansia attraverso tecniche di rilassamento.
Ti assicuro che è molto più facile imparare a gestire le proprie emozioni che diventare carini e simpaticissimi se madre natura è stata un po’ matrigna… Dunque hai già avuto dei talenti: non rimane che farli fruttare !
Ciao, auguri!
Dott. Walter La Gatta
ARGINARE L’ENERGIA
Ho 33 anni e sinceramente non ho mai affrontato la mia tremenda timidezza nel dovuto modo. niente psicologi o altro, se non qualche lexotan e un po’ di yoga di tanto in tanto e quasi sempre con scarsissimi risultati: rossore, sudore, palpitazioni frequenti si alternano sempre nelle migliori occasioni. ora, che ho rinunciato a passate opportunità di lavoro, amici, ecc, sento di aver perso il mio tempo a combattere un nemico che in fondo, in realta’, sono io. e del quale, oggi, non saprei farne a meno. ma non voglio perdere la mia parte emotiva, la sensibilita’ che mi ha fatto compagnia, con molto dolore e poca gioia, in questa vita. fa parte di me,ormai,come un cattivo fratello o un padre snaturato. pero’, se esistesse un modo, vorrei “arginare” questa energia che mi esplode letteralmente rendendomi ridicolo agli occhi degli altri. quindi, vorrei acquisire le capacità di autorilassamento (forse le sole a poter far qualcosa, visto che lo yoga a poco è servito!) che ho trovato menzionate nel vostro sito.spero che esista un modo per rimanere sensibili in questo mondo, e al tempo stesso proporsi decisi e sicuri agli occhi degli altri.
un grazie di cuore!
Carlo
Gentile Carlo,
Sta imparando a convivere con la sua timidezza, non più rifiutandola, ma accettandola riconoscendone anche i lati positivi, come la sensibilità.
Più che arginare la sua energia, pensi a canalizzarla verso obiettivi che, se realizzati, potranno accrescere la sua autostima. In questo modo la sua energia diventerà un aspetto positivo della sua persona e non un difetto da combattere.
Un modo per imparare a gestire meglio le emozioni è sicuramente quello che ha trovato sul sito. Il consiglio che possiamo darle è di apprendere queste tecniche non da solo, ad esempio leggendo un libro, perché non funzionerebbero, ma andando da un professionista specializzato o partecipando ad un gruppo.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
Dr. Giuliana PROIETTI TEL. 347 0375949
Ancona Fabriano Terni Civitanova Marche e ONLINE
LA SPINTA GIUSTA
Ho 33 anni e sinceramente non ho mai affrontato la mia tremenda timidezza nel dovuto modo. niente psicologi o altro, se non qualche lexotan e un po’ di yoga di tanto in tanto e quasi sempre con scarsissimi risultati: rossore, sudore, palpitazioni frequenti si alternano sempre nelle migliori occasioni. ora, che ho rinunciato a passate opportunità di lavoro, amici, ecc, sento di aver perso il mio tempo a combattere un nemico che in fondo, in realtà, sono io. e del quale, oggi, non saprei farne a meno. ma non voglio perdere la mia parte emotiva, la sensibilità che mi ha fatto compagnia, con molto dolore e poca gioia, in questa vita. fa parte di me,ormai,come un cattivo fratello o un padre snaturato. però, se esistesse un modo, vorrei “arginare” questa energia che mi esplode letteralmente rendendomi ridicolo agli occhi degli altri. quindi, vorrei acquisire le capacità di autorilassamento (forse le sole a poter far qualcosa, visto che lo yoga a poco è servito!) che ho trovato menzionate nel vostro sito. Spero che esista un modo per rimanere sensibili in questo mondo, e al tempo stesso proporsi decisi e sicuri agli occhi degli altri.
un grazie di cuore!
Marco
Gentile Marco,
Sei sulla via della saggezza. Per prima cosa hai imparato ad accettare questa parte di te che ti crea problemi: non considerarla però come un ‘cattivo fratello’ o come un ‘padre snaturato’ . Pensala invece come la tua ‘anima’, molto profonda, molto dolce, anche se in certe occasioni un po’ pazzerella. Fa parte di te, non combatterla. Facciamo un esempio : poniamo tu abbia una fidanzata di cui sei tanto innamorato. Lei è dolce e carina, ma quando si trova in società ha dei comportamenti che chiaramente ti mettono in difficoltà. Per questo la lasceresti ? Credo proprio di no, visto che la ami: magari cercheresti dapprima di parlarci, di spiegarle perché ti crea tanto imbarazzo. Poniamo però che lei non capisca, che, senza volere, continui come prima, non per cattiva volontà, ma per carattere. Che fare ? Forse cercheresti di neutralizzare i suoi comportamenti bizzarri, nascondendoli, con qualche stratagemma, agli occhi degli altri. Ma rendiamo la cosa più difficile: neanche questo è possibile. E allora? Rinunci alla tua vita sociale? Sicuramente no. Non ti rimane che buttarla sullo scherzo, valorizzare questi strani comportamenti di lei, mostrandoti divertito e divertendo, con essi, gli altri.
Il rischio a questo punto potrebbe essere quello di aver reso la tua ragazza talmente simpatica in società da poter suscitare l’apprezzamento anche di altri rivali… Non ti preoccupare, a te questo non succederà, perché non stiamo parlando della tua ragazza, stiamo parlando di te! Ed è di te, così come sei, che gli altri si innamoreranno.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
TROPPO TIMIDA
sono una ragazza di 17 anni sto scrivendo perchè sono molto o forse perfino troppo timida però vorrei davvero superare il problema almeno in parte. Non sopporto che ovunque sono alla minima cosa che mi si dice divento di tutti i colori e gli altri molto spesso mi scherzano così mi trovo ancora di più a disagio e quando vorrei parlare e dire la mia opinione, soprattutto a scuola, sono esageratamente bloccata tanto che a volte mi trema la voce. Sono già stata punita per la mia timidezza, ho perso infatti un anno di scuola, non voglio continuare a nascondermi e ad essere presa in giro anche perchè sto studiando per lavorare nella società dove sarò sempre in mezzo a tanta gente per queso vorrei aiutarmi e provare a vivere come tutti gli altri vivono..senza paura di cambiare colore!!
Ringrazio in anticipo, sperando che voi sappiate consigliarmi.
Lara
Gentile Lara,
Devi pensare che la tua timidezza, considerando la tua età, non è solo un tuo problema. Chissà quanti altri tuoi compagni di scuola vivono le tue stesse insicurezze ed i tuoi timori. Forse tu ti focalizzi così intensamente sul giudizio altrui, tanto da conferirgli troppa importanza. Prova inoltre a prendere un po’ in giro le tue piccole gaffes, i tuoi rossori e via dicendo. Questo può essere un modo più costruttivo che sono sicura svanirà o si attenuerà con il tempo.
Inoltre, se stando insieme agli altri ciò che più temi è di ‘cambiare colore’, sappi che anche in questa situazione difficile rimani sempre te stessa e quindi devi imparare ad amarti anche così, senza svalutarti perché hai semplicemente cambiato colore per qualche secondo della tua vita.
Un abbraccio.
Dott.ssa Giuliana Proietti
GLI OCCHI DEGLI ALTRI
Sono un ragazzo di 22 anni e mi sento sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, mi sento sempre gli occhi delle persone che mi stanno intorno, fissi a guardare tutto quello che faccio.
Sono un ragazzo normalissimo e non capisco perché mi debba sentire così.
Inoltre ogni volta che devo parlare con una persona divento rosso in faccia (comunque le cose le riesco a dire fino in fondo), mi infastidisco infinitamente per questo mio problema, che avvolte non mi fa fare delle cose per paura di come reagirebbe il mio corpo.
Vorrei avere da voi professori un consiglio, un aiuto o perlomeno una parola di conforto. Siete le prime persone a cui dico i miei problemi personali perchè vi ritengo in grado di potermi aiutare.
Vi ringrazio e spero nel vostro aiuto.
Se risponderete alla mia lettera e mi darete qualche consiglio, lo metterò in pratica con la riserva di farvi sapere come è andata.
Grazie e buon lavoro.
Stefano
Gentile Stefano,
Il mondo non è pieno di persone cattive o ipercritiche dalle quali doversi sempre difendere. A volte è così, ma non sempre, non in tutte le situazioni. La prima cosa da dirti dunque è quella di cercare di aprirti di più al mondo, di mostrare anche le tue fragilità. Chi ha detto che bisogna essere perfetti? E’ nella natura umana esserlo? E allora, perché pretenderlo? Accettati come sei, abbi fiducia in te stesso, sorridi agli altri prima che lo facciano loro e guarda in faccia le persone che ti guardano: ti accorgerai che molti non stanno guardando te, ma pensano ai fatti loro e chi ti guarda è probabilmente anche pronto a sorriderti…
Fallo tu per primo!
Ciao. A presto.
Dott. Walter La Gatta
BISOGNO DI AIUTO
Mi chiamo Vittorio e ho 42 anni; vi scrivo per esprimere il mio disperato desiderio di aiuto, tanto disperato da non credere nemmeno più in una possibilità di cambiamento. Vi espongo i fatti, lascio a voi specialisti inquadrare il problema, se e dove pubblicare eventualmente la lettera; spero vogliate comunque darmi una risposta.
Ricordo di essere stato da sempre molto timido, in particolare con le donne; ho sempre provato un senso di inadeguatezza e ciò mi ha creato sempre grosse difficoltà nei rapporti sociali. La conseguenza è stata di aver avuto sempre pochi amici, relazioni con l’altro sesso quasi inesistenti, ho sempre evitato, qualora potevo farlo, tutte le situazioni che comportavano la mia esposizione in pubblico (tipo una festa con amici, frequentare una palestra, etc.). Tutto ciò mi ha sempre provocato un senso di solitudine e di frustrazione; ho sempre desiderato essere diverso, più aperto, più partecipativo alla vita, ma qualcosa in me lo impediva e ancora lo impedisce, all’età ormai adulta di 42 anni.
Tutte le fasi della mia vita, la fanciullezza, l’adolescenza, la giovinezza, fino all’età adulta, sono trascorse con questa perenne sensazione di inadeguatezza e di vissuto ai margini. Credo che alla base ci sia stato anche il provare, fin dall’adolescenza, una bassa autostima, che tanto più cresce quanto più tempo passa senza che riesca a cambiare qualcosa.
Ho letto dei libri sull’argomento, e mi sembra di aver capito che il nostro modo di essere, la nostra personalità, dipenda molto anche dai condizionamenti ricevuti nell’infanzia, specie dalla famiglia e dalle altre persone con le quali ci siamo rapportati. Una bassa autostima e la difficoltà a socializzare può dipendere dall’essere stati poco amati, in particolar modo dai genitori; in effetti con loro ho avuto un difficile rapporto, e nel periodo di formazione spesso ho subito mortificazioni e atteggiamenti violenti.
Di fatto stà che a tutt’oggi mi ritrovo ad essere molto frustrato, insoddisfatto di me stesso e della mia vita; un lavoro che svolgo senza entusiasmo, sempre pochi amici, un matrimonio finito in divorzio, da cui non ho avuto figli (per fortuna?), nessuna altra donna oltre la mia ex-moglie. Evito anche rapporti sessuali occasionali perchè non riesco ad avere nemmeno erezioni sufficienti, e quasi non ho più stimoli.
Ho difficoltà ad avvicinare una donna, e se anche ci esco insieme, dopo averlo tanto desiderato, spesso finisco con l’annoiarmi; ho difficoltà a provare interessi e anche se cerco di divertirmi non riesco mai a farmi coinvolgere del tutto, provo sempre un senso di estranietà; faccio fatica a concentrarmi nelle cose, quando cerco di applicarmi a fare qualcosa penso sempre che sia inutile e potrei farne altre di migliori; faccio fatica a prendere delle decisioni, spesso ci ripenso e cambio idea.
Ritengo di accusare i sintomi tipici di una di una depressione e per questo motivo ho tentato anche una cura rivolgendomi ad uno psicologo; dopo quattro mesi di colloquio e di antidepressivi lo psicologo mi ha detto che non facevo progressi, non riusciva a farmi aprire e pertanto ha suggerito di smettere.
A questo punto non ho speranze e non so cosa fare; sto cercando di aiutare me stesso leggendo molto sull’argomento e cercando di attuare i consigli che ne traggo, ma di fatto la mia personalità non cambia; da troppo tempo ormai conduco una lotta con me stesso, non ci sto bene, e di conseguenza non sto bene nemmeno con gli altri. Il risultato è che alla fine stò sempre peggio, vivo (per modo di dire) sempre angosciato e senza motivazioni. A volte ho anche pensato al suicidio.
Grazie per un parere che vorrete darmi; il vostro impegno profuso tramite questo sito è lodevole, dà conforto e speranza a tante persone che soffrono.
Vittorio
Gentile Vittorio,
Dalla sua lettera si capisce benissimo che lei è una persona intelligente, profonda e sensibile e sicuramente queste sue letture di problematiche psicologiche potranno aiutarla nella sua ricerca di un equilibrio interiore.
Tutti gli altri atteggiamenti che descrive denotano però la presenza di una leggera depressione e per questo il consiglio che possiamo darle è quello di provare a consultare un altro psicoterapeuta: infatti, molto probabilmente il tipo di psicoterapia non era quella più adatta a lei. Sono diversi i fattori che possono influire sul percorso psicoterapeutico, fattori che possono riguardare sia la personalità del paziente, sia quella dello psicoterapeuta, sia il tipo di psicoterapia.
Vale dunque la pena fare un altro tentativo prima di abbandonare la speranza.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
ANCORA VERGINE
Ho diversi problemi che vorrei esporre e che mi rendono fobico con il mondo intero. Prima di tutto ho 29 anni e sono ancora vergine: non ho mai avuto nessuna esperienza sessuale con ragazze (neppure un bacio) a causa della mia eccessiva timidezza, paura del sesso, delle donne, dei contatti provocato forse da situazioni che si erano verificate ai tempi della scuola dove ho avuto tante di quelle batoste in amore;
infatti mi innamoravo sempre di ragazze bellissime e cercavo di conquistarle solo con lettere, talvolta anonime, e regali, ma loro neanche mi consideravano ed ero lo zimbello dei miei compagni, anche perchè a quell’età mi consideravo diverso dagli altri, ero il più alto, il più magro, il più quattrocchi e il più maturo…
Da quella volta in poi decisi di non soffrire più e decisi che l’amore, le donne e tutte le persone in generale erano lì per farmi male.
Ora sono come un felino: non amo molto la compagnia degli sconosciuti e talvolta nemmeno quella dei familiari.
Sono intermittente, ho i miei ritmi, voglio scegliere quando è il momento di aprirmi o chiudermi agli altri, alla vita.Ho le mie idiosincrasie: anche se non ce l’po con nessuno, voglio riservarmi il diritto di dire no.
Il mio guscio non si spezza, al porta del mio cuore non si spalanca mai del tutto e mai, in ogni caso, senza resistenze.
Io sono il mio rapporto, sono il mio spazio,e non solo spazio fisico , ma anche della psiche e dell’anima. Me lo sono ritagliato a mia misura, poco alla volta; come i felini ho segnato i confini e dentro di esso mi trovo a mio agio.
Questo confine è il luogo dove custodisco i miei segreti e dove rigenero le mie forze. Difendo il mio nido con le unghie, i seccatori sono tenuti a distanza. E’ probabile che qualcuno (penso quasi tutti, e soprattutto i miei colleghi di lavoro) mi giudicano scontroso, antipatico e asociale.
La ragione è che sono un selezionatore instancabile: guardo bene a confidarmi con chicchessia.
Sono fatto così mi difendo e difendo gli altri da me.
Se in giro si diffondesse la voce di quello che sono veramente, nel profondo di me stesso, probabilmente chi mi sta vicino si spaventerebbe oppure penserebbe che sono da rinchiudere in manicomio.
In un angolo della mia mente c’è una specie di teatrino,e niente mi da più soddisfazione che metter in scena, di nascosto di tutti, le mie “mostruosità”, perchè io in realtà ,mi sento speciale e delle volte sono persino affetto da manie di persecuzione e onnipotenza (sono il più bravo di tutti al lavoro ecc).
Infatti al lavoro sono una persona instancabile, tutti si fidano di me, tutti hanno fiducia in me , mi assegnano compiti molto importanti ecc, mi considerano perfetto ed è questa perfezione che io cerco di raggiungere che mi fa stare male..
in egual misura però quando vedo i miei colleghi di lavoro, fidanzati, felici che vanno a bere il caffè, chiacchierano, SONO GELOSO DELLA LORO FELICITA’..
Tante volte , vengo invitato a partecipare alle loro riunioni allegre, ma è più forte di me, se da una parte vorrei parteciparvi, dall’ altra indietreggio e dico sempre NO.
Ormai sono stato etichettato come una asocile e nessuono si preoccupa di me se non in campo lavorativo.
Questa fobia è causata forse anche perchè non mi piaccio fisicamente.
Sono magrissimo, alto, occhiali con la gobba, calvo…………………….
Passo momenti veramente brutti, con brutti pensieri…….
Sono combattuto e indeciso su tutto, se da una parte il mio desiderio più grande è quello di trovarmi una ragazza dall’ altra mi tiro indietro perchè ho paura del futuro e se sarò capace di essere un bravo padre e marito .
Una consolazione c’è , vedendo tante persone con il mio stesso problema che ce l’hanno fatta.
Spero che con il vostro aiuto anche io riesca ad uscire da questo tunnel in cui per adesso non intravedo nessuna via di uscita..
C’è qualche libro che mi consigliate di leggere?
Grazie
Marco
Gentile Marco,
Nessun libro da leggere, piuttosto agire!
Il bellissimo nido che lei ha costruito per sé, dove rigenera le sue energie in realtà fa acqua da tutte le parti. Se fosse un luogo così sicuro e così protettivo infatti, lei non si sentirebbe come si sente e non sarebbe GELOSO degli altri. Tanto meno desidererebbe condividerlo con una ragazza.
La prima considerazione da fare allora è questa: lei non si è costruito un nido, ma una prigione, nella quale si è chiuso dentro a dieci mandate. Guarda il mondo di fuori e le pare bello, ma ha paura di uscire perché ha paura di farsi o di fare del male.
La soluzione è quella di farsi coraggio : lei non ha niente da temere dagli altri e nessuno può temere niente da lei. Esca fuori da quella gabbia, si mostri agli altri per quello che è; non cerchi di essere perfetto, non si mostri felice e soddisfatto di come è e di come vive, ma prenda coscienza della tremenda infelicità che le ha causato questa sua scelta di auto-segregazione. Se capisce che il mondo, là fuori, le fa troppa paura, si rivolga ad uno psicoterapeuta e si lasci accompagnare fuori.
IL mondo la aspetta!
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
NON SONO BRAD PITT
ho 32 anni e poca,molto poca esperienza con le donne a causa della mia maledetta timidezza.Quando sono in un posto dove sono a contatto con una donna e mi piacerebbe iniziare a attaccare bottone,li cominciano i guai,non è che divento rosso o mi sudano le mani,ma inizia nella mia testa un giro vorticoso di domande:cosa gli dico?e se mi manda a stendere?come faccio a farli capire che vorrei conoscerla ma senza essere esplicito?ma cosa vuoi che interessi a questa di me? Inoltre iniziano anche le solite affermazioni:”figurati se io riesco a conoscerla” “mica sono Brad Pitt che adesso riesco a suscitare in lei la voglia di prestarmi attenzione” “figurati se una bella come lei uscirebbe mai con uno come me” e altre frasi ancora che ora non mi vengono!! Aiutooooo!!!Datemi x favore dei consigli ma utili!!!! POPPY71
Gentile Poppy 71,
Per prima cosa deve considerarsi fortunato. Se è un lettore di questa rubrica si sarà accorto che molte persone, oltre ai problemi che lei manifesta, hanno anche problemi di tipo somatico (palpitazioni, rossori, sudori ecc.). In qualche modo lei parte in pole position.
A questo punto lei deve concentrarsi non sugli aspetti somatici, ma esclusivamente sui pensieri che la accompagnano quando avvicina una ragazza.
La prima considerazione da fare è che sicuramente anche a Brad Pitt qualcuna avrà detto di no…. E questo non gli ha impedito di rimanere il mito Brad Pitt.
La seconda considerazione è che non necessariamente deve prestare attenzione a ragazze ‘bellissime’: può cominciare benissimo ad ammirare delle persone alle quali può piacere e che le piacciano almeno un po’.
Infatti, è risaputo che chi si interessa esclusivamente a ragazze molto belle, in realtà ha trovato una scusa per non avere rapporti con le donne.
In certi momenti poi, i nostri istinti sanno benissimo come orientare i comportamenti, per cui non c’è bisogno di farsi tante domande e di darsi tante risposte.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
Torna alla pagina generale dell’archivio
PSICOTERAPIE ONLINE E IN PRESENZA
Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Psicoterapeuta Sessuologo Tel. 348 3314908
PSICOTERAPIE IN PRESENZA A:
Il Sito www.clinicadellatimidezza è un sito di psicologia, online dal 2002, e si occupa di timidezza, ansia e fobie sociali.
Fondatori e Curatori i Terapeuti:
Dr. Walter La Gatta
Dr. Giuliana Proietti
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE