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Essere timidi non significa essere malati

essere timidi

Torniamo ancora a parlare dell’ultimo libro di Christopher Lane (ne abbiamo già parlato qui), perché il suo libro, non ancora tradotto in italiano, SHYNESS: How Normal Behaviour Became A Sickness, Yale University Press, £18.99, at www.yalebooks.co.uk) fa molto parlare di sé. Lane è un professore inglese ed insegna presso la Northwestern University di Chicago.

Nel suo libro Lane documenta come una manciata di psichiatri, insieme alle case farmaceutiche, abbiano trasformato la timidezza in una malattia mentale, chiamandola ‘fobia sociale’. Così facendo, hanno spinto moltissime persone ad assumere farmaci tutti i giorni, di cui non hanno alcun bisogno.

Nel regno Unito, circa sei milioni di persone manifestano i sintomi legati alla diagnosi di fobia sociale e si assiste al boom di prescrizioni di farmaci per trattare la ‘malattia’.
Il Servizio Sanitario Nazionale inglese, secondo il Daily Mail, ha raddoppiato le spese per questi farmaci, nel periodo dal 1997 al 2002, passando dagli 84 milioni di sterline ai 189 milioni di sterline.

Sono in molti a pensare che la timidezza, come le disfunzioni sessuali femminili siano state ‘medicalizzate’ al fine di allargare il business delle aziende farmaceutiche.

La storia della trasformazione della timidezza in malattia mentale è cominciata alla fine degli anni Settanta, quando ad un ristretto gruppo di esperti americani in malattie mentali fu richiesto dalla American Psychiatric Association di riscrivere il manuale DSM, Diagnostic And Statistical Manual Of Mental Disorders, che come si sa è la ‘bibbia’ degli psichiatri e viene aggiornato ogni quindici anni.

Gli psichiatri usano questo manuale per fare le loro diagnosi, basandosi sulla quantità dei sintomi e sulla loro ricorrenza. Del resto, per fare una diagnosi in psichiatria non ci si può servire delle analisi del sangue o dei raggi X .

All’inizio il DSM era uno scarno libriccino, che poi è cresciuto fino a raggiungere le 500 pagine. Vi sono indicati 300 tipi di malattie mentali, di cui 100 nuove.

Fra queste ultime c’è la fobia sociale, ossia quella riferentesi a soggetti particolarmente inibiti nei rapporti sociali, spesso in imbrazzo, con la paura di arrossire.

Dice il prof. Lane: “Nella generazione di mia madre, chi era timido era considerato introverso, forse anche un poco strano, ma certo non era considerato un malato”. Ma ora le cose non stanno più così. La timidezza è una malattia ed ha vari nomi, come ‘ansia sociale’ o ‘disturbo di personalità evitante’. Secondo alcune stime, ne soffrirebbe una persona su cinque.

Il DSM ha trasformato gli introversi in persone che hanno problemi psichici, anche se non gravissimi. Le compagnie farmaceutiche promuovono questi disturbi, spendendo molto denaro per persuadere l’opinione pubblica che si può ottenere un comportamento più equilibrato tramite qualche piccolo ‘aggiustamento’ nel cervello.

Nessuno può dimenticare, a questo proposito, i durissimi risultati della ricerca della Newcastle University, Australia, che accusò le industrie del farmaco di ‘inventare a tavolino’ delle malattie, per vendere medicine. Nel report si diceva che essi esageravano la prevalenza di alcuni sintomi particolari, dalla sindrome delle gambe senza riposo, alla vescica irritabile, per ‘medicalizzarli’. Stesso discorso riguardo alla menopausa, condizione che non riguarda la malattia, ma un periodo normale della vita della donna.

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Il trattamento più conosciuto per la fobia sociale è (in Gran Bretagna) il Seroxat: tra il 1997 ed il 2006, il servizio sanitario britannico ha speso per questo farmaco 630 milioni di sterline. Il medicinale agisce sui livelli di serotonina, un neurotrasmettitore legato al tono dell’umore; ora è stato vietato il suo uso pediatrico in Gran Bretagna in quanto si è ritenuto che il farmaco favorisse pensieri suicidari nei bambini. Lane punta il dito sulla SmithKline Beecham – che in seguito si è unita con la rivale Glaxo – la quale ha messo in vendita il Seroxat – (che si chiama Paxil negli U.S.A.) e che nel 1998, ha prodotto un documento interno chiamato Towards The Second Billion (cioè “Verso il secondo miliardo”. Il documento fu scritto al primo miliardo di dollari guadagnati dal Seroxat).

La compagnia descrisse la fobia sociale cone un “disturbo d’ansia con un enorme potenziale” e fu lanciata una campagna per diffondere la conoscenza del problema (sempre secondo Lane).

La terapia cognitivo comportamentale è più efficace delle medicine, secondo molti esperti, perché essa permette ai pazienti di riconoscere le cause dell’ansia e vederle in una diversa prospettiva. E’ un processo più lento dell’efficacia di una pillola, ma che dà migliori risultati.

Ciò detto, ci sono altri esperti che ritengono che non vada confusa la fobia sociale con la semplice timidezza, perché per molte persone che vivono forti stati di ansia per i loro imbarazzi, è necessario avere, a volte, un trattamento farmacologico.

Lane tuttavia si chiede cosa altro ancora potrebbe diventare una malattia mentale. La prossima edizione del DSM è già in lavorazione. Il prof. Lane ha un sospetto: l’apatia.

(Io ne ho un altro: la I.A.D. la dipendenza da Internet: un business immenso e planetario! n.d.b.)

Fonte e Immagine: Daily Mail

Riferimento bibliografico:

SHYNESS: How Normal Behaviour Became A Sickness, Yale University Press, £18.99, at www.yalebooks.co.uk.

Dr.ssa Giuliana Proietti
Clinica della Timidezza

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