Il nome influenza la vita e la personalità?
Dr. Walter La Gatta - Tel. 348 3314908
Psicoterapeuta Sessuologo
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La ricerca dimostra che il nome influisce moltissimo sulla vita delle persone: ecco perché non dovrebbe essere scelto a caso.
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Ecco una rassegna di studi condotti sull’importanza del nome:
- Uno studio del 2007 ha rilevato che le persone i cui nomi (o cognomi) iniziano con una lettera posta all’inizio dell’alfabeto hanno maggiori probabilità di essere ammesse a scuola, anche quando alunni con iniziali poste più in fondo nell’alfabeto hanno punteggi più alti.
- Uno studio del 2013 suggerisce che se si ha un nome (o un cognome) tra le ultime lettere dell’alfabeto, è più probabile che si diventi dei tipi ansiosi, tendenti, ad esempio, a fare acquisti d’impulso. Gli autori dello studio teorizzano che questo atteggiamento sia il prodotto di una vita passata ad aspettare che il proprio nome venisse chiamato, portando all’impazienza.
- La Marquette University ha scoperto che le persone con nomi comuni hanno maggiori probabilità di essere assunte per un lavoro rispetto ad altre e questo è ancora più vero se il nome è semplicissimo da pronunciare, come ha scoperto uno studio della NYU , probabilmente perché tendiamo ad apprezzare ciò che è facile.
- Secondo uno studio del 2008, è statisticamente più probabile che si faccia carriera in un’azienda le cui iniziali rispecchiano le proprie.
- A scuola, secondo uno studio del 2007, è più probabile che un ragazzo con il nome di una ragazza venga sospeso dalle lezioni.
- Per quanto riguarda gli aspetti sentimentali, un numero sorprendentemente alto di persone sceglie un partner con un nome simile al suo o con la stessa iniziale.
- D’altra parte, uno studio del 2009 ha rilevato che se il proprio nome è difficile da pronunciare, si potrebbero avere maggiori problemi con soggetti dell’altro sesso perché è come se essi facessero correre un rischio più elevato.
- I nomi insoliti possono essere visti come un segno di delinquenza giovanile e rendono meno probabile che venga chiesto un colloquio di lavoro, secondo uno studio del 2009 .
- Triste ma vero, se il proprio nome suona come quello di un “bianco”, è più probabile che si venga chiamati a un colloquio di lavoro. Uno studio dell’American Economic Association ha confermato questo tipo di discriminazione nel mercato del lavoro.
- L’European Journal of Social Psychology ha scoperto che l’uso di un’iniziale intermedia può far sembrare la persona più intelligente e più competente. Più iniziali? Ancora meglio.
- Uno studio sui nomi tedeschi ha rilevato che le persone i cui cognomi erano “Kaiser” (“imperatore”) o “König” (“re”) avevano maggiori probabilità di essere capi rispetto a persone chiamate “Koch” (“cuoco”) o “Bauer” (“contadino”).
- Per qualche ragione, afferma infine LinkedIn, è più probabile che i dirigenti abbiano nomi brevi, mentre le donne utilizzano i loro nomi completi, probabilmente per presentarsi in modo maggiormente professionale.
- Secondo The Atlantic , le donne con nomi che sembrano neutrali rispetto al genere hanno maggiori probabilità di essere promosse in alcuni settori.
Walter La Gatta
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Alcuni di questi studi sono più convincenti di altri e pochi si addentrano nelle ragioni di queste correlazioni a volte strane.
Secondo il Prof. Richard Wiseman, docente di psicologia presso l’Università di Hertfordshire, il nome di una persona può influenzare molto il giudizio che gli altri si fanno di lui/lei: “Può essere una sorta di profezia che si autorealizza”, dice il docente. Così, se il proprio nome suona intelligente, di successo e attraente, la persona che lo possiede sembra avere maggiori chances di successo nella vita.
Negli ultimi anni ci sono stati vari studi sull’argomento. E’ stato così scoperto che ragazze chiamate con nomi tipicamente femminili, come “Isabella”, sono meno portate per la matematica o la scienza di quelle che ad esempio si chiamano Madison (lo studio era inglese) e che gli allievi che hanno nomi che suonano popolari ottengono a scuola voti più bassi rispetto ai possessori di nomi più altisonanti, anche a parità di rendimento scolastico (una Patrizia insomma ha molte meno probabilità di prendere bei voti rispetto a una Elsa Ildegarda).
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Nelle ricerche in lingua inglese si è scoperto inoltre che le Denise sono molto frequenti fra dentisti e dermatologi, mentre i Lawrence sono comunissimi fra gli avvocati e i Raymond tra i radiologi.
Quanto ai cognomi, curiosi sono gli “attronimi” o “attonimi”, che sono quei nomi che hanno attinenza con qualche caratteristica della persona stessa che li possiede. Questo fenomeno del nome che crea il destino di chi lo porta, si chiama “determinismo nominativo”, ma non è certo una cosa nuova, visto che i latini dicevano già “nomen omen est “, cioè “il nome è un presagio”.
Per fare qualche esempio: il pilota inglese Scott Speed (speed significa velocità), l’ex portavoce della Casa Bianca (Larry Speakes – to speak parlare), l’ex arcivescovo di Manila, il cardinale Sin (sin in inglese significa peccato) oppure l’ex capo della polizia, in Italia, che si chiamava Manganelli, oppure il Cardinal Crociata, o il predicatore Cantalamessa.
A volte il nome può essere causa di insuccesso. Un esempio particolare è quello del presidente americano Barack Hussein Obama, il quale nel 2008 ci scherzò su: “Ho avuto il mio secondo nome da qualcuno che ovviamente non pensava che avrei mai potuto correre per la presidenza”.
I nomi possono dunque determinare il destino di una persona e per questo non andrebbero scelti solo per il gusto dei genitori, ma pensando al benessere di chi poi li dovrà portare. Si può scegliere un nome originale, ma occorre evitare che il nome possa diventare un handicap. Così, se vi chiamate Innamorato di cognome, a vostro figlio evitate di mettergli un nome che ci si abbini, come ad esempio Felice: sarebbe una tortura, per tutta la vita!
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