Cosa è la timidezza? Eccone una definizione.
Disagio di fronte ad estranei che si manifesta in un comportamento esitante, ritroso o impacciato in situazioni di natura sociale. Espressioni di timidezza sono l’arrossamento del viso, difficoltà d’espressione verbale, impaccio gestuale e altre inibizioni fisiche o psichiche.
Può essere occasionale quando fa la sua comparsa in situazioni nuove, o comunque insolite per il soggetto, o tipica, dovuta a senso di inferiorità da addebitare a una scarsa confidenza con sé stessi o a errori educativi in ordine alla socializzazione.
O. Fenichel rubrica la timidezza fra le forme dell’angoscia sociale che “ può rappresentare o una parte della paura infantile dei genitori, mai completamente interiorizzata, o una riproiezione del SuperIo sull’ambiente”.
Accanto a questa spiegazione, Fenichel non esclude un rapporto fra la timidezza e la scopofilia (piacere sessuale derivato dal guardare le attività e gli organi sessuali di un’altra persona o i propri, detta anche voyeurismo) dove la timidezza sarebbe l’esito dell’inibizione del desiderio di guardare.
Fonte: Galimberti, dizionario di psicologia, De Agostini
A cura della Redazione del sito
Clinica della Timidezza
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