Sono un ragazzo di 32 anni, profondamente stanco di farmi condizionare la vita dalla mia “fobia sociale”. Sto già effettuando un percorso di analisi con una dottoressa da molti mesi ma questo problema non emerge mai o non viene mai trattato di petto come forse sento fortemente il bisogno di fare. Tra le innumerevoli situazioni negative che derivano dal mio errato condizionamento emotivo, c’è anche l’aver lasciato a metà gli studi universitari per il terrore dell’esame e della “condizione pubblica” che mal riesco a gestire a livello emotivo.Uno dei paradossi di tutto ciò è il fatto che tra le altre cose pratico Tai Chi e fino a poco tempo fa’ insegnavo tecniche di rilassamento e di meditazione che “rasentavano” la regressione ipnotica per profondità “suggestiva” e di consapevolezza….lo stesso oceano di consapevolezza che mi piomba addosso rendendomi inabile emotivamente ed in un certo senso anche “cognitivamente” , tutte le volte che devo affrontare una certa relazione sociale che abbia per oggetto una mia prestazione, anche la più banale come dare una indicazione stradale a dei passanti…Sarebbe utile approcciare il problema con l’ipnosi ericksoniana? Non tanto a rilassarmi quanto a scavare e “rigirarmi com un calzino” per ricondizionare certe radicate e maledette neuro-associazioni? Spero fiducioso in un vostro aiuto e rimango disponibile a qualsiasi consiglio terapeutico possiate indicarmi.
Grazie
Adriano
Gentile Adriano,
Di psicoterapie ce ne sono davvero tante, ma solo una è migliore delle altre: quella che ‘funziona’.
Ritengo che lei sia una persona troppo consapevole ed informata per essersi rivolta al primo nominativo che le è comparso davanti, sfogliando le pagine gialle. Sono dunque convinto che la sua psicologa sia un’ottima professionista e che il percorso terapeutico che avete iniziato sia validissimo. Ciò nonostante, se vede che a distanza di tempo (almeno sei mesi) non ottiene il benché minimo risultato, qualche riflessione va fatta:
1. E’ il terapeuta che non va bene? Per capirlo, lei si dovrebbe porre queste domande:
– Ho davvero fiducia nell’operato di questa persona? (La fiducia è un requisito indispensabile!)
– Mi sento perfettamente a mio agio con questa persona, mi sento libero di esprimermi? Oppure mi sento a disagio?
2. E’ quel tipo di psicoterapia che non funziona su di me?
Come lei sa, di psicoterapie ce ne sono veramente tante: sono potenzialmente tutte ottime, ma non tutte funzionano per qualsiasi patologia e per qualsiasi paziente. Da quello che lei dice ad esempio, sembrerebbe che lei voglia affrontare anzitutto il sintomo che le crea il disagio: in questo caso, il tipo di psicoterapia che dovrebbe cercare è quella di tipo cognitivo-comportamentale.
3. E’ lei che si pone in modo errato sia nei confronti del suo disagio, sia nei confronti della psicoterapia? E’ possibile che lei abbia ‘idealizzato’ il trattamento?
La psicoterapia è una scienza umana e non uno strumento magico: molti miglioramenti sono possibili, ma sognare di diventare una persona completamente diversa è un’utopia.
Inoltre, mi permetta un’altra osservazione: lei dice di soffrire di ‘fobia sociale’; dice inoltre di “non sentirsi adeguato dal punto di vista emotivo e cognitivo, ogni qual volta deve affrontare una relazione sociale che abbia per oggetto una sua prestazione”… Cioè? Cosa la fa soffrire realmente? Balbetta? Suda? Arrossisce? Trema? Lei si cela dietro etichette e classificazioni diagnostiche, forse per non parlare dei suoi sintomi e di ciò che realmente la fa soffrire.
Cordialmente,
Dr. Walter La Gatta
Clinica della Timidezza

Dr. Walter La Gatta, psicoterapeuta sessuologo.
ANCONA TERNI FABRIANO CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
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. Psicoterapie individuali e di coppia
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