E’ ora che gli introversi comincino ad essere apprezzati

Dr. Walter La Gatta

Siamo in presenza di una inversione di tendenza: finalmente si sta cominciando a riconoscere che non esistono solo gli estroversi, e che anche gli introversi hanno le loro qualità e le loro eccellenze. Ad esempio, recenti ricerche ci hanno spiegato che esistono dei compiti in cui riescono benissimo le persone estroverse, le quali però, essendo così concentrate sull’ambiente esterno, piuttosto che su sé stesse, riescono malissimo in alcuni compiti che richiedono attenzione e meticolosa preparazione.

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In America è uscito recentemente anche un nuovo libro sull’argomento: Quiet: The Power of Introverts in a World That Can’t Stop Talking, (Silenzio: il potere degli introversi in un mondo che non smette mai di parlare), di Susan Cain (ne abbiamo già parlato qui), che ha studiato a lungo le dimensioni dell’estroversione e dell’introversione

Come si sa, i termini introversione-estroversione furono introdotti nella letteratura psicologica da Carl Jung e sono tratti molto importanti della personalità umana (praticamente, tutti i tipi di personalità indicano un livello corrispondente di introversione-estroversione e la scala Myers-Briggs Type Indicator è un test di personalità che descrive 16 tipi psicologici, partendo proprio dai concetti di introversione-estroversione).

Gli estroversi sono soggetti che non hanno difficoltà ad entrare in relazione con gli altri e che dal mondo esterno traggono tutte le loro energie, mentre gli introversi tendono ad essere persone più riservate, portate alla riflessione. Gli introversi sono in genere persone meno socievoli.

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Va detto che non tutte le persone introverse sono timide, ma tra di loro possono esserci molti timidi, che si sentono in ansia o a disagio quando devono affrontare le situazioni sociali. L’introverso infatti, per sua natura, tende a non scegliere o anche ad evitare le situazioni sociali, dal momento che è una persona che sa stare bene, o molto bene, anche da sola, con sé stessa, a differenza di quanto capita agli estroversi, che se  costretti a stare a lungo da soli, si deprimono e cominciano a stare male.

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Stando spesso da soli però succede che si sviluppano molto i propri talenti, ma non si imparano le abilità sociali, che permettono di cavarsela in ogni situazione della vita: per questo gli introversi sono spesso anche timidi e sono in difficoltà quando devono mettersi in relazione con gli altri.

E’ dunque  necessario che le persone introverse decidano di dedicare parte del loro tempo ai rapporti sociali, anche se stare con gli altri può essere per loro noioso, o apparire tempo sprecato: come tutte le altre cose della vita l’estroversione può essere appresa, almeno quel minimo che permette di essere più accettati socialmente. Del resto, a cosa serve sviluppare i propri talenti, se poi non si riesce a farli conoscere al mondo?

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