Fobia scolastica: come riconoscerla e cosa fare
Cosa è la fobia scolastica?
La fobia scolastica, chiamata anche fobia scolare, è una forma di grave ansia associata all’andare a scuola. Il bambino o il ragazzo che rifiuta di andare a scuola prova ansie e paure profonde, capaci di produrre stress e attacchi di panico.
Per quanto tempo dura?
Il problema può persistere per diverse settimane o anche per più anni scolastici.
Quanto è diffusa?
Si stima che interessi tra il 5 e il 28% di tutti gli studenti nel loro intero ciclo scolastico, dalla scuola materna alle superiori.
A che età inizia?
In genere fra i 7 e gli 8 anni, ma potrebbe comparire più tardi, ad esempio quando si cambia scuola o si accede alla scuola superiore.
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Quali altri disturbi potrebbe avere un bambino/ragazzo con fobia scolare?
Spesso, la fobia della scuola si verifica insieme ad altri problemi di ordine psicologico, come ad esempio disturbo d’ansia da separazione, disturbo d’ansia sociale o depressione.
Quale è la personalità del ragazzo con fobia scolastica?
I soggetti che soffrono di questa fobia in genere sono bravi ragazzi, amano studiare, si comportano in modo educato e di solito provengono da famiglie che si prendono abbastanza cura di loro. Se marinano la scuola, non lo fanno certamente per mettere in atto dei comportamenti di microcriminalità o per disinteresse, quanto per fuggire da una situazione per loro estremamente ansiogena.
Perché è importante riconoscere la fobia scolastica?
Perché molti bambini e ragazzi che non vanno a scuola non vogliono semplicemente andarsene in giro per la città, ingannando i genitori: essi potrebbero vivere la scuola con grande ansia, tanto da non riuscire ad andarci, malgrado lo vorrebbero.
Quali sono i sintomi tipici della fobia scolastica?
Uno studente con fobia scolastica di solito mostra sintomi come vomito, mal di testa, diarrea, vertigini, mal di schiena, pianti incontrollabili.
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Quali fattori contribuiscono alla fobia scolastica?
I bambini più piccoli potrebbero desiderare ardentemente la sicurezza del tempo trascorso a casa con chi si prendeva cura di loro e soffrire di ansia da separazione.
Per i ragazzi più grandi si potrebbe trattare di:
- Eventi angoscianti che accadono a scuola, come il bullismo o la vergogna
- Separazione dei genitori e conflitti familiari
- Rientro a scuola dopo una lunga pausa
- Cambiamento della scuola
- Problemi di socializzazione a scuola
- Paura dell’imperfezione (ansia da prestazione)
- Paura di parlare davanti ai compagni
Cosa fare, in primis, per risolvere questo problema?
L’importante è anzitutto rendersi conto se il rifiuto della scuola dipende da una fobia o da un atteggiamento oppositivo e rifiutante.
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Come si distingue fra fobia e rifiuto?
Un esempio tipico di rifiuto è quello dovuto alla gelosia per un nuovo nato in famiglia, cui vengono apparentemente riservate tutte le cure. Andare a scuola, in questo caso, potrebbe significare lasciare campo libero al “nemico”. Seppure un vissuto di forte gelosia per un fratellino/sorellina sia comunque un’esperienza dolorosa e ansiogena, in questo caso è evidente che la causa del malessere non è la paura immotivata ed esagerata della scuola, ma una problematica familiare, che il bambino porta con se a scuola. La fobia scolastica invece riguarda la paura della scuola: degli insegnanti, dello stare in classe, di alcuni compagni, delle interrogazioni, ecc.
Occorre insistere nel mandare i figli a scuola, nonostante la fobia?
La fobia scolastica va trattata come un qualsiasi altro problema di salute e non come un capriccio. Costringere gli studenti ad andare a scuola o insistere sul fatto che “lo supereranno da soli” non aiuterà; questo comportamento potrebbe anche peggiorare le cose. Si tratta invece di creare strategie comuni, un’alleanza fra soggetto fobico, insegnanti e genitori, affinché sia possibile per il ragazzo tornare a frequentare la scuola senza problemi. Fondamentale, per i genitori e gli insegnanti, è essere aiutati da uno psicologo nella ricerca delle migliori soluzioni.
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Quali aspetti dovrebbero in particolare curare i genitori nel rapporto con il figlio che soffre di fobia scolastica?
- Parlargli in modo non minaccioso;
- Astenersi dal giudicare o criticare, e invece condividere le esperienze e le emozioni del figlio, discutendo insieme a lui i problemi;
- Insegnargli esercizi di rilassamento, meditazione, respirazione profonda ecc. per gestire l’ansia;
- Incoraggiarlo a riposare, determinando l’ora di andare a letto la sera e stabilendo una routine da seguire tutti i giorni al mattino, per aiutarlo a prepararsi adeguatamente per la giornata scolastica;
- Coinvolgerlo in attività extra-scolastiche;
- Incoraggiarlo a frequentare gruppi, squadre sportive e altre attività in modo che possa comunque beneficiare di questi gruppi sociali, ove trovare sostegno;
- Parlarne con gli insegnanti;
- Rivolgersi a uno psicologo per ricevere consigli e sostegno.
I ragazzi dovrebbero essere mandati dallo psicologo?
Se possibile, è meglio evitare: è molto meglio che il genitore riceva consigli dallo psicologo per sapere cosa fare nell’affrontare una situazione difficile con il figlio, piuttosto che inviare un bambino o un adolescente da uno psicologo. Questo tipo di incontro andrebbe invece favorito se non c’è modo di comunicare con il bambino o con l’adolescente, oppure se si tratta di un bambino o di un adolescente particolarmente maturo.
La fobia scolastica può essere superata?
Si, ma richiede un lavoro di squadra. Se genitori, insegnanti e psicologi lavorano insieme metodicamente su questo problema, non c’è motivo di ritenere che una fobia scolastica, anche grave, non possa essere superata.
Dr. Walter La Gatta
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