Diana e il complesso di Diana
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Chi era Diana?
Diana era una dea romana, gemella di Apollo e figlia di Giove e Latona. Era considerata protettrice delle donne e degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti. Secondo la leggenda, la dea era una giovane vergine, abile nella caccia, irascibile quanto vendicativa, amante della solitudine e nemica dei banchetti.
Dove si venerava questa Dea?
Il principale luogo di culto di Diana si trovava presso il piccolo lago laziale di Nemi, sui colli Albani, e il bosco che lo circondava era detto nemus aricinum per la vicinanza con la città di Ariccia.
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Quale era la particolarità dei templi di Diana?
Diana era anche considerata la protettrice della plebe: per questo motivo tutti gli schiavi avevano diritto d’asilo nei suoi templi. Inoltre, poiché Diana era una dea legata al genere femminile e alla procreazione, l’espiazione dell’incesto presso il suo santuario è una dimostrazione del fatto che i romani, come altri popoli, attribuivano all’immoralità sessuale un’azione nefasta sui frutti della terra e del ventre femminile.
Quale era la corrispondente Dea nella mitologia greca?
Spesso si fa corrispondere questa dea romana alla dea Artemide della mitologia greca, ma secondo alcuni studiosi la fusione fra le due figure avvenne solo in un secondo momento.
In cosa consisteva il carattere divino di Diana?
Il carattere divino di Diana si rifletteva nella sua connessione con l’inaccessibilità, la verginità, la luce e la preferenza per le alte montagne e i boschi sacri. La dea mostrava in questo modo la sua sovranità, supremazia, impassibilità e indifferenza verso questioni secolari, come i destini dei mortali e degli stati. Allo stesso tempo tuttavia, si rivelava attiva nel garantire la successione dei re e nel preservare l’umanità, attraverso la protezione delle partorienti. Diana era infatti venerata dalle donne che desideravano rimanere incinte o che, una volta tali, pregavano per un parto facile.
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Come veniva rappresentata?
La dea veniva rappresentata con una corta tunica e stivali da caccia. In genere portava con sé un arco e una faretra sulla spalla ed era accompagnata da un cervo o da un cane da caccia. Come Venere, veniva sempre ritratta come una bella e giovane donna. La falce di luna, a volte indossata come diadema, era un attributo importante della dea.
Infatti, inizialmente Diana era solo la dea della caccia, associata a animali selvatici e boschi, ma in seguito divenne anche dea della luna. Catullo le dedicò dei versi chiamandola in vari modi: Latonia, Lucina, Iuno, Trivia, Luna.
Quando iniziò il culto di questa Dea a Roma?
A Roma, il culto di Diana era molto antico, se si pensa che Servio Tullio dedicò a questa dea un tempio sull’Aventino, considerato il centro dell’alleanza romano-latina e che nella lex regia del re Tullo Ostilio, si stabiliva che, in caso di incesto, i pontefici dovevano celebrare un sacrificio espiatorio nel bosco di Diana.
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Il complesso: cosa significa?
Il complesso è un termine psicoanalitico che indica un insieme strutturato e attivo di rappresentazioni, pensieri e ricordi, in parte o del tutto inconsci e dotati di una forte valenza affettiva. I complessi si formano al tempo delle prime esperienze interpersonali del bambino e interferiscono poi su tutta la vita psichica dell’adulto.
Il termine è presente nella terminologia di J. Breuer e Freud fin dagli Studi sull’isteria, del 1895, ma fu sempre usato da Freud con prudenza, e solo per concettualizzazioni altamente specifiche (complesso di Edipo e complesso di castrazione), in contrapposizione all’uso generico presente nella volgarizzazione della psicoanalisi e all’uso mitologico proprio della psicologia analitica Junghiana.
Il complesso di Diana: cosa significa?
Con questa definizione la psicoanalisi (in particolare Adler, con il concetto di protesta virile) definisce la tendenza viriloide, presente in alcune donne. Diana infatti era una dea che personificava il tipo dell’amazzone, della donna guerriera. Pur conservando l’avvenenza delle forme femminili, Diana non desiderava sottomettersi all’uomo, ma segretamente ne invidiava gli attributi.
La psicoanalisi ha visto in lei il simbolo della donna narcisista, che tramuta il proprio desiderio del pene in aggressività. La freccia che scocca dal suo arco è stata interpretata come un sostituto fallico, da lei usato come arma.
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ho una figlia di 15 anni che dalla pubertà ha sviluppato nei confronti rabbia e verso suo padre attacamento esagerato,ha indotto il padre verso al separazione e adesso lotta per evitar contatti tra i genitori.
Mi vuole fuori da casa perchè ritiene che suo padre debe usufruire della casa per vivere insieme a lei.
Una mammma