Il perdono come terapia

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“L’uomo che sceglie la vendetta scavi due tombe”.

(Proverbio cinese)

Il perdono, spesso considerato un atto di magnanimità e compassione, ha dimostrato di avere potenti effetti terapeutici. Negli ultimi anni, sempre più studi hanno evidenziato come il perdono possa fungere da strumento terapeutico per migliorare il benessere psicologico delle persone. Cerchiamo di saperne di più.

Subire un torto

Quando si subisce un torto si provano emozioni (ansia, dolore, tristezza, ostilità e rabbia), si coltivano pensieri (desiderio di vendetta, rancore, ecc.) e si mettono in atto dei comportamenti (evitamento del colpevole, richieste di riparazione del danno, ecc.).

A seconda del contesto e dei fattori di personalità, ci può essere aperta espressione dei sentimenti provati, oppure la rabbia può essere silenziosa e trasformarsi in risentimento.

Il risentimento produce sintomi psicopatologici?

Si. Il risentimento è spesso collegato alla psicopatologia e può essere alla base di varie patologie psichiatriche, anche se al momento non esiste una categoria diagnostica che lo preveda.  Linden [2003] ha proposto di chiamare il dolore da risentimento come “Disturbo post-traumatico da amarezza” (Post traumatic embitterment disorder) e lo ha messo a confronto con altri disturbi mentali.

Il Concetto di Perdono

Il perdono è un processo che implica l’abbandono di sentimenti negativi come la rabbia, il risentimento e il desiderio di vendetta nei confronti di chi ci ha ferito. Non si tratta di giustificare o dimenticare il torto subito, ma di liberarsi dal peso emotivo che esso comporta. Attraverso il perdono, si può trovare una pace interiore che contribuisce alla guarigione personale.

Benefici del Perdono

Numerose ricerche hanno dimostrato che il perdono ha effetti positivi su vari aspetti della salute mentale e fisica. Tra i principali benefici si possono annoverare:

  • Riduzione dello Stress. Il perdono può ridurre i livelli di stress, diminuendo la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, nel corpo.
  • Miglioramento della salute cardiaca. Studi hanno evidenziato che le persone che praticano il perdono presentano una pressione sanguigna più bassa e una salute cardiaca migliore.
  • Aumento del benessere psicologico. Il perdono è associato a livelli più bassi di depressione, ansia e sintomi di PTSD (disturbo da stress post-traumatico).
  • Miglioramento delle relazioni. Perdonare può migliorare le relazioni interpersonali, aumentando l’empatia e la comprensione reciproca.

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Quanto si usa il perdono nella pratica clinica?

Non molto. Ci sono inoltre altre barriere che limitano l’implementazione del perdono nella pratica clinica. Il perdono infatti può essere considerato anche come una debolezza del carattere e potrebbe condurre all’idea che ciò che si sta chiedendo al paziente è rinunciare al proprio diritto di chiedere giustizia. Il perdono ricevuto, d’altra parte, potrebbe incoraggiare l’autore del reato ad offendere nuovamente e a questo proposito molti ritengono che una vendetta misurata possa essere considerata il miglior modo per riprendere i rapporti.

Tecniche di Perdono Terapeutico

Per molte persone, perdonare può essere un processo difficile. Tuttavia, esistono diverse tecniche terapeutiche che possono facilitare questo percorso: come la pratica della mindfulness e della meditazione, che può aiutare a sviluppare la consapevolezza e l’accettazione, elementi cruciali per il perdono.

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Anche scrivere delle lettere, che è sempre consigliabile non inviare, può essere un modo efficace per esprimere e liberare emozioni negative.

Esempio di Applicazione del Perdono Terapeutico

Un esempio notevole dell’applicazione del perdono come terapia si trova nel lavoro di Everett Worthington, psicologo e autore di numerosi studi sul perdono. Worthington ha sviluppato un modello chiamato REACH: (1) Recall the hurt, (2) Empathize with the offender, (3) give the Altruistic gift of forgiveness, (4) Commit to forgive, and (5) Hold on to the commitment to forgive even when in times of doubt.

In Italiano:(1) Ricorda il dolore, (2) Prova empatia per chi ti ha offeso, (3) Dona altruisticamente il perdono, (4) Impegnati a perdonare, e (5) Mantieni l’impegno a perdonare anche nei momenti di dubbio.

Il perdono e le scienze sociali

Le scienze sociali hanno cominciato ad interessarsi del perdono con un libro di Lewis Smede (Forgive and Forget: Healing the Hurts We Don’t Deserve), un teologo, che ha stimolato un nuovo interesse su questo argomento, citando studi empirici. Da allora, molti studi si sono interessati del perdono e sono state messe a punto delle applicazioni cliniche. Gli ultimi decenni di ricerca sul perdono hanno sicuramente contribuito a creare una maggiore consapevolezza su questo argomento.

Anche molti politici hanno parlato del perdono, come Gandhi, Martin Luther King, Jr. e Nelson Mandela. E tutti lo hanno praticato!

La Psicologia Positiva

Un ulteriore impulso è stato dato al perdono dai recenti sviluppi del movimento della psicologia positiva, dove il perdono viene riconosciuto come fattore psicologico positivo. E’ inoltre cresciuto l’interesse per la spiritualità, che tratta anch’essa molto spesso del perdono e inoltre c’è qualche riconoscimento sul fatto che il perdono possa essere una componente importante della psicoterapia. E’ stato anche studiato il ruolo della personalità  sul funzionamento del perdono, che non va inteso come una virtù o un atto morale, ma come potenziale terapeutico.

Scetticismo

L’applicazione del perdono in psicoterapia deve superare una naturale avversione degli psicologi e degli psichiatri verso ciò che appare un elemento più vicino alla spiritualità e alla fede che non alla psicologia.

Va inoltre considerato anche lo scetticismo dei pazienti nell’uso terapeutico del perdono, poiché essi hanno probabilmente aspettative di cura che riguardano farmaci o psicoterapie, piuttosto che pratiche apparentemente religiose o spirituali.

Dr. Giuliana Proietti

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