Il pregiudizio nei confronti degli obesi

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Cosa è l’obesità?

L’obesità è una malattia complessa e un importante problema di salute pubblica, dal momento che da anni è considerata un’epidemia in costante peggioramento.

Come si definisce l’obesità?

L’obesità è definita dall’indice di massa corporea (BMI), che viene calcolato utilizzando il proprio peso (in chilogrammi) dal quadrato della propria altezza (in metri). Secondo la classificazione BMI, un BMI uguale o superiore a 25 è in sovrappeso e un valore uguale o superiore a 30 è obeso.

Quale è il tasso di obesità oggi?

Le ultime statistiche dei Centers for Disease Control americane indicano che il 70% degli adulti negli Stati Uniti è in sovrappeso e il 40% di questi individui è obeso. In Italia, la prevalenza di persone in sovrappeso e con obesità cresce al crescere dell’età, tanto che se l’eccesso di peso riguarda 1 minore su 4, la quota quasi raddoppia tra gli adulti, raggiungendo il 46,1 per cento tra le persone di 18 anni e oltre. La prevalenza maggiore si riscontra in entrambi i generi nella classe 65-74 anni (61,1 per cento) e, mentre la maggioranza degli uomini presenta un eccesso ponderale già a partire dai 45 anni, per le donne ciò si verifica dopo i 65 anni.

Negli ultimi 30 anni, inoltre, è stato registrato un aumento di incidenza dell’eccesso di peso pari al 30 per cento ed emerge prepotentemente il ruolo del territorio di origine. Questi alcuni degli aspetti evidenziati dal rapporto Istat il quale mostra come l’Italia, pur presentando livelli di obesità e sovrappeso inferiori ad altri paesi europei, registri un aumento dell’incidenza di sovrappeso e obesità del 30 per cento negli ultimi 30 anni, di cui solo un terzo può essere attribuito all’invecchiamento della popolazione.

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Quali sono i pregiudizi che riguardano gli obesi?

La società moderna ha adottato credenze negative sugli individui obesi, considerati pigri, irresponsabili e privi di autodisciplina anche se la loro obesità deriva da fattori genetici, socioeconomici e ambientali. Questi atteggiamenti negativi nei confronti degli individui obesi hanno creato uno stigma negativo che porta a pregiudizi e discriminazioni.

Perché è sbagliato avere questo pregiudizio?

Perché non è sempre vero che il peso corporeo sia controllabile, o che le persone potrebbero gestire e mantenere un peso sano se fossero più attive e mangiassero di meno. Essere obesi, secondo l’opinione corrente, è spesso considerato un fallimento personale e attribuito a una mancanza di forza di volontà. La ricerca mostra tuttavia che questa prospettiva è imprecisa e fuorviante, dal momento che fattori genetici e di salute non correlati alla forza di volontà, come le condizioni della tiroide, possono svolgere un ruolo significativo nel determinare la propria taglia.

Cosa è l’industria della perdita di peso?

Consiste nelle diete pubblicizzate sui media, nelle attrezzature per fare esercizio fisico, negli abbonamenti alle palestre e così via. Negli Stati Uniti si stima che questo mercato valga oltre 70 miliardi di dollari.

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In che modo il pregiudizio sul peso influisce sugli ambienti di lavoro?

Alcuni degli stereotipi negativi sul posto di lavoro che sono particolarmente dannosi sono che i lavoratori obesi siano pigri, meno intelligenti, privi di autodisciplina, di aspetto sciatto e meno sani. Inoltre, gli stereotipi della personalità suggeriscono che gli individui obesi siano meno coscienziosi, meno gradevoli, meno emotivamente stabili e meno estroversi rispetto agli individui di peso medio. Sebbene la ricerca non riesca a fornire un supporto pratico per una relazione tra il peso e molti di questi tratti caratteriali, gli stereotipi portano ancora a comportamenti di parte sotto forma di discriminazioni sul posto di lavoro.

La ricerca basata sui dati del sondaggio del National Survey of Midlife Development negli Stati Uniti ha rilevato che, in un campione composto di 2.800 adulti, gli individui obesi hanno riferito di percepire la discriminazione basata sul peso in misura maggiore rispetto alle persone di peso medio.

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La ricerca conferma anche che il pregiudizio sul peso e la relativa discriminazione si estendono oltre il processo di assunzione, fino all’occupazione effettiva, in particolare nelle aree della formazione, della retribuzione e della valutazione delle prestazioni.

In un altro esempio, un’analisi dei dati d’archivio longitudinali ha mostrato che il peso può avere un impatto negativo sullo stipendio.  Uno studio su oltre 7.000 partecipanti in un arco di 25 anni ha dimostrato che per le donne l’aumento di peso è significativamente correlato a salari più bassi. Per gli uomini, l’aumento di peso non ha influenzato negativamente lo stipendio fino a quando non sono stati considerati formalmente obesi.

Inoltre, la ricerca mostra che il pregiudizio sul peso e la discriminazione possono influenzare negativamente le valutazioni delle prestazioni dei leader nei ruoli di top management. Si è visto che l’aumento delle dimensioni corporee (misurato utilizzando sia l’indice di massa corporea che la circonferenza della vita) era correlato negativamente alle valutazioni sia dell’attività che delle prestazioni interpersonali. Ciò significa che i supervisori, i subordinati e i colleghi dei dirigenti senior hanno valutato i leader obesi in modo peggiore rispetto ai leader magri.

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Cosa dovrebbero fare i manager per evitare queste discriminazioni sul lavoro?

In primo luogo, i manager dovrebbero controllare i propri pregiudizi sul peso che possono influenzare i loro atteggiamenti o le valutazioni sulle persone che sono in sovrappeso o obese. La consapevolezza dei propri pregiudizi può evitare di influenzare negativamente il processo decisionale.

In secondo luogo, i manager dovrebbero garantire che vengano usate misure oggettive e criteri chiari nel processo di selezione, che non vengano influenzati dall’aspetto fisico del candidato.

In terzo luogo, le organizzazioni e i manager dovrebbero anche lavorare per ridurre le manifestazioni di pregiudizio sul peso e le discriminazioni nei confronti dei loro subordinati. Un modo per farlo è inviare un messaggio chiaro che la discriminazione basata su qualsiasi elemento dell’identità, compreso il peso, non sarà tollerata nell’organizzazione, modellando comportamenti inclusivi e non discriminatori nei confronti di tutti i dipendenti e clienti.

Ci sono altri ambienti in cui il pregiudizio sul peso può essere pericoloso?

Si, in particolare fra gli operatori sanitari, per garantire che l’assistenza sanitaria degli individui obesi non sia influenzata negativamente dalla discriminazione sul peso.

Con la perdita di peso, le persone si sentono più integrate nella società?

No. Una ricerca ha dimostrato che il giudizio negativo sulle donne aumenta se si viene a sapere che una persona ha avuto in passato difficoltà a gestire il proprio peso.

E’ giusto considerare gli obesi delle persone trascurate e pigre, che non riescono a controllare il loro peso?

No. La migliore scienza nel campo dell’obesità sostiene infatti oggi che non bastano la forza di volontà, le conoscenze, la dedizione, ecc. per il mantenimento del peso, perché esso dipende in larga misura dalla fisiologia, dalla genetica e dall’ambiente.


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Quali messaggi possono essere fuorvianti?

Ad esempio gli show televisivi sulla perdita di peso di alcune persone possono contribuire a peggiorare in modo significativo lo stigma nei confronti dell’obesità. Ritenere che gli obesi possano facilmente dimagrire, solo che lo vogliano, può influire negativamente sul giudizio che si ha nei confronti delle persone in sovrappeso.

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