Il rifiuto delle ragazze – Consulenza online
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Egregio Dottore,
Siamo due genitori preoccupati in quanto i nostri due figli rifiutano qualsiasi tipo di approccio con le ragazze. Il problema è maggiore con il più grande di dodici anni, che mentre si relaziona con facilità con tutti i compagni della sua età (principalmente compagni di scuola), rifiuta totalmente l’idea nei confronti di una bambina.
Mentre i suoi compagni di sempre ora cominciano a passeggiare e a frequentarsi più assiduamente con le compagne di scuola (provando i primi sentimenti verso il sesso opposto), mio figlio preferisce restare solo a casa piuttosto che stare con i soliti compagni che ora si incontrano con le ragazze (il motivo da lui stesso dichiarato è appunto la presenza delle ragazze nel gruppo). In alternativa preferisce incontrarsi con il compagno di scuola, con il quale non ha mai legato, piuttosto che restare da solo. Anche il più piccolo di nove anni, rifiuta totalmente l’idea, anche solo al parlarne, di un’amichetta femmina.
A completare il quadro, siamo stati e lo siamo ancora, genitori particolarmente riservati, rarissime le occasioni di incontro con altri amici o altre famiglie: fondamentalmente chiusi, anche se con i figli stiamo cercando (con enormi difficoltà) di invertire la rotta (invogliandoli a sport, musica, feste con i compagni di scuola, uscite nel weekend a cinema o passeggiate in città in compagnia degli amichetti).
Avremmo prima di tutto noi necessità di qualche consiglio su come affrontare e far affrontare il problema ai nostri figli. E’ ancora presto? Bisogna lasciare che i nostri figli facciano le loro esperienze o intervenire per spingerli o motivarli da subito alle frequentazioni con le ragazze? Quale può essere il motivo recondito di questo rifiuto verso il sesso opposto?
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A27/A5
Gentilissimo,
Il motivo recondito è che i bambini e le bambine quando sono piccolissimi possono tranquillamente giocare insieme, perché tra loro non vi sono grandi differenze. Più crescono, tuttavia, più preferiscono fare gruppo con amici e amiche dello stesso sesso, perché è con loro che essi si possono confrontare: nei giochi, nei ragionamenti, nel modo di fare, ecc.
In questi gruppi ciascuno prende spunto dall’altro (avrà notato che il modo di parlare o di vestire, o perfino i tic di un compagno vengono copiati, reciprocamente, in modo da rendersi quanto più possibile simili all’amico/a dello stesso genere sessuale).
Questo passaggio, dal punto di vista evolutivo, serve a rinforzare la propria identità sessuale, che sempre più si va a differenziare da quella dell’altro sesso. Questa situazione può durare anche fino ai 16-17 anni, anche se vi sono eccezioni, in realtà sempre più frequenti, (data la sempre più precoce sessualizzazione degli adolescenti), con soggetti che cominciano ad avere relazioni con coetanei dell’altro sesso sin da giovanissimi, arrivando anche ad avere rapporti sessuali completi. Questi ragazzi/e però, rispetto alla totalità del gruppo dei coetanei, rappresentano ancora un’eccezione, o almeno una minoranza.
Dunque, quando i ragazzi si sentiranno pronti, stia tranquillo che si daranno da fare da soli con le ragazze. Molto più importante, per ora, è lo sforzo da fare su voi genitori troppo riservati, per cercare di far socializzare i ragazzi, frequentando le famiglie degli amici, inserendo i vostri figli in qualche gruppo sportivo, aprendo le porte della vostra casa a riunioni, feste, ecc., perché le abilità sociali in primis si apprendono in famiglia.
Cordialmente,
Dr. Walter La Gatta
Immagine:
Pexels
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Dr. Walter La Gatta, psicoterapeuta sessuologo.
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