Incontrarsi tramite agenzia matrimoniale o siti di incontri
Ogni persona coltiva fin dall’infanzia il sogno di poter incontrare una persona di cui innamorarsi e con la quale fare coppia tutta la vita. La cosa ci si aspetta che accada in modo naturale: nessuno pensa di incontrare il partner in una agenzia matrimoniale o in un sito di incontri…
Incontrarsi in modo “naturale”
I sociologi francesi Michel Bozon and François Héran [1] hanno studiato dove le future coppie normalmente si incontrano. Essi hanno distinto tre tipi di posti: luoghi pubblici (aperti a tutti, come bar, negozi, parchi, ecc.), luoghi riservati (il cui accesso non è pubblico, ma è riservato ad alcuni soggetti in base a specifici criteri, come i luoghi di lavoro, le università, ecc.) e luoghi privati, come ad esempio una casa privata, frequentata da parenti e amici di una determinata famiglia.
All’inizio del secolo scorso le persone, secondo questi autori, tendevano ad incontrarsi in luoghi prossimi alla propria abitazione o frequentati dalla propria famiglia, come le case di amici o la chiesa. Ci si incontrava dunque prevalentemente in luoghi “privati. A partire dalla metà del secolo scorso vi è stato però un cambiamento molto importante, in quanto le coppie hanno iniziato a conoscersi grazie alla presentazione fra amici o, ancora più spesso, grazie all’incontro in luoghi pubblici, come nei locali o nei luoghi di vacanza. I luoghi riservati tuttavia, secondo questi autori, “funzionano” sempre più dei luoghi pubblici e il posto di lavoro è, in assoluto, il più diffuso luogo di incontro per gli adulti, così come la scuola lo è per i più giovani.
Il momento più propizio per gli incontri, seconda la ricerca condotta da questi autori, sono la stagione estiva ed i periodi di vacanza. Al secondo posto in questa particolare classifica troviamo l’autunno, per il rientro a scuola o al lavoro, dopo un periodo di allontanamento, mentre la primavera, malgrado le credenze in proposito, non sembra un periodo particolarmente privilegiato per i colpi di fulmine.
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Incontrarsi tramite servizi specializzati
Quando l’incontro tarda ad arrivare in modo casuale, si comincia a pensare a qualche strategia facilitante, che possa permettere un incontro con una persona a sua volta interessata a cercare un partner. Spesso ci si rivolge agli amici o ai conoscenti (Hai qualcuno/a da presentarmi?), altre volte ci si iscrive ad un sito di incontri o si cerca di contattare nuove persone via social media.
Prima della diffusione di Internet chi voleva in qualche modo “dare una mano al destino” si rivolgeva a speciali agenzie, che avevano il compito di presentare fra loro persone con delle affinità: le agenzie matrimoniali.
Sebbene esistano ancora, il loro boom si è avuto negli ultimi decenni del secolo scorso. In ogni caso, in tutte le città e in tutti i paesi, già prima della diffusione delle agenzie matrimoniali, operavano i “sensali”, i quali, trattando affari di tutti i tipi, si occupavano anche di questo e ricevevano un compenso ad esito raggiunto (in termini giuridici si parla di “prossenetico matrimoniale”).
Il “prosseneta”, come riporta il Gabrielli nel Dizionario della lingua italiana, era colui che, nell’antica Grecia, prestava assistenza agli stranieri ospiti nel territorio ellenico, provvedendo alle loro necessità. Questo vocabolo fu poi usato per indicare tutte le persone che svolgevano una mediazione fra cittadini, al fine di soddisfare le loro esigenze. La parola per indicare chi procurava o agevolava incontri a scopo matrimoniale era però un’altra: “ruffiano”, usata non solo come termine volgare, ma anche dispregiativo.
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L’attività dei prosseneti matrimoniali è stata infatti considerata con diversa empatia a seconda dei tempi e dei popoli: ad esempio Giustiniano aveva stabilito che il sensale di matrimoni dovesse ricevere una somma proporzionata all’entità della dote. Nel Medio Evo il diritto canonico vietò questa intermediazione, anche se di fatto fu praticata ugualmente, anche perché rispondente ad una funzione di pubblico interesse.
Il codice napoleonico accettò la mediazione sul matrimonio, purché fosse volta a favorire delle unioni legittime, ma nel 1865 questa legge fu annullata e la pratica fu di nuovo considerata immorale e antisociale.
In Italia il diritto vigente non prevede l’istituto della mediazione matrimoniale e ciò ha causato vari scontri dottrinali e giurisprudenziali sulla sua liceità e natura. Il matrimonio infatti non può essere considerato un “affare”, ma un istituto che esula dall’ambito ordinario dei contratti e non tollera interferenze di terzi o limitazioni alla libera determinazione della volontà. Per questo il “prossenetico matrimoniale” viene considerato “obiettivamente immorale e come tale illecito, tutte le volte che si risolva in una pressione diretta o indiretta sul consenso degli sposi”.[2]
Per questa ragione chi svolge questo particolare lavoro non deve mai ricevere un compenso collegato alla celebrazione del matrimonio delle due persone che ha fatto conoscere, ma lo può ricevere solo per l’attività svolta di catalogazione e agevolazione della conoscenza fra soggetti, in base a specifici requisiti ed affinità. Deve essere dunque esclusa ogni pressione di natura patrimoniale sulla volontà matrimoniale dei clienti dell’agenzia matrimoniale o del sensale vecchio stampo.
In Italia per decenni le agenzie matrimoniali, per operare, hanno dovuto chiedere una licenza di pubblica sicurezza, rilasciata dal Questore della provincia in cui l’agenzia matrimoniale aveva luogo, mentre oggi con la modifica del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS) questa autorizzazione è stata considerata obsoleta e difatti non è più necessaria: basta una semplice comunicazione al Questore.
Chi si rivolge ad una organizzazione cui affidare la ricerca del proprio partner in primis si aspetta di conoscere delle persone rispondenti ai propri desideri. Le persone che usufruiscono fi questi servizi in genere hanno scarse relazioni sociali o sono sopraffatte da incessanti ritmi lavorativi, o hanno scarsa libertà personale, a causa di figli piccoli, ecc. Va detto anche che una persona separata, che giustamente aspira a trovare un nuovo partner, non può tornare adolescente e frequentare le discoteche per favorire gli incontri, ma anzi non vuole perdere tempo in incontri sbagliati e desidera incontrare, in modo riservato e veloce, un partner adeguato alle proprie esigenze.
Le modalità che ha l’agenzia matrimoniale per organizzare gli incontri sono di vario tipo: il modo più classico è quello di mettere in contatto le due persone, facendole incontrare nei locali dell’agenzia o in altri luoghi, ma queste organizzazioni propongono anche feste, viaggi e crociere, in cui cercano di facilitare la conoscenza fra persone affini.
Oggi in molti locali pubblici si propone il modello dello speed-date, cioè l’organizzazione di incontri veloci, in cui si capisce in pochi minuti se si ha desiderio di rivedere la persona appena conosciuta o no. Questo è un metodo molto efficace, perché è veloce e perché è sicuramente meglio scambiare qualche parola con un potenziale partner, per vedere che emozioni suscita lo stare insieme. Se le emozioni sono nulle, in genere si sceglie di non rivedere le persone incontrate in questo modo.
Internet (social network e siti per incontri) ha naturalmente rivoluzionato l’intero settore, lasciando sempre meno spazio al caso, permettendo agli interessati di selezionare in modo autonomo i potenziali partners da frequentare, scegliendo il loro aspetto fisico e le caratteristiche gradite di personalità. Le persone si conoscono dunque prima virtualmente su Internet e poi, se la coppia sembra funzionare, ci si incontra anche nella realtà.
Rispetto alle agenzie matrimoniali dei vecchi tempi questo sistema è sicuramente più riservato, più veloce, più efficace, ma si corre maggiormente il rischio di imbattersi in persone sbagliate. L’agenzia matrimoniale infatti in qualche modo faceva da filtro agli incontri con persone problematiche, in quanto questi soggetti venivano eliminati dall’elenco dei clienti per il buon nome dell’organizzazione. Sui siti online, poco si sa delle persone iscritte e i pochi che vengono cancellati dalle liste, devono avere storie di vita davvero eccezionali.
Inoltre, Internet ha modificato profondamente il modo in cui si forma la coppia, in quanto permette a persone che mai si sarebbero altrimenti incontrate (per ragioni di distanza, di interessi, di ceto sociale, di età anagrafica, ecc.) di potersi conoscere e frequentare.
In una ricerca del 2009 [3] si è scoperto che circa il 6% delle coppie sposate del Regno Unito si erano incontrate online, in Spagna erano il 5% e in Australia il 9%. Se ci si concentra sugli incontri avvenuti nelle fasce più giovani della popolazione, le percentuali sono molto più elevate: si sono infatti conosciuti online il 42% delle coppie tra i 26 e 35 anni negli Stati Uniti e il il 21% delle coppie sposate, tra i 19 e 25 anni, nel Regno Unito. Come si vede le percentuali sono molto elevate, tanto che in inglese si parla ormai di ‘relationshopping‘, cioè della possibilità di acquistare relationships attraverso lo shopping.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le ricerche mostrano che i siti di incontri online sono frequentati da persone piuttosto socievoli, con un’elevata stima di sé e scarsa ansia sociale [4]. La motivazione a iscriversi ad un sito di incontri nasce sovente da un evento scatenante della vita, come una rottura sentimentale ma, nel complesso, le motivazioni delle persone sembrano più di ordine sociale che personale (mancanza di tempo, difficoltà logistiche a frequentare luoghi sociali di incontro, ecc.). [5]
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In questo tipo di incontri si cerca anzitutto di piacere all’altro sia dal punto di vista psicologico, sia fisico, magari barando un po’ sulle proprie caratteristiche. In una ricerca del 2008 [6] è stata misurata la reale altezza e il peso di questi iscritti ad un sito online e sono stati controllati i loro documenti per verificare i dati anagrafici. Risultato: nove su dieci avevano mentito su almeno uno degli attributi misurati.
Soprattutto i cuori solitari barano sul peso, nella speranza forse di poter riconquistare in poco tempo una forma perfetta (dev. 5%); sull’età si mente, ma di meno (dev. 1,5%) così come sull’altezza (dev. 1,1%). Sono state riscontrate differenze di genere sulle menzogne rispetto alla propria descrizione fisica: le donne di solito si calano il peso, gli uomini si danno una “spintarella” sull’altezza.
Quanto alle immagini postate nel proprio profilo, una ricerca del 2010 ha verificato [7] quanto le foto postate somigliassero alle persone reali: si è visto che tutti avevano scelto in assoluto le loro foto migliori, ma nel complesso le differenze riscontrate non erano poi così rilevanti.
Le immagini che più colpiscono nei siti di incontri, come ha valutato una ricerca del 2010 [8] analizzando settemila fotografie sono, per il sesso femminile, quelle in cui il soggetto guarda verso la macchina fotografica e sorride. Le immagini meno efficaci per le donne sono quelle in cui esse guardano altrove.
Gli uomini maggiormente scelti per un incontro sono quelli non particolarmente sorridenti (gli uomini “sorridenti” ricevono scarsi messaggi di interesse). Le conversazioni più lunghe online sono risultate quelle con persone che nella foto stavano facendo qualcosa di interessante, oppure erano con un animale, o erano ritratte in una foto di viaggio. Minore interesse è stato invece mostrato nei confronti di persone che nella foto apparivano a letto, o erano all’aperto, o si stavano divertendo con degli amici, o stavano bevendo (queste ultime foto in particolare hanno registrato il minore interesse in assoluto).
Anche negli incontri online vale la legge dell’affinità: esaminando i dati di 65.000 cuori solitari online [9], si è scoperto che le persone si scelgono principalmente in base alle loro somiglianze (zona geografica, interessi comuni, religione, o particolari condizioni mediche). Le persone che si scelgono su Internet tuttavia mostrano una maggiore disparità nell’età e nella formazione culturale rispetto a coloro che si incontrano in modo naturale.[10]
Evidentemente, se ci si piace nelle cose più essenziali, si tende poi a passare sopra a particolari che in fondo non sono (o non sembrano) essenziali.
A distanza di una settimana dopo il primo contatto, il 51% delle persone iscritte ad un sito di incontri si conosce realmente [11].
Quando scatta la scintilla dell’amore e della passione la prima cosa che si dimentica e della quale non si desidera parlare è come ci si è conosciuti, forse perché l’unico rimpianto che resta è quello di non aver potuto beneficiare di questo dono dell’amore in modo gratuito dalla vita, ma di aver dovuto impegnarsi anche per raggiungere ciò che ad altri capita in modo naturale.
Come sempre però, contano di più gli obiettivi raggiunti che il come essi siano stati raggiunti. E aver trovato finalmente l’amore non è affatto poco… Comunque lo si sia trovato!
Dr. Giuliana Proietti
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[1] Michel Bozon e François Héran, 2007
[2] Manuale di pubblica sicurezza, Maggioli, 1986
[3] Dutton et al. 2009
[4] Kim et al., 2009; Valkenburg, 2007
[5] Barraket ed Henry-Waring 2008
[6] Toma ed al., 2008
[7] Toma e Hancock, 2010
[8] Oktrends, 2010
[9] Fiore e Donath, 2005
[10] Dutton et al., 2009
[11] Rosen et al. 2008
Immagine:
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