Non in tutte le scuole si è del tutto consapevoli dell’importanza dei disturbi d’ansia tra i giovani e del peridolo di abbandono scolastico per questa ragione. Del resto gli studenti timidi sono quelli che si notano di meno, che non si mettono mai in mostra: spesso i professori non conoscono nemmeno questi loro allievi.
Li si scopre solo quando l’ansia diventa patologica e porta a manifestazioni somatiche evidenti, o a comportamenti che esprimono disagio, come ad esempio nella fobia scolare.
I ragazzi che soffrono di questo disturbo, molto spesso amano lo studio e la scuola, che frequenterebbero volentieri, ma non ce la fanno, perché si sentono continuamente sotto stress: spesso l’abbandono scolastico diventa una scelta obbligata per evitare i disagi legati alla scuola (interrogazioni, rapporti coi compagni, rapporti coi professori, ecc.). E le scuole, di fronte ad uno studente che abbandona gli studi, cosa fanno? In genere molto poco: in non poche realtà gli abbandoni scolastici non fanno nemmeno notizia.
Eppure, gli studi più ‘moderati’ sull’argomento indicano che circa un giovane su sette soffre di problemi di ansia e che pertanto è potenzialmente interessato ad un problema di fobia scolare.
Secondo lo psicologo americano Christopher Kearney, che dirige la Child School Refusal and Anxiety Disorders Clinic della Università del Nevada, il rifiuto scolastico non è stato ancora sufficientemente studiato. Secondo le sue ricerche, tra il 5% e il 28% dei giovani hanno la possibilità di vivere un episodio di rifiuto scolastico sul loro cammino. Il 5% si riferisce ai rifiuti cronici, precisa lo psicologo, per giustificare il grande scarto percentuale.
(In uno studio pubblicato due anni fa sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry si parlava ad esempio di una percentuale dell’8,2%.)
Nei bambini più piccoli ovviamente il rifiuto scolastico viene dalla difficoltà di separarsi dai genitori, mentre nei ragazzi più grandi il problema è l’ansia sociale: la paura di confrontarsi con i coetanei, di essere interrogati, di sentirsi troppo al centro dell’attenzione degli altri. Alcuni ragazzi, particolarmente stressati, possono cominciare a marinare la scuola, facendo assenze che durano diversi mesi.
In Quebec molti di questi giovani con fobia scolare vengono addirittura ospedalizzati: la Clinique des troubles anxieux dell’Ospedale Sainte-Justine segue una ventina di giovani in situazione critica; il Centro per gli adolescenti dell’Ospedale del Sacré-Coeur ne accoglie invece una quarantina. Altri ragazzi sono seguiti presso gli Ospedali Rivière-des-Prairies e Douglas. (In Italia, neanche a dirlo, non c’è ancora nulla di tutto ciò)
Se la paura di frequentare la scuola è una paura del tutto irrazionale, ben reali sono i sintomi fisici che ad essa conseguono: mal di pancia, vomito, senso di stordimento, paura di svenire.
Il Dr Hughes Simard, capo della clinica specializzata per problemi d’ansia presso l’Ospedale Sainte-Justine avverte: più il rifiuto scolastico si protrae nel tempo, più è difficile tornare indietro. Infatti, i ragazzi diventano prigionieri di questi sintomi e si spingono sempre più verso l’isolamento sociale, che appare a prima vista l’unica situazione in cui ci si possa rilassare un po’.
Spesso i problemi di ansia dei figli sono acuiti da genitori particolarmente ansiosi: così se un ragazzo vomita per la paura di andare a scuola, i genitori dovrebbero capire che non è fisicamente malato e non dovrebbero pertanto allarmarsi troppo sul piano della salute, perché questo rinforza il sintomo del figlio… Ma spesso non è così.
Ciò che è importante sapere è che quando i ragazzi non vanno più a scuola per un lungo periodo, è sempre più difficile farceli tornare: per questo ci si dovrebbe consultare per tempo con un terapeuta, per cercare il modo migliore di parlare al giovane e convincerlo a non effettuare scelte che poi potrebbero costargli molto care, come nel caso dell’abbandono scolastico.
Fonte:Cyberpresse
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Dr. Walter La Gatta
Clinica della Timidezza

Dr. Walter La Gatta, psicoterapeuta sessuologo.
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