In questo articolo si presentano degli spunti per cercare di spiegare ai bambini cosa è l’imbarazzo, quando lo si prova, perché è una emozione importante da conoscere e cosa fare quando si è imbarazzati.
Quando i bambini cominciano a provare imbarazzo?
L’imbarazzo è una emozione considerata dell’auto-consapevolezza, così come il senso di colpa, la vergogna e l’orgoglio. L’imbarazzo si prova infatti solo quando si è sufficientemente maturi e consapevoli di essere in presenza di altre persone, che valutano le proprie azioni e le giudicano.
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L’imbarazzo in genere accade quando si sta facendo qualcosa che viola le norme sociali, le abitudini, le aspettative.
In particolare si prova imbarazzo quando si inciampa, si cade, ci si versa qualcosa addosso, ci si strappa i pantaloni, si fanno dei rumori con il corpo, si ricevono attenzioni indesiderate, o si dimentica il nome delle persone (Keltner & Buswell, 1996; Miller, 1992; Miller & Tangney, 1994; Saltier, 1966).
Cosa prova la persona imbarazzata?
Quali sono i segnali di imbarazzo?
I segnali di imbarazzo umano sono: sguardo abbassato, sorriso controllato (quello in cui solo gli angoli delle labbra sono girati verso l’alto), volto girato dall’altra parte, toccarsi alcune parti del corpo (Keltner, 1997, Keltner e Buswell, 1997).
Quando ci si sente in imbarazzo si arrossisce?
Si, molto spesso l’imbarazzo è associato all’arrossire, anche se non tutti arrossiscono quando sono imbarazzati.
Quando si arrossisce?
Si arrossisce quando ci sente in una situazione sociale percepita come minacciosa per qualcosa che si è fatto o si è detto che potrebbe non essere piaciuto agli altri (Drummond, 1997).
Cosa succede nel corpo quando si arrossisce?
Quando si arrossisce il sistema endocrino rilascia l’ormone adrenalina nel corpo. L’adrenalina ha un effetto sul sistema nervoso, che a sua volta provoca un allargamento dei capillari che portano il sangue alla pelle. Il sangue viene portato più vicino alla superficie della pelle, e questo produce il fenomeno dell’arrossire.
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Perché in certi casi non si arrossisce ed in altri si?
In particolari situazioni e circostanze sociali, un comportamento che in genere viene considerato imbarazzante può essere accolto in modo bonario perché considerato divertente e spiritoso.
Ad esempio, ci si può non sentire in imbarazzo quando si fa un rutto mentre si è con gli amici, mentre questo stesso comportamento potrebbe essere altamente imbarazzante se lo si fa davanti alla maestra. Quindi, la mente tiene molto in conto il contesto sociale, quando innesca l’emozione dell’imbarazzo.
Ci si può sentire in imbarazzo anche in situazioni positive?
Si. Può sembrare paradossale, ma a volte anche le circostanze positive possono creare imbarazzo. Supponiamo, ad esempio, di indossare un vestito nuovo che gli altri trovano molto bello. Se qualcuno dice “che bello questo vestito, ti sta molto bene!” ci si può sentire in imbarazzo. In questo caso non si è sbagliato nulla nei comportamenti sociali e non si temono le critiche, perché anzi si stanno ricevendo dei complimenti, ma la reazione è la stessa.
Questo succede perché l’essere al centro dell’attenzione, il sentirsi esposti agli sguardi degli altri, anche se la situazione ha a che fare con una cosa piacevole e positiva, può mettere a disagio.
Quindi, a che serve l’imbarazzo, se ti fa sentire così a disagio?
L’imbarazzo è stata probabilmente un’emozione molto utile, nel tempo, per mantenere l’ordine sociale, dal momento che le persone visibilmente in imbarazzo comunicano agli altri delle cose importanti: che riconoscono il loro errore, che provano rimorso per il loro comportamento sbagliato e che cercheranno di fare meglio in futuro, oppure che apprezzano i complimenti ricevuti.
I ricercatori hanno inoltre dimostrato che le persone che mostrano imbarazzo, dopo aver compiuto degli errori, hanno maggiori probabilità di essere amate, perdonate, e considerate degne di fiducia da parte degli altri, rispetto a quelli che non mostrano imbarazzo. (Keltner e Anderson, 2000).
E nel caso dei complimenti, a cosa serve l’imbarazzo?
Ricevere attenzioni, specialmente se da una persona dell’altro sesso può provocare imbarazzo, ma anche questo ha l’effetto di migliorare il livello di accettabilità sociale della persona: se si prova imbarazzo a seguito di qualche complimento ricevuto, le persone mostrano un maggiore livello di gradimento rispetto a coloro che non provano imbarazzo (Keltner & Anderson, 2000).
L’imbarazzo è simile alla vergogna?
A volte l’esperienza dell’imbarazzo ricorda l’emozione della vergogna. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che l’emozione dell’imbarazzo consista in una forma di vergogna un po’ meno intensa, legata ad una valutazione negativa di se stessi (Lewis, 2010; Tompkins, 1963).
Cosa si può fare quando ci si sente in imbarazzo?
- Prima di tutto, non esagerare, nel giudicare negativamente ciò che è accaduto:
la persona imbarazzata attribuisce un’importanza esagerata e irrealistica a ciò che gli altri vedono realmente, del suo aspetto e del suo imbarazzo (Gilovich, Medvec, e Savitskij, 2000). Questo significa che il rossore o gli altri comportamenti inadeguati che si pensa di aver avuto vengono notati dagli osservatori molto meno che dalla persona interessata.
- Non rievocare più volte un evento imbarazzante nella propria mente:
questo porta a fissarsi sui dettagli e a ingigantire le cose. Meglio pensare ad altro e poi tornare sull’episodio imbarazzante solo quando ci si sente più sereni.
- Pensare che gli sbagli aiutano a crescere
Gli sbagli sono importanti perché aiutano a crescere. Sul momento procurano fastidio, ma proprio per questo ci aiutano a modificare i comportamenti sbagliati
- Non prendere in giro gli altri perché provano imbarazzo
Se si desidera essere lasciati in pace nei momenti di imbarazzo, la cosa migliore è comportarsi allo stesso modo nei confronti degli altri.
- Imparare a sorridere e a scherzarci su
Questo atteggiamento si chiama autoironia ed è molto apprezzato dagli altri. La persona che sa fare dell’autoironia e sa scherzare su se stessa e sulle proprie disavventure è, in genere, molto simpatica.
Dr. Walter La Gatta
Saluto del Centro Italiano di Sessuologia
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Walter La Gatta
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