Sull’arrossire
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In che cosa consiste l’arrossire?
Il rossore consiste in un arrossamento delle guance e di altre zone del viso; può estendersi anche alle orecchie, al collo e alla parte superiore del torace. Si tratta di un cambiamento ben visibile sul viso: è un effetto involontario, innescato da uno stress emotivo associato a emozioni dovute a passione, imbarazzo, timidezza, paura, rabbia o innamoramento.
A1
Il rossore può essere controllabile?
No, è un fenomeno involontario e incontrollabile
Chi arrossisce se ne accorge?
Si, e la consapevolezza che si sta arrossendo intensifica la sensazione e amplifica il fenomeno.
La scienza si è occupata di questo argomento?
Darwin dedicò un capitolo al rossore nel libro le Espressioni delle Emozioni nell’uomo e negli animali, dove considerava l’arrossire “la più peculiare e la più umana di tutte le espressioni” (1872,). Tuttavia, questo argomento non ha attratto la ricerca psicologica fino agli ultimi anni, e anche domande di base come ciò che costituisce il rossore rimangono tutt’ora senza risposta.
Perché la scienza se ne è occupata poco?
Uno dei problemi della ricerca sul rossore è la difficoltà della sua misurazione. I progressi nella registrazione e nell’analisi del rossore, inclusa la fotopletismografia e le misurazioni laser Doppler del flusso sanguigno, sono però un campo promettente di studio.
Il rossore significa sempre imbarazzo?
Il rossore è ampiamente considerato espressione di imbarazzo, e in effetti è difficile discutere dell’uno senza l’altro. Eppure, non c’è consenso su questo, e alcuni teorici non lo considerano parte integrante della manifestazione di imbarazzo (Keltner & Buswell, 1997). Edelmann (2001), ad esempio, sostiene che si può essere imbarazzati senza arrossire e arrossire senza provare imbarazzo.
Queste conclusioni derivano dal fatto che il cambiamento fisiologico prodotto dal rossore non sempre è di entità sufficiente per essere rilevato: ecco perché può esistere imbarazzo senza rossore.
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Ci sono vari tipi di rossore?
Leary et al. (1992) hanno distinto il rossore “classico’” (arrossamento improvviso del viso) e il rossore “strisciante”, che è più prolungato e che spesso vediamo quando qualcuno viene intervistato o fa una presentazione a un gruppo. Qui, il rossore si diffonde lentamente per diversi minuti ed è tipicamente a chiazze.
Sul piano fisiologico da cosa dipende il rossore?
La pelle del viso ha un’ampia rete di vene nello strato sottocutaneo e i vasi sanguigni sono vicini alla superficie delle guancie. La maggior parte dell’attenzione dei ricercatori si è concentrata sui recettori beta-adrenergici nella zona del viso. L’eccitazione di questi recettori produce vasodilatazione.
I farmaci possono ridurre l’arrossamento?
I farmaci possono ridurre parzialmente il rossore, anche in situazioni che provocano imbarazzo (Drummond, 1997).
Cosa c’entra l’autocoscienza col rossore?
E’ un tema ricorrente: si pensa all’autocoscienza nel senso di immaginare come si appare agli altri. Darwin (1872) per primo mise in relazione il rossore con l’autoattenzione, parlando di “stati mentali che inducono l’arrossire”. Il rossore non sarebbe tuttavia provocato dal riflettere sul proprio aspetto, ma dal pensare a ciò che gli altri pensano di noi.
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Cosa può provocare il rossore?
Leary et al. (1992) hanno proposto quattro tipi di situazioni che possono provocare il fenomeno:
- minacce all’identità pubblica, come violazioni delle norme, prestazioni inadeguate, perdita di controllo e comportamento fuori ruolo
- sentirsi al centro dell’attenzione
- lodi e attenzioni positive
- accuse di essere arrossiti
Quale è l’utilità del rossore?
Una spiegazione che enfatizza la visibilità del rossore propone che quando si prova vergogna si comunica la propria emozione agli altri e, così facendo, si invia un segnale importante: dimostra che si sta provando vergogna o imbarazzo, che si riconosce che qualcosa non va e che si vorrebbe che le cose non stessero così.
Questa dimostrazione di modestia consente di ingraziarsi l’uditorio e evitare il conflitto. Segnala inoltre l’adesione alle regole, alle norme e agli standard della società e al riconoscimento del mancato rispetto di essi. In questo senso il rossore sarebbe un segno di pace.
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Perché alcune persone non arrossiscono?
L’evidenza interculturale mostra che arrossire è un’esperienza comune a tutti gli esseri umani, ma la sua visibilità dipende dalla carnagione del viso. Edelmann (1990) ha riportato le differenze tra cinque paesi europei e il Giappone sulla frequenza in cui si arrossisce (il Regno Unito è il paese in cui si arrossisce di più).
Le persone di colore arrossiscono?
Casimir e Schnegg (2002) hanno studiato le associazioni colore-emozione in 98 lingue e dialetti. Il colore rosso era associato alla vergogna in 78 lingue, prevalentemente nelle popolazioni con carnagione chiara.
Nelle popolazioni con carnagioni relativamente più scure a volte la vergogna era associata al nero, forse riferendosi all’oscuramento della pelle dovuto all’aumento del flusso sanguigno sul viso.
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Come si vive l’esperienza dell’arrossire?
L’esperienza di arrossire provoca spesso angoscia. Molte persone cercano un aiuto professionale, come interventi psicologici o trattamenti farmacologici; in alcuni casi si ricorre a un intervento chirurgico (simpaticoctomia transtoracica endoscopica) per inibire l’arrossamento del viso. Arrossire facilmente, del resto, può essere di per sé fonte di vergogna e ansia. Molti credono che le persone interpretino questo segnale come un segno di debolezza o perdita di controllo, oppure come prova di incompetenza sociale (Edelmann, 1990).
Arrossire frequentemente crea difficoltà sociali?
L’ansia di arrossire è correlata alla fobia sociale/disturbo d’ansia sociale. (Crozier, 2006). Molte persone considerano il rossore come la causa delle loro difficoltà sociali, che, secondo loro, scomparirebbero se riuscissero a superare questo problema.
La persona si rende bene conto dell’intensità del suo rossore?
No, la ricerca empirica mostra che gli individui che ottengono punteggi elevati su una misura di autovalutazione del rossore non hanno in realtà maggiori probabilità di arrossire rispetto alle altre persone, il che implica che è la percezione del rossore piuttosto che la sua frequenza o intensità ad essere in questione. Drummond (1997) e Mulkens et al. (1999) hanno riscontrato scarse relazioni tra le misure fisiologiche dell’intensità dell’arrossamento e le auto-relazioni sull’entità dell’arrossamento o dell’imbarazzo.
Detto in altre parole, le persone tendono spesso a credere di arrossire più di quanto realmente accade.
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Chi ha la fobia di arrossire arrossisce di più?
Si. Alcuni studi hanno scoperto prove di differenze fisiologiche tra le persone con un diverso livello di ansia per l’arrossire. Drummond et al. (2003) non hanno rilevato differenze individuali nel flusso sanguigno all’inizio di un compito imbarazzante, ma il rossore persisteva più a lungo tra gli individui con maggiore ansia nei riguardi dell’arrossire.
Come risolvere il problema?
La ricerca psicologica sull’ansia sociale ha dimostrato che le convinzioni e le aspettative delle persone su quanto sia evidente il loro rossore e quali siano le sue conseguenze costituiscono un fattore significativo nel mantenere l’ansia di arrossire. Per questo motivo sono consigliabili la terapia cognitivo comportamentale e una buona tecnica di rilassamento, come il training autogeno.
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