Alla fine sceglie di stare zitta – Consulenza online

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Alla fine sceglie di stare zitta - Consulenza online

Alla fine sceglie di stare zitta – Consulenza online

Dr. Walter La Gatta

Salve,
sono Agata e ho 21 anni. Sono una persona molto timida e ancora più insicura. Tendo molto a analizzare il mio  comportamento e ho notato che la mia timidezza è nata quando alle elementari le maestre non apprezzavano i miei sforzi e
preferivano sempre un’altra bimba. Da allora ho smesso di mettermi in gioco, non ho più fatto attività sportive, mi son sempre vista brutta, non riesco ad inserirmi in un gruppo eccetera. Ad un certo punto dell’adolescenza mi son creata una maschera da persona forte, ma dentro di me ogni volta che vedo qualcuno che fa qualcosa, anche la più stupida, mi sento inferiore, brutta dentro e fuori ed insignificante. Mentre a casa e con gli amici più stretti sono una persona totalmente diversa, sono espansiva e chiacchierona. Il problema è che forse penso troppo, penso a cosa dire, come dirlo e cosa penseranno le persone a cui parlerei e alla fine scelgo di stare zitta, perchè sicuramente quello che dico non interesserà o sarà banale e alla fine risulto noiosa e di poca compagnia anche se dentro di me ho un sacco di cose da dire (forse anche troppe).
Come potrei fare per superare questi miei problemi?
colgo l’occasione per complimentarmi per il vostro sito, davvero ben fatto e ben curato.

Cordiali saluti.

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A30/A7

Gentile Agata,

Sicuramente la cattiva esperienza con le insegnanti avrà contribuito ad accrescere il suo livello di insicurezza, ma tenga presente che, nelle persone particolarmente timide, c’è sempre una forte componente genetica, che non dipende dalle esperienze vissute, ma dalle caratteristiche che le hanno trasmesso i suoi genitori.

Leggi anche:  Il vantaggio di essere timidi (in alcune situazioni)

Ad esempio, la tendenza alla riflessione su di sé, la iper-consapevolezza sulle reazioni dell’altro ai propri comportamenti, i giudizi fortemente critici espressi verso la propria persona e verso le proprie prestazioni, l’emotività, ecc. vi sarebbero probabilmente state comunque (seppure in maniera più attenuata), anche se le sue maestre si fossero comportate in modo più equo verso gli allievi, senza fare preferenze.

La prima cosa da fare dunque è imparare ad accettare il proprio carattere e non considerarlo “un problema”: il mondo ha bisogno sia delle persone disinvolte, sia di quelle più introverse e riflessive. L’importante è saper valorizzare al meglio gli aspetti del proprio carattere: se tutti fossero estroversi, ad esempio, non esisterebbero più i filosofi, i progettisti, i romanzieri, i poeti (e così via).

Quando si trova con gli altri, provi anzitutto a convincersi che ciò che lei dice non vale sicuramente meno di quello che dicono gli altri e poi, se proprio non le va di parlare, può utilizzare il tempo per inventarsi qualcosa di carino da fare e dire quando sarà insieme ai suoi familiari e agli amici più stretti. La regola è sempre la stessa: valorizzare ciò che si ha e si è, e non cercare mai la felicità fuori di sé.
Cordiali saluti.

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta

Immagine:
Pixabay

Clinica della Timidezza, online da 20 anni+Ci occupiamo di timidezza da 20+anni

 

 

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