Archivio Storico della Consulenza online – 2
dal 2002 al 2011
Raccoglitore n. 2
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VORREI NON ESSERE GIUDICATA TIMIDA
Salve! Mi chiamo Silvia e ho 22 anni. Il mio problema è che non riesco ad accettare il fatto che la gente mi giudichi timida. é una caratteristica che non sento mia, anche se ammetto che in certe occasioni non mi si possa definire estroversa. Sono sempre stata giudicata timida fin da bambina, anche se a scuola, per esempio, era la prima che partecipava alle recite o che improvvisava spettacoli in classe. Non mi sono mai accettata fisicamente perché sono sempre stata cicciottella e infatti soffro di problemi a livello alimentare. Per questo da adolescente non ho avuto molte esperienze con i ragazzi, mi consideravo troppo brutta per essere apprezzata e aspettavo il momento in cui sarei diventata “esteticamente in grado di poter avere un ragazzo”. Adesso mi piaccio e ho molti ragazzi che vorrebbero uscire con me. Dopo un’esperienza finita male quest’estate con un ragazzo che mi piaceva molto (non abbiamo concluso perché io mi sentivo piuttosto imbarazzata e non volevo fargli intendere che di esperienze ne avevo avute ben poche), sto frequentando un po’ di ragazzi, anche se ancora non ho avuto un rapporto completo (ma questo penso sia dovuto al fatto che sia alle prime armi). Il problema sta nel fatto che ogni volta che mi sento dare della timida è come se mi pugnalassero al cuore. Spesso cerco di dare un’immagine di me che non mi corrisponde totalmente, che è quella della ragazza forte e determinata. Cerco di allontanare da me ogni immagine di debolezza. Non sono quella che fa interventi durante un’ affollata lezione universitaria, ma non ho nemmeno grossi problemi di socializzazione. Anzi, ultimamente penso di averli quasi del tutto superati: non ho difficoltà a rapportarmi a gente nuova. Durante l’adolescenza mi preoccupavo perché non sapevo mai cosa dire alle persone che non conoscevo bene e spesso rimanevo in silenzio e questo ha contribuito a creare quell’immagine di me che ora penso di avere totalmente abbandonato. Quando però si tratta di vedere dei parenti o amici di famiglia che hanno di me l’ immagine di ragazza timida allora lo divento veramente. Ho una vita sociale piuttosto attiva, esco sempre, mi diverto. Il fatto che mi ha spinto a scrivervi e a chiedervi un consiglio è che proprio oggi una mia amica mi ha detto che un suo amico è interessato a me, che gli piaccio perché “ho un viso dolce e sono la classica ragazza timida da proteggere” (testuali parole). Per me è stata come una pugnalata al cuore. Non mi va che una mia amica, che ha molta stima di me, mi consideri timida e sopratutto non voglio dare questa immagine di me agli altri. Non divento rossa, non faccio scena muta eppure do lo stesso questa impressione, a differenza di altre mie amiche che magari escono poco, parlano poco, non si vogliono sedere al tavolo con gente che non conoscono e che, nonostante ciò, non sono definite timide. Io affronto tutte le situazioni. Spesso mi capita di sentire persone che si autodefiniscono timide e mi chiedo come riescano a farlo. Io sarebbe l’ultima cosa che direi di me, non ammetterei mai di esserlo, proprio perché è una cosa che non sento mia, mi sembrerebbe di dirlo per fare piacere agli altri. Ammetto di non essere una persona spavalda e totalmente disinibita, ma nemmeno mi sento di soffrire di timidezza cronica. Mi considero normalissima e ammetto che ci sono situazioni in cui magari sono meno disinvolta o che mi creano imbarazzo, come credo abbiano tutti (molte mie amiche si vergognano, per esempio, ad entrare da sole in un locale, o ad entrare per prime perché si sentono osservate. Io non mi preoccupo invece di queste cose) Perché mi fa stare così male il fatto che mi definiscano timida quando credo di dare un’immagine diversa o comunque quando non penso che la timidezza sia la mia caratteristica principale? Forse non mi rendo conto di avere un comportamento da timida? Ma ci sono occasioni in cui me ne rendo conto perfettamente. Questa cosa mi fa stare veramente male, ma ho notato che quando le persone mi dicono che sono timida non si accorgono di farmi soffrire anche se il peggiore degli insulti mi farebbe piangere di meno. Vi ringrazio anticipatamente per la gentile attenzione, Silvia
Cara Silvia, Secondo me lei dovrebbe essere orgogliosa di quest’aria timida che gli altri le riconoscono, che significa essere una persona riservata, attenta e premurosa nei confronti degli altri, capace di introspezione psicologica, desiderosa di fornire sempre una buona immagine di sé. In che cosa l’etichetta di ‘timida’ potrebbe limitarla? Come lei stessa sa e dice, lei non ha paura di niente, ha superato tutte le sue insicurezze, è capace di parlare con gli sconosciuti, di farsi corteggiare, non le fa niente entrare da sola in un locale, non arrossisce, non trema…
Dunque, la sua timidezza, qualora ci fosse, è presente solo nei suoi aspetti positivi, per quale motivo le dà fastidio? Guardiamo alla cosa da un altro punto di vista. Ammettiamo che lei non voglia essere timida, per motivi suoi, che non andiamo a sindacare. Se gli altri, sbagliando clamorosamente, la giudicassero timida, ma lei non lo fosse… Sarebbe un problema suo? Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
A18
CONVIVERE CON UN MURO INSUPERABILE
Salve!
Come tante persone che vi hanno contattato anche io ho un problema che mi assilla,lo definirei un limite che non mi permette di essere libera come gli altri:è la timidezza . Purtroppo una persona non timida non riesce bene a capire quanto sia difficile convivere con questo muro che a volte sembra davvero insuperabile. i miei amici non sanno quanto sia ardua ogni volta per me la guerra contro la mia timidezza anche solo per dire una semplice cosa in mezzo a loro. Ma io ci provo ,ci riprovo e ancora una volta e piango quando mi tiro indietro e quando ho paura e quando vedo gli altri divertirsi ma anche solo parlare senza problemi. Eppure ci sono tante cose che vorrei fare e dire e urlare. E non vergognarmi più ,non arrossire più. l mio obiettivo:essere libera!Per questo mi rivolgo a voi, vorrei frequentare i vostri corsi nella speranza che funzionino davvero e vi chiedo per questo delle informazioni riguardo i giorni, i luoghi,gli orari e i prezzi .Ma soprattutto vorrei almeno avere una piccola rassicurazione sui risultati . Vi ringrazio a presto Federica
Gentile Federica,
Sei proprio certa che nel tuo gruppo di amici non vi siano altri soggetti che, come te, fanno fatica ad esprimersi davanti al gruppo? La prima cosa da imparare per superare le proprie inibizioni è che la timidezza non è un fatto personale, ma sociale. Se tu vedi ogni giorno 100 persone, devi sapere che 50 di esse soffrono per la loro timidezza, 25 ne hanno sofferto e 25 ne soffrono quando si trovano in particolari condizioni. Dunque, sapere che il problema è condiviso, ti dovrebbe far sentire più tranquilla. Quanto alla libertà personale, quella è una decisione che nessun altro può prendere per te: devi solo curarti meno delle apparenze, darti degli obiettivi e lavorare per raggiungerli.
Quanto ai nostri Corsi, i luoghi per il momento sono solo nelle Marche, ma stiamo organizzandoci anche per ‘esportarli’, gli orari e i prezzi sono strettamente legati al numero dei partecipanti, per cui variano di volta in volta.
Continua a seguirci sul sito, per scoprire le prossime iniziative. Quanto alla rassicurazione sui risultati, presto organizzeremo un Forum dove i partecipanti ai Corsi potranno continuare a dialogare ed a supportarsi a vicenda. Leggendo le loro storie penso potrai tranquillizzarti su questo aspetto. A presto!
Dott. Walter La Gatta
UN NODO IN GOLA
Gentile Dottoressa,ho un problema piuttosto fastidioso.
Appena sono un po’ in ansia avverto uno spiacevolissimo senso di ” nodo in gola”. Per il resto non ho altri sintomi. Potrebbe consigliarmi un rimedio per quello specifico sintomo? Grazie e complimenti per il sito
Max
Gentile Max, Le consiglio di apprendere una tecnica di rilassamento, come il training autogeno. Piano piano lei deve allenarsi a far defluire la tensione della gola, immaginando che essa possa ‘scivolare verso il basso’, ad esempio potrebbe provare ad immaginarla scendere velocemente fino a ‘sentirla’ depositarsi sulla punta dei piedi. Le tecniche di rilassamento, associate a questo tipo di visualizzazioni funzionano benissimo!Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
UN BAMBINO TIMIDO, EMOTIVO E SENSIBILE
Gentile dott.sa le scrivo per un problema che riguarda mio figlio;ha 10 anni,è figlio unico, forse un pò troppo coccolato, sicuramente (o forse dovrei dire apparentemente) sereno data la situazione di sicurezza economica e di sentimenti all’interno della nostra famiglia (io ho 44 anni e mia moglie 40 e siamo sposati da 12 anni). Vorrei azzardare l’ipotesi che mio figlio sia ipocondriaco perché ha paura ad esempio di Harry Potter, o di un film dove ci sono streghe; anzi direi che in questi particolari film o libri che tutto sommato lo divertono, identifica il cattivo e incomincia a cambiare atteggiamento, diventa più taciturno, pensieroso.. fino ad arrivare alla sera, andare a dormire (ma ritardando il più possibile questa situazione) e lì dopo qualche minuto alzarsi per vomitare. E’ decisamente un bambino molto emotivo, timido e sensibile ma è anche intelligente (ottimo profitto a scuola) e per questo cerchiamo sempre di parlarne, di fargli capire che sono paure sciocche. Il problema maggiore è anche che è sottopeso (x costituzione lo sono anch’io) e se aggiungiamo a questo anche il fatto che questi “incidenti” succedono anche 2/3 volte al mese la cosa ci preoccupa. Mi rendo conto che sia un pò difficile dare una risposta chiarificatrice su un problema espresso in poche righe e soprattutto su un problema che riguarda un bambino, ma vorrei sole chiederle un consiglio, una via da seguire per poter arrivare ad una risoluzione. La ringrazio.
Bill
Gentile Bill, Innanzi tutto una precisazione: perché dire ‘è un bambino molto emotivo, timido e sensibile, ma è anche intelligente…’ Ecco, per prima cosa è importante che i genitori non diano etichette di questo tipo ai figli e tanto meno che siano loro i primi a nutrire dei pregiudizi nei confronti della timidezza del bambino, che invece deve essere sentita, nei suoi aspetti positivi, come una ricchezza nella personalità in formazione del proprio bambino. Certo è che l’eccesso di ansia che spesso la timidezza comporta non ha niente di positivo e dunque va combattuta. In questo senso però la strategia di attacco non deve volgersi verso la personalità del bambino nel suo complesso, ma verso quegli aspetti della sua personalità che possono effettivamente limitarlo o procurargli un disagio.
Nel caso specifico, direi che la prima cosa da fare è cercare di evitare per un po’ di tempo i racconti o i film che riguardano le streghe o altre situazioni paurose. Un consiglio potrebbe essere quello di accompagnarlo a letto e leggergli un buon libro per l’infanzia, magari un po’ umoristico, su cui divertirsi insieme nel commentarlo, fino a che il bambino non si addormenta. E’ sicuramente un compito impegnativo, perché mi rendo conto che dopo una giornata di lavoro può essere più rilassante sedersi tutti in sala a guardare un film, ma non è questo che può aiutare vostro figlio a superare il problema.Cordiali saluti e auguri.
Dott. Walter La Gatta
FOBIA SOCIALE
C’e mio marito che soffre di fobia sociale dovuta alla sua grave timidezza. per di più la sua complicazione psicologica è dovuta ad un disturbo che è affetto da quando era piccolo quale la “balbuzie”, che non riesce a toglierla ed a venirci fuori. Inoltre a complicare il tutto vive periodicamente di stati depressivi. Ha provato diverse cure farmacologiche senza successo. Che fare? La prego, mi aiuti. Cordialmente Silvia
Gentile Silvia,
Lei mi parla di un problema piuttosto grave, come la fobia sociale, per di più associata a balbuzie ed a stati depressivi, in sole cinque righe. Cosa posso dirle? L’unica cosa che posso consigliarle è, visto che le terapie farmacologiche (quali? per quanto tempo? per curare che cosa?) non hanno funzionato, provate la strada della psicoterapia. Probabilmente fobia sociale depressione e balbuzie sono originate da un unico problema : provate prima con una psicoterapia breve di tipo cognitivo-comportamentale e poi, eventualmente, con un approccio psicodinamico. Se lo stato di suo marito è anche causa di incomprensioni di coppia, vi consiglio di affrontare prima una terapia di coppia.
Se crede, mi riscriva, fornendomi maggiori particolari.
Cordiali saluti e auguri.
Dott. Walter La Gatta
UN PROBLEMA SERIO
Salve,Vorrei chiederle se sia possibile risolvere un problema o meglio “una paura” che porto dietro da quando ero bambino. Non so se sia curabile o se esistano casi come i miei…..a dir la verità un po’ mi imbarazza anche dirlo …!!!Comunque arrivando al dunque,ho paura dei botti “proprio così” sembrerà strano e non riesco nemmeno a spiegarmelo il perché di questo….(ah botti intesi es. petardi e/o scoppi vari).nonostante gioco a calcio e lei forse saprà quanti se ne consumano durante una partita.Ora se può aiutarmi a curare questa ossessione gliene sarò grato per tutta la vita!!!!!!!! Però devo averne la certezza di una guarigione sicura (non è un fatto di scredito nei suoi confronti…anzi non mi permetterei mai) però essendo un ragazzo di 24 anni vorrei evitare di far figuracce in giro.Grazie ancora per avermi dedicato un po’ del suo tempo.LOrenzo
Gentile Lorenzo,
Per poter scoprire l’origine di questa sua fobia bisognerebbe saperne molte di più circa il suo passato : ad esempio sarebbe utile capire se può essere stato spaventato, da bambino, da qualche rumore e se questo episodio, lontano nel tempo, è da lei associato a qualche evento particolare. Purtroppo dunque non la posso aiutare attraverso questa risposta. Ciò che però noto dalla sua lettera è una modalità di approccio piuttosto diffidente, pessimista, scettica… Provi a dare fiducia a qualche psicologo, si lasci andare e vedrà che risolverà sicuramente il problema.Saluti e auguri.
Dott. Walter La Gatta
ONICOFAGIA
salve,sono annarita,ho 21 anni e sono una studentessa (matricola)del corso di laurea in scienze infermieristiche.Ho un piccolo problema che non riesco,pur sforzandomi, a risolvere:mangio le unghie .Ormai non ricordo più da quanto tempo accade, so solo che ero piccola e che è stato sempre qualcosa più forte di me!Ho provato più volte a “perdere” questo maledetto vizio ed anche quando sembrava che potessi riuscirci…non sono mai arrivata al traguardo!!Vorrei trovare un modo per superare quest’ostacolo,perchè ho sempre sognato di “portare”le mie unghie lunghe…ed il fatto è che non riesco a fare in modo che avvenga… anche perché spesso non mi accorgo di mangiarle…e quando sono troppo nervosa o ansiosa non riesco a staccarmi le mani dalla bocca…!!! Spero tanto che lei possa aiutarmi… grazie!!Annarita.
Gentile Annarita,
L’onicofagia è un’espressione di ansia. C’è chi si mangia le unghie quando è da solo in casa e sta concentrandosi su qualcosa, chi lo fa allo stadio mentre assiste alla partita del cuore, chi lo fa quando si trova in gruppo. C’è anche chi lo fa sempre e non si accorge più nemmeno di farlo. Tutto dipende dal livello dell’ansia e dalle situazioni che la fanno aumentare. In genere si pensa che questo sia un segnale di timidezza e di introversione, perché l’aggressività viene rivolta verso sé stessi anziché verso gli altri.
La cosa migliore da fare è darsi un metodo: ad esempio cominciare con un dito. Il messaggio deve essere: posso mangiare tutte le unghie che voglio e quanto mi pare, ma il dito mignolo della mano destra no!
Per poi continuare con gli altri. Vedrà che, una volta che l’unghia è ricresciuta, è difficile che lei senta ancora l’esigenza di ‘aggredirla’, specie se le piacciono le unghie lunghe. Infatti spesso il motivo per cui ci si porta le mani alla bocca è perché le dita, in prossimità delle unghie mangiate, fanno male.
Il gesto di portare ciò che ci fa male alla bocca è un gesto di rassicurazione. Saluti e continui a seguirci
Dott. Walter La Gatta
TERAPIE ONLINE
TIMIDA DA SEMPRE
Salve!Sono Lucia e ho 23 anni. Vorrei parlare del problema che mi affligge da sempre,la mia timidezza. Ricordo che sono stata sempre timida,anche se ho notato che crescendo il problema è diventato sempre più serio. Dò la colpa di questo al mio aspetto fisico,sono stata fin da piccola un pò cicciottella e crescendo le cose non sono cambiate. Ho affrontato diverse diete cercando di risolvere il problema,ma o non riuscivo a farle o peggio ancora le portavo a termine e poi (non so perché) ricominciavo a mangiare più di prima,riprendendo i chili persi e prendendone altri. Sono cresciuta con questo peso addosso,che per me non era solo fisico ma anche psicologico. Il mio peso ha sempre rappresentato un muro invalicabile tra me e il resto del mondo. La mia vita è stata condizionata molto,mi sono sempre sentita una “diversa” e non sono mai riuscita ad accettarmi per come sono,ma allo stesso tempo non sono mai riuscita ad avere la forza necessaria per cambiare la mia situazione. Questa carenza di autostima mi ha causato molti problemi con gli altri,solo dopo una conoscenza approfondita riuscivo a far vedere veramente chi ero,non una persona chiusa,antipatica o asociale come poteva sembrare in apparenza. Di conseguenza ho sempre avuto pochi amici,uscivo poco perché mi sentivo tremendamente a disagio,e di questa situazione ne ho sofferto sempre molto. Non sono quasi mai riuscita a parlare a qualcuno della mia sofferenza per paura di non essere capita e per non sembrare ancora più debole,quindi ho quasi sempre tenuto tutto dentro,senza sfogarmi con nessuno. Ancora oggi le cose non sono cambiate,questi problemi rimangono ancora e quello che mi fa stare ancora più male è che mi sento sola a doverli affrontare. Sò che la soluzione potrebbe essere perdere quel peso che tanto mi limita,e infatti sto provando l’ennesima dieta,ma è dura e il cammino è lungo e non so se riuscirò a portarlo a termine. Come posso cercare di cambiare questa situazione?Vi ringrazio per la vostra attenzione e pazienza,Lucia
Gentile Lucia,Quando lei riuscirà a perdere i suoi chili di troppo e ad entrare dentro un paio di aderentissimi jeans vedrà che la sua stima crescerà, ma non pensi che la soluzione del suo problema sia semplicemente questa. Guardi ad esempio come ha chiuso la sua lettera: ‘grazie per la vostra attenzione e pazienza…’Sembra quasi che lei si vergogni di esistere, di manifestare in qualche modo la sua presenza e, quando lo fa, si scusa e chiede comprensione per essersi rivelata al mondo… C’è un’altra frase che mi ha colpito: ‘non sono mai riuscita a parlarne con nessuno per non sembrare ancora più debole’. Ecco, potrebbe partire da qui. La prima espressione di forza è il riconoscimento delle proprie debolezze. Tra gli aforismi del sito ce ne è uno che sembra fatto apposta per lei: Fra tutte le debolezze, la più grande è l’eccessiva paura di apparire deboli.Saluti e continui a seguirci
Dott. Walter La Gatta
ANCORA VERGINE
Sono molti i sostantivi che mi vengono in mente per essere ancora a 22 anni un ragazzo vergine!!! E si la mia storia cmq e un po’ lunga ma parlerò solo dei significati più importanti della mia vita. Cariss. dott. Sono Rosario sono un ragazzo siciliano non per vantarmi ma molte ragazze mi hanno reputato un bel ragazzo alto e possente il mio unico problema sono le donne!!!
Da quanto avevo 13 anni ci sono state ragazze che mi interessavano ho cercato di conoscerle e per colpa della mia fretta dei sentimenti ho detto quello che pensavo subito alle ragazze con risposta sempre negativa da parte delle ragazze, altro grande problema e la mia voce perché le ragazze appena mi conoscono dicono subito i difetti che hai!!!
Quindi purtroppo io ho una voce un po’ femminile quindi dott. lei può capire il mio imbarazzo cmq lasciando perdere questo problema che non ci faccio caso perché quando prendo confidenza parlo anche troppo con le ragazze. Troppe le delusioni che ho avuto donne di cui mi ero innamorato e poi sono stato rifiutato nei peggior modi, le donne che mi piacevano ho cercato di conoscerle anche da solo ma nulla di fatto. Ora ho 22 anni sono ancora vergine e rimpiango questi anni che ho perso e potevo sfruttare ormai sono morto dentro senza una compagna che mi dia affetto non so cosa fare certe volte piango e nella mente mi vengono cose brutte che lei può immaginare, questi pensieri si hanno lei lo sa dott. con la perdita dei valori io ho perso il valore dell’amore. Che posso fare??? Ormai certe volte io penso anche di non uscire più!!!! Rosario
Gentile Rosario,
Lei dice che la sua storia è molta lunga e probabilmente in questa ricostruzione dei fatti vi sono molti ‘omissis’. Stando comunque ai problemi che elenca, credo che lei manchi soprattutto di abilità sociali, ovvero di quel menù di opzioni che consente di trovare sempre la frase giusta per ogni occasione. Probabilmente il suo aspetto fisico attira le ragazze, ma quando la sentono parlare si sentono deluse. Lei dice che è per la voce, un po’ femminile: forse, ma più che di questo io mi preoccuperei dei contenuti dei suoi discorsi… E’ proprio sicuro, nel suo tanto parlare con le ragazze, di dire le cose più opportune? In ogni caso, non sono pochi i ragazzi che, come lei, a ventidue anni non hanno mai avuto esperienze sentimentali e sessuali, per cui non si consideri un caso speciale… Piuttosto, cerchi di impegnarsi, visto che è un bel ragazzo ed ha già quindi avuto un gran premio dalla sorte, a parlare di meno, ascoltare di più e ad aprire bocca solo per dire cose sensate ed intelligenti. Vedrà che il gentil sesso non mancherà di apprezzare!
Dott.ssa Giuliana Proietti
BALBUZIE
Io sono R. e ho 23 anni. Vi scrivo per chiedere alcune informazioni sulla balbuzie.
Io in effetti soffro di tale disturbo del linguaggio, e che purtroppo mi da spesso dei problemi. Vi chiedo se esiste qualche farmaco capace di attenuare il problema.
In attesa di Vs. risposte Vi auguro distinti saluti.R.
Gentile R.,
Sarebbe interessante sapere cosa lei abbia fatto finora per cercare di tenere sotto controllo il disturbo, quando questo è insorto, quando si accentua ecc. Ha ad esempio mai eseguito appositi trattamenti foniatrici (apprendimento di esercizi per impostare il corretto funzionamento muscolare e rieducare così l’atto respiratorio, il ritmo della fonazione, la ripetizione sillabica e l’impostazione della voce) ? Ha mai seguito un percorso psicoterapeutico desensibilizzante (cioè una psicoterapia breve, mirata sul sintomo)? Conosce il Training Autogeno o altre tecniche di rilassamento?
Se tutto questo lei lo avesse fatto e non avesse, per così dire, ‘funzionato’, potrebbe, anzi, dovrebbe, cercare giovamento nei farmaci. In tal caso sarebbe opportuno consigliarsi con il suo medico di base per la scelta dello specialista che faccia al suo caso.
Dott. Walter La Gatta
SONO BLOCCATA
Complimenti per il vostro sito! Sono una ragazza di 25 anni che da tempo è bloccata con la sua vita. Fin da piccola ho sognato di diventare una grande scrittrice e una giornalista ammirata. Nel mio piccolo ci sono riuscita, sono una corrispondente locale per un giornale di provincia da alcuni anni. Ho sempre tante idee per scrivere gli articoli, ma raramente le metto in pratica, andare a cercare le notizie e chiedere alla gente mi provoca un grande disagio, come se entrassi in una sfera proibita. L’idea di mollare mi farebbe sentire sconfitta, anche perché da questo lavoro ho avuto grandi soddisfazioni, e la forza per superare in parte la mia paura degli altri. Altri ragazzi che hanno iniziato insieme a me hanno fatto carriera e io invece sono al punto di partenza, anche perché non mi sono impegnata come dovevo allargando la mia attività. E adesso mi faccio una domanda, ho sbagliato scelta? Anche alle scuole superiori mettevo in atto questo comportamento, mi impegnavo al minimo e prendevo voti mediocri, quando potevo fare molto di più, ma non riuscivo a farlo. Perché agisco così, sabotandomi da sola? Di cosa ho paura? Un altro grosso problema che ho sono i ragazzi. Sono molto amica di alcuni ragazzi, per i quali in passato ho creduto di provare un sentimento d’amore, forse perché non potevo averli, ma in 25 anni di vita non ho mai avuto un ragazzo, perché non ho mai lasciato che nessuno si avvicinasse a me. Solo due mesi fa ho conosciuto un ragazzo e siamo usciti insieme una volta, ma tra noi non c’è stato niente perché non ci siamo piaciuti. Raramente conosco gente nuova, sono molto legata ai miei amici, “pochi ma buoni” con cui sono cresciuta insieme. Cosa posso fare per sbloccarmi? Rispondetemi vi prego!
Grazie per la vostra attenzione
Araba Phenix 78
Gentile Araba Ph,
E’ difficile che una persona possa raggiungere il successo se non si apre verso il mondo. Infatti, se anche lei diventasse una bravissima scrittrice di romanzi introspettivi, cosa per la quale non è necessario essere estroversi, chi si occuperebbe poi della promozione di quel che scrive? In ogni caso, se abbandonare questa strada la farebbe sentire ‘sconfitta’, come lei sostiene, l’unica cosa da fare è perseverare, il che significa cercare di trovare un compromesso tra la sua paura della gente e la necessità di entrarci in contatto. Ciò vale anche per la sua vita privata: se lei deve scegliere il suo ragazzo nell’unica persona che ha di recente conosciuto, è più che probabile che non sia quella giusto; se potrà scegliere fra venti, sarà più facile trovarlo come dice lei. La cosa più importante comunque è cercare di innamorarsi solo delle persone che può realmente avere, mettendo da parte fantasie ed eccessivi idealismi, che servono solo ad allontanarla dalla vita reale.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
Clinica della Timidezza
si occupa del benessere delle persone timide e ansiose
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Servizio TG5 dedicato a Clinica della Timidezza
CARATTERE INTROVERSO
Salve,sono una ragazza di 20 anni,e scrivo perché il mio carattere introverso e chiuso non mi permette di relazionarmi con gli altri in modo soddisfacente. Il problema è sempre esistito,nel senso che introversa lo sono sempre stata,ma si è reso più evidente da quando,saltuariamente, vengo chiamata per effettuare alcune supplenze presso varie scuole elementari(sono diplomata all’istituto magistrale).
Non riesco ad entrare in rapporto con i bambini, mi sento bloccata. Ho sempre paura di sbagliare comportamento, e, non riuscendo a trovare la via di mezzo,o divento troppo rigida,oppure troppo permissiva. Il risultato sta nel fatto che i bambini, ovviamente,sfuggono al mio controllo, e ciò mi fa sentire incapace ed inadeguata, spingendomi a fuggire dalla situazione spiacevole, anziché a mettermi in gioco per affrontarla. In verità mi manca l’esperienza, ma questo fatto non dovrebbe rappresentare un gran problema, se almeno sapessi relazionarmi con i bambini! Amicizie ne ho poche, anche perché, nella mia vita precedente, non ho avuto l’opportunità di instaurare relazioni proficue per il mio carattere introverso, sommato ad una certa “sfortuna” circa le persone con cui sono entrata in contatto. Sono iscritta all’università, ma da mesi non frequento più, perché non avrei abbastanza tempo da dedicare allo studio. A me, però, gioverebbe stare in mezzo agli altri, avere contatti con le persone, perché diventerei ancora più chiusa. Vorrei qualche consiglio pratico per superare la mia introversione. Ringrazio in anticipo
Milena
Gentile Milena,
I comportamenti che descrivi rappresentano per la verità il problema delle persone timide e che non hanno sufficienti abilità per mettersi in relazione con gli altri. I sentimenti che provi sono infatti una difesa verso le situazioni ansiogene, dalle quali tendi a fuggire. Credo invece che, per migliorare le tue prestazioni sociali e professionali, dovresti lentamente, ma con continuità, esporti di più, magari riprendendo a frequentare l’Università, dove, sentendoti parte di un gruppo, potresti gradualmente trovare i giusti comportamenti per affrontare le varie situazioni. Per quanto riguarda il tuo lavoro, i bambini riflettono le tue emozioni: se tu entri in classe già fortemente stressata, i bambini ti sembreranno dei piccoli mostri con i quali è difficile entrare in contatto. Prova a convincerti, quando entri in classe, del piacere che avranno questi bambini nell’avere un’insegnante giovane e allegra, con un ricco bagaglio di giochi e proposte (che naturalmente ti sarai prima preparata a casa!)
Buon lavoro.
Dott. Walter La Gatta
PARLARE IN PUBBLICO
Da qualche anno soffro di un disturbo che mi sta creando molti problemi, soprattutto in capo lavorativo. Ogni volta che devo esporre una relazione in pubblico vengo colta da una fortissima tachicardia, il respiro si fa affannoso, la bocca si secca e non riesco più a parlare, quasi vengo colta da una sorta di capogiro.Ho letto che questi sintomi sono riconducibili alla fobia sociale, ma io non ho mai sofferto di eccessiva timidezza, ho molti amici, amo stare in mezzo alla gente, non ho problemi a frequentare luoghi pubblici. Cosa posso fare?C’è una terapia farmacologica che possa aiutarmi senza limitare le mie attività quotidiana? Vi prego non consigliatemi la psicoterapia, non sono nella situazione di poterla seguire.Potete consigliarmi dei farmaci da prendere sotto il controllo del mio medico della mutua?Per favore aiutatemi.
Cris
Gentile Cris,
Da come descrive il suo sintomo non mi sembra possa trattarsi di fobia sociale. Infatti, lei riesce comunque ad avere una vita sociale attiva, una rete di amicizie e non mi sembra abbia paura ad uscire di casa. Il suo sintomo si manifesta solamente in una specifica situazione, ovvero quando deve parlare in pubblico. Ciò che le accade è in verità cosa assai frequente: a cosa pensa che servano infatti tutte le bottiglie di acqua minerale poste davanti agli oratori durante le conferenze? Perché a molti ospiti dei talk show televisivi improvvisamente prende una grande sete?
Più che una psicoterapia le consiglierei l’apprendimento di una tecnica di rilassamento, come il training autogeno, e la frequentazione di un Corso sul public speaking, in cui in genere si danno una serie di consigli per placare l’ansia. Quanto ai farmaci, deve parlarne, eventualmente, con un medico. Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
COSA FARE PER SALVARSI?
Salve, mi chiamo A. R., ho 21 anni e scrivo da L. Ho deciso di scriverVi questa e-mail perché soffro di eritrofobia. Per me è un gran peso soffrirne,poiché nel mio caso in particolare rappresenta un ostacolo che sembra INSORMONTABILE e che agisce negativamente nella mia vita sociale. Non riesco e non sono mai riuscito a instaurare un rapporto affettivo con una ragazza,poiché quando c’è una ragazza che mi piace,non mi sogno nemmeno lontanamente di avvicinarla in quanto partirebbero subito i primi segnali della mia timidezza. Diventerei subito rosso da far paura,il mio battito cardiaco salirebbe alle stelle(da rischiare un Infarto!!!!!!!!!!!!!),comincerei a tossire o a balbettare rendendomi così goffo e ridicolo. Anche gli studi universitari non vanno tanto bene,in tre anni a Giurisprudenza a Pisa ho dato solo un esame,anche perché si è instaurato in me un circolo vizioso,non ho fiducia in me stesso,divento rosso e mi manca la “grinta”. Come fare?La do sempre vinta agli altri,i quali si possono permettere di dirmene indisturbati di cotte e di crude. Secondo Voi cosa dovrei fare per salvarmi?Ho pensato di rivolgermi a uno psicologo,ma ho sentito dire che anche lo yoga e il training autogeno possono aiutarmi. Vi prego datemi un consiglio,sono veramente disperato. Ringraziandovi per la cortese attenzione e sperando in una celere risposta vi porgo,sperando di non essere risultato noioso e patetico;i miei più Cordiali Saluti
Gentile A.R.,
Non c’è niente di noioso o patetico nella sua lettera: semmai c’è un’eccessiva attenzione a voler essere sempre perfetto. Infatti, non credo proprio che nel suo cammino lei abbia incontrato solo delle macho-girls, sicure di sé e pronte a ridicolizzarla se diventa rosso: sicuramente avrà incontrato anche delle ragazze un po’ più tranquille, magari con il suo stesso problema. Come è andata con loro? Quello che le voglio dire è che non deve fare dell’eritrofobia la scusa per non combattere la sua battaglia, rinunciando a raggiungere i suoi obiettivi e ritirandosi dalla competizione fra maschi per conquistare il cuore della ragazza che le piace. Le assicuro che la gente fa molto meno caso di quello che lei pensa ai rossori degli altri ed in ogni caso diventare rossi non significa necessariamente essere deboli. La prima cosa da fare dunque è riconquistare la stima di se stesso, e questo lo può fare solo riprendendo gli studi e superando in fretta gli esami che non ha sostenuto. Lo yoga ed il training autogeno vanno benissimo per ritrovare un po’ di serenità.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
Dr. Giuliana Proietti
TERAPIA DI COPPIA
A un click da casa tua!
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI E ONLINE
FORTEMENTE EMOTIVO
Ho un problema fortemente emotivo che mi impedisce di fare la prima mossa con le donne, ogni volta che nasce in me il desiderio di fare nuove amicizie la mia condizione emotiva me lo impedisce e mi aggredisce con una emozione molto forte che mi impedisce di parlare e pensare con disinvoltura.
Come posso fare?grazie Ale
Gentile Ale,
La prima cosa da fare è togliersi dalla testa che, dal niente, possa accadere che un giorno, avvicinando una ragazza, tu possa sentirti perfettamente a tuo agio. Questo potrà avvenire solamente dopo aver acquisito un bagaglio di esperienze notevole su questo piano, il che significa cercare di metterti più e più volte alla prova, perfezionando sempre di più lo stile di comunicazione e le tecniche per la gestione positiva dell’ansia. Prova a considerare ogni approccio al gentil sesso come un ‘esercizio’ in attesa che si presenti la volta buona. In questo caso poi, vedrai, non sarà nemmeno tanto necessario essere per forza ‘disinvolto’, anzi, in certi casi un po’ di timidezza è addirittura una marcia in più. Ciao e auguri.
Dott. Walter La Gatta
MAMMA ANSIOSA, FIGLIO ANSIOSO
Gentili redattori, sono una mamma ansiosa+insegnante+laureanda in psicologia e mi ritrovo con un figlio di 7 anni completamente condizionato da ansia e da pensieri del tipo:” Sono un buono a nulla… non ce la farò mai …” ecc…ecc…Avrei bisogno di un consiglio o di un testo specifico.Grazie
Mamma ansiosa
Gentile Mamma Ansiosa,
Credo che la soluzione del problema sia già indicata nel titolo che abbiamo dato alla sua lettera. Infatti, se una madre si mostra ansiosa e in preda a pensieri negativi, è più che naturale che il figlio (anche per via delle predisposizioni genetiche, oltre che per l’imitazione del modello genitoriale), tenda a somigliarle.
Che fare? Niente altro che cercare di dare il buon esempio, con pensieri positivi, incoraggiamenti, premi per ogni buon risultato raggiunto (non solo per suo figlio, anche per lei!).
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
ARROSSISCO A SCUOLA
ciao,vorrei sapere perché arrossisco ogni qualvolta che mi pongono delle domande,perché mi succede anche a scuola? sono davvero preoccupata in quanto mi blocco e non risolvo mai nulla! prima non ero così! cosa mi sta succedendo? ciao ari
Gentile Ari,
Arrossisci a scuola, ed altrove, ogni qual volta ti senti al centro dell’attenzione. Essere osservata dagli altri ti emoziona e dunque ti fa arrossire. Il problema è che arrossire evidentemente ti imbarazza e quando sei imbarazzata ti blocchi. Questo ti imbarazza ancora di più e per questo ti emozioni di più ed arrossisci di più. Detto in altre parole sei entrata nel circolo vizioso dell’ereutofobia. Che fare? A livello fisico puoi solo imparare una tecnica di rilassamento, tipo il training autogeno ed imparare così a controllare meglio le emozioni. A livello psicologico c’è molto di più da fare: ad esempio renderti conto che, anche se arrossisci, il tuo valore non diminuisce di una virgola, che la maggior parte dei tanto temuti ‘altri’ si trova nella tua stessa situazione, che più cercherai di allenarti al contatto con gli altri, più questo sintomo sparirà, che più gli dai importanza e più si accresce ecc. ecc. Leggi qualche libro, frequenta qualche corso e se non ce la fai da sola fatti aiutare da uno ‘psic’.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
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COSA FARE PER VIVERE BENE?
Sono una ragazza di 22 anni,la primogenita di una famiglia felice.Sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza a … e per frequentare ho dovuto trasferirmi.Vivo con due mie amiche(ex compagne di liceo). Sono stata da sempre un pò “cicciottella” ma durante la mia infanzia la cosa non mi ha mai turbato, sono sempre stata la classica bimba modello tutta casa-scuola e attività extra(ho studiato musica per 10anni). Con l’iscrizione al liceo le cose sono cambiate!! I miei nuovi compagni non mi apprezzavano più per quello che ero! Ho avuto notevoli difficoltà ad integrarmi nella classe e di questo ne ha risentito il mio profitto scolastico! Anziché provare a migliorare il mio aspetto fisico cercavo di farmi apprezzare per quello che ero ma non ci riuscivo e continuavo ad ingrassare!!Mi sono iscritta alla facoltà di giurisprudenza per emulare il mio adorato papà verso il quale ho avuto sempre un attaccamento morboso!lui non ha potuto continuare gli studi intrapresi per ragioni economiche, ma si è creato da solo una posizione più che rispettabile(svolge la professione di Rag. Commercialista).Fin da bambina ho sempre assecondato mio padre che mi voleva avvocato e da sempre gli ho assicurato che mi sarei laureata in giurisprudenza! Come ho già detto,iscritta all’Università, ho preso casa a … con due mie amiche! il primo anno ho frequentato pochissimo e sono rimasta per quasi tutto il tempo a casa,anche nell’ambiente universitario non riuscivo ad integrarmi!!Era per me l’ennesima sconfitta!L’anno successivo mi sono imposta una permanenza più lunga nella città nella quale dovevo studiare;tale costrizione mi ha provocato un dimagrimento di circa 20 chili!Finalmente i ragazzi mi notavano!! Avevo riconquistato un pò di fiducia in me stessa e per risollevarmi dal pantano nel quale stavo sprofondando con gli studi ho deciso di cambiare Università (ma non Facoltà) restando nella stessa città! La mia prima relazione è stata con un ragazzo fidanzato con il quale ho avuto il mio primo rapporto!Quando lui ha deciso, dopo circa un anno, di non volermi più vedere tutte le mie certezze sono crollate e sono ricaduta in un periodo di depressione dal quale sono uscita solo quando ho conosciuto il mio attuale ragazzo!Con lui ho una relazione da un anno e tre mesi ma, pur essendo molto legata a lui e volendogli davvero molto bene, quando il mio primo ragazzo mi ha chiesto di rivederlo non ho esitato! Volevo sbattergli in faccia tutte le mie sofferenze ma l’attrazione fisica è stata fatale! Pur essendo stata infedele non ho lasciato il mio ragazzo! Continuo a vedere il mio ex e ho anche altre storie extra! Mi sono resa conto di voler vivere tutto ciò che fino ad ora mi era stato negato ma non riesco a restar sola,ho bisogno di un punto fermo nel quale rifugiarmi quando le mie storielle mi deludono e grazie al quale riesco a non cadere in depressione!Non mi sento in colpa per la mia costante infedeltà perché solo così riesco a soddisfare il mio bisogno costante di essere accettata! Le amiche coprono le mie continue scappatelle pur additandomi per il mio comportamento “scellerato”!!! Il mio comportamento è sbagliato? Cosa devo fare per vivere bene? Certa di una celere risposta ringrazio e porgo cordiali saluti!Nadia
Gentile Nadia,
La sua lettera, ma più che altro il suo comportamento, denota una grande insicurezza di fondo. Il metodo che lei ha scelto per sentirsi più apprezzata e coccolata può dare sicuramente risultati entusiasmanti nel breve periodo, ma nel lungo termine è quasi certo che le procurerà ulteriori problemi (scarsa stima di sé, sensi di colpa, depressione ecc).
Lungi da me voler esprimere un giudizio ‘moralistico’ sul suo comportamento, credo però che lei non abbia certo così trovato la soluzione per ‘vivere bene’, ma si stia semplicemente ‘drogando’ con le sue storielle, per uscire da uno stato depressivo.
Probabilmente la cosa migliore da fare è cercare delle gratificazioni in campi diversi, meno ‘a rischio’… Che dire ad esempio di cercare di trovare soddisfazione nel profitto universitario? Con i migliori auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
NON RIESCO A DICHIARARMI
Sono un ragazzo di 16 anni, la mia è una timidezza soprattutto con le ragazze perché non riesco in nessun modo (perché ho troppa paura della risposta o di cosa ne pensano gli altri) a dichiararmi. Ancora non sono riuscito ad avere una fidanzata e non ho dato il mio primo bacio. Di questo mi preoccupo un pò ma non mi scoraggio. Voglio invece risolvere il mio problema: da qualche mese ho incontrato una ragazza con cui parlo ogni tanto e mi piace tantissimo. Penso che lei se ne sia accorta però è ovvio che si aspetta da me il primo passo. Volevo qualche consiglio a proposito. Infatti ho troppa paura che se le confesso il mio amore lei possa respingermi
brutalmente o che io possa fare brutte figure anche con le sue amiche se lei poi ne parla in giro. Per favore voglio solo qualche rimedio a questo tipo di timidezza e un consiglio alla mia ultima vicenda.
Pietro
Gentile Pietro,
Per fortuna non siamo più ai tempi in cui, per fare il primo passo con una ragazza, bisognava prima confessarle il proprio amore. Cerca di essere spontaneo, naturale e cerca di avvicinarti (fisicamente) sempre più a lei. Ci sono sempre delle scuse per metterle un braccio su una spalla, stringerle una mano, darle un bacio su una guancia… Vedi a questo tipo di contatti ‘casuali’ come lei reagisce: se ti accorgi che la tua amica non si irrigidisce, ma anzi li accetta volentieri, cerca di essere sempre più audace e piano piano vedrai che arriveranno sia il primo bacio che la prima dichiarazione d’amore.
Naturalmente se vedi che lei ti respinge cerca di essere molto più prudente, ma non scoraggiarti troppo facilmente.
Ciao e auguri.
Dott. Walter La Gatta
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SOGNO DI ESSERE NUDO
Vorrei che qualcuno mi dicesse il perché sogno stare nudo e mi vergogno dei passanti, mentre nessuno si fissa in me. Da Buenos Aires Piero
Gentile Piero,
Secondo l’interpretazione dei sogni di S. Freud, ogni sogno è la realizzazione di un desiderio. Probabilmente dunque ciò che la porta a sognare tali scene è un desiderio di esibizionismo, una soddisfazione parafiliaca di tipo infantile.
Potrebbe però essere tutt’altra la interpretazione e cioè si potrebbe ipotizzare che lei nella vita viva una condizione di insicurezza e di disagio per cui si sente sempre osservato dagli altri, ‘penetrato’ nella sua intimità e nei suoi pensieri, come se fosse nudo. Anche se gli altri non fanno caso a lei, lei si sente sempre ‘nudo’ nei confronti della società e questo la fa soffrire. In questo caso il sogno esprimerebbe questa sua difficoltà nei rapporti interpersonali. Di spiegazioni plausibili potrebbero essercene ancora duecento: questo le dimostra perché non si possono interpretare i sogni di persone sconosciute, di cui non si sa nulla.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
NON RIESCO PIU’ A VIVERE
Mi chiamo Claudia ho 40 anni e sono timidissima . Sto cercando qualcuno che mi possa aiutare a risolvere il mio grave problema. Non riesco più a vivere divento sempre rossa a contatto con gli altri per qualsiasi motivo.Mi sento rinchiusa in una morsa che non mi fa più uscire. A chi mi potrei rivolgere? Grazie Claudia
Gentile Claudia,
Quello che lei sta rischiando (se non è già in atto) è la fobia sociale: infatti, quando ci si sente fortemente insicuri di sé, la prima cosa che si cerca di fare è trovare rifugio fra le pareti domestiche e cercare tutte le scuse per non uscirne più. Non credo lei possa aiutarsi da sola, almeno nella prima fase di un processo di guarigione, quindi le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo per una terapia individuale o di gruppo. Di gruppo sarebbe, ovviamente, meglio anche se per farla dovrà, questo si, cercare di superare molte resistenze interne. Tenga d’occhio le iniziative della Clinica.
Con i migliori auguri.
Dott. Walter La Gatta
BALBETTARE
Sono F. e ho 23 anni. Da quando avevo circa 16 anni ho iniziato a balbettare, prima in modo irrilevante poi in modo evidente e alquanto imbarazzante. La mia balbuzie non è costante, molto spesso, specialmente parlando di argomenti che conosco in modo approfondito, non ho neanche un accenno di balbettio, mentre altre volte non sono capace di esprimere un
pensiero di senso compiuto senza interrompermi. Ho inoltre notato che la mia balbuzie tende ad essere metereopatica (probabilmente è solo un mio condizionamento psicologico): durante la primavera e l’estate si attenua notevolmente per poi riaggravarsi durante l’autunno e l’inverno.
Volevo, per concludere, sottolineare che il problema si presenta indifferentemente con
familiari, amici e sconosciuti più o meno in egual modo, che non ho mai avuto problemi con le ragazze sia dal punto di vista sessuale che affettivo e che non sono una persona particolarmente ansiosa. A chi mi dovrei rivolgere per tentare di risolvere il problema? Sono già stato da uno psicologo che mi ha prescritto l’uso di ansiolitici come il Lexotan, ma, nel
breve periodo in cui li ho utilizzati, non ho notato nessun miglioramento.
Grazie. F.
Gentile F.,
Uno psicologo non prescrive farmaci, a meno che non sia anche medico, oppure uno psichiatra. Credo dunque che lei non abbia ancora fatto l’esperienza di una psicoterapia, che nessuno ad esempio le abbia insegnato le tecniche di rilassamento, in questo caso mirate al linguaggio, al respiro, ai movimenti della bocca. Teoricamente qualsiasi buono psicologo può andar bene, ma se riesce ad incontrare qualcuno che abbia una specifica esperienza in questo campo, potrebbe addirittura andare anche meglio.
Con i migliori auguri.
Dott. Walter La Gatta
Intervista sull'ipnosi
UNA GITA SCOLASTICA
Cara dottoressa, sono la stessa ragazza 17enne che le ha scritto un po’ di tempo fa e che soffre di aerofagia e fobia sociale. Le volevo chiedere un consiglio: verso fine aprile ci sarà una gita scolastica a Genova per 4 giorni. Io devo essere realista, nelle mie condizioni non posso andare…..ma vorrei andarci con tutto il cuore perché le mie migliori amiche andranno ed anche il ragazzo che mi piace….Sono 9 ore di pullman….Per me e’ già difficile andare a scuola e fare un percorso in pullman di 20 minuti….Lei mi scrisse degli psicofarmaci, ed io vorrei sapere se questi mi aiuterebbero veramente…Sono davvero efficaci?Che poi io vorrei usarli solamente per il viaggio andata-ritorno, una volta a Genova qualche normale ansiolitico, anche se ho paura che gli psicofarmaci prendano il sopravvento. Alle mie amiche dirò del mio problema così mi daranno una mano. Io voglio andarci….ma secondo lei riuscirei ad affrontare una situazione cosi? Ho fiducia nei suoi buoni consigli, spero mi risponda al più presto perché il tempo stringe. Grazie.17enne
Gentile 17enne,
La prima cosa che vorrei consigliarle è di andare senz’altro a questa gita e di non farsi scappare il ragazzo che le piace. Quanto agli ansiolitici, ne parli con il suo medico di base; se il suo dottore li ritenesse utili per la circostanza, veda di farsi prescrivere quelli a più basso dosaggio. Quanto a parlarne con le amiche invece, la sua idea non mi sembra buona perché in questo modo ingigantisce un problema che invece deve essere nascosto, anche alla sua coscienza, attraverso la produzione di pensieri positivi. Un ultimo consiglio: provi a fare senza ansiolitici, anche se il medico glieli ha prescritti… Se poi vede che le cose non vanno bene e lei si sente troppo a disagio li prenda, altrimenti li tenga di scorta.
Buon divertimento e mi faccia sapere!
Dott.ssa Giuliana Proietti
MICIDIALE EREUTOFOBIA
Ciao, sono un ragazzo di 35 anni di Torino. Ho scoperto per caso questo sito e mi sono accorto che ci sono tante persone che sfortunatamente soffrono di questa “micidiale”, definirei patologica ereutofobia. Purtroppo anch’io ne sono affetto dall’età di 6 anni, forse come dicono gli analisti momento in cui si è creata una fissazione. Mi sembra che quando sono a contatto con gli altri questi possano radiografarmi, venendo a conoscenza di un segreto inconscio di cui provo profonda vergogna. Questo accade soprattutto quando mi viene chiesto un parere personale, quando qualcuno mi confida qualcosa. Ho letto che a volte la causa dell’ereutofobia è collegata ad una sessualità di tipo infantile o da una educazione troppo moralista in merito alla sessualità. A Tal proposito i mie rapporti con le donne sono quasi nulli, un po’ per la paura di arrossire ma soprattutto per l’idea di essere immaturo per le donne della mia età. Nella donna vedo una madre o una figlia, anche se desidero fortemente avere una compagna. Molte volte sono attratto da ragazze molto più giovani di me e questo è nuovamente causa di un conflitto interiore che mi rende ansioso e depresso. Per non dilungarmi molto vorrei cominciare ad intraprendere un percorso di analisi mediante una psicoterapia mirata al problema. Chiedo, se fosse possibile indicarmi un centro o uno specialista nella mia città. Cordialmente. Torinese fiducioso
Gentile Torinese Fiducioso,
Alla Clinica della Timidezza molte cose bollono in pentola (lo dico a lei e a tutti gli altri Lettori) e presto leggerete di Corsi fatti anche in altre città. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci scrivono per avere informazioni e per offrire collaborazioni, ai quali non sempre facciamo in tempo a rispondere, per problemi di tempo. Non appena la Clinica sarà entrata nella sua ‘fase due’ ci faremo perdonare… Tornando al suo caso, gentile signore torinese, per prima cosa può aspettare il nostro arrivo nella sua città, ma se volesse intanto cominciare a fare qualcosa potrebbe iniziare a frequentare un Corso di Training Autogeno, per il controllo dell’ansia. In seguito potrebbe intraprendere una psicoterapia breve mirata sul sintomo.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
INNAMORATO DI UN’AMICA
Ciao, ho 22 anni e forse sono innamorato della mia migliore amica…lei si è appena lasciata dal ragazzo…inoltre, noto in lei un’attrazione verso un amico comune che è molto più attraente di me…io sono uno timido e ho paura a dirle quello che provo, anche perché ho paura di rovinare il rapporto di amicizia che c’è tra di noi…Come posso fare?
Attendo vostra risposta… Grazie!
Marco
Gentile Marco,
Ci sono alcune circostanze per cui è meglio non parlare, ma piuttosto fare. La cosa migliore è cercare una scusa per avere un contatto ‘ravvicinato’ con la tua amica (ci sono tantissime scuse per poterle dare un bacino sulla guancia, per farla sedere sulle tue ginocchia, per… Vedi tu!). A questo punto, prima che il tuo gesto possa essere troppo chiaramente definito, vedi come la prende lei… Se ti sembra contenta vai avanti ancora un po’, se ti sembra seccata smetti.L’importante è cercare di avvicinarsi il più possibile, compromettendosi il meno possibile. Solo così potrai tornare sui tuoi passi senza aver rovinato una bella amicizia.Auguri!
Dott.ssa Giuliana Proietti
SONO TRISTE
Buongiorno, sono una ragazza di quasi 22 anni e le vorrei esporre il mio piccolo problema. Ogni tanto mi capita di essere triste senza motivo e talvolta mi viene quasi da piangere. Come esempio, le racconto la mia
giornata di ieri: al pomeriggio sono andata all’università, ho dato un esame e ho preso 28 (per me è un bel voto); quando sono uscita mi sono “premiata” comprandomi una magliettina e una cintura; mi ha raggiunto anche il mio ragazzo (che adoro; è bello e dolcissimo) e abbiamo fatto un giretto per il centro insieme; la sera sono tornata a casa e con la mia famiglia sono andata al ristorante a festeggiare il compleanno di mia mamma (che tra l’altro ha molto gradito il mio regalo).
Ecco, è stata una giornata perfetta, eppure…sentivo che il mio umore era velato di tristezza e il giorno dopo, cioè oggi, mi sento proprio triste. Stamattina dovevo andare in ufficio da mio padre a far delle fotocopie e fare un salto in biblioteca, ma proprio non me la sentivo di uscire, mi sento apatica e demotivata…oggi pomeriggio avevo pensato di uscire con un’amica, ma non ho voglia di vederla…il mio ragazzo mi ha chiesto se esco, ma gli ho detto di no (non ho voglia nemmeno di lavarmi e pettinarmi oggi!). Cosa mi succede? E’ da due settimane che mi sento così e non riesco a trovare risposta perché in questo momento ho tutte le carte in tavola per essere felice! Spero tanto in una sua risposta, già il fatto di scriverle mi ha alleggerita
un po’! Sveva
Gentile Sveva,
Non tutti i giorni sono uguali. Dobbiamo abituarci ad avere degli sbalzi d’umore, così come nel mare ci sono alte e basse maree. In primavera poi, può accadere che ci si senta maggiormente depressi (così come in autunno), ed in genere più la mattina che la sera. Non bisogna tuttavia scambiare questi saltuari momenti di tristezza e di malinconia con la depressione vera e propria, che è cosa ben diversa. Se lei fosse stata veramente depressa non sarebbe, tanto per cominciare, riuscita a prepararsi per l’esame e certo non avrebbe preso 28! Non si sarebbe poi gratificata con la camicetta e via dicendo. La depressione porta a perdere qualsiasi interesse per le cose che ci circondano, per gli amici, gli amori, i progetti, il lavoro… L’unica cosa che si desidera è annichilirsi, annullarsi. Come vede, per fortuna, lei è sana come un pesce! Coraggio, passerà.
Cordiali saluti
Dott. Walter La Gatta
LUOGHI COMUNI
Gentile direzione della Clinica della timidezza, mi chiamo Franco ed ho ventinove anni. Vi scrivo intanto per congratularmi per il sito ed anche per il fatto che detesto due luoghi comuni sulla timidezza, cioè che siano suoi sinonimi il preferire la solitudine alla compagnia ed il tenere gli occhi bassi. Nel primo caso, se ad uno non piace stare con gli altri, non è detto
che è perché abbia paura. Se ad uno non piace una cosa, che ci può fare? La risposta è evidente: nulla. Se io non guardo la Formula 1 in TV, non è certo per timidezza, ma perché non mi piace. Per quanto riguarda gli occhi bassi, può darsi che uno li tenga così perché gli costa meno fatica. Sinceramente, cosa ne pensate delle mie considerazioni? E’ un po’ dura sovvertire certi luoghi comuni, ma non è detto che abbia sempre torto chi la pensa diverso
dagli altri. Spero che non giudichiate stupido l’esempio della Formula 1.
Nella speranza di una vostra gradita risposta, vi saluto cordialmente.
Franco
Gentile Franco,
E’ veramente un luogo comune pensare che se una persona non ama stare con gli altri, la ragione vada ricercata nella sua timidezza.
Tutti noi conosciamo persone timidissime che però non amano stare da sole e persone bene integrate in società che spesso si isolano, con grande piacere, dal mondo (per ascoltare musica, leggere, scrivere, dipingere ecc.). Detto questo però non si può negare che alcune persone timide vorrebbero essere più estroverse, mettersi più spesso al centro dell’attenzione, avere più amici; solo che hanno una tale paura degli altri che non riescono a proporsi, a fare il primo passo (ed a volte neanche ad accettare le àvances degli altri…). Quanto agli occhi bassi invece, penso che non vi sia alcun piacere particolare nel guardare le proprie scarpe anziché gli occhi e la faccia dell’interlocutore, e direi che questo è chiaramente un sintomo di timidezza: un modo per ritrarsi, per non lasciarsi scoprire dall’altro, perché si teme di fare brutta figura, ci si vergogna, o semplicemente si pensa, ipercriticamente, che il solo sostenere lo sguardo sia una forma di villania, di arroganza. Certo, c’è anche chi si è comprato un bel paio di Nike nuove e preferisce guardare quelle anziché gli occhi infossati e miopi del suo professore… Ma questi sono casi davvero particolari…
Al di là delle battute, vorrei metterti in guardia da un insidioso meccanismo di difesa, che è quello della ‘razionalizzazione’, ovvero si ha un problema ed invece di affrontarlo per risolverlo, si preferisce spiegarselo con motivazioni logiche, in modo di fargli perdere i connotati del ‘problema’. Potresti dirmi: bè, anche questo è un modo per stare meglio, che male c’è? Il male sta nel fatto che, a forza di razionalizzare, ci si imprigiona in un mondo irreale, come quel vermetto che stava dentro il cavolo e pensava che quello fosse il mondo. Poi un giorno uscì dal cavolo e vide il sole, il mare, i campi, gli altri animali. Ecco, la soluzione è tutta qui: uscire dal cavolo!!!!
Cordialmente.
Dott.ssa Proietti Ancona
Dr. Giuliana Proietti Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Tel. 348 3314908
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI
ONLINE SU TUTTE LE PIATTAFORME
ARRIVO SEMPRE DOPO GLI ALTRI
Sono una ragazza che arriva sempre dopo gli altri in tutte le cose, non che non sia intelligente ma sto vivendo ancora tuttora dentro alla campana di vetro.
Il mio problema è nato quando mi sono chiesta che cos’è la felicità, come si fa a raggiungerla perché vedo che tutti sono felici perché gli altri hanno quello che io non ho ancora.
Non sottovaluti quello che Le chiedo in quanto per me è importante come pensare quale scopo ho nella mia vita e sperare che i miei sogni possano esaudirsi.
Ho avuto una relazione di tre anni con un uomo molto più grande di me: ma l’età non ha importanza per me, l’ intelligenza è quello che mi interessa e che fa risolvere quasi tutto…
Visto che questa persona ha un bel carattere avevo pensato che poteva essere il mio futuro marito.
Ma nell’ arco di tre anni non ha mai voluto venire a casa mia a conoscere i miei e nemmeno per portare un panettone a Natale… non è mai entrato nel mio mondo sono sempre andata io incontro a lui .
Lui non fa che pensare al lavoro ha una attività che lo impegna tutto il giorno e a poco tempo da dedicarmi.
Non voglio che Lei pensi male di questa persona perché con lui non mi bisticcio mai se non quando si parla di punti cardini: matrimonio famiglia bambini.
A novembre dopo mesi di ripensamenti gli ho parlato della situazione e gli ho proposto di essere amici.
Per me questa è la prima volta che affronto una situazione conclusiva così ho sempre tagliato di netto tutto.
Essendo che lui non mi ha mai fatto del male ho ritenuto giusto fare così: ora lo sto aiutando nella sua attività gli do il cambio a lavorare perché poveretto non ha il tempo nemmeno di mangiare in pace.
Non ho rapporti sessuali da due mesi non mi sento attratta da lui,anche se provo molto affetto nei suoi confronti.Ho fatto un’ altra eccezione a riguardo ultimamente sto uscendo dal categorico entrando nella molteplicità: sto vivendo sensazioni vibranti che mi rendono molto positiva, sto uscendo dal buio con l’ energia di un’ altra persona… non è quella della vita ma mi fa sentire in paradiso.
La ringrazio nuovamente per L’ attenzione che vorrà prestare,scusandomi se qualvolta sono stata prolissa ma mi è difficile entrare subito al vivo della questione.Un Suo consiglio o punto di vista è per me molto importante. Cordialmente Elisea
Gentile Elisea, Credo che lei mi abbia raccontato nei particolari quanto ormai non le interessa più ed è già finito in ‘ARCHIVIO 2’, mentre si è bloccata parlando del presente. Sono sicura che il parere che avrebbe voluto chiedermi non riguarda il passato, ma quello che sta vivendo oggi, ed io purtroppo non ho strumenti per poterla aiutare, a meno che non provi a leggere tra le righe.
Ad esempio si potrebbe arguire che questa persona che le dà tutta questa energia non sia libera… Oppure si sente in colpa verso il suo fidanzato?
Chissà. Se ce la fa, provi a raccontarmi meglio.
Quanto al discorso che gli altri sono sempre più felici, io avrei qualche dubbio: non si fidi delle apparenze e cominci a pensare che la felicità è nelle piccole cose, nelle occasioni di tutti i giorni, anche se è breve e bisogna saperla riconoscere per poterne godere.Buona vita!
Dott.ssa Giuliana Proietti
LA PILLOLA DEL PRIMO APPUNTAMENTO
Gent.ma redazione,ho sentito parlare della “pillola del primo appuntamento”.sapreste dirmi cosa è a cosa serve e cosa produce? Grazie
Davide
Gentile Davide,
Ormai quasi tutti i giorni, aprendo il giornale, si scoprono delle nuove ‘sindromi’ o delle nuove pillole, per ogni occasione. Nel caso delle scoperte psicologiche, nella maggior parte dei casi si tratta di ‘bufale’, ovvero di psicologi o gruppi di psicologi che vogliono farsi pubblicità e mandano per questo dei comunicati stampa ai media, i quali, con scarsa deontologia professionale, poiché hanno bisogno di fare audience, non esitano a prenderli per buoni e a trasmetterli, aprendoci magari grossi dibattiti.
Credo che anche per i farmaci sia così, perché al momento non esistono prodotti nuovi: c’è la famosa pillola contro la timidezza, che però è ancora in fase di sperimentazione in Gran Bretagna. Per il momento, Davide, al primo appuntamento bisogna andarci ancora con le proprie forze e con le proprie debolezze (e per fortuna che è ancora così!)
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
POCHISSIMI RAPPORTI SESSUALI
Gentilissimi Dott. mi vergogno a parlarne dal vivo con un psicologo della mia città, chiederei gentilmente di una vostra consulenza online;
Mi chiamo Domenico ho 35 anni Single sono etero anche se ho avuto pochissimi rapporti sessuali con donne a causa della mia timidezza, ma in questi mi son sembrato abbastanza normali, quando faccio sesso ho un fantasia abbastanza strana chiedevo di farmi penetrare con un dito,
ma dall’estate scorsa mi sono accorto che la mia fantasia sta peggiorando, da allora sinceramente non ho avuto più rapporti.
Tutto questo mi fa paura perché credo che aumentando le dimensioni di un oggetto potrei passare a provare con un uomo anche se non ho nessuna attrazione per il mio sesso, passando a questo mi fa paura di prenderci troppi gusti e diventare omosessuale, e possibile alla mia età?
Non avendo rapporti sessuali da diversi mesi può succedere di avere un calo di desiderio sessuale?
Aggiungo se ad un giorno potrei accorgermi di essere omosessuale, per me non sarà facile la mia vita perché non mi sentirei accettato ne da me stesso e ne da altri.
Chiedo urgentemente aiuto e ringrazio in anticipo della risposta.
Matteo
Gentile Matteo,
Credo che lei si dovrebbe preoccupare più del fatto che a trentacinque anni non è riuscito a costruirsi una relazione stabile con una donna o che ha avuto pochissimi rapporti sessuali, più che delle sue fantasie sessuali e della paura di diventare omosessuale.
Infatti lei, attraverso queste fantasie e queste false paure allontana da sé l’unica cosa che veramente le fa paura: la donna. A volte per timidezza si può avere difficoltà ad avvicinare persone dell’altro sesso e ci si può crogiolare in fantasie compensatorie che però non fanno che allontanare la soluzione del problema.
Quello che mi sento di consigliarle, Matteo, è di prendere il coraggio a due mani ed andare a trovare uno psicologo: le assicuro che il suo caso non è affatto strano e che gli psicologi sono abituati a sentire questo genere di discorsi. Se poi le secca esporsi con un professionista della sua città, ne scelga uno in una città vicina… O forse anche questa è una scusa per non affrontare il problema?
Coraggio!
Cari saluti e auguri.
Dott. Walter La Gatta
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SENZA UNA RAGAZZA
Salve,non ho potuto fare a meno di fermarmi a leggere molte delle lettere scritte dalle altre persone che come me hanno problemi di timidezza..il mio problema,come nel caso di tanti,me lo porto dietro da quando sono piccolo,adesso a 19 anni mi ritrovo senza una ragazza(e senza mai averne avuta una) e con pochi amici..la cosa strana è che quando mi chiedo il perchè di ciò l’unica risposta che so darmi è “sarà stata una somma di casi che mi ha portato a questo”.Spesso ultimamente soffro di questi momenti di depressione in cui mi torna tutto su : il fatto che mi cadono capelli,la ragazza che non ho mai avuto,le mie difficoltà a rapportarmi con il sesso femminile…e ci sto davvero male,vedo tutti intorno a me molto,troppo estroversi e io che non riesco a fare niente,solo a starmene sempre in silenzio,soffro nel sentire i discorsi degli altri ragazzi che parlano delle loro ragazze,o delle ragazze in generale, e devo ammettere che più volte per non sentirmi un estraneo ho dovuto mentire dicendo “si,io ho avuto una ragazza un po di tempo fa” come giustificazione verso la mia inettitudine… Grazie ancora per la possibilità che date a noi timidi di sfogarci.
Fabio.
Gentile Fabio, certo, leggendo la tua lettera e guardando la cosa solo dal tuo punto di vista, è comprensibile che talvolta il mondo ti appaia una giungla. Credo però che dovresti cercare di guardarlo con uno sguardo più critico (verso gli altri, non verso te!). Sebbene dal tuo racconto tu possa sembrare circondato da supereroi, io credo che come te, anche alcuni di loro, un po’ come fanno i cacciatori, raccontino qualche piccola bugia per apparire migliori di quanto siano: devo dire che è abbastanza normale, tra amici … Del resto, molte ricerche ci dicono che almeno il 50% degli intervistati confessa la propria timidezza, e nel restante 50 poco meno della metà racconta di un’epoca della propria vita in cui lo è stato oppure lo è: questo significa che statisticamente due terzi della popolazione lamenta questo problema. Quindi, non sei solo: quando sei in un gruppo di 6 amici, altri tre, come te, si sentono fuori luogo. La differenza può essere un diverso modo di manifestare la timidezza: invece che col silenzio, magari con l’eccesso verbale, invece che con l’evitare le compagnie, ficcandosi dovunque, invece che arrossire, avere il mal di pancia (che non si vede, ma c’è!), …
Ti suggerirei di darti un obiettivo su un aspetto di te che vorresti cambiare, uno solo e ben preciso (per esempio, dire cosa pensi nelle discussioni, oppure frequentare di più per farti più amici, …), e di perseguirlo a piccoli passi, piccoli e giorno dopo giorno, senza mai rimandare o tirarti indietro. Sai che la maggior parte delle persone ‘pubbliche’ (artisti, politici, sportivi) sono dei timidi che hanno scelto quella carriera come sfida alla loro timidezza?
Buona fortuna e molti saluti.
Dott. Walter La Gatta
IL RAPPORTO CON LE DONNE
Ciao,
mi chiamo Alessandro, ho 31 anni ed il mio problema è il mio rapporto con le donne.
Parlare di rapporto è forse eccessivo, visto che alla mia età non ho mai avuto una fidanzata e gli unici atti sessuali compiuti sono stati mercenari (una sola volta peraltro).
Non so da cosa possa dipendere tutto questo: so solo che fin dalle scuole
medie sono stato interessato a compagne di scuola e sono stato sempre incapace
di attaccare bottone.
In generale sono un timido, anche con gli uomini, ma mentre col tempo mi sono creato un discreto numero di amici, di amiche neanche a parlarne. Non ho mai avvicinato una donna per strada o in locali, le uniche che ho conosciuto sono quelle che mi hanno presentato.
Tutti mi considerano persona dotata di grande umanità e comprensione per gli altri: sono sempre stato il bravo ragazzo o anche il buono (come figlio, fratello o amico).
Sono forse complessato per il mio fisico, soprattutto per la mia statura non alta (170 cm) anche se mi rendo conto che ci sono persone più basse di me che non hanno particolari problemi. Peraltro non sono brutto e di solito quando mi apro risulto simpatico, oltre che educato gentile e colto.
E’ anche vero che nella mia vita ho sempre considerato altre le priorità, soprattutto lo studio e devo dire che fino a 2-3 anni fa neanche soffrivo tanto per la mia situazione, pur consapevole della sua anormalità.
Inoltre vengo da una famiglia in cui i problemi non mancano: educazione di stampo cattolico, mio padre è una bravissima persona, ma autoritaria, nervosa, spesso urla, a volte a ragione ma a volte senza motivo, e a me questo ha sempre dato fastidio; ho un fratello maggiore che ha gravi problemi di depressione, è in cura da anni, la sua salute ha sempre dato preoccupazioni a tutti, e a me anche a volte un senso di vergogna nei confronti degli altri.
Spulciando sul sito mi rendo conto di essere del tutto sprovvisto di quelle che voi chiamate abilità sociali: cioè, fin quando le relazioni sono limitate all’aspetto professionale, non ho problemi, ma sono totalmente incapace di osare di più anche quando il desiderio sarebbe grande.
Adesso il mio problema si è forse incancrenito: per lavoro mi sono dovuto trasferire lontano dalla mia città di origine e qui sono praticamente solo. Vorrei tanto uscire da questa prigione, ma da solo non ce la faccio: inoltre credo di avere un’età in cui la mia personalità si è ormai strutturata ed è difficile da modificarla.
Non so che fare, io vorrei solamente trovare una donna con cui poter formare una famiglia e ciò al momento mi sembra quasi impossibile (negli ultimi tempi, a questo proposito, ho anche pensato di rivolgermi ad un’agenzia matrimoniale, pur di venirne fuori).
E dire che tutti si meravigliano di come una persona come me, non brutta, affermatasi sul lavoro, brillante nelle discussioni (quando mi sento protetto e sicuro) sia sola. Vorrei sapere se c’è un modo di poter uscire da tutto ciò, se la mia situazione è grave o invece è recuperabile. Vorrei avere degli indirizzi per sapere a chi posso rivolgermi.
Grazie di tutto.
Alessandro
Gentile Alessandro,
Anzitutto Le potrei consigliare di partecipare ai nostri Corsi : è un modo per affrontare il problema, forse risolverlo e, perché no, anche per conoscere gente nuova con la quale instaurare rapporti di amicizia, complicità e di reciproco sostegno.
E’ inutile infatti essere un bel fiore, ma restare chiuso in un cassetto… Le pare?
Quanto all’agenzia matrimoniale, perché no, in fondo, se è seria ed autorizzata dalla Questura, non è un luogo di perdizione.
Buona fortuna e molti saluti.
Dott. Walter La Gatta
PROVO DOLORE
sono una ragazza di 24 anni e il mio problema è che non riesco ad avere rapporti sessuali completi, provo molto dolore!Sono quattro anni che sto con il mio attuale ragazzo e lui è molto paziente e disponibile, non mi ha mai forzato ma quelle poche volte che abbiamo provato a fare la penetrazione non ci siamo mai riusciti per via del dolore tremendo che provo!Nessuna delle mie amiche riesce a capire quanto sia forte il dolore da non riuscire proprio a sopportarlo!Ciò mi causa molta tristezza perché mi sento diversa dalle mie coetanee!
Grazie!
Anonima 78
Gentile Anonima,
Anzitutto non sentirti diversa dalle tue coetanee perché è un errore vedere negli altri solamente delle persone perfette e fortunate ed in se stessi solo aspetti negativi. E’ molto più probabile scoprire le fragilità di una persona che si conosce bene che di una della quale si ha solo una conoscenza superficiale; per questo motivo, visto che ci conosciamo sicuramente molto meglio di qualsiasi altra persona, è più facile vedere in se stessi dei difetti ed amplificarne la portata.
Ma questo è un modo di pensare sbagliato, che vorrei consigliarti di cambiare. Entrando nel merito, parlane con un ginecologo, accertati che non ci siano problemi organici (es. infiammazioni vaginali), prova ad apprendere le tecniche di rilassamento per sedare l’ansia prima del rapporto, cerca di sperimentare altre posizioni. In ogni caso sii più sicura di te stessa e non sentirti più un ‘caso’ : quello che ti succede è molto più frequente di quanto tu non creda.
Buona fortuna e molti saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
PSICOTERAPIE IN PRESENZA:
Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa
Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Psicoterapeuta Sessuologo
Tel. 348 3314908
UN RIMEDIO AL PIU’ PRESTO
Salve, io sono un ragazzo di 19 anni, sono di Bergamo, e penso di avere un serio problema di timidezza che mi affligge. Vorrei trovare un rimedio al più presto, non vorrei perdere ulteriori anni della mia vita a non-vivere, per cui credo seriamente di avere bisogno di un aiuto da parte vostra. Perciò vorrei chiedervi se fosse possibile organizzare un colloquio e possibilmente vorrei sapere le modalità di svolgimento utili a tale scopo.
In attesa di una vostra risposta, colgo l’occasione per porgere distinti saluti.
L. S.
Gentile LS,
Non ci racconti molto del tuo problema di timidezza per cui è difficile darti dei consigli. Quello che però mi colpisce nella tua lettera è il fatto che non vuoi perdere ulteriori anni della tua vita a non-vivere… Credo che questo atteggiamento sia profondamente sbagliato nei confronti di te stesso, perché gli anni trascorsi non ritornano, e tu hai il diritto-dovere di cercare di trarre il massimo piacere da ogni singolo istante della tua vita, anche quando le cose intorno e dentro di te non sembrano perfette. E’ giusto cercare di migliorarsi, ma bisogna imparare ad apprezzare tutto ciò che si ha, anche se, apparentemente, ti sembra di non avere niente, anzi, ti sembra perfino di non aver nemmeno vissuto…
Sarebbe bello poter organizzare un colloquio con te, ma sei troppo lontano da noi.
Ti consigliamo pertanto di pensare ad una possibilità di incontro con noi via chat, oppure di rivolgerti ad un altro psicologo della tua città, se la cosa ti fa piacere.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
IL PROBLEMA? LE DONNE!
Salve ho sentito del vostro sito nel programma di radio deej Ho un problema , si tratta delle donne.Vi spiego il mio problema, se c’è una ragazza che mi interessa ,mi sento bloccato non so che dire paura di ricevere una risposta negativa,non sò che fare tutti mi dicono buttati , però fare brutta figura o ricevere una risposta negativa, magari anche (offensiva) mi blocca.Magari dovrei iniziare a conoscerla come amica pero non so come, perchè se mi interessa non sono io .vorrei essere con le donne come sono con i miei amici,spontaneo.Come posso fare,magari mi sapete dare una soluzione.
Salve.
Matteo
Gentile Matteo,
La pretesa di voler essere ‘spontanei’ è assurda: una persona infatti può essere spontanea se non si impone alcun comportamento. Imporsi di essere spontanei significa imporsi un comportamento e dunque siamo di fronte ad un paradosso.
Tutto questo per dirti che l’unico modo per essere spontaneo è quello di vivere le esperienze come vengono, senza attribuire loro un significato troppo alto, che ti imporrebbe l’assunzione di un atteggiamento, e dunque la perdita della spontaneità.
Per non attribuire troppo valore a ciò che ti circonda devi concentrarti sul tuo valore personale e pensare che questo non è morto, né in pericolo di vita, se qualcuno mostra di non apprezzarti a sufficienza… Conscio del tuo valore, riproverai ancora, fino a che qualcuno non si accorgerà di te.
E sarà una bella soddisfazione.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
Festival della Coppia 2023 - La terapia di coppia dopo un tradimento
ERITROFOBICO
Salve…il mio nome è Luca ed ho 21 anni.studio economia a Roma ma sono calabrese,vivo a roma da tre anni!!!mi rivolgo a voi perkè ho un problema serissimo e sono stanco….sono eritrofobico!!!e dato il mio carattere in linea di massima molto aperto,con una immensa voglio di vivere e di fare,soffro moltissimo di questa cosa perkè mi “costringe” a rinunciare a tante cose.mi rivolgo a voi nella speranza di avere informazioni e consigli utili!!!farei qualsiasi cosa, nei limiti del possibile,pur di vincere questo handicap e tornare a vivere nel vero senso della parola.credete di potervi occupare del mio problema???vi prego datemi più informazioni possibili….è importante!!
fiducioso di una vostra pronta risposta ,vi porgo i miei più cordiali saluti!!si dice così giusto??!!! 🙂
Luca
Gentile Luca,
Il fatto che lei si chieda e ci chieda se alla fine di una lettera si dica ‘cordiali saluti’ racconta di lei molto più delle altre parole. Infatti lei non è un giovane adolescente alle prime armi : ha ormai 21 anni, va all’Università e vive nella Capitale da tre anni. Probabilmente alla base di questa eccessiva emotività vi è una stima di se stesso, una fiducia nelle sue possibilità e capacità, davvero scarsa. Per questo motivo ogni situazione ed ogni persona con le quali viene in contatto rappresentano per lei un banco di prova, dal quale generalmente esce sconfitto, perché l’eccessivo desiderio di vincere la partita con se stesso la porta ad attribuire troppa importanza a ciò che la circonda.
La soluzione non è nel mondo esterno: è dentro di lei, e lei deve cercarla da solo. Può farsi aiutare, se lo desidera, da uno psicologo, da letture scientifiche sull’argomento, oppure… dalla Clinica della Timidezza! Perché non partecipa all’incontro di Settembre?
Cordiali saluti…. Si dice così, vero?
Dott.ssa Giuliana Proietti
CREDO DI AVERE MOLTI COMPLESSI
Sono un uomo di 38 anni sposato e non tanto contento della vita.
Ho un carattere timido ed introverso nonché solitario e questo credo che mi procuri non pochi problemi.
Difficilmente riesco a comunicare con glia altri e addosso la colpa di ciò alla società che mi circonda.
Ho cercato di farmi degli amici veri e sinceri non arroganti o presuntuosi ma a tutt’oggi non ci sono ancora riuscito.
Quando ero più giovane avevo molti amici e mi divertivo abbastanza con loro anche se molte volte non condividevo il loro modo di fare e di essere.
Credo di avere molti complessi soprattutto di inferiorità in tutti i sensi.
Mi sento ogni giorno sempre più scontento di una vita che mi dà sempre meno gioia di vivere.
IL lavoro se prima mi dava una certa soddisfazione ora è diventato un vero incubo in quanto non riesco a comunicare più con nessuno con le conseguenze che tutti possiamo immaginare.
Non so come gli altri mi considerano domanda che mi pongo da una vita da quando avevo 13-14 anni e i primi complessi venivano alla ribalta.Non ho figli e non mi interessa di averne diversamente da mia moglie che disperatamente ne vuole almeno uno ma che coincidenza alla mia volontà non ne può avere.
Con un carattere odierno molto menefreghista che manifesta un egoismo sfrenato riesco anche a farmi criticare dai miei genitori per non parlare dei miei suoceri e stirpe.Con la morte di mio padre mi sento molto più in solitudine e ciò non mi dispiace affatto anzi oggi amo stare da solo a volte anche senza
mia moglie.La solitudine mi dà molta forza interiore forse perchè non c’è la pressione di dovermi “difendere” dagli altri.
Ho usato psicofarmaci pesanti per molti anni anche se ora è un bel pò che ho smesso di assumerne, uscendone fuori con una grossa depressione che è durata anni e forse dura ancora.
Ho usato in passato droghe pesanti che grazie ad un forza di volontà notevole ne sono uscito fuori.
Oggi mi sento disperato e non riesco più a trovare la strada giusta per proseguire nella vita senza ritornare in quel tunnel maledetto.IL mondo con gli occhi di oggi mi sembra una jungla.
Un vostro parere e consiglio.
Grazie
Livio
Gentile Livio,
Quanto al parere, mi sembra di poterle confermare che lei stia vivendo un forte stato depressivo. Dalla storia che racconta tuttavia sembra che la sua depressione non sia legata ad eventi esterni, ma a fattori interni. La sua depressione potrebbe essersi ad esempio innestata su una precedente fobia sociale che la portava a vivere stati d’ansia difficili da controllare. Forse per questo male oscuro che sentiva dentro di lei, ha preferito non vivere, prima drogandosi e poi assumendo psicofarmaci. Come vede, per risolvere un problema se ne è creati altri e le due strade intraprese per cercare di trovare un po’ di sollievo non credo abbiano raggiunto il loro scopo. Non mi dice se ha tentato anche una psicoterapia, ma credo di no. Il consiglio allora potrebbe essere questo: cercare di capire cosa c’è dentro di lei che la spinge verso l’abisso della depressione e dell’isolamento sociale. Pensare di farcela da solo equivale a scegliere di restare nel limbo in cui si trova, dove evidentemente non sta poi così male. A lei la scelta.
Cordiali saluti e auguri.
Dott. Walter La Gatta
SE LEI MI PIACE…
Mi chiamo Mauro, ed ho 39 anni, non sono mai riuscito a capire perché, quando vedo una donna che mi piace non riesco a far niente, ho paura della sua reazione, premesso che sono divorziato da 10 anni, e che il mio passato con le donne è stato sempre difficile.
Credo che per questo motivo vivo solo da sette anni,eppure desiderò innamorarmi, e vivere con una donna.
Ciò mi accade anche quando devo fare delle offerte, ho paura che il prezzo sia alto, e puntualmente lavoro sotto costo!
Mauro
Gentile Mauro,
Se Lei è il primo a dubitare di se stesso, come può sperare che gli altri possano apprezzarla ? Per quanto riguarda le donne, ha mai provato a pensare quale potrebbe essere la situazione più drammatica che le potrebbe capitare se provasse a fare il primo passo? Cosa potrebbe succederle più che ricevere un ‘no’?
E se lei ci prova con dieci donne, lo sa che statisticamente almeno una dovrebbe dirle di si? Se la sente di fare questa prova?
Quello che potrei consigliarle è di affinare un po’ le sue abilità sociali, perché non c’è niente di peggio che dire ad una donna appena conosciuta: ‘voglio sposarti’ oppure ‘voglio fare l’amore con te’. Spesso i timidi amano andare dritti ‘al sodo’ per mitigare l’ansia che li prende in queste faccende. Sbagliatissimo. A costo di soffrire un po’ di più, bisogna sforzarsi di corteggiare la donna, il che, in altre parole, significa prendere le cose alla larga… Ma non troppo!
I più cordiali saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
PSICOFARMACI COME ZIGULI’
Salve, mi chiamo Mirko ho 28 anni abito a Roma da pochissimo tempo, sono in cura da uno dei terapeuti più famosi d’Europa, ma non posso citarne per ovvi motivi il nome, soffrivo di attacchi di panico, prendevo benzotiazepine come zigulì quando stavo a Urbino una città angosciante negativa sotto tutti i punti di vista e non sono l’unico ad affermarlo, ma vengo al nocciolo, dopo una stupefacente cura intensiva basata sull’esplorazione dell’inconscio basata sulla famosa “gestalt”, ho superato uno dopo l’altro i miei problemi caratteriali, ho eliminato le benzodiazepine ho avuto un successo mai avuto prima con le persone che incontravo qui a Roma dove lavoravo come call-center,ero carismatico su chi mi conosceva, e continuavo a mietere successo fino a che un giorno invitato a casa di una giovane coppia di amici colleghi di lavoro, ebbi un attacco di panico a dire poco pauroso tutto vedevo in una fatata armonia familiare… loro e il loro piccolo bambino, simpatico intelligente, perspicace , buono educato insomma i bambini sono uno dei miei incubi quotidiani, dovunque io veda bambini io fuggo. Cominciai ad evitare inviti uno su un’altro fino a perdere completamente di vista quelle brave persone,che per altro rimasero sconcertate dal mio rifiuto alla loro calorosa amicizia gratuita, mi continuarono a cercare ma io niente! Vedevano in mè grandi doti umane , nobiltà d’animo, intelligenza, carisma, generosità ed onestà soprattutto, ma da quel maledetto giorno tutto andò inesorabilmente in frantumi, mi isolai sempre di più fino a toccare vette di depressione a dire poco pericolose.
Sono di forte indole narcisista , profondo d’animo credo che attraverso la terapia che sto facendo sto scoprendo doti di cui neanche ero a conoscenza. Ora sto gestendo un (…omissis) Sono rimasto solo in una metropoli sempre più ostile , ma piena, ricca di possibilità … se solo riuscissi a superare il muro di gomma che mi sono creato.
Non credo che il mio problema sia prettamente la donna fare sesso per me non è un problema, l’ho già fatto in passato anzi qualunque donna che ho avuto come fidanzata raggiungeva l’orgasmo forse più lei che io… per il semplice motivo che non riesco a svincolarmi dai miei incubi legati ad una famiglia traumatizzata da mille problemi da un padre provato anche lui da mille insuccessi personali professionali relazionali ma io sto lottando, so chi sono sò cosa voglio… tornare ad amare … ad essere completo.
Sono invalido dal lavoro ho perso (…omissis) sotto una pressa marcatrice. AVREI VOLUTO DIVULGARE TUTTO IN TELEVISIONE ma ciò che mi impedisce di essere ciò che realmente sò di essere e di crescere sul profilo caratteriale e professionale è una forte timidezza… essa si esprime con somatizzazioni di ogni tipo, mi perseguita, mi tiene prigioniero … eppure tutte le persone che mi conoscono sono al corrente delle mie doti anche e soprattutto culturali espressive, disquisitorie,intellettuali, e difatti il mio sogno sarebbe quello di riuscire ad insegnare filosofia. Dall’incidente ho interrotto gli studi accademici. Insomma il mio unico problema è legato al mio interno ” bambino interiore”… la sessualità le violenze i tabù la mentalità assurda stupida ignorante inculcatami dalla famiglia e dal mondo in cui vivevo prima a C. e poi a Urbino. Anche il mio terapeuta mi ha portato a conoscenza delle mie enormi latenti potenzialità ma cio’ che mi limita è la timidezza e i disturbi emotivi somatici ad essa connessi. Ho diversi sogni nel cassetto … è c’è anche la sorella della filosofia, la psicologia ma prima di pensare in alto devo colmare le mie lacune relazionali i miei incubi le mie paranoie legate alla sessualità che oscurano tutte le qualità che ogni qual volta affiorano vengono vincolate dagli attacchi di panico e da tutto ciò ad essi collegato.
Penso di essere abbastanza coraggioso e forte ma ancora non riesco a liberarmi dalla prigione che mi sono creato e sono veramente disperato perché sono tremendamente cosciente di buttare via energie potenzialità qualità e soprattutto tempo che non mi ridarà più nessuno.
Mirko
Gentile Mirko,
Vi sono tante strategie di attacco a problemi come il suo ed, evidentemente, la terapia che ha intrapreso mira al potenziamento della sua personalità, per darle più energie, voglia di competere e di mettersi in gioco. E’ molto giusto, anche se queste tecniche, che danno nell’immediato così prodigiosi risultati, possono poi ritorcersi contro il paziente al momento che questo, dopo aver sperimentato voli pindarici, si ritrova a strisciare nella melma, magari attraverso il trauma di un attacco di panico. Meglio sarebbe, secondo me, puntare a ritrovare un equilibrio personale, il che significa ed implica anche il riconoscimento e l’accettazione delle proprie fragilità, oltre al potenziamento dei propri punti di forza. Non mi pare che su questo punto lei abbia lavorato abbastanza, ma probabilmente il suo terapeuta di fama internazionale non ha ancora completato l’opera: abbia fiducia in lui e nel suo lavoro. Se fra sei mesi dovesse sentirsi ancora in questo stato tuttavia, provi a cambiare terapeuta…
Cordiali saluti e auguri.
Dott. Walter La Gatta
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