Archivio Storico della Consulenza online – 7
dal 2002 al 2011
Raccoglitore n. 7
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APPARENTEMENTE SONO SICURA DI ME, MA POI…
Mi chiamo Antonella e vi scrivo per parlarvi della mia….timidezza, come appunto dice il nome di questo sito. Ho sempre avuto questo problema, se cosi lo vogliamo definire, che non si limita al solo rossore a parlare di fronte al pubblico, bensì è accompangnato da un mio profondo senso di inadeguatezza. Nelle situazioni non previste, con le persone, alcune delle quali le conosco da molti anni. Apparentemente io sembro una persona sicura di me, forse perchè è quello che cerco di far credere, ma dentro….dentro covo un senso di insicurezza costante. Qualche mese fa ho deciso di rivolgermi ad uno psicologo, dal quale sono in terapia tutt’ora, e ammetto che mi sta facendo bene. Parlando ho capito che tutto ciò deriva dal rapporto conflittuale con mia madre, la quale mi ha sempre sottovalutato e con la quale non sono mai riuscita a comunicare il mio problema per questa barriera che c’è tra noi. Grazie ad una presa di consapevolezza del mio problema devo dire che la situazione è leggermente migliorata, ma credo ci sia ancora molto da fare. Riflettendo un po’ sulla mia situazione ho capito che quello che mi terrorizza di più è il giudizio degli altri e cosi, con un po’ di coraggio, ho deciso di andare contro a questa mia paura, la paura forse più grande: il giudizio degli altri. E per andare in contro a questa paura, ho deciso di lavorare, la prossima estate, come animatrice in un villaggio turistico. Diciamo che la considero la mia ” terapia d’urto”. Ora le chiedo, crede che l’affrontare le mie paure con l’esperienza possa aiutare a rafforzare la mia autostima cosi da abbattere il mio senso profondo di inadeguatezza? La ringrazio per una sua eventuale risposta.
Antonella
Salve Antonella. Credo proprio che lei stia andando nella direzione giusta.
Infatti, per superare questo senso di inadeguatezza occorrono tre cose:
1° Ammettere di avere un problema;
2° Cercare di capire le ragioni profonde del problema;
3° Cercare di accumulare esperienze positive che rinsaldino l’autostima e che possano rimanere come riferimento e come ‘tesoro’ personale cui far ricorso ogni volta che le certezze sembrano venire meno.
Complimenti dunque per quello che ha già fatto: avanti così!
Oltre tutto, fare l’animatrice le permetterà di conoscere tante persone e di migliorare le sue abilità sociali.
Cordiali saluti.
Dr. Walter La Gatta Ancona
A18
TIMIDO, MA NON IN MODO ECCESSIVO
Sono un ragazzo di 26 anni e credo di avere una sorta di “blocchi psicologici”.Comincio con il dire che sono sempre stato abbastanza timido,anche se non in maniera eccessiva.
L’unica situazione che mi ha sempre bloccato è sempre stata quella di parlare davanti ad un pubblico. A parte questo,nei rapporti quotidiani che avevo con le atre persone ero normalissimo,al massimo imbarazzandomi in situazioni un pò particolari.Un giorno però mentre ero per i fatti miei, vengo salutato da una ragazza che conoscevo,
accompagnata da molte sue amiche. Appena mi sono girato per salutarla,mi sono sentito come davanti ad un pubblico e quindi al centro dell’attenzione,ed ho incominciato ad avere una specie di attacco di panico,rispondendo confusamente a testa bassa con il desiderio solo di andarmene.Dopo quel momento,nei giorni successivi, non riuscivo quasi
più a guardare le persone in faccia(compresi i miei amici) perchè ero assalito da brividi lungo la schiena che mi riportavano a provare le stesse sensazioni dell’incontro con la mia amica.Tutto ad un tratto mi prendeva come un ansia di parlare, e la mia faccia assumeva espressioni strane(simili a chi deve ridere a forza ad una battuta,però molto più
accentuate).Anche quando si trattava di scherzare e ridere tra amici,mi tornava subito in testa il pensiero e non riuscivo a ridere in modo naturale, anzi la mia faccia diventava imbarazzatissima.I primi tempi era una cosa abbastanza continua e incontrollabile,eccetto i momenti in cui riuscivo a non pensare a questo fatto,cioè quando bevevo o fumavo
una canna che mi rendevano più rilassato e disinibito.Piano piano sono riuscito a migliorare le cose,ma tuttora mi capita di pensare continuamente a questo blocco mentre parlo con qualcuno faccia a faccia e spesso non riesco a mantenere un espressione del viso normale e rilassata,al contrario assumo espressioni(difficilmente descrivibili)
che sono un misto tra ansia,paura e timidezza. Insomma, è una situazione che incosciamente mi creo da solo pensando continuamente al fatto di non riuscire a parlare normalmente. E in più mi sento sotto pressione anche se parlo con una persona con la quale prima non avevo nessun problema. è una situazione che mi mette molto a disagio,anche perchè i miei interlocutori se ne accorgono e a loro volta cominciano ad essere meno rilassati.
Come posso fare a rimuovere questo blocco psicologico che mi perseguita?
Spero di essermi spiegato abbastanza chiaramente anche se non è affatto facile descrivere esattamente l’espressione che assume la mia faccia.
Grazie per un eventuale risposta.
La saluto
Federico
Salve Federico,
Lei si è spiegato benissimo, fornendo una serie di particolari nei quali sono sicuro che molti lettori si riconosceranno. Non pensi infatti di essere un’eccezione, perché fra le persone che soffrono di timidezza ve ne sono una buona metà che soffrono, come lei, di ansia sociale e ereutofobia. Il problema è insomma un pochino più serio di coloro che solo occasionalmente si sentono in imbarazzo e a disagio con gli altri perché, come lei dice, questi problemi non le capitano, ma è lei stesso a provocarli.Tutto accade perché lei ha terribilmente paura di ‘avere paura di…’ Mi spiego meglio.
Quando sta tranquillamente parlando con qualcuno, improvvisamente viene colto da un pensiero disturbante che poi lentamente si fa ossessivo e martellante. A quel punto lei perde la concentrazione in ciò che sta dicendo e non ascolta più nemmeno ciò che dice l’altra persona. Il pensiero disturbante la manda in trance e le fa perdere il senso di realtà.A questo punto il suo malessere diventa anche fisico: suda, arrossisce, balbetta, evita il contatto oculare. L’altro si fa più attento (o almeno così lei percepisce la cosa) e questo la fa sentire ancora più in imbarazzo. E’ una situazione sicuramente non bella, che lei ovviamente teme. Ma è PROPRIO QUESTO TIMORE a nutrire la sua ansia e a cronicizzare il problema. Occorre dunque spezzare questa catena di causa ed effetto.Consigli? A parte il solito, di rivolgersi ad uno psicologo che la possa aiutare, che mi sembra scontato:
– cerchi di rimanere sempre concentratissimo su ciò che sta dicendo, anche se avverte i sintomi del suo imbarazzo crescente;
– si concentri in ciò che le sta dicendo l’altro e non su come si comporta e come la osserva;
– si dia induzioni positive, del tipo ‘sono perfettamente calmo e rilassato’
– sorrida anche se il suo umore la invoglierebbe a tutt’altro
– infine, se qualcuno le fa notare che è agitato risponda: ‘si, è un problema mio, oggi sono un po’ agitato perché ho un piccolo problema personale; lei naturalmente non c’entra affatto’. Sorriso.
Dr. Walter La Gatta Ancona
CAPACITA’ IRONICHE E UMORISTICHE
Capacità ironiche e umoristiche – Consulenza on line
Non so bene da dove cominciare, io fin da piccolo sono timidissimo,facccio praticamente il muto, e questo da piccolo non mi preoccupava piùdi tanto. Ma crescendo hao cominciato a vedere quanto gli altri siano avantirispetto a me, hanno amici, ragazze, successo, si divertono, vengono invitati allefeste ecc..Io comunque non ho troppa fretta queste cose le potrò fare più avanti ilgiorno che riusciro a parlare. Da tre anni cerco di cambiare con l’aiuto di unospecialista, e un po’ sono migliorato, in famiglia e con gli adulti, am coi coetaneino! sono riuscito a fatica a chiedere in prestito la penna alla mia vicina di banco!e questo è tutto dire sulla lentezza dei miei cambiamenti. Inoltre con questoattengiamento oltre i tanti probemi sociali sono diventato ansioso, vittimista e unpo’ masochista, a volte mi chiedo se questa situazione nn mi piaccia?Ah un’ultimacosa il muto lo faccio solo con quelli ke mi hanno visto farlo già da bambino, maessendo ke ho ancora in classe alcuni compagni dell’elementari la cosa si è estesafino alle superiori.Inoltre spesso le ragazze mitrattano come se fossi un lebbrosofacendo le disgustate al solo pensiero di toccarmi. Ma la cosa che più mi preoccupaè l’assenza in me di capacità ironiche e umoristiche,che ho visto spesso consigliatedi usare per relazionare ma io non sono capace,sai mica se c’è un modo per impararea sviluppare il proprio senso umristico e dell’ironia. Spero ke mi risponderaidandomi dei validi consigli e cercherai chiarirmi su dove sbaglio grazie by jack
Salve Jack. Essere spiritosi è molto spesso un dono di natura. Molte persone però diventano spiritose a forza di esercitare la pratica dell’ironia e dell’autoironia. In cosa consistono? Semplicemente nell’imparare a trovare un aspetto comico, divertente, originale, in qualsiasi situazione, anche quelle che apparentemente sembrano le più drammatiche. Guardare alle cose con distacco, non prendersi troppo sul serio, cercare di ridere o sorridere dei propri limiti, piuttosto che prenderli come strumenti per la propria quotidiana autoflagellazione. Ecco come si fa: questo non significa che sia facile. Ma con un po’ di impegno…
Cordiali saluti.
Dr. Walter La Gatta Ancona
Saluto del Centro Italiano di Sessuologia
PENSO DI SOFFRIRE DI FOBIA SOCIALE
Sono una ragazza di 19 anni e penso di soffrire difobia sociale … mi capita spesso di diventare rossa e ho paura che le altrepersone possano vedere questa mia insicurezza ( in effetti la vedono diventopaonazza ).. è una cosa che non sopporto io vorrei fare molte cose pormi con lepersone in modo diverso .. che ne sò vorrei mostrare un altra Giulia ( io )simpatica socievole che fà le battute che piaccia .. ma questa mia timidezza mifrena tantissimo ..Odio me stessa fisicamente non mi piaccio ( anche se vengoconsiderata carina ) .. vorrei tanto cambiare il mio corpo con quello di una supermodella :-)) ma questo penso che sia il cruccio di tutte noi ragazze !penso cheavrei bisogno di un consulto telefonico .. avrei molte cose da scrivere ma..cosipoco tempo .. un saluto
M.H.
Salve MH.,
Nessuna Top Model è completamente soddisfatta della sua bellezza: tutte vorrebbero essere migliori di come sono. Al primo difetto fisico che riscontrano sul loro corpo, si fanno ad esempio prendere da ansia e attacchi di panico. Dunque, essere supermodelle non significa automaticamente aver risolto tutti i problemi che lamenti, anzi. A mio parere dovresti guardare alle cose che hai, per apprezzarle e valorizzarle di più, piuttosto che sognare traguardi impossibili e poi, tutto sommato, nemmeno così desiderabili.
Guarda su questo Sito quante persone ricche, famose, realizzate, dichiarano di essere timide. Ciò nonostante ce l’hanno fatta.
A volte l’essere molto timidi fornisce una forte motivazione e una grossa carica, proprio perché si vuole dimostrare a se stessi e agli altri il proprio valore.
Dunque basta auto-commiserarti. Esci dal guscio e dai prova di ciò che sai fare!
Ciao e in bocca al lupo.
Dr. Walter La Gatta Ancona
E’ LA SECONDA VOLTA CHE SCRIVO
E’ la seconda volta che scrivo – Consulenza on line
E’ la seconda volta che scrivo, ma non ho ancora ricevuto alcuna risposta. Ho bisognodi un consiglio. Sono molto timida, tanto che spesso mi sento un’idiota, non riescoa stare im mezzo a tanta gente, infatti quando sono in gruppo mi capita spesso diarrossire, o addirittura bloccarmi e non riuscire a dire una sola parola. Sonofidanzata da cinque anni con un ragazzo meraviglioso e spesso litighiamo perchè ionon riesco ad avere alcun tipo di rapporto con la sua famiglia (nonostante sianopersone molto socevoli). Cosa posso fare per essere più aperta e disinvolta?In più, da qualche giorno si è aggiunto un altro problema: il lavoro! Avevo trovatoun lavoro abbastanza buono, ma ho lasciato perchè la mia timidezza non mi permettevadi sentirmi a mio agio e soprattutto di lavorare bene perchè la mia costante ansia,mi faceva stare male e non mi permetteva di colloquiare con gli altri o rispondere eparlare al telefono, cosa indispensabile nelle mansioni che dovevo svolgere. Perchèmi capita questo? sono distinata a non lavorare per tutta la vita? Questo mi fastare ancora più male perchè mi mancano pochi esami alla laurea e non voglioassolutamente essere l’eterna casalinga che non mi si addice affatto. Mi aiuti perfavore non voglio essere così , voglio cambiare! Ps. la prego non accantoni la mialettera ho bisogno di aiuto. Con affetto M.P
Gentile MP,
Facciamo insieme questa riflessione: il tuo è un problema serio, che riguarda la tua vita, la tua felicità, il tuo benessere ed anche la tua carriera? Proviamo con due tipi di risposte.
Risposta : NO. Allora, se la risposta è no, non vedo di cosa tu possa preoccuparti… Piano piano migliorerai, attraverso nuove esperienze, nuove competenze, che ti faranno sentire più sicura di te e diminuiranno sensibilmente le tue insicurezze giovanili. Tutto accadrà in modo naturale, basta avere pazienza.
Risposta : SI. E’ un problema serio. Allora, i problemi seri vanno affrontati in modo serio: rivolgiti ad uno psicoterapeuta che possa aiutarti. Tutte le obiezioni che potresti fare in merito (costo, tempo, vergogna, ecc.) leggile come razionalizzazioni, ovvero meccanismi di difesa che utilizzi solo perché evidentemente restare in questo stato ti fornisce dei vantaggi secondari, ma non ti permette di trovare una soluzione ai tuoi problemi.
Cari saluti.
Dr. Walter La Gatta Ancona
LUI TRADISCE LUI
Lui tradisce lui – Consulenza on line
Sono un ragazzo di 35 anni e da alcuni hanno sto cercando di accettare la mia omosessualità. Circa due anni fa ho conosciuto un ragazzo e mi sono innamorato moltissimo, come non mi era mai capitato prima… lui è stato a lungo fidanzato con una ragazza, anche se aveva avuto varie volte incontri di sesso con ragazzi. Abbiamo iniziato una bellissima e segreta storia d’amore che con i mesi è cresciuta molto…poi ho scoperto che mi tradiva con altri ragazzi. L’ho perdonato credendo alle sue promesse ed ai suoi giuramenti di amore e di voler cambiare… ma ogni volta che ho teso le orecchie ed aperto gli occhi l’ho ribeccato… credo che sia un ninfomane,anche se non metto in dubbio che a suo modo mi ami davvero… adesso dopo l’ennesima”beccata” ho chiuso anche se sono costretto a vederlo spesso poiche fa parte di ungiro di amici “etero” a cui non poso spiegare i motivi di non volerlo piu vedere….lui ha provato goffamente a rimediare ma io non mi fido piu… anche perche inquesto periodo so per certo che ha fatto sesso di nuovo con i suoi “amici” della notte… Vorrei sapere solo una cosa: può cambiare una persona ninfomane? Può vivere un rapporto di fedeltà? …solo per darmi una risposta che mi permetta di guardare avanti…. Grazie
P.
Salve P.
La ninfomania non c’entra nulla con il comportamento del suo amico, dal momento che si è sempre pensato alla ninfomania come ad un’espressione patologica della sessualità femminile. (Oggi peraltro si tende a ridimensionare moltissimo questo genere di diagnosi, legata evidentemente anche a schemi e condizioni sociali che sono molto cambiati in questi ultimi tempi).
Possiamo forse parlare di dipendenza sessuale.
In una relazione omosessuale c’è, tradizionalmente, molta tendenza alla trasgressione e alla promiscuità.
Nel suo caso temo che la risposta non sia quella che lei spera, per cui le consiglierei, come lei stesso dice, di guardare avanti.
Dr. Walter La Gatta Ancona
Festival della Coppia 2023 - La terapia di coppia dopo un tradimento
GUARIRE DALLA TIMIDEZZA
Salve sono un ragazzo di 21anni…in realtà non soffro grossi problemi.Unanormalissima timidezza…che però poi risulta essere anche motivo di un filo diinsoddisfazione che mi accompagna.Negli ultimi giorni pero’ mi sono convinto che infondo la timidezza è un male curabile.E vorrei capire da voce esperta se questa miaconvinzione è condivisibile.Mi spiego meglio.Parlo della timidezza come un malevolutamente.In fondo è una compagna che sarei anche disposto a sopportare…ma chenon voglio accettare!Per me non c’è cosa più bella di parlare con gli altri…distare piacevolmente in compagnia!E’ allora perchè rassegnarmi all’idea di farsicondizionare per tutta la vita da questo impedimento, questa sorta di freno alle miepotenzialità??Se questo è cio’ che veramente, quello che mi far star bene, forse chenon dovrei lottare,dare anima e corpo per ottenerlo(per quanto possa costare!)??Sonotimido e questo mi condiziona:all’università non riesco a legare più di tanto..si hoquei tre quattro amici(che seguono corsi diversi)ma mi piacerebbe averne molti dipiù!E poi oltre che la timidezza mi afflige l’insicurezza:non ho la rispostapronta,mi sento insicuro e spesso questo mi ha reso(per tutta la mia vita,anche senon in modo continuo)oggetto di sfotto che non ho mai gradito.Quindi in certi casinel rapportami agli altri temo che si possano riproporre eventi del passato(paura dieesere preso di mira,a causa della mia insicurezza..cose di questo tipo).Eppure cisono certi giorni in cui mi sente più frizzante e riesco a chiacchierare con piùliberta’,Ma sono sempre io!!!Perchè non riesco ad essere sempre così?Devorassegnarmi a convivere con la mia timidezza o forse con l’applicazione è possibileperlomeno fortemente contenerla??Pensavo fosse una buona idea affrontare tuttequelle situazioni che mi mettono più a disagio…magari la centesima volta che laavrò affrontata il disagio sarà svanito!Questo ovviamente mi costerà grandissimafatica emotiva,percio’ vorrei capire prima se ha senso, se è utile.Qualcuno è mai”guarito” dalla timidezza?Grazie mille!
21enne
Salve 21enne. Tutte le cose che lei dice sono giuste: è vero che non c’è motivo di autolimitarsi nelle relazioni sociali solo perché ci si sente un po’ timidi; è vero che a forza di fare le cose si acquisisce un bagaglio di informazioni, conoscenze, tecniche di comunicazione, oltre ad un bel repertorio di cose da dire e di frasi fatte.
Cosa c’è allora che non va? Non va sforzarsi, fare passi troppo lunghi rispetto alla gamba, sottoporsi a delle tensioni inutili e sfinenti. Per vincere in questa battaglia bisogna fare le cose con calma: piccoli passettini, ma proprio piccoli, anche se continui e orientati verso obiettivi precisi, che una volta raggiunti devono essere sostituiti da mete più difficili e complicate.
Altra cosa: imparare a tollerare la frustrazione per ogni eventuale figuraccia, non prendersi troppo sul serio, accettare le proprie fragilità e saperci scherzare sopra.
Saluti e buona fortuna!
Dr. Walter La Gatta Ancona
SPAVENTATO, PURTROPPO!
ho 28 anni, e per qualche mese ho frequentato una ragazza (molto bella e più grandedi me), che si è dichiarata a me dopo un lungo corteggiamento (da parte sua). Alprimo appuntamento, mi ha chiesto di fare all’amore, ma purtroppo, spaventato, hoavuto problemi di erezione (al momento della penetrazione). Risultato, non abbiamofatto all’amore, e questo ha accresciuto un’insicurezza in me, che mi ha portato adevitare rapporti per i mesi successivi. Finchè lei (che comunque, anche se nondirettamente, mi ha fatto sentire spesso un certo senso di pressione) mi halasciato. Ora vivo un po’ nel rimpianto di aver rovinato tutto per questo mioproblema (è la seconda volta che cerco di fare all’amore, e per paura non ciriesco), e mi sento davvero a pezzi. Non so davvero dove sbattere la testa: e se ilproblema si dovesse ripresentare?Vi ringrazio.Paolo
Salve Paolo.
Paradossalmente, più lei sarà spaventato, anche a posteriori, da questo evento, maggiori saranno i problemi riguardo alla funzionalità erettile. L’amore non vuole pensieri, si dice, e questo vale moltissimo anche nel suo caso. Da un punto di vista pratico quello che posso consigliarle è di frequentare, per le prime esperienze, delle ragazze un po’ meno intraprendenti, che la mettano a suo agio e non le facciano sentire alcuna pressione sessuale. Vedrà che tutto funzionerà come deve.
Certo, le ragazze meno intraprendenti non corteggiano…
Quindi, per stare più tranquillo ‘dopo’, deve darsi da fare ‘prima’.
Saluti.
Dott. Walter La Gatta Ancona
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Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Psicoterapeuta Sessuologo Tel. 348 3314908
CHIAZZE ROSSE
ogni volta che mi trovo in una situazione imbarazzante, o parlo con persone con cuinon ho confidenza o, infine, parlo di argomenti che mi coinvolgono in modoparticolare (anche con amici e familiari) mi compaiono sul petto, collo e viso dellechiazze rosse estrememente evidenti, di cui spesso mi chiedono spiegazioni,aumentando ulteriormente il mio imbarazzo. Questa reazione involontaria mi crea unnotevole disagio e mi chiedo se è possibile “guarirne” o se dovrò rassegnarmi aconviverci.Grazie mille.Dalila
Gentile Dalila,
Credo proprio che lei dovrà adattarsi a conviverci, perché la reazione non può essere corretta né da terapie farmacologiche, né da interventi di tipo psicologico. Ognuno è diverso dall’altro, ognuno esprime le sue emozioni a suo modo: in alcuni casi si vedono di più, in altri di meno.
Quello che lei può fare è cercare di evitare vestiti scollati quando sa che deve affrontare situazioni stressanti, ma ancor di più dovrebbe cercare di dare meno importanza a queste manifestazioni, e soprattutto non favorire le richieste di spiegazioni in proposito: tutti capiscono il motivo di queste chiazze, perché è una manifestazione abbastanza comune, e se qualcuno gliele fa notare vuole solo metterla ancor più in imbarazzo. Si trovi dunque una battuta spiritosa per deviare l’attenzione dello scortese interlocutore e mettere fine all’interrogatorio.
Una del tipo: ‘ma perché, piuttosto, non mi guardi negli occhi’?
Cari saluti.
Dott. Walter La Gatta Ancona
ANSIA, PREOCCUPAZIONE E PAURA
Ho già letto numerosi articoli sui problemi relativi alla disfunzione erettile e afattori psicologici ad essa spesso associati, ma vorrei averne un’idea più precisaper poter affrontare il problema con maggiore successo. La mia ragazza è di tre annipiù giovane di me, è straniera ma parlo la sua stessa lingua, sebbene con qualcheerrore grammaticale e benché talvolta non riesca ad esprimere interamente quello chepenso o che mi sarebbe più che facile dire in italiano. Tratto la relazione moltoseriamente, e c’è una corrispondenza di sentimenti e reciprocità sia in quello cheproviamo per l’altro, sia per le ambizioni e i programmi di lungo termine. Non hoavuto rapporti sessuali precedentemente, e nonostante il forte desiderio, lalibidine e ovviamente la voluttà che ci si immagina derivare da questa esperienza,l’erezione non è completa, è insufficiente. Aggiungo che abbiamo provato in camerasua, a casa sua, e che ero talvolta sopraffatto da un misto di ansia, preoccupazionee paura, ma stento a dire di quale paura si tratti. Vorrei quindi avere un parere sucome combattere questi ostacoli mentali, grazie.
Salve. Purtroppo dalla sua lettera non traggo sufficienti elementi per poterle esprimere un parere. Noto però delle ‘stranezze’: ad esempio il fatto che buona parte della sua lettera descrive una situazione quasi del tutto irrilevante rispetto alla funzionalità erettile (il problema della comunicazione con la sua ragazza) e dunque mi chiedo se il suo problema sia nella prestazione sessuale o nella relazione con questa ragazza.
Come lei sa benissimo, la cosa migliore è rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla, ma se non fosse questa la sua intenzione, le consiglierei di riprovare il rapporto in situazioni diverse (luoghi, tempi), per vedere se le sue ansie sono legate alla casa di lei e dunque alla vita privata della sua ragazza, o comunque a qualcosa che la riguarda.
Dr. Walter La Gatta
GRAVE INSICUREZZA
Sono un ragazzo di 21 anni.Il mio problema è una grave insicurezza che mi fa stare a disagio con gli altri.Ho sempre trascurato questoproblema perchè intorno a me vedo gente che mi apprezza,ma da un pò e proprio con lepersone a cui voglio più bene che mi sento più a disagio.Mi rendo contoche,nonostante la mia timidezza,in gruppo ,non proprio con tutti ma con moltepersone, riesco a essere ugualmente simpatico,a ridere e scherzare.Ma è soprattuttonei rapporti fisici che ho difficoltà.Ho avuto pochissime ragazze finora e con tutteho avuto una sorta di blocco che mi ha paralizzato dopo il primo bacio.Con qualcunaavrei voluto riprovare e spiegarle che non volevo prenderla in giro,passare solo unaserata divertente,ma per paura ho preferito passare per bastardo invece che per unragazzo con dei problemi.Mi è successa la stessa cosa con una ragazza conosciuta 2estati fa,molto più grande di me,di cui penso di essermi innamorato per la primavolta nella mia vita.A lei ho parlato,ma l’ho fatto troppo tardi,quando lei pensavagià a un altro.Ora per lei sono solo un ottimo amico,ma io non riesco adaccontentarmi e sono tormentato dai rimorsi per non averle parlato prima.Ora nonriesco a farmi avanti più con nesssuna per paura che mi succeda di nuovo la stessacosa. E in più spesso provo attrazione sessuale per qualsiasi ragazza e a ognisguardo ricambiato mi costruisco illusioni che però non ho il coraggio di constatarese siano fondate.Un altro problema è che non riesco a chiedere ai miei amic diuscire,forse perchè inconsciamente ho paura di un rifiuto.Devono essere sempre loroa chiamarmi,così spesso passo per snob e vengo scaricato e,con grandissimafatica,sono costretto a farmi nuovi amici.Eppure ultimamente penso di avere fattomolti passi avanti parlando agli altri,come a questa ragazza,a mio padre con cui nonavevo mai parlato,dei miei problemi.Solo che in questo periodo provo un senso diansia che mi provoca una specie di vuoto di stomaco costante.Forse dovrei consultareuno specialista,un medico o uno psicologo? C’è qualcosa di preciso che posso fare?Spero mi possa rispondere.Grazie e cordiali saluti
Salve.
Direi che quello che può fare è concentrarsi soprattutto sul suo futuro anziché sul suo passato, cercando di imparare dai suoi errori. Un’ora di conversazione settimanale con un o psicologo potrebbe aiutarla senz’altro di più a selezionare gli obiettivi di breve-medio termine da raggiungere ed a ragionare sulle cose che le accadono, dando loro la giusta importanza, o al contrario, ridimensionandole nel loro aspetto emotivo.
L’apprendimento di una tecnica di rilassamento, come il training autogeno, potrebbe esserle utile, così come frequentare un corso di yoga. Spunti di riflessione potrà poi trovarli nella lettura di libri di auto-aiuto (in libreria ce ne sono interi scaffali) e nella lettura di siti come il nostro.
Infine: le donne. Sopravvalutare le difficoltà di relazione con loro è la strada maestra per giungere alla castità ed alla solitudine sentimentale. Con le donne bisogna mantenere la voglia ed il coraggio di scherzare, senza sentire il rifiuto di un singolo soggetto femminile come l’annuncio di una condanna a morte, o come una sentenza di fallimento personale.
Infine imparare dai nostri principali maestri di vita: gli errori.
Cordiali saluti.
Dr. Walter La Gatta
Walter La Gatta
psicologo psicoterapeuta sessuologo
ANCONA TERNI FABRIANO CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
QUALCOSA DI LEGALE
Ho 26 anni e non riesco a superare la mia timidezza ed insicurezza, vivendo con angoscia le mie performances ridicole di fronte agli altri.mi sento sempre inadeguato e d non essere all’altezza della situazione.so pure che, molte volte, sono solo le così dette paranoie a farmi pensare questecose ma dato che il mio corpo reagisce sovente con una abbondante sudorazione sullafronte, non riesco a controllarmi e così faccio figuracce di continue anche insituazioni apparentemente normali.ho provato di tutto, ho letto tanti libri di psicologia, ho fatto la meditazionegiorno per giorno…ma niente, quando sono con gli altri può diventare un incubo.sono sempre stato così ma la situazione è decisamente degenerata a seguito direcenti fallimenti in alcuni contesti della mia vita.c’era un periodo che fumavo la marijuana e devo dire che mi aiutava, mi rendevasicuro e mi liberava da pensieri negativi ma, dato che è illegale e che è stato unodei motivi di un mio fallimento, ora me ne sto alla larga ma, talvolta, mi chiedo seesista qualcosa di legale che mi possa aiutare?cosa posso fare altrimenti?Cordiali e sentiti saluti!
Gentilissimo,
Se lei cerca qualcosa di legale fra le sostanze stupefacenti, naturalmente non troverà lì la soluzione al suo problema. Se vogliamo restare nell’aiuto che la chimica può offrirle, l’alternativa sono gli psicofarmaci.
La storia della sua timidezza è già lunga, ma probabilmente non è mai stata affrontata in maniera organizzata e talvolta nemmeno le migliori letture possono esserci d’aiuto. Probabilmente il suo problema potrà essere superato solo con il sostegno di uno psicologo: per migliorare però la situazione nell’immediato, insieme alla psicoterapia può essere utile l’abbinamento con uno psicofarmaco che il suo medico o il suo psichiatra potranno prescriverle.
Continui a seguirci.
Dr. Walter La Gatta Ancona
POCA ESPERIENZA DELLA VITA
Mi chiamo M.P.,ho 23 anni, ma è come se ne avessi 10.
Dico questo perché non ho la maturità che si dovrebbe dimostrare a quest’età,ho pochissima esperienza della vita in generale,non conosco gli ALTRI,non ho rapporti con l’altro sesso,nessuna amicizia,paura dello sconosciuto in generale e soprattutto sono terrorizzato all’idea di rivelare agli altri come sono veramente fatto.
Vi racconto brevemente la mia storia:
sono attanagliato da un ‘insormontabile timidezza,anzi penso proprio di soffrire di una grossa fobia sociale.
Attribuisco questa malattia principalmente a due fattori
1) la mia famiglia.
2) Il mio aspetto estetico.
Per quanto riguarda il primo punto,ho da dire di essere cresciuto in un ambiente poco incline
ai rapporti con l’esterno,molto chiuso e diffidente.
Ho due genitori molto anziani,introversi,passivi,che tra l’altro non comunicano mai tra di loro,che si ignorano alla stessa tavola,e che se parlano,lo fanno solo per litigare.
Mia madre è una donna passiva,che non ha interessi per la vita,per il mondo sociale,che si limita a
Stare in casa anche per più di due settimane,senza uscire,senza parlare con i vicini.
Penso che non abbia superato il trauma di essere rimasta vedova ,nonostante il suo primo marito sia morto oltre trent’anni fa.
Inutile dire che i rapporti con lei sono conflittuali.Non ha mai dato stimoli,incentivi,coraggio e fiducia a noi figli.
A questo bel ritratto aggiungete il fatto che io,fino ai 18 anni,ero una palla di lardo.
Pesavo infatti la bellezza di 130 kg!
Ciò significa che ero completamente avulso dal mondo,senza veri amici,in quanto provavo tremendamente vergogna per il mio aspetto fisico.Vedere gli altri con fisici magri,armonici,con una testa rivolta alle frivolezze tipiche dell’adolescenza (feste,ragazze,canne,motorini),mi ha causato grandi sofferenze.Le mie uniche valvole di sfogo erano il cibo e lo studio.
Sono stato un secchione,difatti alla maturità ho preso il massimo dei voti.Non ho subito particolari umiliazioni dalla mia situazione,solo perché dopo le canoniche 5 ore scolastiche,mi rinchiudevo in casa,a studiare,a ingozzarmi, a giocare da solo con il computer.Tutto ciò con la benedizione dei miei,che non si curavano affatto di avere un figlio con questi grossi problemi, quasi handicappato.
Fortuna volle che in seguito alla visita militare,dove constatai amaramente la mia abnormità rispetto agli altri miei coetanei (ESSENDO DEL TUTTO NUDI),scattò in me una molla rabbiosa di cambiamento.Persi rapidamente una trentina di chili,nonostante non fossi seguito da alcun dietologo,e soprattutto non fossi sostenuto dalla mia famiglia.Ancora ricordo come mia madre mi demoralizzasse,dicendomi che erano sforzi inutili!
Tuttavia,alla fine del liceo,poco prima dell’inizio (fallimentare) della mia avventura universitaria fuori casa,ero riuscito a raggiungere un peso forma accettabile.In tutto,in poco più di 1 anno e mezzo,ero riuscito a perdere 50 kg,senza mostrare apparentemente disturbi di salute.
Ma come avevo fatto a perdere così rapidamente questa oscena massa adiposa?
Facendo attività fisica forsennata(del tipo 70 km di cyclette al giorno), ma soprattutto ricorrendo al vomito auto-indotto.Difatti dai 18 anni soffro di bulimia,un male molto raro tra i maschi,ma che ha trovato in me un degno rappresentante.
Non solo,ma questo repentino calo di peso,mi ha prodotto anche delle conseguenze fisiche disastrose,quali smagliature,addome pendulo,flaccidità.
Non ho mai potuto godere del mio corpo,non ho mai potuto esibirlo senza vergogna.
Essendo di una città di mare,pensate a quali sofferenze mi causasse il mio aspetto estetico, d’estate,sulle spiagge.
Allora decisi tre anni fa di sottopormi ad un intervento di chirurgia estetica,l’addominoplastica,per tentare di eliminare la flaccidità e la pelle in eccesso sulla regione addominale.
Il primo intervento fu molto doloroso ma soprattutto insoddisfacente.A fronte di una convalescenza lunga,fastidiosa,impedente,non vidi risultati apprezzabili.Quindi,dopo un periodo di comprensibile depressione,mi feci operare di nuovo,ma da un altro chirurgo.Stavolta i risultati furono sensibilmente migliori,ma ciò non mi bastava.Ormai ero entrato in un tunnel,riversavo tutte le speranze di cambiamento nella chirurgia estetica, e come spesso accade,trovavo sempre nuovi difetti che avrei voluto correggere sotto i ferri..Ho sostenuto un ultimo intervento nel 2005,anche questo abbastanza riuscito,ma non sufficiente per accettarmi e per ritenermi felice.
Ancora oggi provo vergogna per come sono fatto fisicamente, e non riesco ad essere disinibito.
Non mi sono mai fatto vedere nudo da una donna,e al mare non mi espongo mai a torso nudo.
Comunque vestito faccio la mia bella figura.Posso dire,senza falsa modestia,di essere diventato un bel ragazzo.Sono biondo,alto 185 cm,con un viso carino.Insomma non passo indifferente tra la gente,anzi noto spesso occhi femminili interessati su di me.Se non avessi questo maledetta ossessione della perfezione fisica,potrei lasciarmi andare e di sicuro potrei togliermi molte soddisfazioni.Ma sono troppo inibito.Le poche persone che conosco pensano che io sia pieno di donne.Prima di operarmi,ero riuscito a costruire un buon giro di amicizie e di conoscenze.Nonostante sia meridionale,nella città in cui “studiavo”,ero riuscito a fare amicizia con gente del posto.Anzi andavo più d’accordo con loro che con quelli della mia terra.
Ma poiché non parlavo mai di donne,ma soprattutto poiché non avevo mai raccontato le mie vicissitudini,ecc che agli occhi dei miei amici passavo per gay.
Io non ho dubbi sui miei gusti sessuali,mi piacciono indiscutibilmente le donne,ma conscio di come sono fatto,le evito.Ho il timore di deluderle,di non piacerle,di essere deriso quando è il momento di fare sesso e di apparire nudo.
Nella mia mente malata ho pensato spesso che fosse preferibile apparire gay,piuttosto che ammettere la propria incapacità a relazionarmi con l’altro sesso.
Ho pensato di risolvere tutto con altri interventi estetici,ma visto e considerato che tre operazioni non solo non hanno risolto il problema,ma anzi mi hanno fatto sprofondare in uno stato di rassegnazione e di disincanto,non so come venirne fuori.
Dovrei ritenermi soddisfatto di come sono diventato,considerando come ero 5 anni fa,è già un miracolo essere riuscito a cambiare radicalmente il mio aspetto fisico,ma vorrei di più.Sono consapevole di non poter raggiungere un corpo perfetto,ma forse con altri interventi chirurgici potrei perlomeno limitare ulteriormente i danni.Che ne pensa?
La mia più grande paura è come giustificare il mio essere agli occhi altrui.Se conoscessi una ragazza,avrei paura a raccontarle la mia storia.Di primo acchito le persone pensano che abbia una vita interessante,circondato da donne.Ma come posso rivelare che a 25 anni sono ancora vergine,privo di esperienza,infantile?Piuttosto che fare questa tremenda figura,preferisco trincerarmi in casa,al riparo dal giudizio e dagli occhi altrui,oppure se esco, mascherarmi da persona fredda,distaccata,indifferente.
Sono conscio di allontanare le persone con questo mio atteggiamento,risultando un musone antipatico,ma non riesco e forse non voglio rilevare la mia grande fragilità.
Si è sempre detto che per stare bene con gli altri,bisogna stare bene con se stessi.
La Bibbia dice di amare il prossimo come si ama se stessi.
Io non mi accetto per come sono,non mi amo.La mia autostima è prossima allo zero.Tuttavia non ho mai avuto istinti suicidi.Nonostante tutto,sono ottimista.
C’è qualcosa che mi sostiene,che mi fa andare avanti.Nonostante tutto credo in un futuro migliore.
Sono giovane,bello,intelligente,colto.Avrei tutte le qualità necessarie per realizzarmi nella vita.
Ho una famiglia benestante,ed essendo il pupillo di mio padre,non dovrò preoccuparmi eccessivamente del mio futuro economico.
(E visti i tempi di crisi in Italia, è sicuramente una buona cosa).
Si dice che bisogna lasciarsi il passato alle spalle,ma è difficile se non impossibile dimenticarselo,quando ti lascia segni evidenti sul corpo.
Mi scuso per l’eccessiva prolissità,ma pensavo che fosse necessario raccontare per grandi linee il mio male di vivere.
Vorrei chiederle insomma:
1) come superare il mio blocco emotivo e come potermi finalmente accettare per come sono
2) come iniziare una relazione.
Dato che (sbagliando probabilmente) non ritengo risolutiva una terapia psicologica,perchè so benissimo da dove hanno origine i miei problemi,vorrei chiederle se non sia meglio una terapia farmacologica.
In questo caso cosa dovrei assumere?
La ringrazio anticipatamente per la risposta.
Cordiali saluti. M.P.
Gentilissimo M.P.,
Grazie anzitutto della sua bellissima lettera.
Per quanto attiene alle specifiche domande che mi pone, vorrei farle osservare anzitutto l’incongruenza delle sue conclusioni: da un lato mi dice che la terapia psicologica non sarebbe risolutiva perché lei sa benissimo quale è l’origine dei suoi problemi, dall’altro mi chiede come superare il blocco emotivo, come accettarsi come è, come iniziare una relazione. Le sembra che tutto questo possa essere risolto attraverso una terapia farmacologica? Ed ancora, lei pensa che, ammesso e non concesso, che lei conosca perfettamente l’origine di tutti i suoi problemi, ciò basti per essere in grado di trovare delle soluzioni che consentano una ripresa psicologica autonoma?
Se fosse così, dal momento che si rende perfettamente conto di essere una persona molto fortunata (alto, bello, ricco, colto, intelligente, desiderato ecc.), dovrebbe essere l’uomo più felice del mondo. Ma non è così. La invito dunque a riflettere sulle chiare resistenze che la vogliono convincere a persistere nella manifestazione di tutti i suoi sintomi, dolorosi ma sopportabili e che la offrono una ragione per impedirsi di fare ciò che invece la impaurisce più di ogni altra cosa: stare con gli altri, sorridere ad una ragazza e dirle, ad esempio ‘sto bene con te’.
Cordiali saluti.
Dott. Walter La Gatta
ROSSO PEPERONE
Salve, sono una ragazza di 24 anni e ho questo tipo di problema, se si può chiamare così:
tutte le volte che parlo con qualcuno il mio viso diventa rosso peperone, e se me lo fanno anche notare il rosso peperone diventa sempre più intenso.
Mi sono accorta che ho questa reazione per esempio quando devo parlare con il mio superiore, oppure quando devo parlare con persone più anziane di me che conosco poco, oppure quando gli amici fanno battute di poco conto che riguardano me o il mio fidanzato. Come posso ovviare a questo “inconveniente” che, se devo essere sincera mi crea non poco imbarazzo?
Grazie ciao Emi
Gentile Emi,
Il tuo rossore indica che, in queste condizioni che hai descritto, ti senti particolarmente in ansia e quest’ansia si esprime poi con il rossore. La soluzione dunque è cercare di capire le ragioni di questa ansia.
Una cosa interessante potrebbe essere cercare di cambiare stile di vita, mostrandoti più sicura di te. Questo si apprende attraverso l’esperienza, gli incontri, le relazioni: buttati nella mischia senza curarti dei tuoi rossori ed impara molto da ciò che fanno gli altri. Nel giro di poco tempo acquisirai delle abilità sociali che ti permetteranno di sentirti sicura di te. (Per la serie ‘nessuno nasce imparato’…).
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
Dr. Giuliana PROIETTI TEL. 347 0375949
Ancona Fabriano Terni Civitanova Marche e ONLINE
RAPPORTI DISASTROSI
Premetto che il rapporto tra i miei genitori è sempre stato disastroso; in vita mia non li ho mai visti nemmeno abbracciarsi nonostante vivessimo tutti nella stessa casa.
Mio padre ha sempre avuto la tendenza a rovesciare su di me le sue rabbie e le sue insoddisfazioni relative al suo pessimo rapporto con mia madre, arrivando anche a insultarmi con epiteti che solitamente si riservano a odiati nemici. Mia madre faceva lo stesso a parte l’insultarmi.
A parte ciò, che ho ritenuto potesse risultarvi di aiuto nel formulare una diagnosi, sta di fatto che quattro/cinque anni fa (io avevo 13 anni, quasi 14 e frequentavo la 3a media) i miei han finalmente divorziato e non ho nemmeno avvertito la situazione, in quanto è stato più o meno come se nulla fosse successo.
In quello stesso periodo cominciavano i miei primi approcci con le ragazze, e non ero certo timido e anzi, è stato spesso per “colpa” della loro timidezza se la serata non finiva con un bacio o contatti erotici.
Pochi mesi dopo però, a causa di una malattia, persi un testicolo. Era l’estate precedente all’inizio delle scuole superiori, inizio nefasto in quanto mi ritrovai vittima del bullismo coalizzato (in parte fisico, ma sopattutto psicologico) di tre ragazzi a quei tempi quasi diciottenni, che per fortuna in seguito abbandonarono la frequenza scolastica.
Detto che a scuola avevo sempre ottenuto ottimi risultati, tanto che alle elementari mi annoiavo persino in classe, con l’inizio delle superiori (che non ho ancora terminato) i miei risultati scolastici sono scaduti, non in maniera esponenziale ma comunque il mio rendimento è peggiorato. (non vado oltre il 6,5 di media)
In concomitanza a ciò, ho letteralmente perduto la capacità di interessarmi a ciò che faccio, pur se a periodi alterni, e a volte anche di concentrarmi nelle situazioni più comuni e banali, come leggere un giornale (nonostante lo abbia sempre fatto sin da quando ero in età pre-scuola elementare) o parlare con una persona.
Verso i 15 anni in discoteca sono finito in coma etilico, e da qualche mese dopo, appurato che l’alcool mi faceva stare malissimo, sono passato alla cannabis: inizialmente uso saltuario, poi quasi quotidiano protratto fino a tutt’oggi. Fortunatamente mi sono fermato qui per ciò che concerne le sostanze, per quanto sono convinto che causa di questo ricorso agli stupefacenti sia dovuto al fatto che, in fatto di rapporto con le ragazze, mi son fermato ai primi approcci sopra descritti! Voglio cambiare questa situazione, ma ho sviluppato anche piccole fobie, arrossisco in continuazione e tutto ciò mi ostacola ulteriormente.
Ho spesso pensato di farmi fuori, senza farlo perchè riflettendo bene ho creduto di poter trovare rimedi più sani per guarire la mia esistenza. Uno di questi è stato (spero) trovare questo sito. Inoltre le mie numerose amicizie, la vicinanza solidale delle mie sorelle e il mio amore per musica e letteratura hanno contribuito ad alleggerire la mia situazione, senza però eliminare i problemi di fondo incarnati dall’assenza di un rapporto fra me e una ragazza.
grazie per l’attenzione
ps: ho frequentato già due psicoterapeuti, ma non riuscivo a essere sincero con loro e tendevo a studiare a tavolino argomenti fittizi per essere “preparato” nella conversazione, tralasciando ciò che mi fa soffrire, e cioè che l’unica tipa che ho baciato è stato perchè era talmente ubriaca da non reggersi in piedi; per il resto, nisba!
Nome
Misongiàsputtanatoabbastanza87
Ciao Misongià…,
Per prima cosa lasciami dire che sono molto contenta che l’aver trovato questo sito ti sia sembrato utile: del resto è per questo che è nato. Siamo convinti che il problema della timidezza e dell’ansia sociale che essa comporta, non abbiano lo spazio che meritano.
E’ un tabù sociale: tutti si impegnano a dimostrare di essere forti e invincibili, competitivi e scaltri, ma è tutta una recita sociale. Qualsiasi buona psicoterapia deve partire invece dall’ammissione del proprio senso di fragilità, dal riconoscimento di non stare bene con se stessi. Per questo andare da uno psicoterapeuta con il discorsetto pronto per fare bella figura significa perdere tempo e denaro. Dunque, se ti ricapitasse di fare questa esperienza, cerca di lasciarti andare : fare bella figura con il terapeuta non ti è di alcun aiuto, mentre al terapeuta della tua brillante prestazione in seduta non importa assolutamente nulla, specialmente se, nel giro di poco tempo, non ti vede più. Dunque… Cui prodest?
Pensa anche a come ti sei firmato: ma che male c’è, a 19 anni, ammettere di aver baciato una sola ragazza? Da quando in qua il valore di una persona si misura sui baci che ha dato? Cerca dunque di rilassarti, magari aiutandoti con la lettura di qualche buon libro di self help psicologico, oppure imparando qualche tecnica di rilassamento. E poi provaci, se una ragazza ti intriga, provaci sempre. Se ti dice di no, rispondi: ‘hai perso un’occasione’. Riferendoti a lei, naturalmente.
Ciao.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
Info in Breve su Dr. Giuliana Proietti
TIMIDO CON LE RAGAZZE
Sono sempre stato timido con le ragazze, ma non ho mai avuto particolari problemi nel conoscerle in quanto erano loro a fare il primo passo…
Sono stato fidanzato per 8 anni poi il tutto è finito (senza lasciare particolari strascichi emotivi).
Dopo poco conosco un’altra ragazza, questa volta sono io con grande stupore a rompere gli indugi e a presentarmi. Tutto va per il meglio se non che per la prima volta nella mia vita ho dei problemi di erezione, o meglio, nei preliminari tutto procede regolarmente, ma quando si tratta di iniziare il rapporto vero e proprio non so cosa mi accade, so solo che quasi completamente l’erezione.. E chiaramente questa situazione mi porta a vergognarmi come un ladro!!!!!!!
Comincio ad essere preoccupato.
La ringrazio in anticipo per la Sua eventuale risposta.
Thief
Gentile Thief,
Hai erezioni mattutine? Hai problemi nella masturbazione? Se non riscontri alcun problema in queste due situazioni, il tuo disturbo erettile dipende molto probabilmente da cause psicologiche, anche se, per maggiore sicurezza, potresti farti visitare da un andrologo che ti possa rassicurare sulla capacità erettile.
Appurata la matrice psicogena, la cosa da fare è cercare di evitare, per il momento, i rapporti sessuali completi. Conoscere meglio questa ragazza, abituarsi alle sue diversità rispetto alla precedente, sarà per te una rassicurazione talmente potente che ti farà scomparire tutti i problemi.
Saluti.
Dr. Walter La Gatta Ancona
PAURA DELLA PAURA
E’ la terza volta che vi scrivo ma purtroppo non ho ancora ricevuto alcuna risposta. A volte mi dimentico del mio problema, ma quando invece, s’avvicinano momenti clu, allora, la paura si manifesta. Credo che la mia sia diventata paura della paura e non ce la faccio piu. penso ogni volta che la vita sia una sola e che potrebbe finire domani e che non ha alcun senso continuare ad essere cosi timidi ed avere paura d’esserlo. Quando ero piu giovane non ero assolutamente timida, tanto che quando racconto ai miei parenti di mie timidezze mi dicono che è impossibile che io sia timida per come ero e mi comportavo quando piccola. Ma adesso, non ce la faccio piu. Sono davvero troppo timida e non vorrei che fosse fobia sociale la mia, piu che timidezza. Frequento un corso e quando i professori fanno domande in classe, anche se conosco la risposta non riesco assolutamente a rispondere, il suono della mia voce mi fa vergognare. E se nel parlare il professore mi guarda, divento rossa come un pomodoro. Non so, quando devo uscire o vedere persone, ho sempre una strana sensazione quasi come se il mio destino sia fare qualche figura di merda. Forse è dovuto al fatto che sono cresciuta in un piccolo paese e sempre quando camminavo di fronte ad un bar pieno di ragazzi questi mi urlavano qualcosa d’imbarazzante, per divertirsi..
Non so, non so se dovrei rivolgermi a qualcuno , non se invece dipende semplicemente dal fatto che non smetto di pensare a situazioni imbarazzanti nelle quali mi possa trovare. È come se avessi paura di risultare idiota…non so, ma sono stufa di questo, voglio vivere senza vergogna, senza timidezza, voglio godermi i momenti belli della vita come ero solita fare anni fa..voglio essere sicura di me stessa…per favore ditemi qualcosa.
grazie, tonina
Gentile Tonina,
Nella tua lettera ci sono due temi che ricorrono spesso nell’autobiografia del timido. Il primo: ‘da piccolo/a non ero timido/a’. Ma certo! Da piccoli non sempre ci si rende conto di quello che si fa e si dice ed ancor più inusuale è che ci si renda conto delle conseguenze che i propri atteggiamenti comportano e dei giudizi sociali che ne conseguono. Dunque, aver acquisito questa consapevolezza non è un male, anzi è un bene, in termini di intelligenza e di capacità relazionali. Il problema è quando questo insight si fa ossessione, quando non ci si perdona più né un rossore, né un imbarazzo, né una frase sgrammaticata, né una battuta scema… Cerca, questi pensieri invadenti e minacciosi si impadroniscono della tua mente e non ti lasciano pensare ad altro, di distrarti con una lettura, una canzone, una passeggiata. Obiettivo numero uno: non pensarci!
Saluti.
Dr. Walter La Gatta Ancona
PROBLEMA ‘ALQUANTO SCIOCCO’
Vorrei esporre il mio problema alquanto sciocco:perchè mi sento alle volte forte di spaccare il mondo, alle volte no.mi ritengo un ragazzo flessibile a tutto ,ma alle volte come si sa dire ho problemi di irritazione di nervosismo accentuato.come posso risolverlo nell’annientarlo?…oltre a questo mi porta senso di malessere interiore e di confusione.in famiglia non va per la quale con mio padre ,oltre i litigi con mia madre mi danno fastidio di sbranare tutti e tutto ciò che mi circonda.il mio stato emotivo diventa pure succube di agitazione quando esco fuori ,cioè carico tutto ciò che è fuori e lo trasformo dentro casa in un vulcano.la paura di me e che non ho molti amici,anzi il mio passatempo lo trascorro nella maliconia indulta interiore,non è un difetto ma mi manca affetto ,affetto vero forse ricevuto da mia madre,ma soprattutto quello vero da prsone che ti stanno vicino.la reprensione che ho e facile ho paura di rimanere solo.
questo e quello che fanno parte della maggior parte dei difetti che ho.
cordiali saluti Alessio
Ciao Alessio. Il tuo problema non è ‘alquanto sciocco’: dal momento che ti fa soffrire non possiamo chiamarlo ‘sciocco’, ti pare? Quanto all’irritazione e al nervosismo, vorrei farti osservare che non sei il solo, anche se è abbastanza comune che chi si sente insicuro di se stesso diventi forte coi deboli e debole coi forti. Con i tuoi familiari riesci ad essere aggressivo ed a ‘sbranarli’ perché sai che ti vogliono bene e non ti lasceranno; con gli altri sei passivo ed accetti tutto. Comincia col ribaltare questo paradigma: dai valore ai tuoi valori, rispetta chi ti ama e scarica la tua aggressività contro ciò che ti causa sofferenza. Non hai molti amici? Fai una sfida con te stesso: ogni settimana devi ottenere almeno tre numeri di telefono da parte di tuoi coetanei, in qualsiasi modo (e-mail, SMS, blogs, bar, concerti, ecc.) Prenditi un quaderno e scrivi lì i tuoi risultati. Ogni 12 numeri di telefono chiesti ed ottenuti, fatti un regalo.
Funziona: provaci!
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
Intervista sull'ipnosi
PROBLEMA SERIO
Sono una ragazza di 30 anni, la mia timidezza è per me un problema serio . Mi sono isolata da tutti perchè mi sento di non poter dare niente a nessuno, alla mia età non ho mai avuto un ragazzo, mai stata baciata. La timidezza mi ha portato a non aver stima di me stessa, a sentirmi inferiore anche ad un cane. Ho pochissime amiche realizzate nel lavoro e nella vita sentimentale, purtroppo io non lavoro e ho paura continuare a cercarlo perchè non voglio più ricevere rifiuti. Sono al limite della sopportazione. E’ possibile guarire dalla timidezza?
Serena
Gentile Serena,
A parte il fatto che i cani non sono inferiori a noi, semmai sono diversi, credo che dalla timidezza non si possa del tutto guarire, ma che si possa molto migliorare.
Ad esempio cercando di ragionare sul perché si temano i rifiuti da parte degli altri: chi sono gli altri? Anche tu sei ‘gli altri’ per gli altri: ci hai mai pensato? E se tu a volte rifiuti qualcosa, non gradisci un cioccolatino che ti offrono, non dai il tuo numero di cellulare, chi ha osato chiederti queste cose dovrebbe sparire dalla faccia della terra, richiudersi in qualche cantina buia per il resto della sua esistenza, perché TU gli/le hai detto di no?
E allora, prova a pensare che gli altri sono come te (a differenza dei cani) e sorridi sempre per prima: il sorriso è contagioso e, prima o poi, ritorna.
Saluti.
Dr. Walter La Gatta Ancona
PSICOTERAPIE IN PRESENZA:
Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa
Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Psicoterapeuta Sessuologo
Tel. 348 3314908
UN SINTOMO SULLA BOCCA
Vi scrivo per esporvi un problema che ho ormai da qualche anno; soffro di un disturbo psicologico a mio dire molto strano, ora lo descrivo: è un sintomo localizzato sulla bocca, (pensiero fisso alla bocca, secchezza, fastidio), che è purtroppo sempre presente, e che mi sta facendo soffrire molto… sono stata in cura da uno psicoterapeuta, che mi ha detto che questo sintomo ha una forte simbologia con la comunicazione,, infatti io sono una persona molto timida, chiusa con difficoltà a parlare in generale; questo sintomo in pratica secondo lo psicoterapeuta è nato per celare il vero problema, cioè la difficoltà di comunicazione, come se io nn volessi accettare di avere una difficoltà; mi aveva anche detto che il sintomo poteva essere nato in seguito all’essere stata minacciata da qualcuno… tipo “guai se dirai questa cosa a qualcuno!” o cose simili, ma io nn ricordo di aver vissuto nulla del genere; (che ne pensate?) il fatto è che però anche adesso che ho preso coscienza di ciò, e di quale sia appunto il vero problema, il sintomo non è scomparso, in più ho dovuto abbandonare la psicoterapia per problemi economici, quindi mi ritrovo al punto di partenza… non so come fare sparire il sintomo, che mi fa stare male e mi fa isolare sempre di più, ma così si verifica una sorta di circolo vizioso. Che voi sappiate altre persone hanno manifestato un sintomo del genere?? perchè io mi sento unica e rara… forse sono pazza da ricoverare?! vi prego aiutatemi… che devo fare per far sparire questo sintomo assurdo che mi sta rovinando la vita?
grazie mille siete la mia ultima speranza
Francesca
Grazie Francy per la fiducia, ma dai, non esageriamo! Come ti ha spiegato lo psicoterapeuta, con il quale concordo, questo sintomo soddisfa la problematica inconscia relativa alla timidezza e alla difficoltà di interagire con gli altri.
Non è poco sapere questo, ma ora bisogna agire.
Ad esempio potresti fare un corso di comunicazione, comprarti dei libri sul linguaggio del corpo, imparare ad osservare gli altri (e te stessa) con maggiore attenzione, cercando di coglierne le emozioni, i pensieri più nascosti, le loro incertezze nel comportamento ecc.
Potresti poi imparare delle frasi ‘facilitanti’ per iniziare la conversazione con gli altri, costruendoti un buon repertorio. Ogni volta ad esempio che leggi un libro o vedi un film dove uno dei protagonisti dice una frase intelligente o di effetto, copiala in un quaderno ed imparala a memoria. Con questo piccola valigetta di materiale sempre pronto per tutte le occasioni, potrai sentirti più sicura. Infine, fai del training autogeno ed impara a trascinare mentalmente le sensazioni che senti sulla bocca in altre parti del corpo, ad esempio i piedi.
Un buon terapeuta potrebbe aiutarti.
Ciao.
Dr. Walter La Gatta
SONO LA PIU’ TIMIDA DEL MONDO
Buongiorno…sono una ragazza di 19 anni di nome Valentina che ha scoperto questo servizio on line ed ha deciso di scrivervi per chiedere un consiglio. Vede io sono sempre stata timidissima fin da piccola, ma mai come ora questa cosa è diventata un vero problema anche perchè con certe persone con cui ho istaurato veri e profondi legami sono vivacissima, allegra, piena di vita mentre con tutte le altre sono asociale, non riesco a dialogare e sono troppo insicura. Così non riesco ad essere felice, a studiare ma soprattutto ad essere me stessa. Ho provato ad uscire, andare a delle feste, insomma a mettermi alla prova ma ogni volta è stata una delusione…ho paura di essere anche caduta in depressione..da alcuni anni.. ma non ne ho la certezza perchè per orgoglio ho sempre voluto risolvere tutto da sola. Ne ho parlato anche ad amici che mi hanno risposto che è solo questione di apertura ma io non ci riesco…e così divento silenziosa, triste e timorosa anche perchè le persone che mi circondan ormai sanno che sono così per cui se tento di parlare, di scherzare mi rispondono a monosillabi Ed io dentro di me esplodo perchè sarò pure la persona più timida del mondo ma so che non sono quella che che credono gli altri. Ecco volevo sapere se mi poteva aiutare a capire cosa è giusto che io faccia visto l’attuale situazione. Per favore mi risponda…non solo per me ma anche per i ragazzi che in quello che ho scritto magari rivedono un po’ se stessi.
La ringrazio…
arrivederci
Valentina
Salve Vale.
Intanto, direi, la palma della ‘più timida del mondo’ proprio non gliela diamo, perché ognuno, a suo modo, pensa di avere tale primato (e dunque non sarebbe giusto nei confronti degli altri… :-))
L’orgoglio, l’amore verso se stessi, è un ottimo strumento per farsi valere quando qualcuno tende a non rispettare le regole e a prevaricare; è utile – in certi limiti – quando ci si vuole valorizzare nelle relazioni sociali (se non abbiamo noi questo senso del nostro valore più profondo, perché dovrebbero averlo gli altri?); è utile infine perché ci dà degli obiettivi, delle mete da raggiungere, spesso non facili e non comuni.
In altri casi però, come nel suo, l’orgoglio rappresenta un nodo, che non permette alla personalità di evolversi nel miglior modo possibile. O meglio, per dirla con un linguaggio più psicologico, è una ‘resistenza’. Lei si comporta come mi ha scritto perché, pur stando male, pur dovendo affrontare tanti sintomi che la fanno soffrire, se si lasciasse andare completamente starebbe ancora peggio. Il cambiamento le fa paura. Tenga conto che, a volte, è la paura stessa del cambiamento, e non il cambiamento in sé, a provocare queste resistenze. Che fare dunque?
Il consiglio più giusto da dare è, ovviamente, quello di rivolgersi ad uno psicologo ‘in presenza’, che la potrà aiutare a scoprire le cause di questo suo blocco ed indirizzarla verso la ricerca di una soluzione. Come forma di auto-aiuto, provi a cambiare anzitutto i suoi atteggiamenti verso la realtà e poi il cambiamento dei comportamenti sarà conseguente. Il voler sempre risolvere tutto da soli, il darsi i voti ad ogni prestazione, il mettersi al centro delle proprie attenzioni in una sorta di ritiro narcisistico, non è mai un bene. Si conceda invece il lusso di poter a volte sbagliare, di non farcela sempre ad avere prestazioni eccellenti, impari a ridere di sé stessa e dei propri errori. Accetti insomma la sua ‘umanità’.
Saluti e auguri.
Dr. Walter La Gatta Ancona
Dr. Giuliana PROIETTI TEL. 347 0375949
Ancona Fabriano Terni Civitanova Marche e ONLINE
LUI…QUASI FOBICO
Vi scrivo per sottoporvi il problema del mio fidanzato. Lui è molto timido, quasi
fobico, ha una grande stima per me e si preoccupa di poter farmi soffrire anche minimamente. Ci siamo fidanzati circa un anno fa (e ho dovuto rassicurarlo
molte volte da quel momento) ma ha mostrato di volermi baciare solo alcuni giorni fa, perchè temeva di poter fare qualcosa che mi ferisse.Poi non è riuscito a baciarmi, era troppo imbarazzato, e ha sofferto moltissimo per questo, vergognandosi addirittura di guardarmi negli occhi.
Come posso fargli capire che lo amo davvero?
Grazie,
Ester6
Gentile Ester,
mi sembra proprio che lei stia vivendo una relazione non semplice: il suo ragazzo in un anno intero ha tentato una sola volta di darle un bacio con esito negativo ! Molto probabilmente soffre di una forte timidezza ed inibizione che nasce forse da esperienze pregresse cui lei non fa riferimento.
Quello che le posso consigliare è di aiutare il suo ragazzo a prendere consapevolezza che questo suo stato può essere superato con l’aiuto di uno specialista, ma nulla si potrà fare se la spinta al cambiamento non è realmente autentica, cioè se non nasce da lui.
Auguri
Dott. Walter La Gatta Ancona
BLOCCATO COMPLETAMENTE
Salve sono un ragazzo di vent’anni ed ho un problema con l’altro sesso infatti da qualche anno a questa parte non riesco ad essere piu libero e disinibito come vorrei. Es: ogni sabato sera quando esco con gli amici e magari vedo una bella ragazza vorrei avvicinarmi a lei e fare la sua conoscenza ma sono bloccato completamente come terrorizzato da qualcosa che nn riesco a comprendere. La cosa che nn capisco e che in passato nn ero cosi impacciato (bloccato) ero disinibito non mi creava nessun problema relazionarmi con l’atro sesso e quindi non so cosa mi sta accadendo. So che puo sembrare
un problema banale ma incomincia a condizionare pesantemente la mia vita altro esempio: tempo fa una ragazza mi ha chiesto di uscire ho accettato e per vie che adesso nn racconto mi aveva fatto capire chiaro e tondo che gli piacevo ma cmq ero agitato nervoso e alla fine al momento in cui avrei ovuto provare a baciarla per parlare chiaro non sono riuscito perche insicuro se lei lo volesse e mi è sembrato che volessi solo fuggire da quella situazione che mi stava agitando come nn mai. Insomma da due anni a questa parte non mi riconosco piu nn nascondo che ho avuto persino dubbi sui miei gusti sessuali ma gli uomini non mi piacciono e questo e chiaro invece non faccio che pensare alle donne e questo forse è ancora peggio perche mi innervosisce non so piu cosa devo fare!!! forse è colpa di una situazione critica che ho in
casa oppure dai fallimenti delle mie storie precedenti datemi un consiglio cosa posso fare continuare cosi diventa ogni giorno piu difficile e doloroso datemi un consiglio
grazie da SPIKE
Gentile Spike,
il suo è un caso di timidezza che si è accentuato negli ultimi tempi forse anche in relazione alle vicende critiche che vive in casa, anche se ne ha appena accennato a fine lettera. Probabilmente questa situazione le ha procurato un abbassamento dell’autostima che si riflette nel rapporto che ha con le ragazze. La timidezza è un evento comune a molti, ma se questa diventa eccessiva, tanto da interferire con la vita quotidiana è necessario agire per diminuirla. Inizi gradualmente a tentare degli approcci (saluti, sorrisi,ecc.) con ragazze con cui si sento sicuro, e man mano progredisca. Se nel suo percorso si accorgesse che ci sono motivi più profondi che non riesce a gestire da solo, non esiti ad usufruire dell’aiuto di uno specialista.
Auguri.
Dr. Walter La Gatta Ancona
TUNNEL A SENSO UNICO
Ho 39 anni, sono molto timido soprattutto con l’altro sesso, quando vedo una ragazza che mi piacerebbe conoscere non so mai cosa dire o cosa inventarmi x attaccare bottone, questo problema mi crea una grossa difficoltà: non ho mai avuto una relazione, sono etero, mi piacciono solo le donne, ma a causa di questa timidezza sono sempre bloccato, non ho problemi a parlare con i maschi ma tantissimi a fare lo stesso con le donne, di conseguenza, anche se avrei voluto relazione non ci sono mai riuscito, non so cosa e come fare x vedere di uscire anche solo parzialmente da questo tunnel a senso unico, devo dire che non mi interessa il matrimonio ma sono la convivenza, non voglio figli ma non perchè non mi piacciono i bambini ma perchè non mi sento affatto in grado di badare a me stesso quindi figuriamoci a fare il padre, oltre che molto timido sono anche molto insicuro, inoltre le donne cercano uomini sicuri di sè, ambiziosi, affermati (mentre a me va bene il mio solito tran tran e il mio stipendio da operaio), generosi (nel senso di fare loro regali magari costosi) ed io non navigo nell’oro, devo stare attento a far quadrare i conti a mese, col mio stipendio arrivo giusto giusto a fine mese, ho qualche risparmio grazie ai miei genitori nel caso mi capiti un imprevisto (es. cambiare l’utilitaria che tengo minimo x 10 anni), restando in attesa del suo parere ed eventuali consigli in merito con l’occasione saluto e ringrazio.
Federico
Gentile Federico,
Lei si sta nascondendo dietro il suo problema : è forse vero che, se lei fosse ricco e famoso, le donne le cadrebbero ai piedi senza dover fare neanche un minimo sforzo per conquistarle, ma purtroppo la situazione non è questa e occorre darsi da fare, forzandosi un po’. A 38 anni ragiona già come un signore di 50 e poco ci manca che non abbia parlato nella sua lettera dei problemi dei pensionati… Se lei non è felice nella situazione in cui vive, e non mi sembra che lo sia, deve fare qualcosa per migliorare la qualità della sua vita.
Anzitutto, va bene accontentarsi di ciò che ha, va bene non avere la voglia di competere a tutti i costi per raggiungere uno status sociale più elevato, ma questo non deve essere un impedimento alla sua maturazione personale. Se vive coi suoi genitori, cerchi di fare una vita maggiormente indipendente, si iscriva ad un Corso di ballo per conoscere persone nuove ed imparare ad avere un maggiore controllo del suo corpo. Si legga qualche libro in cui vi siano consigli per rafforzare l’autostima e per migliorare la comunicazione interpersonale. Se tutto questo non basta, faccia delle sedute di psicoterapia.
La soluzione c’è: basta accorgersi di avere SOLO 38 anni e ancora tante possibilità di scelta davanti a sé.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
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DEPERSONALIZZAZIONE
Ero fidanzata con un uomo per il quale fin da bambina ho fatto pazzie e che consideravo ( e considero forse ancor oggi) l’uomo dei miei sogni.
Il suo carattere particolare ed introverso che lui ha avuto per tutti gli 8 anni della nostra storia (mai “ti amo”, mai o quasi un regalo), mi ha alla fine indotto a tradirlo con un bravissimo ragazzo completamente ai suoi antipodi che si è innamorato pazzamente di me. Dopo pochi gg., non confessandogli la verità, lo lascio anche per rispetto e dietro le insistenze del secondo, con il quale li ero e mi sono compromessa al max (gli ho detto che lo sposerò).Lui (il mio ex) mi richiama supplicandolo di non lasciarlo e dicendomi, DIETRO LA MIA MERIVIGLIA, mi avrebbe addirittura sposata.
Nello stesso momento arriva per me la comunicazione della data di un esame di abilitazione importantissimo (che poi ho suxato) Da quei momenti, (sono riuscita poi sino a poco dopo l’esame con il mio ex),iniziano questi sintomi: formicolii ad un braccio, accavallamento dita di una mano, cefalea (oggi non più), insonnia, senso di cadere, paura di fare le scale, battito sotto alla pinta del piede, SENSO DI DISTACCAMENTO DALLA REALTA, come se vivessi in un sogno (al punto di non saper quasi più scegliere un vestito,a volte mi guardo le mani come se non fossero le mie).Dopo l’esame lascio nuovamente il mio ex e, credendo di avere la sclerosi multipla, contatto il mio medico, che per sicurezza mi indirizza da un neurologo, il quale mi dice trattarsi di DEPERSONALIZZAZIONE.Mi consiglia di aspettare 15 gg.prima di intraprendere una terapia farmacologica ( seroxan).
Mi chiedo: passeranno questi sintomi senza farmaci, e con i farmaci?Non ce la faccio più, non sono più io (ero e sono considerata bellissima, la fotocopia di una famosa attrice). E’ dipeso dall’esame, dal senso di colpa per io mio ex e per la sua famiglia, da un vero e proprio errore che ho fatto nel lasciarlo, dall’insostenibilità di 2 storie che mi hanno costretti
a tante tante bugie con tutti e due, o da cos’altro?Avrei bisogno di una parola di conforto, di un consiglio
Marta
Gentile Marta,
La mia impressione è che lei sia una persona molto ansiosa e con tendenza alla somatizzazione e all’ipocondria. Lo stress vissuto in tutto questo periodo è molto probabile che si esprima attraversa i sintomi che lei riporta. La scelta del neurologo fa pensare che lei sia più propensa a pensare (o a temere) che vi siano problemi organici alla base di tutto quello che le sta accadendo: bene ha fatto dunque a fare una visita, che ha fugato tutti i dubbi. Ora però sarebbe opportuno che lei intraprendesse anche una psicoterapia.
Il neurologo infatti può prescriverle dei farmaci che attenuano i sintomi, ma il terapeuta le può offrire uno spazio privato dove indagare la sua psiche ed i meccanismi sottostanti che l’hanno portata oggi a dare voce al suo dolore con tutti questi sintomi.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
IL NOME DEL PROBLEMA
Sono un ragazzo di 20 anni, assiduo lettore della Vostra posta. Fino ad ora non vi avevo mai scritto, ma mi sono deciso al farlo perchè non sono mai riuscito a capire qual’è realmente il mio problema, e se il male che mi affligge ha un nome.
Frequento gli studi universitari, ed ho vari hobby, inoltre, sono molto interessato all’informazione ed aperto alle problematiche del quotidiano. Insomma, non si direbbe che sono una persona schiva o timida, ne i miei amici e conoscenti lo direbbero, non fosse per un particolare: non riesco ad avere rapporti di nessun tipo col sesso opposto (tranne che con le parenti strette, e che con un’amica d’infanzia).
La cosa peggiore è che non è mia intenzione; capita e basta, quando si verifica l’occasione, di non riuscire ad avere dialogo con le ragazze. La cosa è di entità maggiore quando provo attrazione fisica per la ragazza che mi trovo dinanzi, accuso addirittura forte stordimento, battito accelertato, sudorazione improvvisa, e respiro a fatica, tanto che mi devo sempre allontanare con una scusa. Chi mi sta attorno non sospetta nulla, in quanto, riesco a dissimulare molto bene il mio stato di emotività…
Oltre ciò, c’è da dire che mi trovo sempre un pò imbarazzato quando con gli amici si parla di sesso, e non intervengo mai nella discussione.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata proprio ieri, quando una ragazza, accompagnata dall’amica, ha cercato di fare la mia conoscenza, ed io mi sono allontanato con una scusa; vi lascio immaginare l’imbarazzo, non solo per aver rifiutato la conoscenza di una ragazza abbastanza carina, ma anche per aver ferito la sensibilità di questa persona (so, per esperienza, che il rifiuto è vissuto dalle ragazze in maniera più pesante). Risvegliatomi dal torpore, che l’esperienza aveva provocato in me, ho incominciato a rimuginare sullo stato dei fatti, mi sono sentito stupido, anche perchè spesso penso a come sarebbe bello avere una fidanzata.
Tuttavia, sono abbastanza messo bene fisicamente, e non di rado mi capitano occasioni simili, è solo che non mi sentivo così male da tanto tempo, e la cosa mi ha spaventato… Inoltre, negli ultimi periodi, sto sviluppando una specie di ossessione verso il cibo, che mi porta a mangiare fuori di misura, e quindi anche ad ingrassare; ma non solo, ho notato che mi “tratto male”, nel senso che non evito disagi fisici, vado in giro molto trasandato, e non curo più i miei interessi come una volta, atteggiamento che sinceramente riscontro tra i barboni che incontro in metropolitana, sto cadendo, insomma, in una specie di baratro.
Le persone che mi circondano stanno incominciando a notare tali comportamenti, che però non sanno essere la punte dell’iceberg, ma nessuno comprende la vera natura di tale disagio (io stesso faccio fatica a capire); i più superficiali credono che io sia pigro o addirittura omosessuale, pensieri che ultimamente non mi tangono più, perchè è come se mi fossi rassegnato, anche se sono stato sempre consapevole della mia inclinazione totalmente ed esclusivamente eterosessuale.
Mi potrebbe dare qualche consiglio per risollevare un pò il mio stato? Anche se penso che mi farebbe bene parlare con uno psocologo, non sono mai riuscito a farlo, vuoi perchè sono fondamentalmente restio ad esternare il mio malessere, vuoi perchè, qualora la cosa fosse venuta a galla, avrei temuto di non essere compreso da chi mi sta vicino, in quanto nella nostra società, il disagio psichico è ancora visto come un forte tabù, una specie di male inguaribile.
La ringrazio moltissimo per l’attenzione prestatami!
Saluti
Mario
Gentile Mario,
Leggo fra le righe che lei mi invita a non risponderle per prima cosa: ‘vada da uno psicologo’, perché lei ha già considerato questa opzione e l’ha già scartata.
Vorrei non dirglielo, ma poi rifletto sul fatto che, se non ce la fa da solo, non sa neanche trovare un nome per il suo problema, tanto si sente confuso rispetto ad esso, perché non affidarsi ad uno specialista che possa aiutarla a comprendere meglio il suo disagio psicologico e poi a trovare, con lei, una soluzione ad esso?
Certamente non può pensare di riuscirci da solo, se non è successo fino ad ora.
Se lei sente che parlare con uno psicologo potrebbe farle bene, cerchi di vincere le sue immotivate resistenze e vada. Alla fine potrà almeno dire di averci provato!
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
SENSO DI INADEGUATEZZA
sono sempre stata una persona riservata dal carattere introverso,dovuto forse anche alla perdita di mia madre a 10 anni,ma mai come nell’ultimo periodo mi trovo a dover fare i conti con il senso di inadeguatezza che provo ogni volta che sono in un qualsiasi contesto sociale .il problema e forse aumentato da quando sono diventata mamma e la mia vita è cambiata radicalmente portandomi a fare i conti con un’altra realtà dove i contatti con l’esterno sono andati via via diminuendo e forse la mia paura di dove essere una brava e irreprensibile mamma ha fatto il resto…..
ora mio figlio frequenta il nido e mi è diventato quasi impossibile accompagnarlo e andarlo a prendere perchè questo comporta il dovermi confrontare con altre mamme e le maestre,con cui ho già avuto l’opportunità di parlare senza però riuscire ad evitare di arrossire o nn saper cosa dire…..e la paura che gli altri mi giudichino una pazza ,buffa e goffao anche solo “una con qualche problemino”mi angoscia sempre di piu.
ho sempre desiderato essere una persona solare e sempre al centro dell’attenzione,e per un breve periodo della mia vita(i 5 anni del liceo)sono riuscita ad essere me stessa senza avere cosi paura del prossimo e ad essere apprezzata seguita e voluta bene per questo ma poi mi sono rinchiusa nuovamente nel mio guscio e nn so proprio piu cosa fare……ho mille ansie che mi assalgono ma sento che il nn lavorare e l’aver perso le mie amicizie mi hanno fatto diventare ancora piu chiusa e paurosa dei rapporti interpersonali.nn so mai cosa dire e come comportarmi ……facendo a volte anche la figura della cretina o forse è il mio voler piacere a tutti i costi che alla fine crea l’effetto opposto su di me e sugli altri………..ormai anche andare a fare la spesa mi crea ansia da prestazione e il terrore di dover scambiare due chiacchere con uno sconosciuto mi porta ad evitare spesso anche le uscite al parco con mio figlio.è chiaro che ormai il mio problema si è cronicizzato e nn so più cosa inventarmi per uscire da questo disagio interiore….ho pensato più volte ad iniziare una psicoterapia ma nn me lo posso permettere
spero tanto in una sua risposta .
ale
Gentile Ale,
Escludendo la psicoterapia perché non se la può permettere (non esistono consultori nella sua città?) il consiglio che sento di darle è quello di sforzarsi di uscire tutti i giorni e di parlare con le altre mamme o con le maestre. Infatti, si accorgerà che, a forza di parlare, troverete degli argomenti in comune nei quali lei si sentirà molto più sicura di se stessa e, quasi senza accorgersene, si troverà a conversare con altre persone con la massima naturalezza. Molto potranno aiutarla i libri con consigli di self help che può trovare in qualsiasi libreria, per cercare di ritrovare un po’ di pace interiore quando si trova sotto stress. In ogni caso, il suo isolamento sociale non farà che aggravare il suo problema e per di più condizionerà anche la vita di suo figlio, che nel periodo ‘sensibile’ della sua vita, quello dedicato all’apprendimento, non potrà apprendere quelle abilità sociali che servono per farsi accettare in società. Appena possibile inviti a casa sua, a turno, una delle mamme che incontra al nido e così, con un po’ di socializzazione in ambiente protetto, come può essere per lei la sua casa, imparerà a superare la paura degli altri. Si ricordi poi che il problema è molto frequente fra donne che hanno appena avuto un figlio, dato il particolare periodo di isolamento che si vive quando c’è un neonato in casa. Provi a sorridere per prima alle altre.. Ne saranno molto contente e la accoglieranno con favore.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
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INVITARLA A BALLARE
salve mi chiamo tonino ho 31 anni è sono molto timido ,ho vergogna di espormi in persone che non conosco ,ho sempre la paura di sbagliare e di essere giudicato in modo negativo , per non parlare di rapporti in campo amorosi , mi piace una ragazza ma non riesco neanche ad avvicinare ad invitarla aballare , ho sempre la paura di sbagliare di rendermi ridicolo , in effetti penso che la paura derivi dai miei pensieri avanzati ,nel senso che pensando di invitarla a ballare mi faccio già le paranoie di quello che puo succedere dopo , cosa fare dove andare non essere all’altezza della situazione . mi dareste un consiglio di cosa fare, grazie
Tonino
Salve Tonino. Provi a pensare ad una ragazza che conosce e che le piace ed immagini per dieci minuti d’orologio al giorno tutte le cose più brutte che potrebbero capitarle se invitasse questa ragazza a ballare…Esageri ed esasperi ogni possibile rifiuto, figuraccia, imbarazzo. Dopo dieci giorni di ‘esercizio’, la inviti veramente a ballare.
Vedrà che le sembrerà un gioco da ragazzi.
Dott. Walter La Gatta Ancona
AIUTO!
Sono Antonio da B.… Aiuto!!! Cosa non va? Ho 35 anni e ancora non ho avuto una ragazza. Amici e colleghi/e che mi vogliono bene non mi mancano, come un lavoro che mi piace, al sabato sera esco, ecc. Alcune mie qualità, es mi piace più ascoltare che parlare di me, la disponibilità, ecc. so che potrebbero essere punti di forza, ma m’ingabbiano nel ruolo del buon amico, nel vedermi difficilmente con occhi diversi. La mia timidezza mi impedisce di farmi avanti, nel crearmi e soprattutto sfruttare delle occasioni. La mia pigrizia mi impedisce di fare attività sociali tipo palestra, scuole di ballo, ecc. In discoteca ci vado ogni tanto ma non credo proprio di conoscere nessuna: non sono un attacca bottone e poi forme di comunicazione e di approccio fatte solo di fisico, sguardi, ecc. non fanno x me. Io devo prima farmi conoscere e apprezzare per quello che sono, il problema che il rapporto si consolida come amicizia senza che riesca a far niente se non con goffi tentativi tra l’altro in ritardo.
Recentemente mi sono fatto avanti con una mia amica, con uno sforzo non da poco. Risultato? Buon amico! E in più adesso permane un disagio reciproco. In fondo so che magari poteva non funzionare; Un “no grazie” è difficile da accettare, specie se si è sensibili e lo si legge quasi come un segno del destino: tutti tracciano un loro percorso affettivo, fatto di gioie e di sofferenze, come è normale che sia. La mia sensazione è di stare sempre fermo mentre gli altri vanno avanti, anche se le strade che percorrono mi rendo conto che non sempre sono facili. Ma essere sempre fermi, e poi alla mia età, è davvero avvilente.
Forse, sotto sotto, ho più paura di un “si” che di un “no”, dato il rimettere tutto in discussione e, soprattutto, data la mia riservatezza specie per dei problemi di salute che ho e che non riesco ad accettare, e quindi tanto meno ho voglia di parlarne e di condividerne i disagi.
Aiuto…
Antonio
L’ha detto lei stesso, Gentile Antonio: lei non ha nessuna intenzione di cambiare, perché le cose le vanno bene così come sono. L’unica cosa da fare è dunque risolvere i suoi problemi di salute, o imparare a conviverci e poi verrà tutto il resto. Mai comunque dichiararsi ad un’amica!
Un saluto.
Dott. Walter La Gatta Ancona
TENTAR NON COSTA NULLA
Sono una ragazza di 20 anni. l’università va benissimo, non ho complessi per il mio aspetto fisico, chi mi conosce dice che io sia molto simpatica, interessante, ironica, gentile e generosa insomma tutti commenti positivi. Il problema nasce dal fatto che per me è molto difficile fare conoscenza con la gente, soprattutto se esco con un gruppo di cui conosco solo una o due persone, non parlo, non riesco a fare dei commenti o a introdurmi in un discorso. Parlo solo se mi si rivolge una domanda, è più forte di me. E sono stanca di essere così, perchè mi sento sciocca a comportami in questo modo e soprattutto quando esco con le mie amiche “socievoli” me ne sto in un angolo e non parlo con gli ovvi commenti degli altri in particolare dei loro amici.
Una mano?!…. grazie davvero … dicono che tentar non costa niente
Jenny
Gentile Jenny,
Il consiglio è quello di rimanere se stessa: quante persone possono infatti dare di sé la descrizione che ci da lei, oltre tutto non auto-giudicandosi, ma riportando il parere di chi la conosce? Non è mica facile essere allo stesso tempo simpatica, interessante, ironica, gentile e generosa… Se quando è insieme a delle persone parla poco, significa che ascolta molto: faccia di questa caratteristica di personalità una sua qualità per accogliere le confidenze degli altri. Non trova che oggi tutti tendano a parlare e sparlare di se stessi in tutte le occasioni e che pochi si interessino realmente agli altri?
Dunque valorizzi il suo modo di essere osservando, pensando, ragionando molto, offra le sue capacità di ascolto alle sue amiche, tanto ‘socievoli’, ma così povere di spirito da non avere altro da dire con gli amici, se non fare inutili quanto sciocchi pettegolezzi.
Alzi la testa e si faccia accettare così, per tutte le sue qualità ed i suoi meriti.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
COMPLETAMENTE IMPACCIATO
Mi presento sono Ulisse. Ho fortissimi problemi di timidezza con le donne: mi spiego meglio, sono completamente impacciato, anzi direi totalmente inibito e bloccato. Non sono in grado di esprimere alcun sentimento o emozione perchè subito istintivamente li reprimo e li dissimulo. I miei sono divorziati e mia madre sta con un uomo in cui negli ultimi anni della mia vita ho legato moltissimo, lo stimo e lo ammiro moltissimo per il suo intelletto e la sua ironia: ma è comunque un uomo severo e distaccato, e quindi quando ero piccolo certo i rapporti erano improntati al timore nei suoi confronti. Mio padre è un uomo timido impacciato e assai riservato, sostanzialmente penso di avere , di base, preso da lui. Il problema però è mia madre: temo sia lei che con il suo atteggiamento iperprotettivo e iperautoritario mi abbia trasmesso un ansia e un insicurezza di sottofondo enorme. E’ chiaro che poi il problema si ripercuote con le donne:infatti, in esse io intimamente cerco un surrogato dell’amore materno, cosa in realtà un pò difficile da avere in un normale rapporto sentimentale. Ho letto da svariate parti che la crescita di individui con madri del genere li porta ad essere emotivamente immaturi, incapaci di avere una relazione sentimentale con altre persone. Senta, sarò franco con lei sino in fondo: in realtà prima soffrivo di ipertimidezza anche con gli altri ragazzi maschi: prese in giro, umiliazioni, etc…: ma con tutta la forza in me sono riuscito ad uscirne, non sono certo timido con gli altri maschi: vengo considerato rispettato e autorevole, mi trattano tutti con deferenza. Quindi almeno in questo frangente sono riuscito, SENZA IL MINIMO AIUTO, a battere la mia goffezza. Riuscirò anche con le donne? riuscirò mai ad avere una serena e accettabile vita di relazione?oppure sono costretto a vivere in questa prigione di isolamento e solitudine, circondato solo da pettegolezzi di maligni a proposito di una mia presunta omosessualità (quando io omosessuale non sono, visto che sono attratto tantissimo da donne)?
Grazie per la disponibilità e l’efficienza.
N.
Gentile N.,
Può essere vero che all’origine della sua timidezza vi siano delle basi genetiche, ereditate da suo padre e delle insicurezze dovute all’atteggiamento iperprotettivo ed autoritario di sua madre; possono esserci stati traumi infantili per la separazione dei genitori, può aver sentito una mancanza di affetto espresso sotto forma di contatto fisico, di coccole, di baci, da parte del secondo marito di sua madre e dei suoi genitori, che non mi sembra siano tipi molto espansivi. Ok, e allora? Cosa vogliamo fare della sua vita: trascorrerla a trovare le colpe degli altri? Purtroppo nessuno è perfetto e probabilmente anche lei quando avrà dei figli commetterà degli errori: dunque sia più comprensivo e generoso con gli altri e cerchi di trovare piuttosto la soluzione dentro di sé, magari facendosi aiutare da uno psicologo.
La strada da seguire è quella di impegnarsi a sorridere ogni giorno ad una ragazza nuova, senza volere nulla in cambio; quando questo le verrà più facile (l’esperienza insegna e toglie l’ansia), dovrà passare al ‘ciao’ e così via. Lo psicologo le sarà utile perché l’aiuterà a non scoraggiarsi quando troverà difficoltà in questo esercizio, in modo da continuare ad andare avanti e raggiungere (da solo) l’obiettivo tanto desiderato di essere disinvolto con l’altro sesso.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
NON RIESCO A COMPRENDERE
Sono un ragazzo di 29 anni, ho un lavoro che mi porta a confrontarmi con molte persone, sono un funzionario commerciale. Sono molto ambizioso e ho anche molta stima di me come persona con valori e capacità. Sento di avere un problema di timidezza ma è una cosa che non riesco a comprendere, sul lavoro sono sicuro di me, convinco con facilità i miei interlocutori, sono colto e ho un vocabolario molto vario insomma credo di essere convincente. Mi capita però di arrossire e comunque di avere forti difficoltà di relazionarmi quando si parla di me. Anche con i colleghi che conosco da tempo a volte mi capita di essere molto in difficoltà, insomma vorrei essere una guida, so di poterlo essere ma è come se un freno mi impedisse di riuscire. E’ strano….a volte mi capita di non pensarci a questa mia difficoltà e scopro di aver tenuto l’attenzione degli altri senza problemi, di aver addirittura sfidato a lungo altri sguardi e alla fine di averli piegati, altre volte come per alcune riunioni di lavoro mi sento terribilmente in ansia e quando comunque non arrossisco divento terribilmente nervoso e cerco di evitare ogni posizione “scoperta”. Insomma io in questa condizione non mi riconosco so che dentro di me c’è una grande forza, un forte controllo che però a volte mi manca e mi porta a creare dubbi ed imbarazzo su chi mi sta di fronte e mi vede reagire in modi tanto diversi. Vorrei poter non pensare a ciò che mi aspetta e invece studio tutte le situazioni che mi creano disagio ed ansia..
Sono un bel ragazzo, nella vita privata ho avuto diverse donne, non moltissime ma le mie esperienze le ho avute, ho però difficoltà a farmi conoscere, mi sento goffo e ultimamente ho avuto alcune delusioni, intendiamoci non ero innamorato ma ho conosciuto persone con cui mi sono esposto, ho chiesto di uscire e non sono stato considerato, forse questo mi ha un po’ buttato giu. Grazie mille per la professionalità.
007
Gentile 007,
Ma certo che è così… A volte le brutte esperienze ci buttano giù e, se si tende un po’ al pessimismo, un singolo errore, un singolo insuccesso può far mettere in discussione un’intera vita, anche se piena di aspetti positivi e di gratificazioni personali, come la sua. Dunque cerchi, quando le capita qualcosa di storto, di ragionarci molto bene per imparare dall’errore e poi butti tutto dietro le spalle, non ci pensi più e guardi sempre avanti.
Quanto al disagio legato all’ansia, cosa ci vuol fare? Lei conosce qualcuno che sia completamente soddisfatto di se stesso? Se si me lo presenti: è un caso da studiare !
Coraggio!
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
Clinica della Timidezza
si occupa del benessere delle persone timide e ansiose
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Servizio TG5 dedicato a Clinica della Timidezza
SPERO DI NON ESSERE COMICA
Sono Cristina, una ragazza di 20 anni che convive con la timidezza dall’infanzia; mi sembra che più io vada avanti con l’età e più la mia timidezza aumenti. Un anno fa sono stata un po in analisi, ma l’ho abbandonata quando ho capito che più di tanto non mi aiutava.. dovevo cercare di aiutarmi da sola, e sinceramente l’idea di dover raccontare i miei fatti privati ad un estraneo mi innervosiva alquanto. La terapia pero non è stata del tutto inutile, mi ha aiutato a capire un po più da vicino i miei problemi… ho sempre evitato di fare le cose di cui avevo paura (entrare in un negozio da sola e cose affini) e per questo penso che adesso la mia timidezza sia arrivata allo stato patologico.. mi sono diplomata quest’anno e dovrei cercarmi un lavoro, ma non ho proprio il coraggio, penso che in ogni lavoro servi un minimo di predisposizione alla comunicazione, cosa che io assolutamente non ho.. (fin dalle elementari, infatti non parlavo mai, quando la maestra mi interrogava io facevo scena muta e poi puntuale il pianto, cosa che mi sono portata appresso fino alle scuole medie, per chiedere qualcosa mi servivo sempre di un messaggero, una mia amica che chiedeva le cose per me) quindi solo il pensiero di dover stare in qualsiasi ambito lavorativo mi terrorizza.. Piano piano ho cercato di affrontare queste piccole cose che non riuscivo a fare perchè mi sentivo ridicola e un po sono migliorata.. per esempio fino a pochi mesi fa non riuscivo assolutamente a parlare al telefono (lo so è una cosa molto ridicola e me ne vergogno), con persone estranee, mi terrorizzava l’idea di risultare ridicola, inadeguata, e di essere derisa… mi era capitato infatti di dover riferire dei messaggi ma mi incespicavo (non ero balbuziente) nelle parole e il risultato era che l’interlocutore si metteva a ridere, cosa che per me equivale ad una coltellata sulla schiena…, e quindi alla sola idea di dover intraprendere un altra comunicazione telefonica e di conseguenza essere nuovamente derisa, mi sentivo male (evitavo il telefono come la peste.
Che cosa posso fare?
Spero di non averla annoiata e che non abbia trovato comica la mia lettera..
Grazie mille per l’eventuale risposta
Cristina
Gentile Cristina,
Non c’è assolutamente nulla di comico nella sua lettera, che invece trasmette l’angoscia di vivere che l’accompagna sin dall’infanzia. Lei ha un ideale dell’Io molto alto: vorrebbe essere perfetta, riuscire sempre in tutto, non chiedere mai aiuto a nessuno. Purtroppo non ce la fa ed allora diventa il peggior critico di se stessa: è lei che si giudica ridicola e che si offende e si punisce in modo spietato, come sicuramente nessun altro riuscirebbe a fare.
Dunque lei deve lavorare su più punti: uscire dalla corazza nella quale si è cacciata, imparare ad accettarsi con i suoi limiti e le sue tante insicurezze, esercitarsi nel farsi un bagaglio di esperienze che le permetterà di conquistare fiducia in se stessa ed infine tornare in psicoterapia perché è una grossa sciocchezza sospendere la cura quando appena ci si sente un po’ meglio. Se avesse un ascesso ai denti si contenterebbe di un solo antibiotico? Infine, quell’estraneo che ascolta i fatti suoi non è un vicino di casa, ma un professionista che ha dedicato tutta la sua vita allo studio dei metodi e dei criteri per insegnare agli altri a vivere meglio.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
SONO PROPRIO STRANA
Sono una ragazza di 23 anni,il mio problema è che arrossisco per un niente,es. mi imbarazza parlare con amici al tavolo di un bar,oppure se all’improvviso qualcuno mi ferma per la strada solo per salutarmi e altre sciocchezze simili..questo mi capita solo quando è giorno e cioè quando la gente puo’ guardarmi in faccia,ma al contrario di sera con la poca luce riesco ad essere me stessa…tutti mi hanno sempre considerata bella e simpatica ma nonostante questi complimenti non riesco a superare il problema e ho evitato molto spesso di uscire per non arrossire. SONO PROPRIO STRANA,SONO 5 ANNI CHE VIVO COME UN “VAMPIRO”…VOGLIO VIVERE ALLLA LUCE DEL SOLE ANCHE IO,VI PREGO AIUTATEMI!!!!!!!!!!
Lucia
Salve Lucia. La sua eritrofobia (la fobia di arrossire) sta diventando una fobia sociale, per cui lei evita sempre di più gli altri e questo comportamento la porta a diminuire sempre di più le sue abilità sociali, per cui è come il serpente che si morde la coda: andando avanti così lei non andrà da nessuna parte. Possono esserci varie soluzioni: una è quella di mettere il burqa per uscire di giorno, ma forse non è la sua preferita; in alternativa non vedo altra soluzione che quella di curarsi.
Sicuramente non diventerà la donna più sicura del mondo (ma chi lo è veramente?), ma quanto meno imparerà a sopportare meglio il rossore quando le capiterà e questo avrà effetti benefici sul suo stato d’ansia, perché sarà più tranquilla, con tempi di reazione più lenti degli attuali e dunque arrossirà molto di meno.
Saluti.
Dott. Walter La Gatta
Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa
Tel. 347 0375949
Dr. Walter La Gatta Psicoterapeuta Sessuologo
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UN SUGGERIMENTO PER MIA FIGLIA
Il suggerimento che vi chiedo riguarda mia figlia Maria Laura di 8 anni. E’ sempre stata una bambina abbastanza timida e soprattutto ansiosa anche se non ha mai avuto problemi di relazione. Infatti a scuola va bene (frequenta la 3° elementare) ha molti amici (soprattutto amiche) ed è invitatissima ovunque. E’ molto graziosa, dolce e assennata. Anche se negli anni abbiamo sempre dovuto spronarla per affrontare le situazioni più diverse, alla fine arrivava con le sue forze all’obiettivo. Quello che preoccupa molto a me e a mio marito è che negli ultimi 6/8 mesi le sue debolezze sembrano aver preso il sopravvento. Ha spesso dei tic nervosi che cambiano periodicamente. Ha iniziato con il battito degli occhi, recentemente con il battito delle mani, ultimamente con il battito delle due ginocchia verso l’interno. Inoltre ha tanta paura nella fase dell’addormentamento e, una volta addormentata, dopo qualche ora si sveglia e viene nel nostro letto. Nei mesi le abbiamo provate tutte. Ora abbiamo un tacito accordo: “tu ti addormenti nel tuo letto, dopo una favola e, se per caso il sonno non arriva, sappi che mamma e papà ti aspettano nel lettone”. Con questa certezza, la maggior parte delle volte riesce a prendere sonno. Dichiara di aver paura del buio (in realtà dorme con la porta aperta, insieme alla sorella più piccola e con una piccola luce). Inizia già dal pomeriggio a preoccuparsi della sera, se riuscirà o meno ad addormentarsi. Insomma, per lei è un grosso problema. Inoltre ho la sensazione che si senta a disagio, a volte accusa dei mal di pancia o di testa e sembra voler stare sempre al centro dell’attenzione. Spesso mi dice “mamma ho paura” ma non c’è modo di capire il perché. E’ molto attaccata a noi genitori (lavoriamo entrambi molto ma il nostro tempo libero, come il nostro pensiero, è dedicato quasi unicamente alle bambine). Ovviamente, come spesso accade, deve anche reggere il confronto con la sorella che a soli 5 anni è un “panser” irrefrenabile, allegra, spensierata e senza alcuna paura.
Maria Laurea è’ piena di contraddizioni: tic, nervosismi, mali immaginari, paura di dormire ma al contempo ama la vita di relazione, vestirsi per sentirsi carina, andare dalle amiche (spesso per farla tornare a casa dobbiamo insistere).
Come possiamo aiutarla? Dobbiamo forzarla, ad esempio a dormire nel suo letto, oppure accondiscenderla? Come farla rilassare e farle capire che non deve sempre dimostrare qualcosa?
Da questo breve profilo potere darmi una risposta? Ve ne saremo grati
NB. Una cosa importante che è accaduta 3 mesi fa nella sua vita è stata la perdita della nonna. Non la vedeva spesso ma la sua morte l’ha colpita molto. I suoi segnali nervosi però risalgono a prima.
Maddalena
Salve Maddalena. Certamente la perdita della nonna può avere influito su di lei : i bambini fino ad una certa età non comprendono il senso della morte ed a volte la perdita di una persona cara può farli maturare di colpo e portarli ad una vera e propria depressione infantile. Non c’è da preoccuparsi perché, come si sa, la paura della morte non si sconfigge per tutta la vita e c’è solo da imparare a conviverci, cosa che normalmente avviene. Dunque, non vi preoccupate eccessivamente per lei, che sembra invece una bambina vivace, attiva, intelligente e capace di stabilire relazioni significative nel suo gruppo di pari. I tic possono capitare a questa età, ma poi passano: meglio ignorarli o, al limite, scherzarci un po’ sopra, ma sempre in modo delicato e rispettoso, il che significa MAI davanti ad estranei o familiari che potrebbero farla sentire in imbarazzo. Infine il lettone: meglio che uno di voi due la raggiunga sul SUO letto se chiama, anziché accettarla nel lettone. Il suo posto, per tanti motivi, è nella sua camera ed è lì che deve imparare a stare bene. E voi dovete e potete aiutarla.
Cordiali saluti e auguri.
Dott. Walter La Gatta
ANCHE SE SONO TRANQUILLO
Sono un ragazzo di 29 anni, fondamentalmente sono timido, ma a volte riesco a superare la timidezza, specie se mi ostacola nel raggiungere obiettivi per me importanti. Il mio problema è un po’ particolare: spesso mi capita di arrossire quando parlo con qualcuno (specie di sesso femminile) anche quando la discussione è “tranquilla” e la persona di fronte a me non mi interessa affettivamente, sessualmente ecc. La cosa più strana è che io non penso e non mi accorgo di arrossire, mentalmente mi sento rilassato e spontaneo,ma spesso e volentieri mentre parlo l’interlocutore mi fa notare di essere fortemente arrossito, oppure me ne accorgo dopo un po’ percependo il calore sul viso. A quel punto entro in panico!
Che fare?
Mario
Gentile Mario,
Un corso di training autogeno potrebbe aiutarla a regolare meglio le sue emozioni. Darsi delle induzioni di calma, imparando a pensare positivo e, allo stesso tempo, imparando a mantenere costante il calore del viso, evitando palpitazioni, respiri accelerati e sudore, può sicuramente ridurle il problema. In ogni caso il problema viene dalla paura di avere paura : e se lei cercasse di non avere più paura di questa sua reazione emotiva?
Saluti.
Dott. Walter La Gatta
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PERDERE LE AMICIZIE
Sono la mamma di una ragazza sedicenne che in questo ultimo anno ha manifestato evidenti problemi di timidezza ostentando in particolare difficoltà a parlare in presenza di più persone e all’interno della sua stessa classe(deve andare in 3^ superiore). questo problema le sta facendo perdere le sue amicizie. che fare?
Mamma in ansia
Gentile Mamma in ansia,
Questi problemi sua figlia deve imparare a risolverseli da sola: lei non può risolverli al suo posto, ma può certamente dare a sua figlia tutti gli strumenti perché possa fare da sola. Dunque, anzitutto affetto, comprensione, ascolto. E poi vita sociale per migliorare le abilità sociali: inviti gente a casa, andate a trovare gli amici, viaggiate, ecc. Infine, le faccia sempre i complimenti per ciò che ha detto o fatto in presenza di altre persone e se si è comportata timidamente, dica che non ci ha fatto caso, che non le è sembrato.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti
SEMBRO PACATO E SERIO
Sono un ragazzo di 25 anni con un’apparente maschera di persona pacata e seria. In realtà vivo quotidianamente in ansia ed ho un pessimo rapporto con le donne. Non ho mai avuto una relazione stabile e spesso ho timore di aprirmi e mostrarmi perché odio sbagliare e vivere situazioni che mi sfuggono e in cui possa mostrare debolezze,ansia, goffaggine. Preferisco che le cose siano controllabili ma in questo modo mi rendo conto che spesso non mi metto in discussione, non mi apro a nuove prospettive e non faccio mai una scelta audace. Che mi consigliate per affrontare queste paure e timori che sommati ostacolano la mia piena realizzazione e la sintonia con me stesso?Grazie
Tony
Gentile Tony,
Se se ne rende conto, come dice, non c’è che da passare dal pensiero all’azione. Provi a comprarsi uno dei tanti libri di auto-aiuto e cerchi di mettere in pratica i consigli e gli esercizi in essi riportati. Se non ce la fa, frequenti per qualche mese lo studio di uno psicologo e vedrà che andrà meglio.
Cari saluti.
Dott. Walter La Gatta Ancona
L’ATMOSFERA GIUSTA
Mi chiamo Peppe, ho 18 anni e mi trovo in una situazione per me disastrosa…non sono in grado di dire ad una ragazza (una in particolare) che mi piace da morire per paura di un rifiuto!!!e tantomeno sono in grado di creare l’atmosfera giusta per dirglielo e magari riuscire anche a darle un bacio……cosa mi consigliate di fare?
Peppe
Ciao Peppe. Il consiglio che ti posso dare è quello di migliorarti nel preparare l’atmosfera giusta, in modo che tu possa sentirti più sicuro di te stesso. Un esempio potrebbe essere quello di vedere tante volte la scena di uno o più film in cui il protagonista se la cava molto bene nel creare le situazioni predisponenti. Copia le sue battute, il suo atteggiamento, i gesti, le espressioni… E poi metti tutto in pratica e personalizza il tuo comportamento tenendo conto di ciò che ha funzionato e di ciò che si è rivelato un fallimento. A questo punto, quando ti sarai perfezionato nel creare l’atmosfera, non ci pensare troppo: buttati! Hai presente quando ti tuffi nel mare? All’inizio l’acqua è gelata, poi nuotando nuotando…
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
INNAMORATO DI UN’AMICA
Mi sono innamorato di un’amica nonostante sapessi e che lei si dichiarasse impegnata. Per ben tre volte le ho fatto una dichiarazione di addio. E per tutte queste volte poi in un certo senso abbiamo ripreso il dialogo sollecitato da lei. Lei si comporta disponibile con tutti, solo con me invece diventa nervosa. Non ci sentiamo ma ci scriviamo solo. Io con lei mi sono aperto in tutte e per tutto, invece lei nei miei confronti dice le cose in maniera molto sintetica. Che tipo di rapporto lei sente per me?
Marco
Gentile Marco,
non è solo lei, a quanto pare, ad esprimersi in maniera sintetica: infatti, se devo dire la verità, non mi è molto chiaro il senso della tua lettera. Come fai a dirle addio se non state ancora insieme? Se i tuoi addii riguardano la rottura della vostra amicizia, cosa che puntualmente non avviene, ciò dimostra che siete buoni amici. Per questo e per altri motivi, non ultimo il fatto che lei è già ufficialmente impegnata con un altro, io ti consiglierei di desistere: perché vuoi renderti la vita più difficile?
Ciao e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti
SONO ORRIBILE
Salve. Vi scrive un sedicenne con una serie di problemi di insicurezza/timidezza/autostima, come gran parte di chi vi scrive solitamente. Sono giunto alla conclusione, che alla base di tutto ci sia un problema di accettazione del mio aspetto fisico. Già, sono orribile, ma io non “credo” di essere brutto, attenzione, semplicemente lo sono oggettivamente (ridete pure). Non credo ai soliti luoghi comuni, che l’aspetto non conta ecc. ecc. amo essere realista e costruire le mie certezze su “contentini” offerti da questa società, che non fa’ altro che emarginare persone in qualche modo “diverse” dagli standard convenzionali. Come tutti gli “insicuri” non ho un autostima e, di conseguenza, conduco da sempre la vita che voi di certo non faticherete ad immaginare. Mi chiedo semplicemente quando e come riuscirò ad essere in pace con me stesso e con gli altri, quando comincerò a vivere ed a superare questi “problemi”, che per altri saran pure quisquilie, ma io li vedo come montagne “insormontabili” …
Perdonate lo “sfogo”,
saluti a chiunque deciderà di rispondere e di darmi una “dritta” magari ..
Ovviamente Anonimo
Gentile Ovviamente Anonimo,
Va bene, come tu dici la bellezza di un uomo è fondamentale: ecco perché Lady Diana ha sposato Carlo d’Inghilterra, Woody Allen ha avuto tre-quattro mogli, Valeria Marini sta con Cecchi Gori. Sono quisquilie anche queste?
Oppure c’è da fare qualche riflessione in più?
Ciao.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
MI PIACE, MA…
Ho un problema, mi piace una ragazza ma non ho il coraggio di dirle ciò che provo per paura di un rifiuto (sono già stato rifiutato 3 volte) e quando la vedo mi sento impacciato (della serie mi cadono le cose dalle mani, evito il suo sguardo ecc.), infatti riesco solo a scambiare poche parole con lei. Grazie in anticipo per aver almeno letto la mia richiesta di aiuto, spero che mi rispondiate.
Cordiali saluti,
Davide
Salve Davide. Come dice il famoso psicologo Watzlawick, non si può non comunicare: se anche non le dici che ti interessa, il tuo comportamento parla da solo!
Il mio consiglio dunque è quello di farti coraggio e di provarci: alla più brutta ti dirà di no e collezionerai il quarto rifiuto. Se non altro avrai imparato qualcosa che ti insegnerà ad essere più convincente la prossima volta…E se invece collezionassi il primo si della tua vita?
Provaci.
Saluti e auguri.
Dott. Walter La Gatta Ancona
TREMORI
Sono un ragazzo molto timido, emotivo e molto nervoso. Da circa 10 anni ho iniziato ad avere dei problemi, ( che prima non avevo ), molto seri che non so come siano arrivati. Ho dei continui tremori in tutto il corpo che si evidenziano soprattutto negli arti, nel collo e nella testa aumentando in maniera imbarazzante quando devo firmare qualsiasi cosa o quando mi trovo a che fare o parlare con altra gente. Questo problema mi impedisce di fare qualsiasi cosa tanto che delego per qualsiasi cosa i miei genitori ( come ad esempio per andare a ritirare una raccomandata ecc…. ). Ho provato di tutto per cercare di risolvere tutto ciò. Sono andato da uno psicologo, da uno psichiatra facendo colloqui e provando a prendere antidepressivi. Da questi mi sono sentito dire che non avevo alcun problema.
Ho fatto una cura con delle erbe per quasi un anno, ho fatto una trentina di sedute di agopuntura ma il problema persiste.
Sperando in un vostro cortese aiuto vi invio i miei più cordiali saluti. DARIO
Gentile Dario,
Prima di pensare ad un problema psicogeno bisogna sempre fare degli accertamenti di tipo organico. Sei andato ad esempio dal neurologo? Ritengo necessario che tu chieda al tuo medico di base di fare una visita specialistica, oltre tutti gli esami diagnostici necessari. Una volta che potrai escludere qualsiasi problema organico, potrai rivolgerti ad uno psicoterapeuta ed iniziare un percorso che potrà non essere breve. Il consiglio che ti do però è quello di non saltare da una terapia all’altra, da uno specialista all’altro: fai una cosa sola, ma falla bene.
Dott. Walter La Gatta Ancona
PAURA DI ANDARE AVANTI
Mi presento, mi chiamo francesca e ho18 anni. Vi scrivo perchè ho un problema che mi affligge da sempre:la timidezza.All’inizio pensavo che essa si riferisse solo ad alcuni comportamenti, quali arrossire quando si riceve un complimento o non riuscire a chiedere ad un ragazzo di uscire,ma con il tempo ho potuto constatare che, parlando di me, è qualcosa di ben piu grande.Solo poco tempo fa ho realizzato che tutto cio’ che mi impedisce di essere rilassata quando sto con gli altri e’ proprio questa maledetta timidezza. Il non riuscire a dire di no per nonfar star male gli amici,il non riuscire ad esprimere quello che si pensa per timore di contraddire gli altri o il non riuscire a dire al proprio ragazzo “non sono innamorata di te e tu non sei il ragazzo che voglio” per paura di prendere una decisione sbagliata, di cui poi potrei pentirmene, o per paura di non riuscire a trovare nessun altro che mi voglia bene quanto lui. Il fatto e’ che Andrea(il mio ragazzo) e’ il mio primo ragazzo, la prima persona che prova qualcosa per me e che non mi tratta male, per lui ci sono solo io, e’ sempre disposto ad ascoltarmi e farebbe qualsiasi cosa per me.ma io non ricambio i suoi sentimenti e non voglio lasciarlo perche so che non ne troverei un altro.Il punto e’ che io non so mai quello che voglio, ho paura di andare avanti perche non voglio perdere nessuna delle persone che conosco, compreso lui. molte volte ho pensato di andare da uno psicologo ma non so a chi chiedere perche mia mamma non capirebbe se le parlassi di quest’argomento(a dir la verita le avevo gia parlato ma lei mi aveva risposto che andava tutto bene e che nn dovevo preoccuparti – tipico comportamento di una persona che non vuole vedere e affrontare i problemi-)
Voi cosa mi consigliate? grazie per l’attenzione
Gentile Francesca,
I tuoi comportamenti incerti, le tue paure, non sono del tutto negativi: in qualche modo essi ti permettono di vivere in uno stato di equilibrio, evitando situazioni difficili, imprevisti, solitudine ecc. Certo, chi vive così si perde buona parte delle occasioni e delle esperienze positive che la vita può offrire : si tratta dunque di compiere una scelta ragionata, ben sapendo che ciascuna delle due possibilità può comportare grossi sacrifici. Data la tua giovane età tuttavia, io ti consiglierei di essere più decisa nelle tue scelte, rischiando eventualmente qualche cosa nelle tue relazioni, per tornare ad essere più prudente, come il tuo carattere vorrebbe, tra qualche anno e per tutto il resto della vita… Che ne pensi?
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
MI PRENDONO IN GIRO
Sono un ragazzo di 21 anni il mio problema (che un pò di tempo fa non avevo) è che penso sempre che le altre persone mi prendano in giro. mi spiego meglio: quando sono all’aperto, in strada o quando comunque dove ci sia gente che mi può vedere, mi viene subito il pensiero di dare un’impressione come se l’altra persona provi un misto tra spavento/suscettibilità nei miei confronti e scherno/derisione. Evidentemente essendo preoccupato è facile che ho veramente questa immagine. Aggiungo che penso di guardare involontariamente male le persone anche se l’unico pensiero che ho è che non voglio guardarle male. A questo va aggiunto che soffro un pò di scopofobia e in passato di attacchi di panico, poi col tempo ero migliorato, adesso non ne ho la prova certa se sono guarito del tutto. nonostante so che non dovrei preoccuparmi, non riesco a fare altrimenti, Vi chiedo di darmi un consiglio in merito e vi ringrazio per l’attenzione.
21enne
Gentile 21enne,
Perché non provi a sorridere alle persone, invece di tentare di non guardarle male?
Questo tuo atteggiamento si chiama ‘paranoico’, ovvero tutti i cattivi pensieri che hai su di te li proietti sugli altri e così ti senti attorniato da persone che pensano male di te.
La soluzione sta nell’imparare a pensare di te anche cose positive e a prendere coscienza che la paura di essere preso in giro dagli altri deriva principalmente dai TUOI pensieri e non da quelli degli altri. Se puoi farcela da solo, bene, altrimenti fatti aiutare da uno psicologo.
Ciao e auguri.
Dott. Walter La Gatta Ancona
BATOSTE SU BATOSTE
Sono una ragazza di 19 anni; e vi scrivo perchè mi sento tanto sola.è finita la scuola, l’ultimo anno, e adesso voglio cambiare vita.Non mi sento capita da nessuno,in amore continuo a prendere batoste, mi innamoro sempre di tipi che non mi considerano nemmeno, mi sono dichiarata già a due ragazzi, che non si sono nemmeno degnati di rispondermi, e adesso mi sento sempre più insignificante, al punto di aver deciso di non innamorarmi più.Come posso fare per riacquistare fiducia in me stessa?
Lu
Gentile Lu,
A volte, quando si porta a compimento un progetto, qualsiasi esso sia, ci si sente svuotati e confusi: niente più impegni, niente più stress… Forse anche tu avrai provato questo all’inizio, ma sicuramente dopo qualche settimana avrai ricominciato a fare qualche nuovo piano ed avrai ricaricato le tue pile di energia ed entusiasmo.
Quanto al fatto che ti sei dichiarata a due ragazzi che invece non ti considerano… Cerca di essere meno ansiosa e per una volta aspetta che a fare il primo passo sia un ‘lui’. Nel frattempo pensa a te stessa: fai tutto quello che ti piace e che ti va: palestra, cinema, amiche, ballo ecc. ecc… Ma, soprattutto, chiediti: cosa voglio fare ‘da grande’? Cosa voglio essere? Come voglio vivere? Fai qualcosa per te, migliorati come persona, accresci le tue competenze.
Saluti e auguri.
Dott. Walter La Gatta Ancona
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