La relazione fra ansia ed empatia

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Empatia

L’empatia è caratterizzata dalla capacità di comprendere e condividere un’esperienza emotiva con un’altra persona. Questa risposta socio-emotiva indotta dalla percezione dello stato affettivo di un’altra persona è una componente fondamentale delle interazioni sociali e si ritiene che aiuti sia lo sviluppo psicologico che il comportamento pro-sociale (Decety et al.)

La maggior parte della letteratura suggerisce che l’empatia comprende due componenti correlate: empatia affettiva ed empatia cognitiva (Davis et al 1994). L’empatia affettiva, chiamata anche eccitazione empatica, è il processo automatico di sperimentare indirettamente lo stato emotivo di un’altra persona (io sento quello che tu senti). In confronto, l’empatia cognitiva è correlata alla presa di prospettiva, o alla capacità di adottare il punto di vista psicologico di un altro, indicato anche come “mentalizzazione” (capisco quello che senti; Davis et al.)
Si ritiene che l’empatia affettiva sia innata, dal momento che favorisce la cura e l’interesse per gli altri, mentre l’empatia cognitiva implica una comprensione deliberata del punto di vista di un’altra persona ed è particolarmente importante per la competenza sociale e il ragionamento (Decety et al.,)

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Relazione tra empatia e ansia

Dato che l’empatia è strettamente legata alla compassione e alla preoccupazione per gli altri, la maggiore consapevolezza emotiva e sensibilità sociale nell’empatia può di conseguenza essere associata all’ansia, in particolare quando si empatizza con individui che vivono situazioni angoscianti.

D’altra parte, anche una maggiore ansia potrebbe tradursi in una maggiore preoccupazione per gli altri, in particolare per come le proprie azioni potrebbero influenzare gli altri.

Le persone con disturbo d’ansia sociale tendono ad essere molto autoconsapevoli ed estremamente attente ai segnali sociali a causa della loro intensa paura di essere valutate negativamente dai coetanei (Tibi-Elhanany e Shamay-Tsoory, 2011). Questa comprensione può aiutare a spiegare perché gli individui ansiosi hanno una propensione a interpretare eccessivamente la minaccia implicita nelle espressioni facciali degli altri (Horley et al., 2004 ), ma inoltre, questi pregiudizi, interni ed esterni, riscontrati nell’ansia possono anche essere correlati alla capacità di elaborazione socio-emotiva (Tibi-Elhanany e Shamay-Tsoory, 2011 ). In effetti, è stato suggerito che una maggiore sensibilità ai segnali sociali sia essenziale per formulare giudizi mentalizzanti (Harkness et al., 2005 ).

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La ricerca indica che una maggiore tendenza alla riflessione è positivamente correlata con l’assunzione di prospettiva e l’interesse empatico (Joireman et al., 2002 ) e può persino aumentare la sensibilità portando a giudizi più accurati sugli stati mentali degli altri (Dimaggio et al., 2008 ).

Utilizzando filmati che ritraggono le vittime che affrontano delle minacce, uno studio ha dimostrato che l’empatia è associata a una maggiore ansia indiretta auto-riferita durante l’osservazione delle vittime, e uno studio di follow-up ha esteso questi risultati manipolando i livelli di empatia di stato per stabilire una relazione causale tra empatia e ansia vicaria (Shu et al., 2017 ).

Inoltre, studi precedenti hanno documentato che gli individui che sperimentano intensamente il mirroring delle emozioni sono più inclini al disagio personale (p. es., Lamm et al., 2007).  Uno studio su adolescenti ricoverati ha rilevato che le misure di empatia affettiva sono positivamente correlate a tutte le dimensioni dell’ansia (Gambin e Sharp, 2018 ). Allo stesso modo, Tibi-Elhanany e Shamay-Tsoory ( 2011 ) hanno scoperto che gli individui con disturbo d’ansia sociale dimostrano abilità socio-cognitive uniche, tali che le misure di ansia sociale e ansia generalizzata si associano positivamente la prima all’empatia affettiva e la seconda a quella cognitiva.

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Fonte: Convergent Neural Correlates of Empathy and Anxiety During Socioemotional Processing, NCBI

Immagine:
Pexels

 

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