Il quoziente di intelligenza è legato alla felicità individuale?

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Un test di intelligenza attinge a contenuti abbastanza diversi, che permettono di avere un’istantanea approssimativa dell’abilità cognitiva generale di una persona: il famoso QI, o quoziente di intelligenza.

Avere un alto QI fa prevedere risultati importanti nella vita, tra cui ottimi risultati scolastici, carriera professionale, e anche salute e longevità. Ma che dire della felicità? Alcuni studi hanno mostrato scarsa relazione tra il QI individuale e la felicità, mentre altri hanno dimostrato che coloro che si trovano nel range più basso del QI riportano i livelli di felicità minori rispetto a coloro che sono nel gruppo di QI più elevato.

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E’ interessante uno studio, che è riuscito a diminuire del 50% il livello di infelicità di coloro che avevano un QI più basso intervenendo direttamente sui problemi economici e psicologici delle persone: come dire, se togli questi problemi, già riesci a vivere molto meglio!

Una delle principali limitazioni di questi studi, tuttavia, è che si basano tutti su una singola misura di felicità, in particolare la soddisfazione verso la vita. I ricercatori moderni hanno ora misure per valutare una gamma molto più ampia di indicatori di benessere, tra cui autonomia, crescita personale, relazioni positive, accettazione di sé, padronanza, scopo e significato nella vita.

In uno studio condotto da Ana Dimitrijevic e colleghi, i ricercatori hanno tentato di valutare la relazione tra più indicatori di intelligenza e più indicatori di benessere. La definizione di intelligenza che hanno utilizzato per questa ricerca è stata: “l’intelligenza è la capacità di comprendere idee complesse, di adattarsi efficacemente all’ambiente,  imparare dall’esperienza,  impegnarsi in varie forme di ragionamento e superare gli ostacoli utilizzando il ragionamento”.

Questa definizione copre diverse nozioni più specifiche di intelligenza, come l’intelligenza emotiva. I ricercatori hanno somministrato una serie di misure di intelligenza e benessere a 288 adulti impiegati in vari dipartimenti di una grande azienda di produzione lattiero-casearia a Belgrado.

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Che cosa hanno trovato? 

I ricercatori hanno scoperto che sia il QI che l’intelligenza emotiva sono correlati in modo indipendente con il benessere. In particolare, il QI era correlato positivamente con le relazioni personali, l’accettazione di sé, la crescita personale, la padronanza e lo scopo della vita, mentre ‘intelligenza emotiva era correlata con le stesse misure di benessere, ma era inoltre correlata a un senso di autonomia nella vita.

La sottoscala maggiormente predittiva del test di intelligenza relativamente al benessere si è rivelata la misura del ragionamento fluido non verbale, che richiede la capacità di formulare schemi e ragionamenti astratti (costruzione di principi generalizzabili, partendo da informazioni minime).

Considerando invece lo stato socioeconomico (istruzione personale e reddito), tuttavia, non vi era più alcuna relazione tra QI e benessere. Secondo i ricercatori, ciò suggerisce che il QI porta “a una maggiore soddisfazione di sé in quanto consente di acquisire lo status sociale e i mezzi economici che garantiscono migliori opportunità e qualità della vita”.

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Il QI sarebbe dunque positivamente correlato al benessere, ma ciò dipende in larga misura dalle opportunità che esso concede per migliorare il proprio livello socio -economico.

Quanto ai test per l’intelligenza emotiva, le scale più direttamente collegate al benessere erano quelle in cui si misurava la comprensione e la gestione delle emozioni. La persona che ottiene punteggi più alti in queste scale è maggiormente in grado di comprendere i segnali emotivi provenienti dagli altri e di regolare e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri in modo da favorire i propri obiettivi personali e sociali. L’intelligenza emotiva ha, dunque, un effetto diretto sul benessere.

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Concludendo, l’intelligenza è importante in quanto può consentire una vita appagante per una serie di ragioni. In primis, una migliore istruzione. Inoltre, chi ha un elevato QI è in genere una persona aperta all’esperienza, alla creatività, all’introspezione, al ragionamento. Questa tendenza a una più profonda elaborazione cognitiva è fondamentale per affrontare i molti alti e bassi della vita.

La ricerca mostra che si possono superare le avversità se si impara dalle esperienze, se da ogni errore si cerca di comprendere cosa si è sbagliato, evitando di ripeterlo in futuro.

Forse l’analisi più importante è capire come QI e intelligenza emotiva interagiscano. Vi sono prove che in alcuni contesti, l’intelligenza emotiva può amplificare l’efficacia di un QI elevato e un’intelligenza emotiva elevata può persino compensare un QI più basso.

La ricerca futura dovrebbe sicuramente esaminare più da vicino l’interazione tra questi due importanti aspetti dell’intelligenza umana. Ad esempio, è possibile anche che vi sia una causalità inversa, e cioè che essere più felici aumenti anche le capacità intellettuali.

Dr. Giuliana Proietti

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Fonte:

Can Intelligence Buy You Happiness? Scientific American

Immagine:
Pexels

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