Ipnosi e Autoipnosi

IPNOSI E AUTOIPNOSI


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Ipnosi: a cosa serve?

L’ipnosi può essere un utile strumento terapeutico, ad esempio per superare gli effetti della timidezza, di una fobia, di un dolore fisico,  così come problemi di insonnia, e molto altro.

Negli ospedali, l’ipnosi clinica viene talvolta utilizzata per integrare l’anestesia locale quando è impossibile indurre nei pazienti una narcosi completa. Può essere utilizzata, ad esempio, per ridurre il dolore durante una medicazione,  oppure l’introduzione di un sondino, una puntura lombare, o altre procedure mediche più o meno dolorose, fra cui non va dimenticato, naturalmente, il parto.

L’ipnosi non fa più sentire dolore?

L’uso di questa tecnica non annulla  nel paziente la sensazione del dolore, ma permette sicuramente di vivere molto meglio questi momenti in cui ansia e dolore fisico si combinano.

Come viene usata l’ipnosi in campo psicoterapeutico?

In campo psicoterapeutico, l’ipnosi può essere utilizzata  per trattare alcune situazioni problematiche vissute nel passato, o per attenuare l’ansia rispetto ad un evento futuro molto temuto. Può essere inoltre usata per il trattamento di disturbi psicologici, come le dipendenze, le fobie, il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi alimentari, la depressione.

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Tutti sono ipnotizzabili?

In linea di principio, tutti sono ipnotizzabili. Alcune persone vi arrivano più facilmente di altre, ma è innanzitutto una questione di motivazione e di fiducia tra ipnotista e ipnotizzato. Tuttavia, a volte ci vuole un po ‘di tempo per arrivarci e possono essere necessarie diverse sedute per raggiungere e consolidare l’alleanza terapeutica fra paziente e ipnotista.

I bambini possono essere ipnotizzati?

I bambini sono in genere ottimi candidati per l’ipnosi, in quanto sanno ricorrere più facilmente degli adulti all’utilizzo della creatività e della fantasia.

In cosa consiste una sessione di ipnosi?

Ogni sessione di ipnosi è unica e viene svolta in base alle esigenze del paziente, attraverso tre fasi distinte: nella fase di induzione, che permette di entrare lentamente in uno stato di trance, il terapeuta offre al paziente la possibilità di concentrarsi sul “qui e ora”; nella seconda fase, detta fase di trance o di lavoro, inizia la vera esperienza ipnotica, mentre nella terza fase l’ipnotista chiede al paziente di tornare nel suo ambiente abituale e riprendere consapevolezza di ciò che lo circonda.

Il paziente può essere guidato in diversi tipi di esperienze; ad esempio può essere portato a vivere eventi del passato, accompagnandolo in questa esperienza in modo da soddisfare le sue aspettative di trovare sollievo. Un altro tipo di intervento si ha quando la persona è in ansia per qualcosa che deve accadere a breve e che le procura insonnia o forti stati ansiosi.

L’ipnotista può anche utilizzare qualche suggerimento, come quello di trasmettere un messaggio con l’intenzione di influenzare il suo ricevente. In questo caso, il terapeuta non impone alcun messaggio per il paziente, ma semplicemente suggerisce che diverse proposte debbono essere considerate in modo positivo per trovarvi sollievo dal dolore, dall’ansia, o da altri problemi psicologici.

Alla base delle strategie terapeutiche che comportano l’utilizzo dell’ipnosi c’è la scelta di distogliere l’attenzione dalla attuale esperienza reale del paziente, per concentrarsi maggiormente sulle sue fantasie. La persona può così “agire” sui suoi pensieri, sui suoi sentimenti, o le sue paure.

Uno dei metodi è quello di favorire il concetto di spazio di sicurezza (o luogo sicuro),  un luogo reale o immaginario, in cui il paziente viene invitato a rifugiarsi, ogni volta che ne sente il bisogno, per stare meglio con se stesso, anche al di fuori delle sedute con il terapeuta.

L’autoipnosi è accessibile a tutti?

Le tecniche di auto-ipnosi sono accessibili a tutti,  in quanto sono più che altro delle tecniche di rilassamento, dal momento che non si può entrare con esse in una trance profonda, dal momento che non è possibile lasciarsi andare veramente, cessando di essere comunque presenti a se stessi. In genere queste tecniche vengono apprese durante la terapia, ed hanno lo scopo di permettere un buon rilassamento psico-fisico, anche in assenza del terapeuta.

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Ecco qualche suggerimento pratico:

  • Come scaricare la tensione della schiena

Sedersi su una sedia, schiena dritta, mani aperte sulle cosce. Entrambi i piedi appoggiati sul pavimento. Alzare gli occhi in alto e abbassare le palpebre. Fare un respiro profondo per sollevare il petto e le spalle, poi lentamente espirare, permettendo agli occhi, sotto la palpebra, di riprendere una posizione comoda. Le spalle seguono il movimento della respirazione e, dopo l’espirazione, riprendono una posizione comoda.

Usare ogni respiro per spegnere la tensione. Dopo ogni espirazione concentrarsi sulla sensazione di sollievo e leggerezza che la accompagnano. Sentire che ogni respiro porta con sé ossigeno e energia vitale. Per lavorare sulla schiena, lasciare che l’energia raggiunga la colonna  vertebrale, ad ogni movimento inspiratorio.

Sentire la schiena che si rafforza ad ogni ingresso di energia, e immaginare la schiena come la parte centrale e più importante del proprio corpo. Accompagnare questi esercizi con un sorriso interiore.

Alla fine dell’esercizio muoversi con lentezza, riconnettendosi all’ambiente circostante.

  • Eliminare la rabbia e la preoccupazione

Mettersi comodi. Stringere saldamente i pugni. Mettere in quel pugno tutto ciò che è fonte di rabbia o di preoccupazione.Stringere sempre più forte il pugno. Quando la tensione o il dolore diventano insopportabili, fare un respiro profondo e tenere bloccata l’aria nei polmoni il più a lungo possibile. Poi rilasciare il pugno ed espirare.

Osservare mentalmente come i muscoli del corpo si rilassano con ogni espirazione (il corpo diventa più pesante,
più caldo, come nel training autogeno). Entrare nella propria zona di sicurezza e ritrovare lì le sensazioni di comfort e di rilassamento, riportando alla mente immagini e ricordi adatti a queste visualizzazioni.

Una volta raggiunto uno stato di perfetto benessere, si può pensare alle condizioni del presente che causano gli stati ansiosi: guardare il problema da lontano, in questo stato di benessere e rilassamento, e lasciare libera la mente di cercare altre idee, altre immagini, altri suggerimenti nella parte più profonda di sé.

Tornare poi allo stato di veglia e ai propri ritmi, al proprio ambiente, e riprendere il normale corso della vita.

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… C’è da crederci?

Il suggerimento è quello di provare ad usare queste tecniche, sottoponendosi ad una terapia ipnotica, perché i giudizi superficiali e, soprattutto, i pregiudizi verso qualcosa che non si conosce, sono sempre cattivi consiglieri.

Le alternative del resto non sono entusiasmanti: psicofarmaci, antidolorifici, anestesie… Perché non provarci?

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