Cos’è la timidezza nella tua vita? Sondaggio on line
Un anno fa abbiamo lanciato un Sondaggio per i lettori di questo Blog: Cos’è la timidezza nella tua vita? Al Sondaggio, chiusosi il 12 Febbraio 2009, hanno partecipato 135 persone e questi sono i risultati ottenuti:

Cos’è la timidezza nella tua vita?
Sondaggio on line della Clinica della Timidezza
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Un anno fa abbiamo lanciato un Sondaggio per i lettori di questo Sito: Cos’è la timidezza nella tua vita?
Al Sondaggio, chiusosi il 12 Febbraio 2009, hanno partecipato 135 persone e questi sono i risultati ottenuti:
1) Una limitazione 92 voti, 68% del totale
2) Un aspetto del mio carattere 36 voti, 26% del totale
3) Una malattia 20 voti, 14% del totale
4) Un privilegio 3 voti, 2% del totale
I partecipanti non sono sicuramente moltissimi, ma questi dati sono interessanti perché sono stati raccolti fra persone che frequentano un sito di nicchia, come il Blog della Clinica della Timidezza, dove si parla esclusivamente di problemi di timidezza e fobie sociali.
A24
E’ indicativo come la maggior parte delle persone (68%) viva la timidezza come una limitazione: alla propria carriera, alle proprie relazioni sociali, alle proprie possibilità di successo. I timidi che si sentono “privilegiati” per questo aspetto del loro carattere sono solamente il 2% del campione.
Del resto, la timidezza può privilegiare una persona, in quanto può assicurarle un maggiore rigore personale, autodisciplina, rispetto per gli altri, capacità di attenzione e di introspezione: riescono però ad apprezzare a pieno questi aspetti della personalità solo coloro che sono evidentemente riusciti, comunque, a realizzare i loro sogni e a raggiungere i propri obiettivi.
… E purtroppo le tante testimonianze che leggiamo nel sito ci fanno capire che non sempre questo è facile o possibile (anche se sarebbe auspicabile: significherebbe trasformare una limitazione in una virtù personale, un disagio in un punto di forza).
Circa una persona su quattro fra tutti i timidi che hanno risposto non sente la timidezza come una malattia, ma come un aspetto del carattere. Ciò significa che queste persone non si sentono malate e dunque non ritengono probabilmente utile un trattamento convenzionale per una malattia, come ad esempio l’assunzione di farmaci.
A ritenersi veramente “malate” sono 1/2 persone ogni dieci. Probabilmente queste persone sono pessimiste sul proprio modo di essere, non sentono che il loro comportamento possa cambiare, si sentono vittime di un morbo che le domina e, probabilmente, sarebbero propense ad assumere dei farmaci per ritrovare un po’ di benessere.
Grazie a tutti per la collaborazione.
Dr. Walter La Gatta
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Dr. Walter La Gatta, psicoterapeuta sessuologo.
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