Quando un figlio timido diventa vittima dei bulli – Consulenza

Quando un figlio timido diventa anche vittima dei bulli – Consulenza on Line


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mio figlio ha 7 anni compiuti, frequenta ottimamamente il secondo anno delle elementari con risultati brillanti ma il suo problema è la difficoltà a giocare nelgruppo di coetanei.Con me non lo dice ma con mia moglie afferma la sua tristezza nel non riuscire a legare con gli altri .Le maestre ci hanno fatto notare la sua insicurezza legata alla timidezza e ci hanno informato di lievi miglioramenti.Abbiamo tentato e stiamo tentando l’esperienza sportiva iscrivendolo a una SCUOLA-SQUADRA di rugby locale fatta di UNDER 9.Sembra funzionare ,ma, osservandolo negli allenamenti resta sempre ai margini del gioco pur seguendo le regole e capendo il gioco.La cosa però piu’ brutta è la sua incapacità a reagire ad eventuali dispetti di compagni ed amici.Questa sera prima dell’allenamento in attesa dell’allenatore tre compagni lo hanno inseguito e preso a calci avendo capito la sua non reattività. La cosa, denunciata da mia moglie al suo allenatore, si è conclusa secondo le regole del rugby che rifiutano ogni tipo di violenza con le scuse davanti a tutti dei “malfattori”. La mia domanda è COME POSSO FAR CAPIRE A MIO FIGLIO CHE E’ UN SUO DIRITTO DIFENDERSI ANCHE DA CHI CREDE AMICI ?GRAZIE INFINITE

A24/A3


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Gentilissimo,

Quando un figlio è timido e non ha il coraggio di imporsi con i compagni, è probabile che anche i suoi genitori, a loro volta, abbiano avuto problemi del genere quando erano piccoli.

La timidezza, infatti, è legata agli aspetti genetici, ma anche agli apprendimenti prodotti dall’ambiente in cui si cresce e ai modelli familiari di riferimento. Le cose che lei vorrebbe far capire a suo figlio non si spiegano con le parole, ma con il tempo e con i comportamenti, cercando di porsi come modelli positivi, di persone magari riservate e gentili, ma anche assertive, capaci di farsi rispettare dagli altri.

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Suo figlio deve anzitutto conquistare la stima di se stesso: per farlo, è importante che riceva delle gratificazioni positive, anche se non ‘gratuite’. Deve sapersi mettere alla prova, su piccoli compiti a difficoltà crescente, e capire di essere ‘bravo’ ogni volta che consegue un determinato successo.

Nelle relazioni sociali, ad esempio, si potrebbe mettere alla prova nell’andare a comprare un giornale all’edicola da solo, nel chiedere ad un bambino sconosciuto, incontrato per caso, se vuole giocare insieme a lui, fino ad invitare a casa propria questi amici che tanto lo prendono in giro, magari uno alla volta.

Come si sa, il gruppo cambia la personalità dei bambini: si sentono tutti più coraggiosi e più propensi alla trasgressione se sono in gruppo, mentre da soli possono essere più facili da avvicinare.

Cercate di aprire le porte della vostra casa, lasciate che vostro figlio possa vedere come i suoi genitori si rapportano con gli ospiti (e possa imparare da voi). Inoltre, fatelo partecipare a diverse attività, inseritelo in più gruppi.

Attenzione però a non buttarlo semplicemente nella mischia, abbandonandolo al suo destino: scegliete i luoghi, i tempi, le persone, siategli di supporto in tutte le occasioni, in modo che possa trovare la sicurezza di spiccare il volo.

Cordiali saluti e auguri.

Dr. Walter La Gatta

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