Ansia, ADHD e terapie non farmacologiche

Ansia, ADHD e terapie non farmacologiche
Come avviene spesso nei casi di co-morbilità, possono esservi disturbi psicologici che presentano sintomi piuttosto simili, che impediscono di comprendere quale sia il problema. Ad esempio, è difficile capire se un bambino, con determinati sintomi, soffra di disturbi d’ansia o di ADHD. Per questo è importante conoscere le differenze tra i vari disturbi, per capire quale è il problema e quale potrebbe essere il trattamento migliore.
L’ADHD (dall’inglese Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), è un acronimo che in italiano viene tradotto con “sindrome da deficit di attenzione e iperattività”. Si tratta di un disturbo dello sviluppo, caratterizzato da incapacità di prestare attenzione, impulsività, irrequietezza e iperattività motoria. In genere l’ADHD inizia nell’infanzia, e può continuare, in alcune persone, fino all’età adulta. Questi sintomi sono particolarmente gravosi quando i soggetti si trovano ad inserirsi e a integrarsi in nuovi ambienti, che richiedono concentrazione e capacità di adattamento, come ad esempio nell’ambiente scolastico.
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Altri disturbi frequentemente associati con l’ADHD (in co-morbilità) sono: il disturbo oppositivo-provocatorio (DOP, ad esempio bambini che esibiscono livelli di rabbia persistente ed evolutivamente inappropriata), i disturbi della condotta (violazione continua delle regole, bullismo, aggressività), i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA, ad esempio dislessia, disgrafia, ecc.), i disturbi d’ansia e, con minore frequenza, la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da tic e il disturbo bipolare.
Vediamo allora di capire cosa è l’ansia e in che cosa essa sia simile o differente dall’ADHD. Anche se provare ogni tanto l’emozione dell’ansia è assolutamente normale, vi sono persone che sperimentano questo stato non su base occasionale, ma la maggior parte del tempo, per periodi di lunga durata, con episodi di una certa intensità. In questo caso l’ansia diventa patologica. I sintomi d’ansia riguardano agitazione, preoccupazione, paure e fobie non giustificate, non controllabili e spesso neanche identificabili.
I disturbi d’ansia non sono tutti uguali, ma si differenziano fra loro: disturbo d’ansia generalizzato (l’ansia riguarda numerosi eventi e situazioni e dunque non è facilmente controllabile), disturbo da attacchi di panico (disturbi d’ansia acuta che durano da pochi minuti a un’ora e che comportano la sensazione di perdita di controllo) e disturbo d’ansia sociale (l’ansia si prova quando si è a contatto con altre persone).
Anche se l’ansia e l’ADHD possono verificarsi insieme, l’ADHD non è considerato un disturbo d’ansia.
L’ansia può infatti verificarsi indipendentemente dall’ ADHD, mentre in altri casi può essere ugualmente presente, molto spesso come conseguenza dell’ADHD. Infatti, l’ansia può essere un effetto collaterale dell’ADHD in quanto i farmaci utilizzati per curare il deficit di attenzione e iperattività sono degli stimolanti, come le anfetamine, ed essi possono causare sintomi d’ansia.
I sintomi in co-morbilità fra ansia e ADHD sono:
- difficoltà di socializzazione
- agitazione
- disattenzione
- incapacità di concentrazione
- difficoltà nel portare a termine un compito
- facile irritabilità
I bambini in particolare possono essere:
- oppositivi e polemici
- causa di problemi in classe
- dipendenti da videogiochi o teledipendenti
- bugiardi
- incapaci di assumersi le responsabilità
Le differenze più evidenti fra le due sindromi sono principalmente le seguenti:
- L’ansia è principalmente un disturbo che provoca agitazione, preoccupazione e paura, mentre l’ADHD è soprattutto caratterizzato da una costante mancanza di attenzione e di concentrazione;
- Le persone che soffrono di ansia possono talvolta manifestare comportamenti compulsivi o perfezionisti, che non riguardano mai la sindrome ADHD.
A volte trattare l’ADHD può essere risolutivo per i problemi d’ansia coesistenti, ma i farmaci stimolanti utilizzati possono essere anche controproducenti per la cura dell’ansia. Se si vogliono evitare i farmaci gli interventi terapeutici più raccomandabili sono quelli di tipo psicologico e una certa attenzione allo stile di vita tenuto dal soggetto.
La terapia psicologica di tipo cognitivo-comportamentale è una forma di psicoterapia a breve termine che aiuta i pazienti a cambiare i propri modelli di pensiero, al fine di influenzare positivamente il loro comportamento. Questa è la terapia di elezione per i disturbi d’ansia, ma ha dimostrato di essere ugualmente efficace nel trattamento di ADHD.
Ci sono poi le tecniche di rilassamento: sia quelle di derivazione psicologica, come il training autogeno o il rilassamento muscolare progressivo, le tecniche di visualizzazione, ecc, sia quelle di derivazione orientale, come la meditazione, o gli esercizi di respirazione profonda, che possono aiutare a curare lo stress e l’ansia rallentando la frequenza cardiaca, riducendo la tensione muscolare, e aumentando la concentrazione e il tono dell’umore.
Quando si parla di stile di vita, due sono gli elementi che maggiormente vengono tenuti presenti: la dieta e l’esercizio fisico.
Un’alimentazione sana e una regolare attività fisica possono essere di aiuto nei casi di ADHD o ansia. E’ importante infatti mantenere il corpo sano e in esercizio, assicurandosi di assumere pasti salutari ed equilibrati, riducendo o eliminando alcol e caffeina (la caffeina è contenuta anche in alcune bevande frizzanti molto popolari) e facendo almeno mezz’ora di attività fisica al giorno, anche perché questo permette il rilascio di sostanze chimiche del cervello che stimolano positivamente il tono dell’umore (endorfine).
Un altro fattore importantissimo per quanto riguarda lo stile di vita è l’igiene del sonno, dal momento che un riposo non adeguato e un’eccessiva stanchezza possono peggiorare i sintomi sia d’ansia che di ADHD. E’ importante dormire almeno 8 ore, andando a letto possibilmente ogni sera allo stesso orario, evitando attività impegnative o eccitanti prima di andare a dormire (esempio: videogiochi o film d’azione).
Walter La Gatta
psicologo psicoterapeuta sessuologo
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Infine, può essere di grande aiuto imparare a pianificare le proprie attività: avere un elenco di compiti e di attività, dandosi scadenze realistiche per ciascuno di essi, in modo da poter valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti.
Qualora queste pratiche non funzionassero, rimangono i farmaci, ma poiché un sano stile di vita non comporta effetti collaterali negativi, in primis è sempre bene cominciare da qui.
Dr. Walter La Gatta
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Dr. Walter La Gatta, psicoterapeuta sessuologo.
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