Dismorfia corporea e uso dei filtri
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Cosa sono i filtri per i social media?
Si tratta di strumenti tecnologici di fotoritocco che utilizzano l’intelligenza artificiale per modificare le caratteristiche del viso: ad esempio permettono di avere denti più bianchi, pelle più luminosa, lineamenti più simmetrici, figura più magra, ecc. Moltissime persone utilizzano questi filtri per pubblicare le loro foto e video sui social media.
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Quali sono i filtri più utilizzati?
I cinque filtri o modifiche più comuni sono quelli utilizzati per uniformare il tono della pelle, illuminare la pelle, sbiancare i denti, abbronzare la pelle e togliere peso. Inoltre, i partecipanti utilizzano filtri per rimodellare la mascella o il naso, far sembrare le loro labbra più carnose e far sembrare i loro occhi più grandi.
Perché si ricorre a questi filtri?
Le giovani donne desiderano mostrarsi non solo divertenti, felici e socievoli, ma anche belle, per presentare ‘un sé perfetto’.
Le persone che usano i filtri possono pensare di ricorrere alla chirurgia plastica?
Si. La ricerca dimostra che i social media influenzano in modo significativo il ricorso alla chirurgia plastica, tanto che le persone spesso portano al chirurgo foto di se stesse filtrate, come immagini di ispirazione.
Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa
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Dr. Walter La Gatta Psicoterapeuta Sessuologo
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Questa situazione può portare all’isolamento sociale?
Si. Quando l’autostima diminuisce a seguito del confronto con il proprio sé ideale, è facile immaginare la paura di esporsi senza filtri, che porta a un crescente senso di isolamento sociale. I filtri creano, infatti, un ciclo di feedback che si autoalimenta e che porta le persone a trascorrere più tempo sui social, alla ricerca di sensazioni piacevoli e di consenso virtuale, e meno tempo negli incontri in presenza, in cui ci si vergogna del proprio aspetto.
Cosa accade quando si trascorre molto tempo a osservare le proprie immagini filtrate?
L’eccessivo tempo trascorso a guardare le versioni filtrate di se stessi può influire negativamente sul tono dell’umore, sul sonno e sul benessere fisico e mentale, dal momento che le persone si sentono più insicure e ricordano emozioni negative della propria vita legate all’aspetto fisico.
Uno studio del 2021 condotto da ricercatori della City University di Londra ha esplorato gli effetti negativi dei filtri sulla salute mentale. I partecipanti erano 175 giovani donne e persone non binarie, di età compresa tra 18 e 30 anni, con la maggioranza di 20 e 21 anni. Uno dei risultati più sorprendenti è stato che il 90% delle giovani donne nello studio ha riferito di utilizzare filtri o modificare le proprie foto.
Le stesse ragazze che usavano questi filtri hanno dichiarato che queste immagini di sé rappresentavano degli standard ‘irraggiungibili’ e che avevano su di loro un effetto ‘tossico’ che le rendeva infelici.
Va inoltre considerato che sono i giovani con bassa autostima e scarsa immagine corporea di sé che utilizzano prevalentemente questi filtri, rafforzando ulteriormente la convinzione negativa che il loro aspetto non sia abbastanza piacevole.
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Quando si inizia a usare i filtri?
Una ricerca condotta dal Dove Self- Esteem Project nel 2020 ha rilevato che l’80% delle ragazze aveva scaricato un filtro o utilizzato una app per cambiare il modo in cui esse apparivano nelle foto prima dei 13 anni.
La dismorfia corporea, o meglio il disturbo da dismorfismo corporeo (BDD), è un disturbo che si caratterizza per un’eccessiva e persistente preoccupazione per alcuni difetti fisici corporei. Questi difetti fisici possono essere anche presenti nella realtà, ma minimi, oppure totalmente assenti. Nonostante questo, il disagio associato ai presunti difetti fisici è molto alto, al punto di ridurre significativamente la qualità di vita e la vita sociale e relazionale.
I filtri possono contribuire a creare la dismorfia corporea?
Si. La ricerca mostra che i giovani adulti che usano frequentemente i filtri sui social media spesso hanno maggiori sentimenti di insoddisfazione per il loro viso e corpo reali. Non solo confrontano il loro aspetto con le immagini “perfette” di celebrità e coetanei, ma si giudicano in base ai propri selfie filtrati. Questo confronto costante con l’immagine idealizzata di sé può devastare l’immagine corporea reale e l’autostima.
Il problema è talmente diffuso che è stato coniato il termine “dismorfia da filtro”, nota anche come “dismorfia da Snapchat”. Quando i giovani sperimentano un senso di disconnessione tra il loro aspetto reale e le immagini modificate che condividono con il mondo, creano una sorta di auto-oggettivazione . Questo potrebbe essere il motivo per cui le persone che usano regolarmente app di fotoritocco hanno anche maggiori probabilità di prendere in considerazione la chirurgia estetica.
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Come si comportano i filtri nei confronti delle differenze etniche?
Hanno un ideale di bellezza eurocentrico: schiariscono la pelle, restringono il naso e cambiano i lineamenti del viso, in modo da somigliare allo standard europeo bianco.
Che fare per usare i social in modo positivo?
Nel mondo narcisistico dei social media, dove le persone sono costantemente giudicate in base alle apparenze, non utilizzare i filtri può creare il panico in alcune persone. Non è una cosa negativa utilizzarli se, ad esempio, essi forniscono una motivazione a migliorare l’aspetto fisico sul piano della salute, facendo uno stile di vita più sano.
Inoltre, occorre tenere in considerazione che gli algoritmi sono progettati per fornire una prospettiva e una visione del mondo in base alle persone seguite, con le quali si interagisce. Se si inizia a seguire persone capaci di lanciare messaggi positivi per il corpo e account che promuovono l’autenticità, allora è più probabile che si riesca a uscire da questa dipendenza da filtri, vedendo la vita e la realtà in tutt’altro modo.
Dr. Giuliana Proietti
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Psicoterapeuta Sessuologa
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