Investire sulla scuola dell’infanzia

Investire sulla scuola dell’infanzia
Un nuovo studio pubblicato su Biological Psychiatry si occupa degli ambienti scolastici frequentati dai bambini nella loro prima infanzia, per cercare di capire se l’ambiente influisce, positivamente o negativamente, sullo sviluppo cerebrale.
L’ambiente frequentato da bambini sembra infatti avere degli effetti duraturi sullo sviluppo del cervello. E’ dunque fondamentale identificare le strategie per mitigare questi effetti, per migliorare la salute mentale e i risultati scolastici dei bambini cresciuti in ambienti svantaggiati.
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Nel corso degli ultimi decenni, molte ricerche hanno mostrato che gli ambienti arricchiti di stimoli interessanti da esplorare, promuovono lo sviluppo corticale e la funzione cognitiva. Al contrario, la privazione e lo stress possono compromettere lo sviluppo corticale e attenuare alcune funzioni cognitive. I bambini che vengono allevati in ambienti di abbandono psico-sociale, come quelli che crescono in istituti per bambini orfani o abbandonati, corrono un rischio particolarmente elevato per lo sviluppo di una vasta gamma di problemi di salute mentale, tra cui il deficit di attenzione / iperattività (ADHD).
Ora, i nuovi dati dal Bucharest Early Intervention Project ((BEIP), pubblicati nell’ultimo numero di Biological Psychiatry, mostrano che gli ambienti deprivati frequentati nella prima infanzia sono associati con cambiamenti drastici nello sviluppo del cervello nei bambini.
Il BEIP è uno studio longitudinale che ha seguito un campione di bambini nelle istituzioni scolastiche della Romania a partire dalla prima infanzia. Gli autori del rapporto hanno utilizzato i dati di 58 bambini cresciuti in ambienti svantaggiati e li hanno messi a confronto con 22 bambini allevati in ambienti normali nella stessa comunità.
Tutti i bambini sono stati sottoposti a una scansione di imaging strutturale e sono stati valutati per i sintomi di ADHD. I ricercatori hanno scoperto che i bambini cresciuti in ambienti istituzionali mostrano riduzioni diffuse nello spessore corticale in diverse regioni del cervello, tra cui la corteccia prefrontale, parietale e temporali rispetto ai bambini cresciuti in famiglie normali della comunità. I dati hanno anche rivelato che lo spessore corticale ridotto in molti di quelle stessi regioni cerebrali è associato con maggiori sintomi di disattenzione e impulsività.
Ciò è coerente con ricerche precedenti che avevano coinvolto le regioni del cervello che regolano attenzione, memoria, e altri processi cognitivi vitali.
“I nuovi risultati indicano che gli alti tassi di ADHD tra i bambini cresciuti in questi ambienti svantaggiati sono spiegati, in parte, da questi modelli atipici di sviluppo del cervello,” ha spiegato l’autrice Dr. Katie McLaughlin, Assistente presso l’Università di Washington. “Questi dati inquietanti forniscono un meccanismo che mette in relazione l’allevamento istituzionale con la compromissione dello sviluppo corticale”, ha affermato il dottor John Krystal, direttore di Biological Psychiatry. “Essi suggeriscono che la società dovrebbe investire nell’arricchimento degli ambienti istituzionali e rafforzare in questo modo la capacità di queste istituzioni di offrire sostegno alla salute mentale”.
Non solo vi sarebbero meno bambini con ADHD ma si potrebbe migliorare l’impatto di queste persone nella produttività sociale e professionale.
Dr. Walter La Gatta
Fonte:
Institutional Rearing May Increase Risk for Attention-Deficit Disorder by Altering Cortical Development, Elsevier
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Immagine:
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