Riviste per uomini, riviste per donne

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Vi siete mai chiesti/e perché esistano riviste femminili e riviste maschili, se parlano poi delle stesse identiche cose? Infatti, se andate a guardare i titoli dei così detti ”maschili”, vi accorgerete che essi sono molto simili a quelli che possiamo leggere su Donna Moderna, come ad esempi: “Dimagrire e’ facile”, “Come rafforzare i vostri addominali”, “I 10 migliori prodotti antirughe”, ecc.

Negli anni novanta infatti iniziò questo nuovo fenomeno, quando i magazine americani dedicati agli uomini progressivamente cominciarono a “femminilizzarsi”, dedicando sempre più spazio ad articoli sulla salute, sulle diete, sulle cure contro la sterilità, ecc.

Perché questo cambiamento? Fondamentalmente perché si comprese che i lettori uomini erano desiderosi di trovare nei loro giornali un certo tipo di informazione tradizionalmente fornita dalle riviste femminili e che mancava nelle riviste a loro dedicate. Nacquero così Men’s Health, Maxim, ecc.

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Il fenomeno delle riviste per soli uomini era in verità cominciato da tantissimo tempo, con Playboy (rivista che, peraltro, ora sta chiudendo i battenti in molti Paesi, dato che col tempo le vendite sono notevolmente calate, a causa soprattutto della diffusione dei telefoni cellulari e di internet), una rivista specializzata nel proporre modelle in pose sexy e provocanti.

Un po’ dello spirito di Playboy è però rimasto anche in questi nuovi “maschili”, tanto che lo scorso mese di Agosto il genere è salito agli onori della cronaca in Gran Bretagna, dove i Conservatori hanno fortemente protestato per la qualità di questi giornali. Non possono sopportare, questi gentlemen inglesi di vecchio stampo, che in riviste teoricamente anche a loro dedicate vi siano articoli quali:

Un concorso per trovare la ragazza più stupida, quella con cui andare a letto per poi spifferare a tutti le sciocchezze che dice” oppure “La caccia ai seni più belli del Paese (e al fondoschiena più procace)”

o l’ ultima star del Grande Fratello nuda, in esclusiva.

Se oggi la famiglia britannica si sgretola e un’ infinità di bambini cresce con un genitore solo la responsabilità, secondo i Conservatori di David Cameron, è anche di periodici come Nuts e Zoo, che «diffondono l’ idea che la donna sia un oggetto».

Michael Gove, ministro del governo ombra per le scuole, l’ infanzia e le famiglie, ha dichiarato:

«Dobbiamo porci domande serie sul concetto di piacere immediato osannato da queste riviste» ed «esigere risposte da chi fa soldi incoraggiando comportamenti egoistici e irresponsabili tra i giovani».

L’ associazione degli editori non ha però raccolto l’ appello del deputato:

«Michael Gove parla di temi complicati, che vanno ben oltre la semplice lettura di una rivista».

Chissà quali saranno questi “temi complicati”cui accennano gli editori d’oltre Manica… Sicuramente facevano riferimento anche alle componenti psicologiche e sociali che hanno portato gli uomini a sentire l’esigenza di leggere questo tipo di giornali e forse anche alle necessità di alcuni produttori di trovare un canale specializzato per pubblicizzare la loro merce.

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Sulle componenti psicologiche che hanno prodotto il successo di questo tipo di stampa “celeste” è da pochi giorni uscita una interessante ricerca condotta da Jennifer Aubrey, assistente alla cattedra di comunicazione presso il College of Arts and Science (Università del Missouri-Columbia).

La ricerca è stata condotta su un gruppo di liceali, maschi e femmine.

La Aubrey ha così scoperto che mostrare agli uomini immagini femminili sessualmente idealizzate li fa sentire molto più insicuri circa la propria bellezza fisica: la competizione con gli altri maschi dunque non è così importante come la sensazione di inadeguatezza ed insicurezza che pervade un uomo messo a confronto con donne iperfemminili e sexy, dalle quali teme di poter essere del tutto ignorato.

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La ricerca, che verrà pubblicata su Human Communication Research, rileva che l’aspettativa culturale che hanno gli uomini non è dunque quella di dover essere attraenti come i loro coetanei, ma quella di essere rendersi sessualmente attraenti per conquistare le ragazze più belle.

Secondo la ricercatrice, riviste come Maxim, FHM e Stuff contengono due messaggi principali: quello visuale, con immagini di giovani donne belle e sexy e quello testuale, ovvero articoli che parlano, seppure con stile tipicamente maschile, di moda, sesso, tecnologia e cultura pop.

La Aubrey ha anche misurato quella che lei definisce body self-consciousness (consapevolezza e tendenza a tenere sotto controllo la propria immagine corporea) e l’ansia relativa all’apparire (ad esempio anticipando gli stimoli minacciosi).

Ai partecipanti allo studio sono state poste domande come “Durante il giorno ti capita di pensare a come appari esteriormente?”. Le stesse domande sono state riproposte agli stessi soggetti un anno dopo.


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Ebbene, si è visto che anche a un anno di distanza, i ragazzi che compravano e leggevano questi giornali “maschili” erano ancora molto centrati sulla loro immagine personale. Secondo la Aubrey questo fatto è veramente molto sorprendente:

Come è possibile che la lettura di giornali in cui si vedono tanti corpi femminili, tante provocanti stelline in ascesa desiderose di farsi notare, producesse tutta questa attenzione sulla propria immagine e non, ad esempio, un maggiore interesse per le ragazze? Come mai un giornale che cerca di attrarre il lettore puntando sul sex appeal delle donne finisce poi per potenziare l’attenzione che i lettori dedicano alla propria immagine?

Forse la risposta è questa: semplicemente per vendere gli altri prodotti e servizi che sono poi pubblicizzati nelle altre pagine: quelle della “moda”, del “fitness”, delle “diete” e così via…

Fonti:
ScienceDaily
Corriere della Sera
Corriere della Sera

Link: University of Missouri-Columbia.

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