Pittura e abilità comunicative nei timidi

Pittura e abilità comunicative nei timidi
Dr. Giuliana Proietti
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Cheek e Buss (1981) definiscono la timidezza come una reazione tipica di fronte a persone sconosciute o poco familiari, mentre Eysenck (2004) ritiene che le persone timide soffrano principalmente di un eccesso di attenzione al proprio sé, il che genera loro sentimenti di ansia e insicurezza. Botvin (2007) definisce la timidezza come una forma di ansia sociale che appare quando si prova stress e imbarazzo.
In effetti, le persone timide prestano in genere eccessiva attenzione alle loro azioni, ai loro comportamenti, ai loro discorsi. Spesso hanno difficoltà a rapportarsi con gli altri, in quanto temono di non essere approvate, di essere giudicate. Un’altra cosa che accade di frequente alle persone timide è che quando esse si confrontano con situazioni nuove, possono essere distratte da pensieri automatici e disturbanti, che possono impedire loro di cominciare o continuare un discorso, porre domande o perfino rispondere alle domande degli altri.
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Secondo la ricerca di Zimbardo e Henderson (1996), circa il 40% delle persone dichiarano di essere state timide in un momento della loro vita, ma di essere riuscite poi a superare il problema, imparando ad interagire senza particolari imbarazzi.
Le abilità comunicative sono dunque molto importanti per le persone e ogni limite in questa area può creare problemi di relazione (Herzon, 2002). Le abilità comunicative aiutano infatti la persona ad accettare le responsabilità connesse al proprio ruolo sociale e a far fronte ai bisogni e alle richieste della vita quotidiana, senza creare problemi né a sé stessi, né agli altri (Crozier, 1995). La mancanza di abilità comunicative crea invece una barriera fra sé e gli altri e non consente una soddisfacente interazione sociale.
Se la persona vive nell’isolamento sociale, se non si coinvolge in attività da svolgere insieme ad altri, è difficile che essa prenda familiarità con la propria personalità e impari a conoscersi a fondo: per questo le interazioni sociali sono importanti, in quanto creano la base di partenza per la propria formazione e per il proprio successo personale (Malchiodi, 2003).
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Sebbene le relazioni interpersonali siano così importanti, incredibilmente la maggior parte delle persone sembra avere difficoltà a crearle (Bullten, 1993) e questa è una delle ragioni per cui la maggior parte delle persone sono timide e mancano di autostima.
Per aiutare le persone timide a conquistare una maggiore sicurezza sono state proposte numerose tecniche e terapie. Fra queste ci sono quelle che si basano sull’espressione artistica (nella musica, nella danza, nella pittura e nel teatro). Con queste tecniche il soggetto vive in forma attiva e non passiva l’espressione artistica (Caplan et al, 1992). La art-therapy (in italiano arteterapia) dà un senso di benessere personale e migliora l’autostima, oltre a consentire lo svilippo di relazioni sociali, migliorando così le proprie abilità comunicative.
La terapia della pittura (che fa parte dell’arteterapia) non insegna a dipingere, ma permette ai soggetti di poter esprimere liberamente le proprie emozioni, i propri bisogni ed anche le proprie competenze artistiche, usando linee e colori (Feldman et al,1999; Lawrence & Bennet,1992).
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L’espressione artistica costituisce un ponte fra il proprio mondo interiore e la realtà esterna e riflette aspetti consci e inconsci del proprio presente, oltre che del passato e delle aspettative riguardo al futuro (Chartrand & Bargh, 1999).
Nel 1997, Harris e Mohay, in un ospedale psichiatrico per adulti sperimentarono l’uso degli acquerelli per vedere se questa disciplina riusciva a rilassare i pazienti: le conclusioni furono affermative, in quanto i pazienti mostrarno uno stato di maggiore benessere, riducendo rabbia e disagio.
L’arteterapia è stata sperimentata positivamente su bambini con asma cronica (Cegala e Lanzmeier 2002), mostrando miglioramenti nella gestione dell’ansia e nella qualità della vita. Cox et al (2005) hanno invece sperimentato questa tecnica con bambini con problemi di apprendimento. L’esperimento, durato sei settimane, ha mostrato risultati molto positivi. Chartrand and Bargh (1999) hanno sperimentato la terapia della pittura su pazienti depressi, mostrando anche in questo caso dei netti miglioramenti nell’autostima e nelle sensazioni di benessere personale.
Un recente studio, condotto da Maryam Shahri, Mehdi Moeinikia, Adel Zahed, Mohammad Narimani (2014), svoltosi su un campione di 84 ragazze timide di scuola superiore, in Iran, si è basato su 8 sessioni di 50 minuti di terapia della pittura, per un mese. (Il gruppo di controllo ha frequentato le normali lezioni). Durante la sessione sono stati messi a disposizione delle ragazze dei colori ed esse hanno dipinto per 20 minuti, per poi discutere dei loro dipinti per 30 minuti. Le ragazze sono state lasciate libere di esprimersi secondo la loro capacità e velocità. L’atmosfera era tranquilla e rilassata. Se, durante la sessione, una delle ragazze voleva smettere di impegnarsi, non era forzata a continuare.


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Conclusione: Anche in questo caso vi sono stati significativi miglioramenti nelle abilità di queste ragazze a mostrare agli altri le proprie emozioni e importanti sono state anche le relazioni che si sono stabilite fra le partecipanti. La pittura permetteva una riduzione della tensione, della sensibilità, del timore, migliorava le abilità sociali e la capacità di esprimersi in pubblico. Tra il gruppo su cui è stato condotto l’esperimento e il gruppo di controllo si è riscontrata una differenza statistica significativa (p<0.001).
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Fonte:
Maryam Shahri, Mehdi Moeinikia, Adel Zahed, Mohammad Narimani, Investigation the impact of paint therapy on communication skills of shyness girl students, Procedia – Social and Behavioral Sciences 128 ( 2014 ) 327 – 331
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