Timida fin da piccolina – Consulenza online

Timida fin da piccolina – Consulenza online


Consulenza online Walter La Gatta

TERAPIE ONLINE

Salve,
sono una ragazza di 20 anni, studentessa universitaria di ingegneria, cercando sul web sono ‘approdata’ sul vostro sito e l’ho trovato subito veramente ben fatto ed utile per ‘noi’ timidi: ho letto un pò di articoli e  ‘storie’, e mi sono rispecchiata nella maggior parte  .

Scrivo per chiedere il vostro parere sulla mia ‘situazione da timida’ che mi ha creato, e crea, problemi d’integrazione. 

Fin da piccolina sono sempre stata timida, timorosa verso ‘il mondo’ , a scuola non parlavo con nessuno, ero sempre molto impostata … Tant’è che alle scuole medie (secondo anno) le mie professoresse hanno consigliato ai miei di portarmi da uno psicologo.

Ci sono andata tre volte alla settimana per un anno, senza nessun risultato. Con la psicologa parlavamo, mi faceva fare esercizi di rilassamento, disegni, vedere immagini e dire cosa mi suscitavano… Ma non mi sono trovata assolutamente bene, e quegli esercizi mi facevano divertire più che aiutarmi. In più ci andavo perchè i miei mi obbligavano e non di spontanea volontà.

Andando al liceo la situazione è sicuramente migliorata rispetto a prima, pur avendo stretto amicizia solo con pochissime persone della classe e rimanendo timida. Ed è al liceo che è nato il desiderio di ‘guarire’ dalla mia timidezza.

Seguendo i consigli della mia prof di matematica, a cui ero molto legata, ho fatto teatro e sport  e a 18 anni (quarto anno di liceo) ho inziato a lavorare come promoter e cameriera, cioè lavori che mi permessero (obbligassero) di stare a contatto con le persone e parlare.

Questi consigli mi hanno aiutata tantissimo, non mi sono più sentita timida, ho stretto nuove amicizie, ecc.

Il problema si è ripresentato (in modo più ‘pesante’) con l’università:

il primo mese ho stretto tante amicizie e appunto pensavo di aver sconfitto la timidezza.

Siccome la facoltà che ho scelto è impegnativa e devo studiare molto, non ho più frequentato dopo il primo mese e sono stata a casa a studiare tutto il giorno senza pause fino agli esami a gennaio. Quindi , causa studio, sono stata parecchi mesi a casa senza vedere nessuno e uscendo pochissimo.

Inoltre è stato un periodo brutto anche perchè una mia amica ‘storica’ a cui tenevo tantissimo si è allonata da me, senza darmi una spiegazione o comunque un motivo valido. Rispettando la libertà degli altri quando ho notato che non mi cercava più e rispondeva sempre meno alle mia chiamate e sms ho cancellato il suo numero ( e lei, in un certo senso).

E penso sia stato un errore ‘chiudermi’ a casa a studiare: quando ho iniziato a ‘riuscire’ perchè non dovevo più studiare ho provato un senso di disagio ( mi sembra di ‘sentirmi male’) , hanno iniziato a darmi fastidio gli sguardi degli altri, a diventar rossa,cerco di avitare di rispondere al telefono,ecc…

Le amiche che mi ero fatta all’università le ho inziate ad evitare, e ovviamente dopo un pò neanche loro mi hanno cercata o salutata. Quando viene qualche ospite a casa prefirisco non uscire a salutare ma starmene nella mia camera.

In ogni caso la cosa che mi preoccupa di più ( e che non mi era mai successa) è il non riuscire a reggero lo sguardo degli altri: magari quando cammino in strada e c’è una persona che cammina in verso opposto al mio, e quindi ‘ gli sguardi si incontrano’, mi da un fastidio tremendo. Stessa cosa sul treno se ho seduto qualcuno di fronte a me, non riesco ad alzare lo sguardo.

Alle volte mi obbligo a non abbassare lo sguardo, ma mi sembra che gli altri poi possano pensare che li guardo per chissà quali motivi.

Ho provato a mettere occhiali da sole con lenti scure, in modo che il mio sguardo non potesse esser visto, ma non mi ha aiutata.

Non so se ho esposto i miei problemi in modo chiaro ed esatto ( è sempre difficile parlare di se stessi in modo obiettivo e dando rilevanza solo ai fatti che lo meritano davvero) , però mi piacerebbe aver un vostro consiglio o opinione.

Vi ringrazio ,

Anna

A31/A7


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Gentilissima Anna,

Grazie anzitutto delle parole gentili e veniamo subito a lei. E’ normale che in alcuni periodi della vita ci si senta più stressati, più ansiosi e per questo si tenda a preferire la solitudine, piuttosto che i rapporti sociali.

Questo è ancor più vero se la persona è introversa, sta abbastanza bene con sé stessa e non ha bisogno di discorsi futili e confusione intorno a sé per sentirsi bene. Ovviamente, tutto questo va bene se parliamo di un breve periodo, come quello della preparazione di un esame, non va bene se il periodo è più lungo e se ci si abitua alle proprie difficoltà, pensando che facciano parte non del periodo particolare, ma della propria personalità.

Infatti, la mancanza di frequentazioni sociali porta la persona introversa a concentrarsi ancor di più su se stessa e questo aumenta la sensibilità nel monitorare emozioni, stati d’animo, difficoltà ecc. Quello che le sta accadendo è dovuto ad un eccesso di attenzione rivolta a se stessa, probabilmente a causa di questo periodo di isolamento.

La cosa da fare dunque è anzitutto prendere atto che quel periodo che ha descritto può essere stato necessario per trovare la giusta concentrazione per il primo esame, ma ora è finito e c’è qualcosa da cambiare.

Per quanto riguarda il contatto oculare, se non c’è motivo di guardare una persona negli occhi, come in treno o in altri incontri casuali, che problema c’è a distogliere lo sguardo? Perché costringersi a mantenere il contatto oculare con chiunque la guardi?

Provi a discutere di questi argomenti con un terapeuta, se ci riesce, potrà esserle di aiuto.

Saluti !

Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La GattaCOSTO DELLA TERAPIA
cOSTI TERAPIA

Immagine:
Pixabay

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